Potrebbe essere per esempio che il godimento del presente sia un'ostacolo ad un godimento del dopo.... (può valere anche se sostituisci godo con assaporo o altro)
Ripeto... sono esempi... non sto affermando questo. Nessuno ti impedirebbe di continuare a fare ciò che fai, ma una consapevolezza diversa ci fa tendere (non ci costringe) ad agire diversamente... questo stai implicitamente negando. Comunque continua a dire che non ti cambierebbe nulla... rimani pure con la tua certezza velata e camuffata da apertura. Spero che non tu non ti offenda, perchè non è mia intenzione offenderti ma solo dire ciò che vedo, se è giusto o sbagliato non ha importanza, non per me almeno. :C: |
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Anche il far del bene o far del male è sullo stesso piano, estremamente soggettivo.. Chi dovrebbe giudicarci dopo dovrebbe avere un punto di vista neutro, cosa assai improbabile se è fatto "ad immagine e somiglianza".. Secondo voi esiste qualcosa che può essere definito bene assoluto? Qualcosa che ci trovi tutti concordi nel dire, vero questo è buono al 100%? A parte la nutella e il burro di arachidiicon_mrgr: |
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Comunque a nutella ok icon_mrgr: , ma a burro d'arachidi.. bleaaa:bleah: |
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Non volevo toccare il tema religioso inteso come Dio sminuito ma bensì come uomo-sminuito... Ho sempre pensato che la frase sia da interpretare come tutti noi siamo parte del Tutto, il Tutto è frammentato in tanti piccoli noi.... :C: |
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L'incomprensione mi sembra verta sul termine "dimostrare". Si fa l'ipotesi non reale che qualcuno ti portasse le prove evidenti di un determinato aldilà (uno qualsiasi). Quindi non si tratterebbe più di credere o non credere ma saresti sicura che le cose stanno in quel modo. Se questo non ti cambiasse la vita vorrebbe dire che saresti del tutto scissa, non ti pare? |
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A tuo avviso, su cosa mi contraddico, rispetto a quello che dicevo in psicologia? |
"che reputo valida"
Ti stiamo facendo l'ipotesi (irreale ripeto) di qualcuno che ti potesse far vedere le cose come sono... ma no tu dovresti reputarle valide... questo è un preconcetto, ti dichiari aperta allo scambio, in realtà hai già tutta una tua concezione mentale da cui non ti schioderesti neanche se ti trovassi sulla via di Damasco e potessi veder la Luce (cosa che con questo atteggiamento non ti capiterà certamente). Ti dichiari aperta ma hai l'intima convinzione di conoscere già tutto il conoscibile, non c'è altro oltre quello che tu puoi pensare, anzi a dirla tutta hai il terrore che qualcuno possa realmente mostrarti qualcosa di nuovo. Detto questo ti lascio continuare il discorso con gli altri, non ha senso che continui a ripetere le stesse cose e certamente non mi interessa che tu mi dia ragione. :C: |
"Valide" certo, perchè se qualcuno, e ripeto per l'ennesima volta, dovesse provarmi che l'immortalità si raggiunge facendo cose che mi facciano vivere male, non godermi la vita o fare del male al prossimo, seguirei la mia strada e preferirei estinguermi...se questo vuol dire avere preconcetti, allora si, ne ho...
detto questo, se da un discorso così, devo sentirmi giudicata come persona, (in toto), da "uno" che di me non sa nulla ed è capace solo di giudicare e sparare sentenze su una persona, da qualche frase scritta nel blog di un sito, oltrettutto chissà cosa io abbia mai detto di così allucinante (anche se secondo alcuni ragionassi da cani, non vedo perchè non dovrei avere il diritto di farlo e dire la mia, non ho offeso nessuno (io) non ho cercato di convincere nessuno di nulla, solo esposto una mio modo di vedere le cose per condivisibile o meno che sia) ti ringrazio di non voler continuare il discorso... |
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Come hai ragione!!!! Era meglio: la frase scritta è.... Sull'esattezza di ciò che a noi è arrivato... bé bisognerebbe conoscere l'Autore e chiederglielo...icon_mrgr: In questo come in tutti gli scritti antichi... Dalla parola tramandata oralmente, che sicuramente ha subito modifiche ad ogni passaggio (magari anche minime) fino ad arrivare allo scritto... Chissà quante cose ci sono state occultate e quante non sono nemmeno lontanamente veritiere. |
Quello che intendevo con questo post non era tanto avere delle risposte alle domande ma... il fatto che si e' sempre tesi verso le risposte... come dire... quel motore che fa' muovere la ricerca...
Nel momento in cui ho le Risposte tutta la tensione finisce... ma se non vi fossero le domande dove andrei?... come mi muoverei?... la ricerca e' fatta dalle domande senza risposta... la potrei chiamare curiosita'?... ma e' qualcosa di piu' profondo... la potrei chiamare sofferenza che rimane?... forse si... Ecco... di questo volevo parlare con voi... il minimo comune denominatore di chi cerca e' forse questo? fiori.gif |
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------------------------------------ O.t. però Faltea è più importante verificare se è possibile una cosa, se poi era quella detta da Tizio famoso (nel senso di tramandato) o quella pensata in una mansarda da uno sconosciuto chi se ne... Però c'è un modo... se tu hai un volto in un certo modo devi per forza avere un naso in un certo modo (tranne la mostruosità moderna della chirurgia plastica) etc etc o in altri termini se hai un 4 un 2 ed un più e ti arriva uno che dice 2 o 6 ti suona.... se ti dice 9 no.... |
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la tensione che porta alla ricerca di una risposta alle domande sul perchè si nasce e perchè si muore, potrebbe essere trasformata (come diceva Ray, partendo dal presupposto che tutti abbiamo la sensazione di essere altro rispetto al corpo materiale) in: cosa sono? Se la domanda diventa questa, cercando di scoprirsi, conoscersi, vedere oltre quello che sono dei meri processi mentali, forse è possibile arrivare a scoprire una parte di noi stessi che è altro dal corpo quindi non segue i processi di vita e morte del mondo materiale. E forse una volta scoperta questa parte di noi, si scopre che la risposta a questa domanda l'avevamo sempre saputa, forse non è descrivibile a parole, forse rimane solo una sensazione che esista qualcosa che non fa paura, anzi, al quale, questa parte di noi, non vede l'ora di ricongiungersi. Per questo dicevo che in fondo, la domanda, a livello mentale, a mio avviso può rimanere aperta e che, secondo me, è più appagante scoprirsi, concentrarsi sulla vita e su noi stessi piuttosto che ipotizzare ( a livello mentale) una possibile motivazione o/e risposte...:C: |
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Per esempio, mettiamo che tu scoprissi con assoluta certezza di avere un'anima e mettiamo anche che quest'anima non sia immortale ma potrebbe diventarlo, non baseresti la tua vita e le tue decisioni su questo? (anche decidere di restare mortale potrebbe essere basarsi su questo..). E se ti fosse invece del tutto indifferente non dovresti dire, psicologicamente parlando, che sei scissa? (la mia era una considerazione che usava termini che deducevo esserti familiari dato quello che dicevi altrove). |
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partendo dal presupposto che oltre ad essere copro siamo anima (che io ero abituata a chiamare corpo astrale, ma è lo stesso concetto), partiamo dal presupposto che entrando in contatto con questa nostra parte hai una sensazione di appartenere ad un tutto che con il mondo materiale/fisico e spazio/temporale, non ha nulla a che vedere, se ci poniamo domande a livello mentale, quindi usando la ragione per identificare, collocare e dare una "forma" a quello che potrebbe esistere dopo la morte siamo sulla strada sbagliata, la ragione, la mente rimangono legate ai limiti di una realtà basata sulla dimensione spazio/temporale che, quando entri in contatto con la tua parte che esula dal mondo fisico, svanisce. Detto questo, pensare di agire nel mondo reale (fisico) in un modo piuttosto che in un altro, come può cambiare la nostra appartenenza ad un modo che va oltre questa dimensione? Se la nostra anima fa parte di un tutto, ne farà parte nel bene e nel male...come, nel bene e nel male, indipendentemente dalle nostre azioni e idee, siamo parte del mondo fisico. Questo intendevo ma non so se sono riuscita a spiegarmi bene (mi riesce difficile esprimere a parole questi concetti mannagg)martello.: . Se sto dicendo ancora cose assurde ditemelo, cominciano a sembrare assurde pure a me a furia di cercare di analizzarle con la logica...piango.gif |
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Se vuoi possiamo andare avanti nelle ipotesi: mettiamo che l'anima o corpo astrale o salsa di pinguini o come preferisci sia invece materiale. Magari di una materia diversa di quella del corpo fisico, ma diversa fino ad un certo punto dato che comunque ci deve essere un contatto, una possibilità di interazione. Se i due sistemi anima e corpo non sono del tutto separati (in questo caso che ci frega) essi comunicano in qualche modo tra loro, quindi è più che plausibile che io da qui possa interferire con lei li. In ogni caso (possiamo anche parlare di corpo e anima come forma diverse di energia se il termine "materia" non ti piace), in ogni caso dicevo, anchel a sensazione di avere un'anima e la sensazione che essa appartenga ad un altro "mondo" non ci da nessuna idea ne men che meno garanzia sulla sua durata rispetto al corpo fisico. La domanda è ancora aperta: se Mooncat è anima e non corpo, Mooncat nasce e muore? E se si, perchè? |
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Non so chi ha scritto quella roba, in ogni caso possiamo fare delle considerazioni. Se l'anima si incarna (sottolineo se) allora certamente esiste prima del corpo fisico. Questo però non ci dice quanto prima ne se nasce. Stessa cosa per il dopo. E' presumibile che resti almeno un po', ma potrebbe essere per veramente poco. Poco o tanto che sia, in ogni caso si ripresenterebbe il problema al livello di anima... Mooncat muore? E se si perchè?
Ma soprattutto: se c'è connessione tra corpo e anima, connessione anche qualitativa dato che presupponiamo che essa si incarni in quello, e se il corpo si sviluppa e ci sono diverse qualità di corpi, allora dette condizioni andrebbero estese anche all'anima. Non dico che si debba pensare ad anime more o bionde, ma ad anime più o meno durature (permanenti forse è meglio) invece si, dato che è il tema del tread. In effetti le varie tradizioni parlano dell'immortalità come una conquista... |
Sono un pò confusa per quanto riguarda l'argomento anima immortale come guadagno... questo perchè si dovrebbero avere delle possibilità per raggiungere allora l'immortalità, quante sono? una sola vita? un paio? un miliardo?
è un concetto che a me suona un pò stonato... mi riesce più facile pensare che (che sia una vita sola, anima mortale, o infinite, anima immortale) lo scopo della nascita potrebbe essere quello di cercare di unire i due livelli energetici (se penso a Buddha o Gesù mi viene da pensare che fossero due persone che erano riuscite ad essere in contatto con il livello energetico extra sensoriale e quello materiale) per quello dicevo che non cambierei atteggiamento nei confronti della vita, perchè non sono le loro azioni o gesta a essere ricordati ma la loro capacità di essere connessi al tutto quindi una forte conoscenza/ contatto della loro anima, e di conseguenza del tutto: due liveli energetici vissuti contemporaneamente e coscientemente. Certo, se si pensa che l'immortalità ce la guadagnamo il discorso cambia, si agginge la domanda "come la si guadagna?"... rimane il concetto dell'estinzione dell'anima in quanto incapace di evolversi (come fosse una specie animale che non riesce ad adattarsi alle condizioni climatiche e si estingue) ma comunque non per il comportamento del singolo durante la vita, se no sa di punizione e mi sembra troppo primordiale come concetto...(mi fermo a rifletterci su un attimo). |
Beh, siamo nel campo delle ipotesi, comunque perchè una immortalità non guadagnata dovrebbe essere una punizione? L'ipotesi con la quale sto "giocando" prevede un'anima mortale tanto quanto il corpo fisico, anche se sono disposto ad ammettere diverse durate. Ora, il fatto che il corpo fisico muoia non è considerato una punizione, ma solo uno stato di fatto.
Certo, se l'immortalità dell'anima è un guadagno, sorge la questione del come. Più che altro sorge la questione se è dato un come praticabile, in tutto o in parte, mentre si è incarnati. Ovvero se possiamo attuarlo qui adesso oppure no. Nel secondo caso non ha senso occuparcene, mentre nel primo beh... non avrebbe senso occuparsi di altro, no? Sul poter ipotizzare un come tornerei a quanto dicevo all'inizio a proposito degli ambiti nei quali ciò che consideriamo è contenuto. Se l'ambito corpo fisico è contenuto nell'ambito anima e se l'una è più duratura dell'altro o, perlomeno, ha più possibilità, allora possiamo ipotizzare altri ambiti ancora più ampi da questo punto di vista. E se dal fisico ho la possibilità di interferire in qualche modo con quello animico e soprattutto posso migliorare (imparando) questa influenza, forse lo stesso discorso può essere trasportato su di un grado... |
A mio avviso, il problema è che, legati anche mentalmente, alla sfera spazio/temporale, parliamo (parlo) di immortalità come una "durata infinita nel tempo, senza inizio e senza fine" ma il tempo, come lo spazio esistono solo in questa dimensione (se esistono vista la soggettività della cosa).
L'immortalità che tanto si rincorre potrebbe semplicemente essere che l'unione dei due livelli energetici porta a essere ovunque e sempre (per i nostri parametri) o in nessun luogo, mai. Il guadagno lo condivido, è pensare che sia dovuto a dei comportamenti o ad un approccio alla vita che mi suona strano, mi riesce più facile pensare che sia dovuto a una comprensione e vicinanza dei due livelli. E' quando il corpo è immobile e la mente è silente che ho avuto quella sensazione di blocco temporale e infinto a livello spaziale. Ho letto una frase di Baguan che mi ha fatto molto riflettere, diceva "Non permettere alla tua mente di lasciarsi distrarre dal passato, non eiste più, non permetterle di fantasticare sul futuro, non esiste ancora, sii qui ora", forse è questa l'immortalità, unire i due livelli vivere concentrati sul presente al punto tale che non esiste più nulla al di fuori dell'istante. Poi ovviamente la domanda che sorge è: beh il mondo materiale però è scandito da un tempo e da uno spazio comunque quindi come possono coesistere i due mondi paralleli? A questo la mia mente limitata non ci arriva...sob. |
Infatti, è per questo (mi riferisco alla concezione spazio-temporale) che ho accennato al concetto di permanenza. D'altra parte immortalità ed eternità non sono necessariamente assimilabili. Poterbbe essere solo una questione di scala. Prendiamo un moscerino di quelli che vivono pochi minuti. Potremmo presumere che questi pochi minuti, nella sua percezione, corrispondano ai nostri ottant'anni. Se così fosse, per loro saremmo "immortali". Viceversa per noi un sole, che dura diciamo 5 miliardi di anni, può essere considerato immortale. In realtà è solo questione di livelli e di permanenza degli uni rispetto agli altri che vi sono contenuti.
Se ci pensi, anche la tua esperienza di blocco temporale, che io chiamerei "sospensione" (se ho capito di che parli) non implica necessariamente una completa inesistenza del tempo, ma potrebbe essere il moscerino che, occasionalmente, percepisce il nostro scorrere. Per lui sarebbe "eterno" e quindi sembrerebbe fermo. Se di livelli si tratta allora basterebbe occuparsi si assicurarsi il successivo... poi da li si vedrà in che termini il problema eventualmente si ripresenterà. Anche la cosa che dici di unire i due livelli energetici può essere considerata comportamento... un qualcosa che facciamo qui per ottenere qualcos'altro li. Mica si deve restare barricati sul banale e ingenuo (in senso di sciocco e non di "puro") "comportarsi bene" secondo parametri poco compresi e comunque discutibili. Nella mia ipotesi di prima questo comportamento si estrinseca in una serie di azioni volte al massimo possibile sviluppo della cosiddetta "anima", dato che, allo stato attuale, essa non consente di permanere al livello corrispondente (gli ottant'anni del moscerino). |
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Dovrei cercare di riprovare quella sensazione di assenza di tempo e vedere se in effetti è solo un rallentamento.. (proverò)icon_mrgr: Citazione:
Anche al vedere l'esistenza su questo pianeta come una possibilità di salire dei gradini di una ipotetica scala di consapevolezza ed evoluzione non avevo pensato. Che poi in fondo è il concetto orientale delle reincarnazioni, man mano che aumenta la tua consapevolezza (mi viene questo termine ma non è esatto), ti incarni in esseri sempre più complessi fino ad arrivare all'essere umano... quindi in fondo, anche per loro esiste una scala sulla quale si sale o scende a secondo del percorso di vita. Con questo rispondiamo alla domanda perchè si nasce, e al perchè si muore? Semplicemente perchè fa parte del gioco? .. per ricordarci che il tempo a disposizione è limitato, di non sprecarlo? o per avere la possibilità di incarnarsi in esseri diversi ed avere uno spettro più ampio di possibili modalità per fare esperienza? (questo se pensiamo alla reincarnazione).... Who knows?..booh.gif |
Se spostiamo sul concetto di reincarnazione (che comunque non risolve il problema ma solo lo sposta) dobbiamo chiederci chi si reincarna. Certamente non noi. Per il fatto che non si può essere contemporaneamente soggetto ed oggetto di una azione.
Provo a spiegarmi: nella tradizione orientale, attualmente qui poco compresa, a reincarnarsi è lo spirito. Noi siamo il risultato dell'incarnazione. Questo almeno finchè siamo identificati in chi è incarnato... infatti compito dell'uomo sarebbe quello di spostare, anzi meglio di elevare, la sua coscienza DA l'incarnato A l'incarnante. Allora si che, identificandosi con lo Spirito, essendo "tutt'uno" con esso, si parteciperebbe alla sua "immortalità". Immortalità che può essere vista anche qui come una variazione di scala anche temporale. Una delle visioni poetiche orientali di ciò parla delle incarnazioni come dei respiri dello Spirito. Per poter identificarsi con lo Spirito, l'uomo deve modificare la sua Consapevolezza, fino a farla crescere a sufficienza da arrivare sino a lui. Ma è l'uomo che muove (si comporta) non lo Spirito. Questo complica un po' le cose nella nostra teoria, dato che parlavamo di anima come qualcosa di sviluppabile. Potemmo dire che essa può fungere da veicolo per noi verso lo Spirito, se adeguatamente formata, così come in precedenza è servita allo Spirito come veicolo verso noi. La questione delle scale temporali però si complica anche, dato che la tradizione di cui parliamo è piuttosto esplicita nell'indicare come a-temporale il "piano" dello Spirito. D'altra parte noi chiamiamo "tempo" una certa percezione di un certo fluire. Possiamo ben immaginare, ad altri livelli di consapevolezza e quindi di percezione, diverse modalità di diversi fluire... |
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