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Uno 25-06-2007 14.01.25

Comandamenti (Ebrei, Cristiani etc)
 
1. Non avrai altro Dio fuori di me
2. Non nominare il nome di Dio invano
3. Ricordati di santificare le feste
4. Onora tuo padre e tua madre
5. Non uccidere
6. Non commettere atti impuri
7. Non rubare
8. Non dire falsa testimonianza
9. Non desiderare la donna d’altri
10. Non desiderare la roba d’altri



Ok il tono è di comando... del resto sono comandamenti... sono adeguati ai tempi in cui sono stati scritti... ma se togliamo questo tono di comando e proviamo a vederne i sensi più profondi?

Iniziamo:

"Non avrai altro Dio fuori di me" in poche parole quanto senso... come tutto le chiavi di lettura sono infinite, dipende da chi legge, come legge etc... ma analizzando le semplici parole una base comune c'è.
"Non avrai", posso avere un Dio? Lo posso possedere?
Perchè usa il verbo avere piuttosto che un verbo adorare, amare, osannare... etc etc?

Io mi fermo qui... non per fare la lezioncina da quattro soldi.. sarei miserello... ma perchè oltre che bello che ognuno/a metta del suo è produttivo per il singolo e per il gruppo.

Grey Owl 25-06-2007 14.30.54

1. Non avrai altro Dio fuori di me

Provo a dire la mia... perche' siamo permeati di Lui... siamo nella creazione di Dio... e quindi abbiamo Dio...
Fuori di me... (parla Dio) e quindi fuori dalla creazione (che e' Dio stesso) lui non E'.
Come dire siamo nella Creazione di Dio e quindi altro Dio non vi puo' essere.

Scusate se e' semplicistico ma cosi' mi e' venuto...

cassandra 25-06-2007 14.40.17

1° comandamento
 
Credo che l'utilizzo del verbo "avere"sia collegato allo scopo dei Comandamenti, ovvero "imporre le Leggi per il cambiamento del popolo israeliano prima e dell'umanita'poi".
Infondo si tratta di regole e come tali, assumono un tono imperativo e di comando...
Personalmente penso che Dio si possiede se c'è la fede,se credi che Lui è in te ed in tutto cio'che ti circonda..in questo stato, riesci a sentirlo..ad averlo.
Riguardo all'adorare,amare,...ricordo l'esplicita richiesta di non osannare altri dei, falsi idoli (il Vitello d'oro è un esempio),credo che nel verbo "avere"si determini la sostanza della Sua richiesta.

griselda 25-06-2007 14.49.19

1. Non avrai altro Dio fuori di me

Per avere Dio devo stare dentro di lui io sono dentro Dio, per stare dentro Dio devo stare dentro le sue leggi. Se ne esco non ho più un Dio ma sono in balia degli dei.

Il verbo avere perchè essere bisogno diventarlo.

Ma potrei intepretarlo anche così:
L'io non ha Dio fuori di se perchè è dentro all'uomo è ciò che lo comanda e per Essere bisogna che l'io diventi Io. Io sono il signore Dio tuo non avrai altro Dio al di fuori di me. Solo l'Io può essere mentre l'io è avere.

Uno 25-06-2007 15.25.18

Non rispondo singolarmente ma prendo un punto in comune ai vostri post.
Se è Un Dio, può esistere qualcosa fuori di Lui?
Se è un Dio, se alla prima domanda si risponde no, se quindi siamo per forza dentro Lui come possiamo possederlo?

ellebi111 25-06-2007 16.25.34

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35190)
Se è un Dio, se alla prima domanda si risponde no, se quindi siamo per forza dentro Lui come possiamo possederlo?

Non si chiama più possederlo, ma farne parte...

jezebelius 25-06-2007 19.10.01

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35181)
1. Non avrai altro Dio fuori di me

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35190)
Se è Un Dio, può esistere qualcosa fuori di Lui?
Se è un Dio, se alla prima domanda si risponde no, se quindi siamo per forza dentro Lui come possiamo possederlo?

Mi pare che gia sia stato detto...ma aggiungo anche la mia interpretazione.
" Non avrai" e " fuori" secondo me vanno presi per ciò che mostrano vale a dire " avere " e "l'esterno" potrebbero essere sinonimi cioè qualcosa che " non " va fatto.
Avere come contario di Essere e " fuori" come contario di " dentro".
Per cui...azzardando si potrebbe dire: " Essere Dentro ".
Si ma " Dentro " cosa?
Se Dio è nell'uomo, adottando il " come in alto cosi in basso" o " a sua immagine e somiglianza" l'uomo stesso è la emanazione della Creazione e quindi E' un Frammento di Dio. Se ne può dedurre, allora, che per Essere ( con/in ) Dio, bisogna Essere Dentro la sua Creazione e quindi Dentro l'uomo, Ri-conoscendo Dio Dentro di Se.
Il " me" è riferito, secondo me, alla Creazione e quindi a Dio stesso.
Se Dio è Luce quello che è fuori di Lui è mancanza di Luce ma in ogni modo fa parte di Lui.
"Possedere" in questo caso specifica che per farlo bisogna Essere quella cosa, altrimenti non si Possiede.nonso.gif

Ray 25-06-2007 20.21.28

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35190)
Se è Un Dio, può esistere qualcosa fuori di Lui?
Se è un Dio, se alla prima domanda si risponde no, se quindi siamo per forza dentro Lui come possiamo possederlo?

Si potrebbe anche rispondere si alla prima domanda. Potrebbe essere uno di molti. Ciò implicherebbe una scelta. A questo punto si comanderebbe di avere un unico Dio e inoltre che sia lui e non altri.
A questo punto "non avrai altri Dio fuori di me" potrebbe significare che esiste un fuori di lui a noi accessibile ma che in quel fuori non dobbiamo avere dei.
Il possedere potrebbe essere interpretato un "avere come"... nel senso che si può avere come moglie, come figli ecc. e quindi si può avere come Dio lui e non altri. (prego notare che sto usando i verbi al condizionale)

C'è anche un altro punto interessante: dice avrai... tempo futuro. In altri comandamenti parla al presente (o all'infinito ma sempre presente)... chissà potrebbe essere una promessa.

Uno 25-06-2007 21.45.11

Perchè "altro Dio" e non "altri Dei"?

Questo sbarella il discorso del tentativo di fronteggiare il politeismo.

Il resto lo prendo in considerazione dopo :)

Shanti 25-06-2007 22.06.33

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35190)
Se è un Dio, se alla prima domanda si risponde no, se quindi siamo per forza dentro Lui come possiamo possederlo?

Forse perchè se riesco a smettere di cercarlo fuori di me mi rendo conto che già lo possiedo, è in me, mi permea.
Citazione:

Originalmente inviato da Uno
Perchè "altro Dio" e non "altri Dei"?

Questo sbarella il discorso del tentativo di fronteggiare il politeismo.

Continuando a sbarellare icon_mrgr: mi viene in mente il fatto che se io Shanti sono un'emanazione del mio Spirito Monade, con quel comandamento potrei rivolgermi a Lui.

Kael 26-06-2007 01.05.57

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35181)
"Non avrai", posso avere un Dio? Lo posso possedere?
Perchè usa il verbo avere piuttosto che un verbo adorare, amare, osannare... etc etc?

Quell'avere lo vedo come lo stesso Dio che si offre, che si sacrifica per i suoi figli.
E' Dio che "si fa avere", che si dona totalmente... e chiaramente ognuno potrà ricevere in proporzione a quello che è capace di sopportare, o per meglio dirla per quello che è il suo grado di sviluppo.

Uno 29-06-2007 09.43.20

Sha si è avvicinata al punto anche se al contrario icon_mrgr:.
Se immaginiamo una gerarchia piramidale che parte dal Dio assoluto e discende fino gli ultimi livelli, se siamo coscienti del fatto che è impossibile conoscere direttamente livelli troppo distanti dal nostro (sia sopra che sotto, a meno che non abbiamo la capacità di cambiare "densità" a piacere) e facile comprendere che ci si potrebbe ingannare e rendere nostro Dio qualsiasi essere a noi superiore, mentre invece questo è solo un rappresentante a noi accessibile di quello che realmente è. In questo modo Dio è presente ovunque ma noi abbiamo una capacità variabile di essere presenti a Lui.
Con il post di Kael in relazione a questo appena scritto chiariamo anche l'avere, nel crearci già una Sua scintilla è in ognuno di noi...
Il verbo al futuro, come fatto giustamente notare da Ray, indica la possibilità di perdere di vista questo concetto, man mano che la nostra evoluzione procede, aumenta la nostra conoscenza ed iniziamo a focalizzarci su quello che più vicino a noi troviamo... addirittura per qualcuno non serve neanche un essere realmente superiore... basta una squadra di calcio con il suo centravanti per far un olimpo di dei. Quindi è un ammonimento per il futuro a quello che saremo destinati a diventare... si possiamo dire che sotto c'è anche la promessa

Non nominare il nome di Dio invano

I cabbalisti ci sguazzano su questo comandamento, ma si può vedere anche più semplicemente.
Nominare significa dare un nome, perchè diamo dei nomi a cose e persone?

RedWitch 29-06-2007 09.59.33

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35445)
Non nominare il nome di Dio invano

I cabbalisti ci sguazzano su questo comandamento, ma si può vedere anche più semplicemente.
Nominare significa dare un nome, perchè diamo dei nomi a cose e persone?

Direi per riconoscerle, identificarle, per poterle distinguere le une dalle altre e per potersi capire, altrimenti non potremmo comunicare.

Grey Owl 29-06-2007 10.27.16

Ma anche per crearci degli schemi mentali... delle false certezze... quando identifico controllo... quando metto l'etichetta ne ho delimitato i confini nella mia mente.

Di fatto cosi' comunichiamo con nomi che identificano cose che per ognuno sono differenti e quindi ci illudiamo.

Non nominare il nome di Dio invano... perche' Egli non ha confini... non ha limiti... non ha etichette.

:C:

turaz 29-06-2007 11.53.01

in un certo qual modo mi ispira questo:
mettendo "nomi" lo si definisce e lo si limita.
pertanto non ha senso limitarlo
quando "sei" comprendi che dio è tutto e che le parole non bastano a descriverlo.
pertanto qualsiasi "classificazione" è solo "Pane" per la mente...

ciauzz

jezebelius 29-06-2007 12.41.54

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35445)

Non nominare il nome di Dio invano

I cabbalisti ci sguazzano su questo comandamento, ma si può vedere anche più semplicemente.
Nominare significa dare un nome, perchè diamo dei nomi a cose e persone?

Nominare secondo me significa anche, cosi buttandondomi, " investire" di un Ruolo un soggetto( mi fermo al momento all'essere umano ) ad esempio..nomino il sindaco.
A questo verranno riconosciute qualità particolari che ad altro soggetto, non investito di quel ruolo, non saranno riconosciute.
Quindi in un certo senso...si potrebbe fare riferimento alle qualità, dunque al " potere" attribuito a quel ruolo.
Perchè diamo dei nomi?
Per attribuire, anche se non lo sappiamo, delle " qualità ", un ruolo, a quella persona o a quella cosa( che in un certo senso, come detto anche da altri è una sorta di limitazione).

Se " Nomino " un Dio nominerò...le sue qualità ovvero il suo Ruolo; per di più se lo faccio "invano" ( probabilmente inteso nel senso..di vanità..quindi in merito a ciò che potrebbe passare, essere di passaggio ) rappresenta una caratteristica ma non " l'Interezza". nonso.gif

Ray 29-06-2007 15.36.00

Concordo con tutti sul nominare=limitare però il comandamento dice di non nominare il nome, non di non nominare Lui. Quindi un nome ce l'ha già (e se volessiamo andar per logica quel nome non è "Dio" o la frase ha poco senso).

A mio modo di vedere, tra le altre cose, il comandamento comunica la necessità di non sprecare...

turaz 29-06-2007 15.44.50

infatti si tratta anche di un "non sprecare".
non si spreca forse energia tentando di "definire" mentalmente dio?

cassandra 29-06-2007 15.52.15

non nominare Dio invano
 
Io in questo comandamento leggo la richiesta che Dio fa all'uomo di non essere strumentalizzato...
Molti credenti lo invocano per il raggiungimento di fini egoistici, si nascondono dietro il Suo nome per appagare i propri desideri ed è forse a questi in particolare che è rivolta l'esortazione.
Riguardo al fatto di dare un nome...potrebbe essere un modo per renderlo alla nostra portata,materializzarlo per riconoscerlo, sentirlo vicino,reale... per quanto sia impossibile, il nome Dio non esiste dato che Egli è ingenerato.

Ray 29-06-2007 15.57.37

Concordo col concetto di Cassandra a proposito dei fini egoistici, ma la frase non dice di non nominare Dio ma di non nominarne il nome, dal che si deduce che il nome esiste eccome.
Uno dei motivi dello sguazzo dei cabalisti...

Sole 29-06-2007 15.59.45

Non so perchè ma mi torna in mente la divin/azione con le nuvole.

Dare un nome è dare forma e quindi circoscrivere a ciò che possiamo e siamo in grado di vedere, e questo è stato detto più volte. Lo facciamo perchè non sappiamo trattenere il senso della cosa e diamo un nome per possedere la cosa stessa nella nostra memoria. Questo però ci impedisce di conoscerla sotto i vari aspetti.

Ci vedo altro ma non è così semplice come da richiesta icon_mrgr:.
Trattenere un suono in se permette di farlo convibrare all'interno del corpo stesso e nelle parti più sottili. Infatti se siamo pieni di rabbia urliamo per buttare fuori. In questo caso non sprecheremmo una bella carica..

Sole 29-06-2007 16.01.53

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 35464)
Concordo col concetto di Cassandra a proposito dei fini egoistici, ma la frase non dice di non nominare Dio ma di non nominarne il nome, dal che si deduce che il nome esiste eccome.
Uno dei motivi dello sguazzo dei cabalisti...

C'è un passo bellissimo del Vangelo di Filippo che dice che il Cristo ha in se il Nome di Dio.

jezebelius 29-06-2007 16.15.40

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 35465)

Dare un nome è dare forma e quindi circoscrivere a ciò che possiamo e siamo in grado di vedere, e questo è stato detto più volte. Lo facciamo perchè non sappiamo trattenere il senso della cosa e diamo un nome per possedere la cosa stessa nella nostra memoria. Questo però ci impedisce di conoscerla sotto i vari aspetti.

Allora...a quanto mi pare di aver capito cercando di fare una sintesi da quanto detto...è anche una esortazione a non sprecare.
Come diceva Turaz la "definizione " ossia cercare di circoscrivere ciò che non si può...è forse anche sprecare ( almeno questo è quello che ho capito ).
Partendo però dal fatto che un Nome Dio l'abbia( tanto è vero che vi sono alcuni rituali che usano determinati " Nomi" ma ve ne è anche Altri che non possono essere usati se non da coloro che posseggono caratteristiche particolari ( usati..non in senso egoistico insomma come si diceva prima) allora mi sorge un dubbio.
Partendo dal presupposto che ogni Nome( sia ad un soggetto e sia ad una cosa ma anche ad un Dio ) " racchiude" una vibrazione, è naturale pensare che questa vibrazione quanto più in Alto si va, tanto è più maggiore e quindi non può essere " utilizzata da tutti ".
In questo allora chi non Sa Utilizzarla...spreca ossia indirizza male o anche non ha le caratteristiche necessarie per "racchiuderla ", in pratica non sa gestire il potere che da questa ne deriva...
Per questo ( anche ) invano... vale a dire come detto sopra...in maniera vana..!

turaz 29-06-2007 17.02.20

ma certo cassandra.
ma in quello scritto di filippo non vi è nulla di esoterico
nome di dio=YHWH=YOD HEI WAW HEI

YESHOUAH in ebraico si scrive YOD SCIN HEI WAW HEI

noti nulla?
il nome di dio è compreso nel nome yeshouah con l'aggiunta di scin che in ebraico sta per "fiamma divina"

cassandra 29-06-2007 18.25.39

Ho detto la mia :) ...non conosco lo sguazzo dei cabalisti per adesso,ma la domanda che mi sono posta piu'volte era ed è, Dio il nome lo ha scelto da solo, o per logica che poi con il Divino c'entra poco,dovrebbe esserci qualcuno precedente a Lui che glielo ha dato?...martello.: ma non voglio portarvi fuori strada...
Spero mi aiuterete ad ampliare il mio sapere al momento giusto o indicandomi traed attinenti.
Turaz: yhwh lo conosco e significa Io sono colui che è...per il resto non ho capito cosa vuoi dire...

turaz 29-06-2007 18.58.21

semplicemente che alfabeticamente il nome yeshouah contiene quello ebraico di dio.
andando in profondità
che Cristo contiene SCIN (fiamma divina) pertanto è "dio che si incarna"

stella 29-06-2007 19.38.34

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 35181)
1. Non avrai altro Dio fuori di me
2. Non nominare il nome di Dio invano
3. Ricordati di santificare le feste
4. Onora tuo padre e tua madre
5. Non uccidere
6. Non commettere atti impuri
7. Non rubare
8. Non dire falsa testimonianza
9. Non desiderare la donna d’altri
10. Non desiderare la roba d’altri


In questi 10 comandamenti c'è una premessa :
"Io sono il Signore Dio tuo" e se non si parte da questo presupposto gli altri comandamenti non servono, a mio vedere...
Implica il fatto che prima di tutto è necessario accettare Dio come nostro, o come mio, chi è fuori da questa ottica e non riconosce Dio si mette appunto al di fuori di Dio, su un binario che porta al rifiuto di Dio, oppure, come le parole pronunciate dal serpente nel giardino di Eden, "diventerete come Dio" presuppone che si può escludere Dio e diventare il Dio di se stessi.... o farsene altri a proprio piacimento....

2. Non nominare il nome di Dio invano

Levitico 19:12 Non giurerete il falso servendovi del mio nome; perché profaneresti il nome del tuo Dio. Io sono il Signore.

Questo è un modo di nominare il nome di Dio invano....
Non nominarlo invano siginifica anche chi ad ogni occasione pronuncia il suo nome e poi non segue i suoi comandamenti.... quindi lo nomina a sproposito...
E' come se qualcuno pronunciasse il mio nome senza nemmeno conoscermi, o che non si preoccupasse di seguire i miei comandamenti per farlo vivere sereno e felice....
In quanto al nome di Dio, "Io sono colui che è" mi fa venire in mente la riflessione che se si inquadrasse più spesso Dio in questo nome, sarebbe più difficile nominarlo invano, perchè presuppone un essere senza tempo sempre presente e che fa esistere tutte le cose....

Uno 29-06-2007 19.39.12

Era molto più semplice la risposta alla mia domanda... ecco la mente che complica.

Diamo un nome alle cose o alle persone per distinguerle da altre simili e quando poi si somigliano aggiungiamo altri particolari, per esempio sedia ci permette di distinguere un oggetto da un armadio, ma se abbiamo due sedie o una ha un colore diverso, o è fatta di materiale diverso o se non troviamo nulla nella sua forma di diverso la distinguiamo tramite la posizione che occupa "la sedia vicino alla porta" per esempio. Con gli uomini questo problema non esiste perche siamo tutti diversi, ma subentra quando si parla di qualcuno non presente allora visto che ci sono non so quanti milioni di Mario in alcuni casi aggiungiamo un Rossi o addirittura un codice fiscale, previdenziale o chissà che altro....

Ma Dio se c'è n'è uno solo a che servirebbe il nome?
Dargli un nome significa volerlo distinguere da un'altro ipotetico Dio, ma se parliamo del Dio Assoluto un nome non serve....
Che poi lo usiamo (nome Dio) per comunicare tra noi non avendo il dono della telepatia è un'altro discorso.
Quindi
Non nominare il nome di Dio invano
perchè è invano... non ci sono altri Dei in questo senso, anche se gli diamo un nome, lo nominiamo (Jez era vicinissimo, anche il sindaco lo nomino per distinguere la sua carica, la sua funzione.. quindi lo distinguo dall'assessore o dall'operaio per esempio).


Tutto i discorsi sulle speculazioni, rituali etc sono sempre riferiti non al Dio Assoluto ma agli Dei già nella Creazione

Uno 29-06-2007 19.41.25

Ho postato insieme a Stella ma non cambia il discorso

griselda 01-07-2007 21.53.26

Nella lingua italiana non abbiamo un Nome per il "nostro" Dio mentre gli altri lo hanno questa cosa mi ha colpito. Al massimo lo chiamiamo Signore Dio nostro. ( Intendo non un nome preso a prestito da altri o derivato come Geova) Per i mussulmani è Allah per gli ebrei è YHWH ( interessante la mancanza di vocali quasi a sembrare un obbligo al silenzio) e tutti ogni volta che lo nominano dicono sia Benedetto il Suo Nome.
Chiedo scusa per questa digressione.
Qualcosa che noi comuni mortali non siamo in grado di nominare perchè Lui è l'Assoluto al di là del bene e del male. Tre parti in Una (Padre Figio e Spirito Santo) non vi è divisione in Lui. Così fino a che non siamo Uniti in Lui non possiamo comprenderlo non dovremmo giudicare perchè non siamo oggettivi nel farlo e per cui nemmeno di Nominare qualcosa che non conosciamo e non comprendiamo. nonso.gif

Uno 02-07-2007 12.03.22

Ho fatto una verifica, leggendo Stella, i comandamenti come scritti sopra (e copia incollati al volo) sono quelli Cattolici in forma mnemonica per prendere testualmente quelli reali dobbiamo rifarci all'Esodo o al Deuteromio, tralasciando le varie forme, traduzioni etc che comunque nel senso sono uguali prendiamo la cei e il Deuteromio (poi potete sempre confrontarli)

Citazione:

6 Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile. 7 Non avere altri dèi di fronte a me. 8 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 9 Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, 10 ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.
11 Non pronunciare invano il nome del Signore tuo Dio perché il Signore non ritiene innocente chi pronuncia il suo nome invano.
12 Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato. 13 Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, 14 ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te. 15 Ricordati che sei stato schiavo nel paese d'Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso; perciò il Signore tuo Dio ti ordina di osservare il giorno di sabato.
16 Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sii felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà.
17 Non uccidere.
18 Non commettere adulterio.
19 Non rubare.
20 Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
21 Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo.

Il discorso cambia, in quelli semplificati si sposta il discorso su un Dio assoluto, cosa che non era nei comandamenti originali, non siamo meglio dei Mussulmani o dei Testimoni di Geova in tal senso Grii abbiamo solo nascosto l'origine.
Cosa che non è poi così positiva, è come se avendo l'automobile invece che conoscere l'autofficina immagino di portarla alla fabbrica o meglio dal designer che l'ha progettata e intanto l'auto va a pezzi.... questa è la nuova "spiritualità" dove per nuova intendo già di secoli.

Che dite ricominciamo da capo? Era destino con questi comandamenti icon_mrgr:
O continuiamo con la versione "pulita"? E' comunque istruttiva ma c'è più da imparare sulla versione originale. Magari ne facciamo il raffronto

turaz 02-07-2007 12.11.41

da dove preferisci cominciare?

Uno 14-07-2007 10.59.46

Bene continuiamo, direi di utilizzare quelli più antichi del Deuteromio, sono più ricchi di spunti.
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese di Egitto, dalla condizione servile.
in questa parte l'indicazione all'Egitto e schiavitù è dominante eppure l'uscita dalla condizione servile non è limitata solo al popolo ebreo di quel periodo, scoprire i misteri dell'Universo in qualsiasi epoca ci permetterà di uscire da una condizione servile, condizione che implica costrizione ed ubbidienza senza pensare, un servo piega la testa e lavora da mattina a sera senza mai riflettere.
Non avere altri dèi di fronte a me. 8 Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù in cielo, né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. 9 Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai
Come dicevo sopra, rispetto al rimaneggiamento moderno qua è un Dio del/nel creato che parla, altrimenti non prenderebbe in considerazione che possano esistere altri Dei... con idoli immagini e prosterai riprende il discorso sulla libertà, questi comandamenti sembrano limitare l'uomo, in realtà lo vogliono far crescere, si parla già della possibilità di andare oltre (meglio pre) la forma, è fuori tema entrarvi troppo, ma la capacità di concettualizzazione astratta rende l'uomo più evoluto se poi riesce a non usare neanche le parole va oltre ancora. (intendo intimamente)
Perché io il Signore tuo Dio sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano, 10 ma usa misericordia fino a mille generazioni verso coloro che mi amano e osservano i miei comandamenti.
Qua è dura sul serio... un Dio geloso? E' un Dio nel creato, quindi ha anatagonisti, uno in particolare, che propongono altre vie, vie che portano a risultati diversi. Gelosia quindi verso la possibilità di prendere altra via.
Interessante il fatto che un "difetto" si propaga in 4 anelli (immaginate una goccia che fa quattro cerchi cadendo nell'acqua) mentre la memorizzazione di qualcosa di buono dura molto più a lungo...
Questo vuol dire che agendo nel giusto modo una struttura ci sostiene e amplifica i nostri sforzi... struttura che non esiste invece (per fortuna) nell'altro senso.
Qualcuno riconoscerà un'implicito riferimento alla genetica, che come dico sempre non è limitata alla cellula ma va ben oltre, chi parla di reincarnazione (concetto travisato come detto altrove) dimentica che occorre un mezzo per la conservazione e il trasferimento delle informazioni, per quanto sottile possa essere deve esistere e deve poter scendere a tutti i livelli.



Uno 30-07-2007 10.22.34

12 Osserva il giorno di sabato per santificarlo, come il Signore Dio tuo ti ha comandato. 13 Sei giorni faticherai e farai ogni lavoro, 14 ma il settimo giorno è il sabato per il Signore tuo Dio: non fare lavoro alcuno né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bue, né il tuo asino, né alcuna delle tue bestie, né il forestiero, che sta entro le tue porte, perché il tuo schiavo e la tua schiava si riposino come te.

Continuo anche se non mi sembra di cogliere un grande interesse icon_mrgr:
Questa parte introduce il concetto del "riposo" oltre che evidenziare lo spostamento del giorno da sabato a domenica, questo è avvenuto dopo la resurrezione di Gesù avvenuta di domenica (il giorno dopo sabato).
In effetti la settimana dovrebbe (come ancora accade in molti paesi anche se il giorno festivo è comunque domenica) iniziare di domenica, il giorno del Signore, il giorno che in sintesi costruisce.. lega... inizia, l'origine in senso totale. Il sabato poi per tutti facilmente sarà assonante con il famoso anno sabbatico in cui in alcune istituzioni (tipo università) ci si può fermare.

Che cosa si intenderà mai con questo riposare? Perchè gli si da tanta importanza? Anche senza decretarne un giorno festivo comunque il corpo quando non ce la facesse più si fermerebbe.

Sole 30-07-2007 10.38.01

All'epoca erano per lo più lavoratori fisici, contadini, artigiani.. e il corpo veniva sfruttato moltissimo. POteva essere una regola per imporre un giorno di riposo al corpo che si rigenerava e recuperava forze. Forse un modo per rimettere in circolo energie nuove e sedimentare le vecchie. Per riprendere contatto con il proprio intimo che veniva lasciato da parte durante i giorni di lavoro.

Come se la macchina umana fosse a cicli, ogni ciclo ha bisogno di spegnersi e rimettersi in moto.

griselda 30-07-2007 10.51.19

Mi pare di ricordare di aver letto che il corpo si autoripara in cicli di sette giorni (in sette o per sette) ovvero che le malattie sono soggette a questo ciclo di sette.
Anche i campi una volta quando non esistevano i fertilizzanti venivano fatti riposare.
Mi sono ricordata ora che anche ogni sette anni il nostro corpo è soggetto a mutamenti.

Kael 30-07-2007 11.06.27

Il riposo riguardo al lavoro dovrebbe essere quel piccolo momento di "morte" che da una settimana ne fa uscire un altra. Il punto in cui alfa e omega si toccano, diventano un tutt'uno, comprendono in sè l'infinito.
E' un momento di contemplazione (come fece Dio nella settimana Cosmica) di ciò che si è fatto, una ricapitolazione, un "riassorbire" in sè le energie emesse per prepararsi a riemanarle nella settimana successiva.
Un orologio quando arriva alla mezzanotte si "resetta"... ed ecco, forse questo è il termine che più si addice al sabato: bisogna resettarsi. Bisogna riprendere tutto in sè, così da far apparire zero all'esterno, pronti per emettere un nuovo "soffio" nella settimana seguente.
Una respirazione insomma... In ogni ciclo respiratorio c'è un momento di pausa fra un'ispirazione ed un espirazione, un momento di apnea... Il sabato dovrebbe essere questo momento.

Uno 30-07-2007 11.07.48

Ma la notte non si riposa il corpo? Perchè un giorno a settimana?
Cosa sarà mai questo ri-poso?

Uno 30-07-2007 11.09.47

Ho postato insieme a Kael, che si è avvicinato ma si potrebbe mettere meglio

Kael 30-07-2007 11.16.42

Beh, si potrebbe parlare della legge dell'ottava, sette giorni comprendono tutto ciò che serve, in musica infatti le note sono sette, e il resto sono sempre le stesse note ripetute su piani più alti o più bassi...
Il sette dunque è il numero della completezza, non solo fisica ma a tutti i livelli... Arrivati all'ultimo giorno, il si, bisogna riprendere in sè tutta l'ottava, pronti per ripartire con un nuovo do la settimana seguente...


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