Saramago
La casa editrice Einaudi non pubblica il libro del premio Nobel Saramago, 87 anni, per motivi di inopportunità per il proprietario della casa editrice. Ora l'informazione, la divulgazione, i pareri diversi possono sottostare al giudizio personale di chi guida la casa editrice? Premetto che non ho letto il libro inquisito, ne faccio solo una questione di etica giornalistica-editoriale.
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Scusa Filo ma la tua comunicazione, in questo caso, è tendenziosa. Non stai dando notizie in modo obiettivo, nemmeno ci provi. Poi però accusi della stessa cosa.
Saramago, scrittore e premio nobel, nel suo ultimo libro "il quaderno" frutto di un collage del suo blog, parla a detta di tutti molto male del nostro attuale presidente del consiglio. La casa editrice einaudi, che finora ha in catalogo una ventina di libri dell'autore, appartiene al presidente del consiglio in questione. Per questo motivo, pare, ha scelto di non pubblicare il libro. A pubblicarlo invece sarà la casa editrice bollati boringhieri. Ora, volendo, possiamo discutere delle scelte della casa editrice... possiamo criticarla o appoggiarla, possiamo cercare di capire le sue motivazioni, possiamo cercare le parti buone e le aprti cattive della scelta e possiamo chiederci cosa avremmo fatto noi al suo posto. Insomma possiamo discuterne. |
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Voglio, come te, discutere sulle scelte della casa editrice...voglio capire se le motivazioni siano valide, opportune oppure impediscano la libera divulgazione... Insomma possiamo discuterne... forse non dovevo mettere il post alla gogna, sai ci ho riflettuto...ma spontaneamente ho pensato che fosse il posto giusto, ahimè!icon_mrgr: Volendo possiamo spostare il post, poi, solo alla fine della discussione lo potremmo inserire in altro modo, a seconda di quanto emrgerà dalle varie tesi! |
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Se questo è essere obiettivi... almeno provarci no? Poi, se proprio vogliamo, quando chiedi se una ditta privata deve sottostare ai pareri del suo proprietario, ti dai la zappa sui piedi da sola visto dove vuoi andare a parare. |
Citazione:
In quanto alla lettura del libro non era necessaria, pensavo di parlare sulla decisione di pubblicare o no un libro perchè in contrasto con il proprietario della casa editrice, non intendevo parlare della giustezza o meno delle cose dette da Saramago. |
Citazione:
Perchè non hai detto che il libro parla male del padrone della casa editrice? Perchè non hai detto che il libro verrà comunque pubblicato? |
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La critica che però fai alla casa editrice è proprio quella di non dare intenzionalmente delle informazioni (che poi sono opinioni) che remano contro i suoi interessi. Critica lecita e magari pure condivisibile... ma c'è modo e modo. Adesso forse possiamo parlarne, con i dati che ho messo io tutti possono cercare e approfondire e farsi un'idea propria da confrontare con la tua. Adesso anche io potrò dire la mia opinione, senza essere costretto ad assumere posizioni che equilibrano la tua. |
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Hai o non hai omesso parti di informazione in tuo possesso? E l'idea immediata che uno si può fare dalla tua non è forse diversa dalla mia? Dalla tua, guarda caso, risulta facile pensare alla censura (che non è dato che il libro esce) e dell'arbitrarietà di una scelta senza motivi validi (che non è perchè il libro parla male del padrone della casa editrice). Quindi non si parla di opportunità della scelta, ma si parte criticandola sotto tutti gli aspetti come immotivata. Le informazioni non si possono dare dopo aver ottenuto un'opinione. L'interesse deve nascere per la cosa su cui dare un'opinione non per la tua opinione. Come fai a dire che avresti detto le cose come stanno solo dopo aver rilevato interesse? E' come dire che ti dico che il sesso è pericoloso e solo se mi dimostri interesse ti dico che è pericoloso solo se lo fai senza protezioni e con chi è portatore di un virus trasmissibile sessualmente. |
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Mi stai attaccando e non abbiamo neppure iniziato a parlare del fatto in sè! Cerchiamo di superare l'inizio e tentiamo di capire quanto è accaduto, sebbene, mi pare di intuire chje siamo già su posizioni opposte. |
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Qui semplicemente ti sei limitata a dire solo la parte che ti comodava del fatto, dal che si deduce che non volevi il parere degli altri, volevi solo leggere altre critiche oltre la tua, per goderne. Vuoi superare l'inizio? Bene, inizia a parlarne in modo obiettivo. Prova questo ad esempio: esponi almeno due motivazioni a sfavore della casa editrice e almeno due a favore. |
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Non ho letto il libro, comunque se è stato pubblicato da altra casa editrice* non vedo il problema. Vogliamo mettere alla gogna l'Enaudi per la sua libertà di scelta? *=non lo dubitavo, se scrivessi qualcosa di interessante non di cose politiche e volessi farci un libro non troverei chi mi pubblica, ma basta scrivere di politica o da una parte o dall'altra si trova sempre. |
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motivazioni a sfavore: I^ motivazione: la casa editrice, come ho già detto e tu non hai letto, avrebbe dovuto pubblicare il libro, per onore di oggettività dell'informazione. II^ motivazione: una casa editrice non deve rispondere al proprietario ma ai lettori che, se ne avranno l'opportunità, giudicheranno in bene o in male quanto gli è dato leggere. III^ motivazione: la casa editrice avvrebbe dovuto trovare almeno altre scappatoie se non voleva pubblicarle un libro scomodo, così facendo ha alimentato la curiosità delle persone e ha fatto da cassa di risonanza ad un libro che forse non meritava tanta pubblicità martello.: Le motivazioni a favore: I^ motivazione: la casa editrice deve dare il suo redde rationem al proprietario e si è trovata in gravi difficoltà decisionali II^motivazione: la casa editrice non condivide il contenuto del libro e prende una posizione |
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Hai ragione, non dovevo interpretare con la faccenda del godimento. Anche questa è manipolazione. Non solo la tua (non vuoi capire eccetera). Dovevo limitarmi a rilevare che hai sezionato ad arte le informazioni da dare. Anche qui però giri la frittata come ti fa comodo. Non ho detto che ti faceva comodo farmi capire come la pensi, ho detto e sostengo che hai cercato di far pensare gli altri come te. E questo è proprio comodo obiettivamente, non è interpretazione. Comunque ripsonderò ai tuoi punti, così esprimerò la mia opinione sul tema finalmente. |
Sinceramente non ci trovo niente di male, se non un tendenzioso tentativo di screditare (non è riferito a te Filo, ma in generale a chi fa attacchi di questo tipo).
Siamo nel libero commercio e possiamo scegliere cosa vendere e cosa no, allora perchè non dovrebbe valere per l'editoria privata? Diverso sarebbe se fosse una editoria pubblica, allora si che ci sarebbe motivo di battagliare. Tanto più che appunto un libro del genere trova sempre chi lo edita. Se ho un negozio sono liberissima di non fornirmi di marche che non mi piacciono e non rispecchiano la mia idea, non nego niente a nessuno, i clienti possono comprarlo altrove. Ci vedo solo movimenti propagandisctici. E poi per dire che non è etico l'atto di averlo escluso dalla produzione bisogna ben capire cosa dice l'autore, e valutare l'eticità dello stesso. A volte per onorare l'informazione si mettono in piazza i morti dell'Abruzzo... |
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Ehnnò, questo lo posso fare solo se pubblico a mie spese e con i miei macchinari. Inoltre non si pone il problema dell'informazione, essendo il libro in questione la mera espressione di un'opinione. Per quanto valida possa risultare, resta opinione e non informa. Non sussiste alcuna censura dato che il libro esce con altra casa editrice, per altro altrettanto conosciuta e con lo stesso livelllo di distribuzione. Quindi di fatto la einaudi non ha fatto nulla contro il libro o l'autore, si è limitata a non fare nulla a favore, magari rinunciando al profitto per difendere le proprie idee (quali che siano). Se invece lo ha fatto per tornaconto, come dargli torto? Dovrebbe agire contro se stessa? Io dovrei pubblicare un libro che a mio avviso mi insulta e magari guadagnarci su? Ma che uomo sarei? C'è tuttavia una domanda che sorge spontanea: ma perchè il libro è stato proposto proprio alla casa editrice il cui proprietario viene insultato nello stesso? Perchè la cosa, a prima vista, ha poco senso. Si aspettava davvero l'autore di venire pubblicato? Credo, ma è un'opinione, che la spiegazione stia negli altri 20 e passa libri delllo stesso autore pubblicati da einaudi. Probabilmente esiste un contratto o un diritto di prelazione. Quindi magari il libro doveva essere presentato per prima ad einaudi, i quali avranno auto il diritto di rifiutare. |
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In quanto all'etica ovviamente parlo di quella deontologica dell'editore, non del proprietario della casa, sono due cose ben distinte, quando, invece interferiscono l'una con l'altra i fatti si complicano. Se poi sia giusto o meno giudicare il contenuto del libro prima di pubblicarlo rientra in un discorso più ampio relativo alla censura, che tra l'altro a me non è mai piaciuta. La censura un tempo veniva applicata a molti libri di contenuto scabroso, si è molto combattuto per liberalizzare la cultura e anche la politica, certo se tutto quello che non ci piace lo dovessimo censurare la televisione dovrebbe essere oscurata! |
Filo per un momento ho dubitato che tu abbia scritto alcune cose sul serio.
Domani io voglio scrivere un libro sulle cospirazioni occulte dei klingon (una razza extraterrestre su Star Trek) e come queste stanno influenzando la nostra politica. Se non trovo una casa editrice che me lo vuol pubblicare perchè tutte lo reputano, una boiata, non adatto ai loro lettori, non vendibile perchè nessuno lo comprerà o mettici quello che vuoi.......... griderò alla censura e guai se tu non ti darai da fare per sancire il mio diritto di dare la mia informazione. Oppure domani mando un articolo che parla male di Franceschini al giornale Repubblica (esempio opposto a quello fatto nel 3d, esempio che avrei evitato volentieri) e se non me lo pubblicano (pagandomelo anche bene) faccio un casino.... Ma scherziamo? Sono aziende ed imprese private e come tali pubblicano quello che vogliono senza minimamente dover giustificare il perchè delle loro scelte. Diverso il discorso di eventuali case editrici pubbliche, anzi li sarei proprio curioso di vedere come funzionano le scelte, perchè mica potranno pubblicare tutto tutto. E allora li si che sarebbe interessante conoscere il metodo di cernita. Chiariamo una cosa, censura significa che tu non puoi pubblicare il libro neanche a spese tue, che tu non puoi parlarne, non puoi venderlo, non puoi leggerlo, non puoi neanche tenerlo manoscritto in casa... etc.... Quella non piacerebbe neanche a me, ma da li a dire che quella di cui parli è censura ne corre. Con lo stesso principio che affermi si potrebbe dire che tu stai censurando la libera scelta dell'editore di pubblicare o non pubblicare un libro. Una casa editrice non può mica pubblicare tutti i libri che le presentano, quindi sceglie... e sceglie come gli pare essendo privata. Ripeto che non conosco la vicenda, ma da quello che avete scritto propendo anche io per l'ipotesi di Ray, ciò che la casa aveva un diritto di prelazione sui nuovi libri. Non escludo però neanche la mossa propagandistica, in fin dei conti è una bella pubblicità questa della falsa censura. |
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Il problema è la concentrazione elevata della editoria pubblica su un'unica persona, nel campo editoriale il presidente del consiglio "è il principale editore italiano nel settore libri e periodici, in quanto azionista di maggioranza della Mondadori, della Einaudi, Della Le Monier, della Frassinelli e di altre minori." Da considerare che la Frassinelli e la Le Monier pubblicano la maggioranza dei testi scolastici e dunque possono scegliere facilmente a quali argomenti storici dare maggiore rilevanza. Sull'azione propagandistica, da me citata all'inizio, sono d'accordo...qualcuno all'interno della Einaudi potrebbe aver fatto emergere il fatto, che è diventato appunto "il caso" proprio per dargli un'evidenza particolare. |
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Pienamente d'accordo sul fatto che i leader dell'opposizione non sanno realmente gestire il loro ruolo! Il tema dell'editoria era comunque a prescindere dai colori politici, chi fa politica di qualsiasi colore non dovrebbe avere tante case editrici a disposizione. |
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La cosa però diventa un vero problema solo se si travalicano certi limiti. Uno di questi sarebbe, se ci fosse, la censura vera, ossia una situazione in cui una determinata posizione non abbia nessuna possibilità di venire divulgata... in realtà questo non accade, esiste anche la stampa alternativa che urla a gran voce cose che vengono taciute (a loro detta) da entrambe le fazioni. Anche la questione dei libri di testo è annoso. Per decenni questo ambito, nonchè la stragrande maggioranza degli insegnanti, è stato appannaggio della fazione politica opposta. Tuttavia, che sia da una o dall'altra parte, come dice LB, la faziosità non può che ridurre la qualità... come molte altre cose, si equilibra sempre in basso purtroppo. |
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Per questo mi preoccupo in genere contro tutto ciò che limita la libertà di espressione, la divulgazione di pensieri diversi, anche se sbagliati, da sottoporre comunque alla opinione di tutti per renderli partecipi, capaci di pensare in modo più oggettivo possibile! |
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