Come altra condizione io direi quale posto si da al Lavoro nella propria vita.. se inizialmente il tempo dedicato è un tot, questo poi va aumentando, si da al Lavoro una priorità sul resto...
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martello.: (sì mi martello da sola, è tutto per me questo discorso) |
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No, no! passa il martello martello.: ti faccio compagnia Una condizione per Lavorare è non cercare la maiuscola nello scrivere Lavorare ma rendere tutto ciò che si fà Lavoro. Penso intendessi questo. |
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dare priorità determina una scelta...come a dire che una cosa è più importante/urgente dell' altra... è vero.....ma rendere tutto lavoro...come dici tu... da la priprità...in quel momento....a ciò che si sta facendo... qualsiasi cosa sia..... succede che da ciò che "sentiamo" banale e non importante...ci vengano delle belle soluzioni...foss' anche solo il fatto di aver compreso cosa è inutile.... alloraaaaaaa....arriva sto martello? martello.: martello.: fiori.gif |
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Tra le altre cose, da un certo punto di vista si potrebbe dire che il Lavoro è tutto qui: sforzarsi di essere presenti a se stessi. se lo si fa si scopre che l'unico modo è quello a cui accennava Era: far diventare qualsiasi cosa si stia facendo la più importante... |
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Cercare di incamerare l'interesse per quello che si fa ed esprimerlo mediante il Lavoro. |
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Un'altra condizione, potrebbe essere la disciplina. Autodisciplinarsi, è difficile, ma in alcuni casi diventa indispensabile.. per esempio se mi viene consigliata una cosa da fare, se viene messa sotto forma regola è relativamente più semplice seguirla .. se viene consigliata e basta, è facile dimenticarsene.. e ritorniamo all'essere presenti.. |
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Le condizioni per Lavorare... uhmm...
A parte la paura non paura icon_mrgr: , credo ci vogliano costanza, disciplina, applicazione e metodo. Brevemente: costanza: mantenere vivo/acceso il fuoco della passione per il Lavoro disciplina: seguire le regole applicazione: non tirare il c... indietro icon_mrgr: metodo: avere una conoscenza base di ciò che si fa, e soprattutto di come va fatto |
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si credo proprio che possa diventarlo. Nel momento in cui faccio una determinata cosa tutti i giorni per esempio, se non mantengo l'attenzione "accesa" la macchina si abitua anche se mi sembra di impegnarmi .. l'illusione di Lavorare... finchè non interviene qualcosa (di esterno in genere) che mi fa rendere conto che stavo dormendo alla grande. Penso che per alcune cose, nessuno possa costringerci.. e quindi dipende da noi fare o non fare.. Citazione:
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Insomma incamerare nel senso di togliere energia da tutto ciò che potrebbe distrarre, appunto incamerandola, ed avere si interesse per tutto quello che si fa...ma una cosa per volta. Come se ci fosse una compressione della energia che abbiamo a disposizione e quindi, piuttosto che disperderla in varie cose, come nell'episodio di Grey ad esempio nel fare un lavoro dedicarsi a questo invece che, nel mentre lo si fa, pensare alla spesa..da fare..icon_mrgr: In questo senso allora, probabilmente, l'interesse, che gia c'è poichè concordo...questo nasce dall'interno ma nulla vieta che vi possa inondare qualsiasi cosa che faccio, viene aumentato. Forse è anche un aspetto dell'attenzione... po esse ?martello.: |
Un'altra condizione (intanto che dibattete sull'interesse) è fare qualcosa che serve a qualcosa....
"Serve" può significare anche "solo" soddisfare un proprio bisogno, desiderio, necessità... ma deve esserci un senso che percepiamo come tale altrimenti neanche il cane muove la coda per niente. Quello che voglio dire è che se per esempio vuoi programmare , prima devi imparare, ma per imparare veramente devi avere un problema da risolvere... per esempio mettiamo che voglia tenerti la contabilità, allora inizi a studiare un linguaggio di programmazione, inizi a fare delle prove su un esempio concreto, finchè fai quelli dei manuali impari si è no un 5%. Più attinente... meditazione questa sconosciuta... tutti ne parlano... e tanti "orientaleggiando" dicono che bisogna mettere a dormire la mente, che deve essere senza sforzo e tante altre cose..... cose vere da un certo punto di vista (a parte sul dormire della mente e del suo senso reale) ma chi, se non fosse maturo e predisposto da altre circostanze, inizierebbe ad applicare, ci proverebbe senza motivi? Almeno il 50% (se non di più) ci si avvicina per calmare gli stress (cosa non coerente l'essenza della meditazione, ma non importa ora, e comunque va bene per iniziare), qualcuno per dare un senso alla propria vita... ma pochissimi (le statistiche si basano sui millenni) perchè la loro natura è matura perchè avvenga naturalmente... in quel caso ovviamente cadono tutte le condizioni di cui stiamo discutendo, ad un individuo così non occorrono condizioni, cosa a cui dovremmoi giungere anche noi. La necessità aguzza l'ingegno... ingegno, cosa molto meno razionale (non solo almeno) di come siamo abituati a considerare a prima vista |
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All'inizio ci entro perchè mi attira, poi devo spingere anch'io perchè sopravviene una forza altra che mi tira dall'altra parte (pigrizia?) |
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La parola ha la stessa origine di genia, genitore, genitale, genitivo e... tirandola forse un po'... Gennaio, da cui risulterebbe il collegamento simbolico con Giano. In effetti Gennaio è il progenitore dei mesi... Genio inteso come Uomo5 in varie applicazioni tradizionali corrisponderebbe quindi all' "uomo adamitico" di altri linguaggi sempre tradizionali... Tornando per terra, ma tenendo conto di ciò, si potrebbe vedere l'ingegno come l'applicazione di tutto l'Essere (e non solo della razionalità o altro)... applicazione che, pèrima di diventare geni, può essere stimolata dalla necessità. |
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mettiamo 5 persone che per necessità osservano un meccanismo non perfetto....cercano tutti la soluzione per perfezionarlo e renderlo utile.... hanno tutti interesse a raggiungere l' obiettivo... ma tra i 5 solo uno ha l' ingegno/intuizione.... mi chiedo...gli altri 4 cosa "usano"? nonso.gif oppure è beneficio di tutti sole che molti non sanno/possono/vogliono usare?manata.gif |
Aguzza vuol dire che potenzialmente lo abbiamo tutti ma che il più delle volte ha una punta tanto grossolana che non penetra il problema.
1 su 5? Hai fatto colazione con pane burro e ottimismo stamattina icon_mrgr: No che non tutti hanno interesse a raggiungere l'obbiettivo, spesso hanno interesse a raggiungere gli obiettivi di altri, che poi sono di ancora altri che alla fine sono indotti da qualcuno che ci specula in qualche maniera (non sempre negativamente). Quindi se l'obbiettivo non è nostro ed è annegato in una marea di altri non nostri ci fa perdere di vista quelli su cui realmente riusciremmo ad aguzzare l'ingegno. Quindi altra condizione (già accennata da voi) è scegliere attentamente su cosa e come dedicarsi, selezionando e filtrando in mezzo al ciarpame.... anche se a volte nei non bisogni comunque impariamo qualcosa da applicare ai bisogni reali. |
Un altro aspetto delle condizioni per lavorare credo sia il talento... si nasce con un talento per la pittura o per le arti in generale.
Si nasce con una predisposizione... si alimenta la passione... nel farla si trovano stimoli per continuare... si incrementa la tecnica... ma non si raggiunge mai il limite... il motivo è che non vi è limite... ad ogni lavoro ultimato rimane sempre un resto... è quella tensione che ti permette di andare oltre... e non è neanche questione di tecnica e di lavoro perfetto... ma di esplorare vari aspetti della passione... raggiunto un limite ne esploro un'altro... in effetti se facessi 100 volte la stessa scultura... ogni volta questa sarebbe differente... mai la stessa. Il risultato del lavoro non è mai lo stesso. Non è questione di obiettivo in assoluto... certo un' obiettivo bisogna averlo... ma poi raggiunto quello se ne cerca subito un altro... è importante l'obiettivo per focalizzare la tensione del lavoro... come dire è la scusa che ci diamo per lavorare. |
Aggiungo che si lavora per se stessi... riprendendo l'esempio della pittura... la passione per la pittura mi porta a dipingere... è un interesse che ho.
Non dipingo per gli altri... per sentirmi dire bravo... anche se fà piacere quando te lo dicono... ma certamente dipingo per mia passione. E non faccio mostre o cerco di convincere gli altri di quanto bravo sono. Quindi altra condizione per lavorare è lavorare per se stessi. PS: ho riletto il post sopra... non si capisce molto... manata.gif |
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Chiedo perchè per me è l'esatto opposto.. una cosa mi attira, ("provo interesse verso"... ), che nasce da me, poi certo l'interesse va alimentato.. magari sforzandosi di continuare a fare una cosa anche quando l'innamoramento iniziale è scemato.. Mi spiegheresti meglio che intendi? Citazione:
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Si dice che una cosa ci interessa (interessa a noi) o che noi siamo interessati a una cosa. Interesse è "essere dentro", letteralmente. A noi può sembrare di "entrare" in una cosa quando ci si dedichiamo, oppure ed è il mio caso, che la cosa entri in noi, che siamo noi che la lasciamo entrare, dedicandovici. Forse è entrambi. In ogni caso, che sia uno o l'altra, non ci sarebbe interesse se non ci fosse la cosa. E' il venire a conoscenza che quella cosa c'è, il ricevere uno stimolo, che crea interesse. Ancor più, è il percepire quella cosa come esterna a noi, altro da noi, che stimola l'interesse. Io posso anche essere interessato a studiare me stesso, ma anche qui è "esterno" nel senso che c'è la dicotomia io che studio - me stesso questo sconosciuto. Questo vale anche se l'interesse sta nel fare, chessò suonare uno strumento. Fare è esterno anche se sono collegato. Oppure l'interesse per un'altra persona. Essa è altro da me. Certo poi potrebbe sopraggiungere un'unione, posso "fare mia" quella cosa o persona, nel senso che diventa parte del mio essere non che la posseggo... ma allora credo si tratti di amore più che di interesse. |
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Infatti, per quanto mi riguarda, credo che se pure vi sia l'interesse nelle cose, questo può venire fuori solo...come dire...ad una sorta di mia predisposizione verso quella data cosa o quell'azione. E' ovvio, sempre dal mio punto di vista, che posso essere interessato a tutto e più entro nelle cose e più ci trovo interesse ma al momento, mi rendo conto, non l'ho per tutto. Come dire, sono interessato al calcio, ad esempio, perchè c'è qualcosa che piace, che mi attira almeno all'inizio poi sta a me trovare, dunque andare in profondità, quello che mantiene acceso l'interesse stesso.nonso.gif |
Jez, abbiamo postato assieme, quindi non ti rispondo per adesso. Magari vuoi considerare quel che ho detto sopra.
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