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Inoltre mi arrabbio con mia madre e mia sorella che comprano sempre nuovi shampi e creme ed io voglio che prima finiscano i barattoli di quelli vecchi. Poi tendo a buttare tutto ciò che ritengo vecchio e inutile, anche troppo, mentre mia sorella si conserva pure gli scontrini della spesa e per questo litighiamo spesso. Su un armadio l'80%è suo e il 20 è il mio. Forse è un po' quello che succede a Stella e alla sua vicinaicon_mrgr: |
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Bon, Sole dice "scarico di qualcosa" e su questo penso che siamo d'accordo (o no?). In particolare le abitudini di titillamento del corpo sono certamente scarico.. ma di cosa? Banalmente, di tensione. La presenza di questo tipo di abitudini significa soprattutto,a mio avviso, che accumuliamo tensioni varie sia in modo errato che inconsapevole. Chiunque lavora su se accumula tensione, anzi è sempre alla ricerca della "giusta" tensione, quella che permette la miglior resa, ma che credo, se è giusta, sta appena appena sotto la soglia della normale percezione. A dire il vero anche quella che scarichiamo con queste titillazioni è sotto la soglia della normale percezione, ma sempre se vogliamo dirci la verità, per sentirla basta spostare l'attenzione su se, mentre quella "giusta" dovrebbe restare comunque sotto soglia e venir avvertita non in modo negativo. Insomma la giusta tensione è quella che ci fa star dritti, quella eccessiva è quella che ci tira (siamo un po' elastici) o, vista da un'altra angolazione, la tensione giusta non è tensione, ma sta appena appena per diventarla. Messa così queste piccole abitudini, che sono sistemi di scarico, diventano fonti di informazioni importantissime, perchè possono darci se pure indirettamente indizi precisi sulla giusta tensione (poi si deve imparare a regolare, ma bon, è un'altro discorso). Però c'è un'altra caratteristica interessante di queste titillazioni, e mi riferisco alle orecchie di Sole, ai miei capelli e simili. Hanno un aspetto masturbatorio, cioè il metodo di scarico è basato sul principio del piacere. Apparentemente è un controsenso. Perchè per provare piacere (ma anche se non fosse, solo titillandomi) la tensione la devo aumentare. Infatti se mi stuzzico l'orecchio la tensione aumenta. Ma allora, come funziona sta roba? Beh la domanda la lascio un po' aperta... faccio però notare l'esempio del water: per far scaricare si butta altra acqua... |
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Una situazione di eccessiva tensione come quella indicata da ray potrebbe quindi indicare una "staratura" nel nostro sistema corporeo/energetico che destina troppa energia rispetto a quella realmente necessaria, forse per anni di abitudini sbagliate, nelle quali oltretutto si "brucia" male l'energia e quindi forse per questo, si cerca di immetterne sempre di nuova, come se solo l'inizio di ogni scarica di energetica fosse usato per il lavoro utile e tutto il resto non viene ben utilizzato ed ha bisogno di essere spurgato via in qualche modo. |
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Poi forse una resa 100% non esiste e un certo scarico è endemico, vedi nel corporeo il discorso water... tuttavia a seconda di quanto è buona la mia digestione, cambia parecchio ciò che scarico. PS: si, penso che le parti del corpo scelte per la titillazione abbiano un significato personale. |
Io ormai lo chiamo il "rito del gas". Prima di andare a dormire o prima di uscire di casa controllo che il gas sia chiuso almeno una decina di volte. Se sono particolarmente stressata posso arrivare anche ad una ventina di volte. Mi sento anche abbastanza ridicola per questa abitudine che ormai ha preso il volto della mania, ma non riesco a liberarmi da questa ritualità.
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Sono gesti compulsivi che non ho ancora capito a cosa servano, non credo a scaricare tensioni come le tittillazioni di cui parlavamo prima, forse sono "compensazioni" per qualche cosa, gesti che mascherano altro... |
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Che viaggio in circolo ormai è comprovato, spessissimo evito di arrivare in fondo a situazioni conflittuali perchè non sò come possomo andare a finire (controllo e fifa assieme , fantastico) mentre se glisso ritorno ad un punto che mi è familiare e che in qualche modo, bene o male, riesco a gestire. Grazie a qualche piccolo microcambiamento e a un diverso approccio al lavoro (sisi sono esagerata forse ma questo lavoro insisto a dire che mi stà dando molto) comincio a realizzare non tanto che posso farcela a chiudere o che devo farlo ma, piuttosto, che stò molto meglio dopo, con l'anta chiusa, nonostante lo sforzo da fare (pigrizia mon amour 8-) ) Ho trovato altri ambiti in cui questa chiusura non avviene, con i quaderni dei conti di casa, con i diari dei commenti personali, con le discussioni amichevoli che tendo a troncare o far scivolare su altri fronti. Poi però qualcosetta di me rimane sempre in ogni quaderno, in ogni conto, e soprattutto in ogni discussione, accesa o meno accesa che sia. Non sò se questo sia "lasciarsi aperte le porte dietro", di certo fatico moltissimo a vivere in quelli che io chiamo comparti stagni, difficilmente riesco a staccare il pensiero da casa se sono a fare la spesa, da mio figlio mentre stò lavando i pavimenti, dalla cosa letta in forum mentre cucino. Esempi scemi ma forse rendono. Mi ha incuriosito come in questi giorni, mentre stò proponendomi di iniziare alcuni progetti su di me, stè antine abbiano ripreso a rimanere aperte, un ottimo indicatore in effetti del tentativo della mia mente di evitare di affrontare una serie di cambiamenti. Ci sono altre piccole cose, come il dolcetto a fine pranzo/cena che stà tornando alla carica, il bisogno di dormire tra le coperte (cioè sopra le lenzuola in mezzo alle coperte proprio, pena l'insonnia), un nuovo intercalare fastidiosissimo (neh? diavolo.g: ) e chissà cos'altro... Ci sono cose però, come controllare se le finestre sono chiuse, che derivano da un furto subito..quelle possono considerarsi manie compensatorie a causa di un piccolo trauma, di una paura? Meno sintomatiche di altro? |
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Per altro, siccome secondo me le antine aperte sono fughe di energia, è proprio in questi frangenti che dovresti fare più attenzione a non disperdere. Vero anche però, e qui l'indicatore, che una maggior concentrazione è anche una maggior tensione, e quindi ecco gli scarichi automatici. |
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Io lo faccio ogni notte, controllo più volte che balconi e porte siano chiusi, e prima di dormire bevo un sacco d'acqua in modo compulsivo. E' come se ci fosse un accumulo di ansia che inizia a battere prima del sonno ( che guarda caso è il momento in cui ci si deve lasciare andare, 'mollando' il controllo ) e che trova sfogo solamente compiendo questi piccoli rituali. A volte ho provato a trattenermi e andare a letto in compagnia di quella situazione di allarme che avverto se non sfogo. Risultato : non prendo sonno quindi mi conviene assecondarla... |
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Volevo dire che mentre in passato erano rimaste ben più chiuse (e non escludo che la cosa si sia sfogata in altro come non scrivere un'acca sui conti ecc e forse anche altre cosette) oggi ritrovo il problema...o forse lo vedo meglio..mah Quello che volevo dire è che mettendomi di fronte (forse per la centesima volta) a dei propositi precisi ho cominciato a perdere attenzione, come se volessi ulteriormente far slittare il nuovo proposito. Notando le antine ho potuto, come dire, darmi una minima sveglia...ma mi sà che stò andando OT Fughe di energia. Mi ci devo fermare su questo concetto, collegato direi in maniera evidente a quello che si faceva sul parallelismo tra energia e denaro. Gli scarichi automatici e le fughe di energia, bel tandem. leggo.gif |
Questa discussione alla fine (dal primo post praticamente icon_mrgr:) ha preso una svolta psicologica, non l'ho spostata all'epoca perchè si potrebbe raddrizzare nella componente esoterica.
Se ci fermiamo allo strato psicologico, toccarsi i capelli, come saprete, può significare voler esprimere seduzione quando lo si fa in pubblico, soprattutto per una donna, ma non escludiamo anche gli uomini. Però se andiamo più a fondo scopriamo che i capelli sono una parte del nostro corpo su cui non abbiamo sensibilità diretta. Sentiamo i capelli solo se toccandoli questi esercitano delle sensazioni sul cuoio capelluto. Inoltre... capelli e peli sono in un certo senso quello che abbiamo di più esterno, certi animali (gatto compreso con i vibrisse/baffi) con i peli si accorgono di ostacoli o pericoli in arrivo. Quindi possiamo vedere che nel toccarli esercitiamo un controllo se lo strumento funziona, se è in grado di farci tenere tutto sotto controllo. Il tutto a prescindere dal fatto che con la "civilizzazione" abbiamo perso o comunque si è molto affievolita questa capacità. Per spingere più esotericamente, fin qui siamo ancora più o meno nella psicosomatica, nella pnl etc, dovremmo pensare che questi strumenti possono percepire cose di cui non potremmo non essere pienamente coscienti. Per allargare il discorso (che dall'introduzione non limiteremo solo ai capelli, in altri post vi sottoporrò altre cose) vi siete mai osservati in relazione all'ambiente (quindi altri esseri ma anche oggetti, vegetali etc) quale è il vostro spazio vitale minimo e quello necessario per il vostro benessere, quale quello che vi reca disagio etc... (ripeto anche questo si può ricondurre alla psicologia, ma qui siamo in sezione esoterismo, quindi dobbiamo considerare anche altre cose) |
A proposito di spazio vitale e di benessere, ho notato che quando
mi reco nei grandi ipermercati costruiti per lo più in materiale prefabbricato, con luci e aria artificiale posso resistere non più di mezz'ora se il locale ha pochi utenti, 10 o 15 min se è l'ora di punta, pieno di gente. Rimanere oltre il mio tempo limite significa perdere energia, sentirmi svenire, è come se i pensieri trovassero un blocco, un muro, il corpo diventa pesante e mi trascino nei vari reparti sempre con più fatica soprattutto mentale. Appena esco negli spazi liberi mi sento tornare, riprendere quota. Anche tutti gli spazi chiusi e con i tetti bassi mi danno irrequietezza, mi sento in allarme e cerco vie di fuga. Quando guardo fuori sento la necessità di guardare prima la terra, ciò che mi sta sotto i piedi e poi il cielo e un punto di orizzonte. Soprattutto se devo riflettere ho bisogno dello spazio di confine libero, l'occhio deve poter trovare un varco visivo in cui far fluire il pensiero. Il senso più sviluppato che ho è la vista, attraverso di esso mi relaziono con l'esterno. |
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Spazio vitale...dipende dal tipo di persona che ho di fronte, da quello che devo fare e da quanto sono stanca. Quando sono molto stanca il mio spazio per sopravvivere si dilata molto( nel senso che me ne serve di più) mentre se non lo sono accetto più facilmete ingerenze esterne. E' quasi come se quando sono a posto potessi farmi avvicinare dalle cose senza farmi toccare, come se avessi intorno una membrana gommosa che quando sono stanca, invece, si lacera facilmente...oppure diventa porosa non saprei. Il mio spazio vitale minimo comunque lo lego sia allo spazio (la vicinanza fisica intendo) sia al tempo che alle intenzioni, forse anche agli odori e al mio stato fisico o psichico. A tutto in pratica icon_mrgr: volevo dire solo che è suscettibile di cambiamenti. Dici che le abitudini potrebbero essere strumenti di qualcosa di cui non siamo coscienti (se c'è il non di troppo diavolo.g: ) ma per tutte le piccole abitudini? Come strofinarsi il lobo se si è sovrappensiero, arricciarsi una ciocca, lasciare bottiglie o tubetti sempre aperti interrompere sempre prima che l'altro abbia terminato un periodo ecc? (aspetto la risposta prima di fare fiume di paroleicon_mrgr: ) |
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Per quanto riguarda il pelo e gli animali posso dire che l'ho constatato nel tempo, il mio gatto ad esempio quando dorme se mi avvicino per dargli un bacino e toccarlo con un dito, mi percepisce molto prima che io arrivi a toccarlo, io mi diverto diavolo.g: perchè ad un centimetro da lui lancia già quel vrrr che mi dice: beccata! icon_mrgr: Anche con baffi e orecchie.
Io ho dei problemi a stare in un posto piccolo con una persona con cui ho degli irrisolti, tipo ad esempio in auto, inizio a sbadigliare e a dover continuamente allargare il diaframma come se fossi in bisogno di ossigeno. Inoltre non riesco ad accettare, quella che per me è un'invasione del mio spazio privato, in pratica quando le persone mi parlano molto vicino, o mi toccano senza che io "abbia dato loro il consenso". Luoghi invece dove sto male sono, come Diam, i supermercati, il più delle volte esco con il mal di testa. A meno che di ricordarmi che devo stare attenta. (anche se a cosa non lo so :D Quando invece lavoro in posti angusti o mi muovo velocemente vicino a spigoli sento un formicolio nelle sopraciglia, non chiedetemi perchè, perchè non lo so. icon_mrgr: Adesso che ho scritto mi è venuto in mente che spesso mi tocco le sopraciglia e mi si sono allungate parecchio, ecche è? :U:@@ |
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Capelli troppo lunghi spingono verso il basso? Citazione:
Per quel che riguarda lo spazio vitale minimo non ho ancora osservato bene la cosa, ma deve sempre esserci sufficiente spazio tra me e gli estranei, mi danno fastidio per esempio quelle persone che gesticolano molto allungando le mani su di me (senza doppi sensi ma ci son persone che sembra che abbiano il bisogno di toccare gli altri, magari sul viso o mettono le mani sulle spalle etc)... diverso è se sono con persone a cui voglio bene, con cui mi piace sentire il contatto fisico, in quel caso lo spazio vitale si riduce di molto... sto osservando in questi giorni, se trovo altro lo aggiungo, è molto interessante questo discorso ... :D |
In questo periodo sento il mio spazio vitale messo fortemente a rischio, mi disturbano persino le voci manata.gif in certi momenti, la tentazione folle è di prendermeli a forza certi spazi più ampi, che sia litigando con i clienti (quindi rimettendoli al loro posto) che sbraitando con le maestre sia lasciando al doposcuola i figli fino a tardi sia non rispondendo al cellulare ecc
Sento il bisogno di allontanare tutto come se sentissi un senso di pressione, di soffocamento. E' curioso come sia esattamente l'opposto di quello che ti capita Red, io amerei spazi aperti,mi piace non sentirmi, sentirmi spersa in giro.. ma alla fine il risultato risulta sempre lo stesso. Che cos'è che mi sento venire addosso come se fosse un'invasore, che cosa mi toglie? Perchè il soffocamento parte dal trattenere il fiato, dal non respirare, dal non avere ossigeno e mi sale la rabbia e mi vien voglia di distruggere tutto...forse quell'ipotetica ragantela che sembra strangolarmi..uhm toni da melodramma lo sò ma così forse mi rimangono un pò più impressi. leggo.gif |
Di quanto spazio vitale ho bisogno? Dipende dalle persone e dal mio umore
Se si tratta di estranei ho bisogno di parecchio spazio! Ma non è sempre stato così, è così ora. Amici e familiari... dipende. Per esempio mia madre non riesco ad accettare che mi si avvicini troppo, mi irrigidisco. Unica eccezione è quando sono giù, allora rastrello coccole ovunque! Mia figlia invece ha sempre libero accesso nel mio spazio vitale, tranne quando sono nervosa: allora l'unica presenza che accetto è la gatta Soffro tanto sugli autobus molto affollati, mi manca l'aria, ho la sensazione di essere lì-lì per svenire: allora cerco di respirare e non fissarmici troppo, così controllo e poi passa. Negli spazi aperti e nella natura sto benone, ho una sensazione di... espansione bellissima |
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I capelli... si seduzione, si controllo... che poi sono collegati, se seduco anche ho maggior controllo sull'ambiente. Ma la parte interessante è il controllare se funzionano e cosa percepiscono. Si sa che i capelli sono "elettrici", nel senso che è molto facile si carichino elettrostaticamente, anche tanto da stare per aria. Poi per scaricare è sufficiente toccarseli... il contatto con la massa scarica a terra. I capelli in effetti, così come i peli, essendo sottili hanno molta superficie per poca massa/peso e quindi manifestano più facilmente le reazioni alle tensioni che ci sono nell'aria/ambiente. In realtà si dovrebbe dire, come per tutto ciò che percepisce, da un apparecchio a un organo di perezione, che reagiscono alla variazione dell'ambiente. Quindi percepiscono i cambiamenti di tensione/vibrazione... come appunto la presenza di un pericolo, magari rappresentato da qualche belva affamata se vogliamo portare la cosa all'ambito prettamente naturale da cui ci siamo scollegati quasi del tutto. Essendo la vibrazione viaggiante nella mia direzione la percepiscono anche se qualcosa in mezzo mi impedisce di vedere. Chiaramente oltre a percepire dall'ambiente esterno percepiscono anche da quello interno e manifestano il nostro stato vibrazionale. Noi non siamo capaci di farlo volontariamente, ma pensiamo ai gatti che quando vogliono comunicare tensione si fanno rizzare i peli, tutti o solo della coda. Non ridurrei il tutto ad un cercare di sembrare più grossi... |
Mi par di capire che i capelli ci danno dei segnali importanti.
Dalla percezione dei miei capelli posso dire che quando sono depressa perdono il tono e non tengono la piega, mentre se sono nervosa o eccitata montano come la panna, quando sto bene e sono carica di energia pulita mi spuntano fuori dei riccioli perfetti morbidi e vaporosi, mentre quando percepisco una sottile paura di qualcosa che non vedo nè odo con le orecchie allora sento la pelle d'oca nella testa e i capelli si drizzano alla radice, li sento muovere impercettibilmente e spesso si caricano di elettricità e poi sudore freddo. |
Stamattina il parrucchiere si è accorto di una macchia di alopecia sulla mia bella testolina riccioluta!!!
Mi è venuto un colpo, è la seconda volta che succede. Lui dice troppo stress, e che quando succede una volta poi tende a riaccadere quando si ripresenta il forte stress. La prima volta i capelli sono ricresciuti subito, stavolta la chiazza è più grossa, cmq spero di si, dovrò andare dal dermatologo per farmi dare la cura e questo mi stressa ulteriormente. Per fortuna è in un punto ben coperto dal volume e dalla massa lunga dei capelli. Se sapete di qualche significato esoterico particolare che possa aiutarmi vi prego ditemelo subito. scusa.gif |
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