Bimba meccanica ma umana.
Non ricordo chi, forse una donna, mi presenta ad una ragazza giovane, un pò strana ma che non ho scrutato più di tanto all'inizio. Seduti in degli sgabelli alti in un bar ci siamo messe a chiacchierare. E' molto giovane , quasi una bambina, noto che ha gli occhi strani, come due sfere di legno, anzi sono proprio protesi, scolpite a mano, occhi meccanici, pure dipinti a mano. Non lo trovo troppo anomalo, evito però di guardarla più di tanto per non farle sentire nemmeno un pò di disagio. Man mano anche i piedi sono finti, forse tutto l'arto. Guardandola ancora mi rendo conto che le orbite che accolgono l'occhio sono rifrangenti come specchi, grazie ai quali si vede ora bene tutto il meccanismo, e anche che la testa è vuota, il suo cervello di umana esiste, ma al minimo, e assicura benissimo tutte le funzioni, anche quelle evolute. E' frutto di tecnologia avanzata a dispetto dell'uso di materiali naturali come il legno che la scienza ha ripreso a inserire. La partenza è umana, ma è tutta una protesi adesso, lo stesso gradevole, tenera come tutte le ragazzine, con una età non proprio definibile, e anche i miei sentimenti verso di lei sono indefinibili.
E' possibile che il pretesto del sogno sia stato il titolo di uno degli ultimi thread che ho rimandato di aprire perchè avevo paura mi turbasse l'argomento. |
Questa ragazzina e una persona diversa, appartiene al futuro, vista la tecnologia, ma anche al passato, con parti di legno tipo Pinocchio.
Una Pinocchia allora, che fa di tutto per vivere una vita normale, e quasi ci riesce, ma è pur sempre una condizione drammatica non appena gli altri scoprono come è fatta dentro. Mi preoccupa pensare che sia una me stessa, si dice che la realtà supera la fantasia, ma è sogno e dovrebbe essere la fantasia che superala realtà; tutto è relativo a come consideriamo più o meno vicino alla verità o realtà, ciò che esprime un sogno rispetto a ciò che riusciamo a cogliere da svegli di noi stessi. Confesso che mi lascia di stucco questo sogno. |
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Perdonami la battuta abbraccio:, volevo sdrammatizzare anche se in fondo in fondo, come sempre, ho anche detto cose vere. Prima di pensare se sei tu o no io lavorerei su altri particolari, per esempio sull'ordine con cui ti accorgi che la ragazza/ragazzina è artificiale. Inizi dal vedere, la sua vista è meccanica, cioè come vede il mondo. poi ti accorgi che è meccanico ciò che le consente di muoversi nel mondo etc... Poi indagherei sui tuoi sentimenti indefiniti verso di lei. |
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Sono ancora distantuccia, ma ci provo. Se è vero che i sogni ci svegliano per la valenza drammatica della rappresentazione, è vero che man mano che le varie parti mi appaiono artificiali cresce il sentimento che non riesco più a contenere, e inizio con questi. La tranquillità che esprime io la leggo come come buon viso a cattivo gioco, è essere condannata al coraggio di esistere e di essere osservata, e mi dico che ciò non è giusto, provo compassione al punto da non poterla sostenere. Chi può amare una bambina meccanica? Lei lo sa ma è ben rassegnata, cosa che mi è inaccettabile più di tutto, è un'ingiustizia insopportabile, una cosa troppo crudele, malgrado la tenerezza forte che mi suscita. Io la potrei amare, ma è chiara la sensazione che a lei non arriverebbe lo stesso e nemmeno lo cerca. Citazione:
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Gelida come immagine, non mi piace, penso sia meglio che la ricostruisca di nuovo questa bambina. :( Grazie Uno |
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gli specchi in questo caso servono a vedere l'interno non l'esterno, il meccanismo svelato fa pensare che si trova a suo agio e tutto ciò le sembra naturale, poi anche il fatto che man mano che parli con lei scopri altre parti del suo corpo meccaniche quasi volesse fartele conoscere... Quello che mi colpisce ancora è che questa bambina è fatta di materiali naturali come il legno perciò è un essere meccanico ma dal cuore umano e di materiale il più possibile naturale, quindi la vedo come un bisogno di essere naturale il più possibile e senza segreti per cui guardandole gli occhi vedi gli specchi (un vero robot umano non svelerebbe mai il meccanismo, sarebbe un segreto del suo costruttore). Secondo me il sogno ti vuole dire che se c'è un meccanismo nello sguardo e nel muoversi, c'è anche un forte richiamo alle cose naturali per cui è lavorabile e non fredda come se fosse di metallo. |
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Apprezzo gentile Stella il tuo volere essere positiva nella lettura del sogno, ma credo che sia meglio questa volta,io stia sintonizzata con la tristezza profonda che mi suscita questo frutto della mia fantasia, che nella realtà tende al magico e al fantastico; ma il sogno spesso è impietoso, ci presenta le cose nel modo in cui spesso non vorremmo vederle. Non mi immedesimo nella tranquillità di questo tenero essere adattato alla vita, ma nel modo in cui gli altri la percepiscono o la potrebbero percepire, e mi fa troppo male al posto suo. Si muove con i piedi, ma detto così non sò se viene preso in modo ironico negativo, o nel senso che prova ad andare con i suoi rudimentali e adattati piedi. Se ci penso nella vita reale mi muovo sempre a piedi, da anni faccio a meno della macchina, e per orientarmi sul mondo e sulla gente mi basta osservare, usare gli occhi, e più sono trasparenti nostri, più si induce gli altri ad esserlo, e tutto questo mettere in ordine i queste settimane ha come schematizzato la mia mente. Per circa quindici anni ho avuto un sogno ricorrente, dovevo tarnare acasa con grandi mezzi pubblici, e li perdevo tutti a causa della mia valigia che puntualmente si apriva e sputava il contenuto che non riuscivo più a rimettere dentro. Da sei mesi è sparito quest'incubo, una notte ho lasciato la valigia in un posto, ed è rimasta lì nascosta, dopo di chè scesi le scale e raggiunsi la mia casa a piedi. Conquiste certo, ma questa bimba non mi piace per nulla, assomiglia a quel bimbo di un film, anch'egli artificiale che spera di trovare la sua mamma adottiva, e l'aspetta per fondersi con lei, una fata, sul fondo del mare per venti anni(non ricordo altro). Lo aveva ideato Kubrik che non lo volle mai personalmente girare, egli era un grande, e intuiva che non avrebbe avuto il successo che un grosso investimento vuole. E stato fatto da un notevole regista poi, ma è uno di quei film che io non vedrei due volte. Credo il sogno sia frutto di una certa realtà agghiacciante, quella di certi esseri umani, ai quali sempre più spesso viene offerto di riparare i danni procurati da ritmi innaturali di vita, o dalla cattiva relazione tra i piccoli/ deboli e i grandi/forti, a partire da risorse che sono frutto di sofisticati surrogati dell'amore, terapie o protesi comprese. Grazie del vostro aiuto care persone. |
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Ma quello che rende la tua bambina diversa è che parte da origine umana, il resto è stato aggiunto dopo per cercare forse di migliorarla, attraverso protesi e vari stratagemmi che tu definisci surrogati dell'amore, e che comunque sembra fiduciosa di mostrarsi agli altri.... Io non voglio essere ottimista a tutti i costi, certe volte i sogni ci mostrano delle cose che altrimenti non vedremmo, ma il fatto che l'hai visto e ne sei consapevolie è già una buona cosa. Io di positivo ci vedo fiducia e trasparenza, e il desiderio di naturalezza. Un abbraccio abbraccio: |
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Tutto ciò che mostra lei, la naturalezza, la fiducia, il semplicemente non chiedersi nulla, ne farsi problemi, è tutto bello e positivo, e questo avrà come dici tu un valore. E' ciò che comincio a provare al posto suo che è man mano doloroso e insostenibile soprattutto per il mio cuore . E' questo paradosso il punto che non riesco a risolvere. E' quì che vorrei potere entrare. Citazione:
Grazie Stella, come sempre, anche se non comprendo o accetto subito le cose, queste poi lavorano da sole dentro di me. Ricambio il tuo abbraccio. |
Ho letto che nella classificazione dei sogni Jung aveva ammesso anche il sogno riduttivo che non è distruttivo di per se, ma riporta il sognatore all'immagine meno gonfiata egoicamente di se, che magari è sepolta da tempo.
Sono passata da una situazione in spiaggia dorata, dove dirigo senza sosta la ricostruzione del villaggio dando fondo a tutta la mia energia e capacità, ad un sogno dove mi confronto con una bambina ricoperta di tessuti umani, ma che dentro altro non è che un robot, un essere che fa tenerezza, ma anche pena. Questo è ciò che mi sono sempre sentita. Per un attimo avevo preso quota, mi ero sentita potente e imbattibile, senza pià la zavorra della valigia ribelle, con guide serie, e possibili panorami in alta collina se solo riuscivo a fidarmi, ma...una persona a me vicina, nel sogno, pensa bene di mettermi davanti il mostriciattolo che fa finta che tutto sia ok, tanto è amata comunque. I sogni da riduttivi possono anche diventare prospettici, altri rispetto a Jung oggi dicono, dipende da che cosa ne vogliamo fare delle indicazioni del nostro inconscio una volta svegli e consapevoli del film appena visto su ciò che abita nascosto dentro di noi. Sono incavolata, non mi dò pace di questo sogno, avrò modo di studiarlo meglio, ma di sicuro troverò un'altra una buona sistemazione per l'umanoide, magari insieme ad altri suoi simili, con le quali non si troverà a disagio, magari non sappiamo che i pensieri così come arrivano dentro di noi, possono anche uscire o venir buttati fuori. Oppure la posso relegare per sempre nei ricordi. Mi ha voluto forse ricordare che troppo ordine, troppa schematicità portano alla disumanizzazione dell'essere come ho ottenuto in passato, anche se le intenzioni potevano e possono di nuovo sembrare buone. |
Mi chiedevo come mai quella rappresentazione analogica di me stessa proprio in un momento di maggiore lavoro positivo. Pare che l'inconscio, se stiamo meglio, approfitta per presentarci quel vecchio nodo, come tentativo per farcelo prendere in considerazione.
Gli specchi che foderano le cavità orbitali dovrebbero dare l'idea della modalità con la quale asservo le cose che mi si presentano davanti, pronta a riflettere al di fuori di me ciò che mi può procurare dolore, tendo a riflettere ,però, tutte le esperienze , perdendo in tal modo di viverle totalmente; resto sempre con un piede fuori, imponendo a me stessa un distacco da ogni cosa che mi possa procurare attaccamento, ma non come frutto di sano allenamento. E ci sono anche altri particolari. Il sogno mi ha messo davanti la metafora, mi ha fatto impressione, c'è stato rifiuto e turbamento, ora posso decidere cosa farne di queste informazioni. |
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Il cuore prova i sentimenti e i desideri, gli specchi quasi come antenne paraboliche, prima catturano i segnali pericolosi e poi rimandano all'esterno il contenuto, sia quello positivo che quello negativo, e così al cuore stesso non arriva mai appagamento. La mente che mente dice che è soddisfatta di questo sistema di protezione, e aggiunge pezzi sempre più perfetti al meccanismo artificiale, a discapito di quelli prettamente umani come quelli che regolano il sonno, la digestione, la concentrazione, e non solo quelli... Sono una buona macchina da lavoro, riesco perfino a mantenere delle discrete relazioni sociali, ma se è vero il sospetto che io non abbia mai conosciuto una modalità diversa, più consona ad un essere umano, di scambiare ed esprimere emozioni e sentimenti in modalità diretta e chiara con chi cerca di relazionarsi con me, non è detto nemmeno che riuscirò mai a decidere cosa fare di ciò di cui mi avvisa il sogno. Come si può imitare o realizzare una cosa della quale non si ha forse nemmeno l'imprinting? Se sono fortunata qualcuno magari riuscirà a mostrarmelo e a farmelo provare, mentre sono "sveglia" , il modo più vero. Un miracolo sarebbe arrivarci da sola. Comunque mi era sembrato fighissimo scrivere che ora potevo decidere cosa fare...:C: |
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Qualcuno ha scritto altrove che non è mai tutto bianco o tutto nero, e da questo pensiero oggi desidero farmi sostenere. Mi brucia che io non abbia metabolizzato, so che quel robot mezzo umano che si rivela in tutta la sua disarmante drammaticità mi ha imbarazzato in modo cocente, e l'unica cosa che vorrebbe premere è potermene sbarazzare subito perchè in effetti è in contrasto con ciò che vedo se guardo la mia apparenza alla specchio. [/quote] Buona giornata e buon lavoro a tutti. |
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