Ermopoli

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turaz 07-03-2008 18.10.27

è il fatto che consideri la cosa "superba" a non fartela superare quella paura.
ti "autolimiti" a mio avviso.
un conto è essere superbi un altro è essere consapevoli che le paure si possano superare.
e che l'armonia la raggiungi quando le tue paure le superi a mio parere.
aridaje con sti miti :))))
se qualcuno s'è bruciato pace.
vogliamo continuare a pensare che se ci spingiamo un pò più in là dei nostri limiti ci bruciamo?
e allora rimaniamo limitati:))))

Uno 07-03-2008 19.20.34

Dire che la bellezza non è accompagnata proporzionalmente dalla paura è come dire sono ubriaco ma ho il completo controllo su di me.
Non è facilmente razionalizzabile la cosa, ma anche fermandosi solo all'inizio di questo arduo compito potremmo dire che nel momento in cui proviamo un sentimento di vero stupore per qualcosa di estremamente bello siamo come all'apice dell'orgasmo sappiamo già che da li possiamo solo "ridiscendere" ed ecco che subentra la paura, paura che in realtà c'era già, come c'è la paura di toccare un bambino piccolo quando non lo si è mai fatto, come c'è la paura di rompere un bell'oggetto di cristallo, cosa che invece non capita se abbiamo in mano una comune lampadina.
Quindi dipende da quando noi percepiamo la bellezza e quindi diamo importanza ad essa e quanto distanti ne siamo... ecco perchè un tramonto non ci da gli stessi problemi.
Questi fatti sono esempi per la ragione, ma la dinamica non è limitata al contatto fisico... se nulla mi tocca, se a nulla do valore non avrò mai questi "problemi".
Certo il lavoro su stessi e quel campo di battaglia a cui accennavamo sopra presuppone che la battaglia si cerchi di vincerla e che si sia in grado di sopportare sempre più la Magnificenza, ma negare il terrore che questa deve provocare per essere tale equivale a non essere ubriachi dell'esempio sopra.
Forse chi ha una vaga idea di cosa sia (tra l'altro non tanto spiegata dalla scienza ufficiale) la sindrome di Stendhal comprende quello che sto cercando di dire.
E' una questione di proporzioni, tanto più una cosa mi affascina tanto più ne ho paura, tanto più passa la paura tanto più quella cosa rimane bella ma non nello stesso modo in cui era prima.

etc etc........

turaz 07-03-2008 19.29.31

allora vediamo significa che più sopporti (ti affascina) la Magnificenza più arrivi ad averla (superi la paura di essa) più non la apprezzi ?
eh no... c'è qualcosa che non mi quadra...:))))
ed è li che casca l'asino (per modo di dire)

se non la apprezzi è perchè forse hai sbagliato qualcosa:)))

questa rischia di somigliare alla "brama" buddhista a mio avviso.

Uno 07-03-2008 19.40.25

Non ho il potere di essere comprensibile a tutti, prova a rileggere e a cercare di fare uno sforzo anche tu, altrimenti..... pazienza :).

Posso solo dirti al volo che non puoi possedere la Magnificenza e/o la Bellezza, già il fatto che la metti in questi termini ti dovrebbe far considerare se puoi sforzarti di capire meglio.

turaz 07-03-2008 19.44.24

ho usato "avere" sarebbe meglio dire "essere".
è un discorso di consapevolezza di quell'essere.
tu lo vedi come un eterno "moto" e stop?
io dico che è moto e nello stesso tempo quiete
l'agape lo ritieni un "momento"?

Ray 07-03-2008 21.24.11

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 50723)
allora vediamo afrodite (amore) incontra Ares (forza)
da essi nascono armonia paura e terrore.
chissà magari sono tre combinazioni differenti.
magari se c'è un determinato "come" (usando parole di ray) nasce armonia.
se tale come non c'è nasce paura... e ancor peggio terrore

Solo per chiarire quello che intendevo, che poi è un ripetere (basterebbe leggere tutte le parole):
quel particolare come permette l'incontro produttivo, se non c'è quel come avviene annichilimento.
Da quell'incontro, agevolato da quel come, nascono sia armonia che fobia e terrore che, per quel poco che ho inteso del mito, sono tre aspetti necessari di questo frutto. In qualche modo fobia e terrore permettono l'esistenza di armonia e viceversa. Detta diversamente non può nascere l'una senza gli altri, quell'incontro di bellezza e forza li produce tutti senza possibilità diverse.

Ray 07-03-2008 21.26.47

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 50726)
Forse chi ha una vaga idea di cosa sia (tra l'altro non tanto spiegata dalla scienza ufficiale) la sindrome di Stendhal comprende quello che sto cercando di dire.

Il terrore che si sviluppa con la percezione del sublime. Va di pari passo alla percezione stessa, come l'altro polo necessario di questa possibilità. Perchè nel sublime si è sempre sul punto di perdersi per sempre...

(poi non so se è questa la sindrome che han chiamato così...)

Sole 08-03-2008 01.45.49

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 50734)
Solo per chiarire quello che intendevo, che poi è un ripetere (basterebbe leggere tutte le parole):
quel particolare come permette l'incontro produttivo, se non c'è quel come avviene annichilimento.
Da quell'incontro, agevolato da quel come, nascono sia armonia che fobia e terrore che, per quel poco che ho inteso del mito, sono tre aspetti necessari di questo frutto. In qualche modo fobia e terrore permettono l'esistenza di armonia e viceversa. Detta diversamente non può nascere l'una senza gli altri, quell'incontro di bellezza e forza li produce tutti senza possibilità diverse.

Ci rivedo il discorso che si faceva dillà sul bene e il male. L'uno attira l'altro vicendevolmente perchè abbiano la possibilità di manifestarsi e quindi esistere.
L'Ombra e la Coscienza.

Kael 08-03-2008 02.00.06

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 50726)
Dire che la bellezza non è accompagnata proporzionalmente dalla paura è come dire sono ubriaco ma ho il completo controllo su di me.
Non è facilmente razionalizzabile la cosa, ma anche fermandosi solo all'inizio di questo arduo compito potremmo dire che nel momento in cui proviamo un sentimento di vero stupore per qualcosa di estremamente bello siamo come all'apice dell'orgasmo sappiamo già che da li possiamo solo "ridiscendere" ed ecco che subentra la paura, paura che in realtà c'era già, come c'è la paura di toccare un bambino piccolo quando non lo si è mai fatto, come c'è la paura di rompere un bell'oggetto di cristallo, cosa che invece non capita se abbiamo in mano una comune lampadina.
Quindi dipende da quando noi percepiamo la bellezza e quindi diamo importanza ad essa e quanto distanti ne siamo... ecco perchè un tramonto non ci da gli stessi problemi.
Questi fatti sono esempi per la ragione, ma la dinamica non è limitata al contatto fisico... se nulla mi tocca, se a nulla do valore non avrò mai questi "problemi".
Certo il lavoro su stessi e quel campo di battaglia a cui accennavamo sopra presuppone che la battaglia si cerchi di vincerla e che si sia in grado di sopportare sempre più la Magnificenza, ma negare il terrore che questa deve provocare per essere tale equivale a non essere ubriachi dell'esempio sopra.
Forse chi ha una vaga idea di cosa sia (tra l'altro non tanto spiegata dalla scienza ufficiale) la sindrome di Stendhal comprende quello che sto cercando di dire.
E' una questione di proporzioni, tanto più una cosa mi affascina tanto più ne ho paura, tanto più passa la paura tanto più quella cosa rimane bella ma non nello stesso modo in cui era prima.

etc etc........

Si, chiarissimo il concetto. Del resto, se fossimo tutti bellissimi e vivessimo nel paradiso terrestre, la bellezza sarebbe una cosa talmente comune che nessuno ci farebbe più caso, e dunque anche la paura si azzererebbe...
Invece, avendo la fortuna (o per qualcuno la sfortuna..) di vivere in questo mondo dove ci è permesso di sperimentare picchi diversi (estrema bellezza, estrema paura) comporta che siamo in continuo movimento fra alti e bassi, ed è questo che genera la vita. Senza movimento, senza moti dell'anima, potremmo anche essere nella bellezza suprema che saremmo morti...

Astral 08-03-2008 18.55.08

Purtroppo la bruttezza, la soffenza, la povertà, esistono perchè spesso non si è sufficentemente consapevoli e grati del dono della bellezza, di abbondanza, di salute.

Se invece di accorgerci ( tramite la paura) di quello che abbiamo quando lo stiamo perdendo, l'umanità avesse un grado di consapevolezza superiore all'attuale, riusciremmo a godere anche se tutto fosse bello, invece no. Alla fine non esiste la bellezza, ma le bellezze, e c'è varietà anche nella bellezza stessa.

:C:

Kael 08-03-2008 20.20.15

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 50753)
Se invece di accorgerci ( tramite la paura) di quello che abbiamo quando lo stiamo perdendo, l'umanità avesse un grado di consapevolezza superiore all'attuale, riusciremmo a godere anche se tutto fosse bello, invece no.

Il fatto è che, per avere quel grado di consapevolezza superiore in cui si gode di tutto anche se è tutto bello, è proprio la paura che dovremmo com-prendere, prendere dentro, fare propria... sopportarla come diceva Uno. Invece, allontanando la paura costantemente da noi, dicendo che non abbiamo paura, quella consapevolezza non arriva mai...

nikelise 08-03-2008 23.51.15

Sia in Bellezza che in Paura mi permetto di citare uno che ha trattato l'argomento e che ci serve a capire e continuare:
Elemire zolla ,Archetipi:
Una vita sensata e disciplinata e' un'utopia:crede di poter ignorare gli archetipi.
L'uomo ha bisogno di assiomi per la mente e di estasi per la psiche come ha bisogno di cibo per il corpo: estasi ed assiomi possono provenire solo dal mondo degli archetipi.
Ne' bastano estasi lievi, brividi modesti:la psiche cerca la pienezza del panico.
L'uomo vuole perodicamente smarrirsi nella foresta primigenia degli archetipi.
Lo fa quando sogna, ma i sogni non bastano.
Deve sparire da sveglio,rapito da un archetipo in pieno giorno....omissis.
Quando simbolo ed emozione si congiungono, forma e materia di un plesso solo, un archetipo e' imminente.
Soltanto uno spirito meditativo s'accorge di queste congiunzioni,che i piu' subiscono ciecamente''.

Afrodite e' l'archetipo della bellezza:armonia ,paura ,terrore i sentimenti che suscita ,
movimento ma anche paura di smarrirsi ,possibilita' di perdersi serve dunque anche un ''antidoto'',un sistema per venirne fuori,serve un percorso che consenta di ritornare a casa con il bello che si e' intravisto, di non rimanere bloccati.
Per far questo jung ha chiesto aiuto ad un altro mito quello di Ermes , il dio che segnala la via ,che sta sui confini delle cose.
Entra qui un'altro stato che tutti abbiamo provato :
la nostalgia: il ritorno con dolore o il dolore del ritorno (nostos ritorno algia dolore)

Astral 09-03-2008 10.46.35

OFF

Scusa ma non riesco proprio a capire perchè fai il copia ed incolla identici dello stesso topic, senza citare troppo i trattati, non riesci un po' a spiegare a parole tue?fiori.gif

Le discussioni su paura e bellezza (2 topic) anche se si agganciano partono da due riflessioni diverse. Capisco che è più facile fare un copia ed incolla, però credo che se si sta in un forum per discutere, si dovrebbe cercare di integrare le risposte degli altri utenti?

Forse mi sbaglio?leggo.gif

Grey Owl 09-03-2008 11.15.06

Ermes è pure l'interprete, svolge il ruolo di messaggero e quindi anche da interprete dei messaggi degli dei presso gli uomini. Rimane quindi una figura al confine tra gli dei e gli uomini. Messaggero e viaggiatore quindi, ma anche oratore e cantastorie, porta i messaggi tramite i sogni.

La nostalgia è un sentimento di tristezza per la lontananza fisica (e non) dalla cosa amata. Fatta un'esperienza di sublime bellezza ecco che inevitabilmente l'allontanarci da essa fà nascere in noi la nostalgia,
Ermes crea un ponte tra l'uomo e la sublime bellezza, lenisce coi suoi messaggi la nostalgia.

nikelise 09-03-2008 13.48.14

Ad Astral : sono pigro!

Uno 10-03-2008 13.34.12

Off topic
Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 50775)
Ad Astral : sono pigro!

Mi permetto di dire che non è solo pigrizia, ma non è questa la sede adatta per sviscerare la dinamica, magari in apposito thread che riprenderà alcune cose già almeno in parte detti.
:C:

nikelise 10-03-2008 13.44.39

Concordo e credo che anche questo nuovo thread sara' interessante.

griselda 10-03-2008 20.01.22

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 50726)
.... proviamo un sentimento di vero stupore per qualcosa di estremamente bello siamo come all'apice dell'orgasmo...

... come c'è la paura di toccare un bambino piccolo quando non lo si è mai fatto.....

E' una questione di proporzioni, tanto più una cosa mi affascina tanto più ne ho paura, tanto più passa la paura tanto più quella cosa rimane bella ma non nello stesso modo in cui era prima.

Mi hanno molto colpita le tue parole Uno ed è davvero così, ripensando a quando ho visto per la prima volta mio figlio ... non si può descrivere quello che ho provato e la paura di toccarlo di prenderlo in braccio...come se potessi rompere un incantesimo di tanta bellezza.
Cos'è che ci fa predere la paura che vedo anche come una sorta di rispetto incommensurabile, non credo sia solo l'abitudine, cosa fa si che mi sia dimenticata di tutti quei momenti incommensurabili? piango.gif Perchè non ho saputo trattenerli in me e me li sono persa? piango.gifpiango.gif Ah poterli trattenere Vivi per sempre nel cuore che cosa meravigliosa sarebbe. Rimanere coscienti di tutto questo sarebbe altro che bellezza!
abbraccio:

dafne 11-03-2008 17.34.36

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 50726)
Dire che la bellezza non è accompagnata proporzionalmente dalla paura è come dire sono ubriaco ma ho il completo controllo su di me.
Non è facilmente razionalizzabile la cosa, ma anche fermandosi solo all'inizio di questo arduo compito potremmo dire che nel momento in cui proviamo un sentimento di vero stupore per qualcosa di estremamente bello siamo come all'apice dell'orgasmo sappiamo già che da li possiamo solo "ridiscendere" ed ecco che subentra la paura, paura che in realtà c'era già, come c'è la paura di toccare un bambino piccolo quando non lo si è mai fatto, come c'è la paura di rompere un bell'oggetto di cristallo, cosa che invece non capita se abbiamo in mano una comune lampadina.
Quindi dipende da quando noi percepiamo la bellezza e quindi diamo importanza ad essa e quanto distanti ne siamo... ecco perchè un tramonto non ci da gli stessi problemi.
Questi fatti sono esempi per la ragione, ma la dinamica non è limitata al contatto fisico... se nulla mi tocca, se a nulla do valore non avrò mai questi "problemi".
Certo il lavoro su stessi e quel campo di battaglia a cui accennavamo sopra presuppone che la battaglia si cerchi di vincerla e che si sia in grado di sopportare sempre più la Magnificenza, ma negare il terrore che questa deve provocare per essere tale equivale a non essere ubriachi dell'esempio sopra.
Forse chi ha una vaga idea di cosa sia (tra l'altro non tanto spiegata dalla scienza ufficiale) la sindrome di Stendhal comprende quello che sto cercando di dire.
E' una questione di proporzioni, tanto più una cosa mi affascina tanto più ne ho paura, tanto più passa la paura tanto più quella cosa rimane bella ma non nello stesso modo in cui era prima.

..

Non sono sicura di aver capito, o meglio, razionalmente il ragionamento fila, eccome se fila, ho paura di una cosa bella anche nel senso che ho paura di perderla o di rovinarla si? Eppure c'è qualcosa che non mi suona.
Forse perchè sono abituata a considerare la bellezza in termini fisici, un bell'oggetto, una bella persona una bella macchina. Un bambino piccolo secondo me è più di di bello è emozionante, stupefacente. Però è vero, dopo un pò ci si abitua alla bellezza e ci si stupisce meno. Forse però più che paura lo definirei timore reverenziale (anche qui penso sia un problema di ternmini perchè per me la paura ha sempre una valenza negativa)
Non sò se attinente ma mi è capitato di guardare una persona e di vederla, ai miei occhi, bellissima, anche se in realtà non lo è, mi è capitato di sperimentare una gioia folle e immensa gratitudine, nel preciso momento in cui questa persona si è allontanata un pò ho avuto la sensazione di una luce che si abbassava, come le candele quando cominciano a spegnersi. Avrei voluto tenerla vicina vicina,non volevo se ne andasse, questa può essere la paura di cui si parla? Quello che mi ha aiutato quando se n'è andata davvero (spero di non essere troppo smielosa) è stato il pensiero che in qualche modo io fossi riuscita a vedere, a sentire la sua parte più profonda, più bella e più vera. Sapere che mi basta chiudere gli occhi per rivivere quello stato di lucentezza dissolve un pò la tristezza per non averla più accanto. Anche se non basta. Perchè dimentichiamo tutto così in fretta?
Non so forse stò mescolando troppe cose ma la bellezza fisica una volta mi urtava(sisi ok lo ammetto..invidia..icon_mrgr: ) adesso mi rendo conto che fermarsi alla bellezza esteriore non mi è mai bastato, anche se negarne il fascino è semplicemente sciocco.
però ecco, la paura legata alla bellezza continua ad essere un concetto che mi sfugge, una cosa bella per sua natura, appunto di armonia, non dovrebbe dare gioia? Mi ripeto lo so ma l'unica vera paura che riesco ad individuare è la paura di perdere tale bellezza o di non poterla possedere, allora si passa al passo successivo, il vero bello è qualcosa che trascende il fisico e tale bellezza "semplicemente" non si può possedere. Perchè crucciarsi allora? nonso.gif
martello.: scusate, sò de coccio lo so

nikelise 12-03-2008 12.45.52

Dafne prova ad inserire su google
''eterno femminino'' ,vedrai quante str....e nella storia della letteratura da Circe ad oggi hanno fatto letteralmente a pezzi i loro uomini.
Come vuoi che non ci sia da parte nostra e nell'immaginario collettivo maschile la paura del fascino paralizzante della donna?
Se poi leggi quello che dice piu' Elemire Zolla a proposito della ricerca e del bisogno di panico da parte della psiche umana ....
Piuttosto per quanto riguardo Voi donne ,rispondendo alla Tua domanda sul nesso tra paura e bellezza, forse e' vero quello che dice Carla sulla diversa influenza di Afrodite sulla donna rispetto all'uomo.

dafne 12-03-2008 13.13.16

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 49962)
Si parla della bellezza femminile e si esplorano i limiti delle possibilita' di autocontrollo dell' uomo quando si e' ''toccati' da questa.
Ma io ho letto il libro ed ho avuto tempo di pensarci,
non volevo rovesciare tutto quanto in questa sede.
Per questo mi sono fermato.
Spero di non aver dato altra impressione .
Se e' cosi' mene scuso.

riparto da qui
la bellezza della donna in cui l'uomo si perde..in cui si vuole perdere
poi dopo parli di bellezza a 360 gradi e li mi sono persa.
la donna non si perde nella bellezza dell'uomo? secondo me si.
Ho come la sensazione rileggendo tutti i post che si siano toccati argomenti diversi.
Allora, bellezza fisica? Non ne sono indifferente ma non è sufficiente per farmi "perdere", cosa che invece mi sembra accada facilmente ai maschietti. Ma questa è una mia proiezione, è l'aver vissuto l'esperienza del "non sei bella per cui non ti calcolo" e l'averla presa come una regola. Forse questo è stato il mio campo di battaglia, arrendermi all'evidenza che il bello E' BELLO punto, a discapito di tutti i miei ragionamenti e che se un uomo si ferma al bello fuori (vale anche per le signore però eh diavolo.g: ) probabilmente perchè è nel fuori che vive la maggioranza della sua esistenza. Pace.
Poi invece si parla di bellezza a 360°. Oibò, qui sorgerebbe il problema di dire cos'è il bello dentro, ma anche questo è un discorso inutile perchè esiste una bellezza universale e una bellezza personale, soggettiva. Già sviscerato altrove l'argomento Di fronte a questa bellezza si prova paura, timore, dolore anche. Un pò per l'intensità che tale bellezza ci dà nelle sue emanazioni e un pò perchè com'è arrivata può anche sparire e forse qui c'è l'altra grande battaglia, l'altalenare tra il bisogno di allontanarsi per sopportare meglio le vibrazioni e il bisogno di possederle, di integrarle. Questo a mio avviso accade ancora quando si è in fase di battaglia, quando si è lontani dal proprio centro. Quando si è centrati e si è armonici non solo, credo, la bellezza, l'armonia ci saluta da ogni cosa ma quando qualcosa di veramente bello ci colpisce riusciamo ad assorbirlo e a sopportarlo meglio. Forse perchè finalmente siamo belli invece che cercare di diventarlo...
Però sinceramente Nike dopo tanti post non ho ancora capito bene qual'è la domanda che vuoi fare, o il concetto che vuoi sviscerare, è come se volessi dire una cosa ma non lo fai..
perdono, sai com'è, troppi caffè icon_mrgr:
:C:

griselda 12-03-2008 14.06.34

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 50927)
Se poi leggi quello che dice piu' Elemire Zolla a proposito della ricerca e del bisogno di panico da parte della psiche umana ....

Questa frase mi ha colpito Nike potresti gentilmente allargare il concetto?
fiori.gif

nikelise 12-03-2008 14.20.52

Scusa manca un ''sopra'' , ''piu' sopra''cioe' quello che ho riportato nel post dell'8 marzo a proposito di bellezza e paura.

griselda 12-03-2008 14.26.34

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 50935)
Scusa manca un ''sopra'' , ''piu' sopra''cioe' quello che ho riportato nel post dell'8 marzo a proposito di bellezza e paura.

Capisco la tua pigrizia Nike perchè lo sono anche io icon_mrgr:
ma anche così non ci arrivo non riesco ad entrare in quelle parole magari se riuscissi a fare un esempio terra terra io lassù non ci prendo.
:C:

nikelise 12-03-2008 14.51.43

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 50767)
Sia in Bellezza che in Paura mi permetto di citare uno che ha trattato l'argomento e che ci serve a capire e continuare:
Elemire zolla ,Archetipi:
Una vita sensata e disciplinata e' un'utopia:crede di poter ignorare gli archetipi.
L'uomo ha bisogno di assiomi per la mente e di estasi per la psiche come ha bisogno di cibo per il corpo: estasi ed assiomi possono provenire solo dal mondo degli archetipi.
Ne' bastano estasi lievi, brividi modesti:la psiche cerca la pienezza del panico.
L'uomo vuole perodicamente smarrirsi nella foresta primigenia degli archetipi.
Lo fa quando sogna, ma i sogni non bastano.
Deve sparire da sveglio,rapito da un archetipo in pieno giorno....omissis.
Quando simbolo ed emozione si congiungono, forma e materia di un plesso solo, un archetipo e' imminente.
Soltanto uno spirito meditativo s'accorge di queste congiunzioni,che i piu' subiscono ciecamente''.

Afrodite e' l'archetipo della bellezza:armonia ,paura ,terrore i sentimenti che suscita ,
movimento ma anche paura di smarrirsi ,possibilita' di perdersi serve dunque anche un ''antidoto'',un sistema per venirne fuori,serve un percorso che consenta di ritornare a casa con il bello che si e' intravisto, di non rimanere bloccati.
Per far questo jung ha chiesto aiuto ad un altro mito quello di Ermes , il dio che segnala la via ,che sta sui confini delle cose.
Entra qui un'altro stato che tutti abbiamo provato :
la nostalgia: il ritorno con dolore o il dolore del ritorno (nostos ritorno algia dolore)


Una vita sensata e disciplinata e' un'utopia...
La psiche cerca la pienezza del panico....
Afrodite e' un'archetipo della bellezza , nella bellezza ci si perde e per questo fa paura ,terrorizza.


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