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turaz 12-07-2007 18.12.11

il dire "si e no" essendo pienamente sia il si che il no è il primo passo.
tutto qua a mio sentire.
sappiamo dire "si" essendo pienamente quel "si" a tutto?
chi ci riesce è molto bravo
io no quindi cerco perlomeno di dire si ed essere si e dire no ed essere no

Uno 12-07-2007 18.15.29

Citazione:

Originalmente inviato da turaz (Messaggio 36101)
distinguere serve "dopo" per comprendere e andare oltre.
tutto qua.
si distingue si per carità ma se non si vive rimangono parolette

Oltre dove? Intendi quando mettiamo il vestito di legno? icon_mrgr:
Chiariamoci... non è che ogni azione che faccio sto a guardare "con questo prendo così... ah questo mi sta dando colà" etc etc... anche perchè ammesso di saper vedere bene non si può forzare un comportamento od un'altro... (neanche in senso negativo... non posso decidere di prendere solo perchè mi garba... posso essere solo quello che sono) in questo senso siamo d'accordo rimangono parole... ma neanche lasciar correre tutto senza tentar di capire serve a qualcosa.

turaz 12-07-2007 18.20.35

infatti era proprio ciò che intendevo.
tu agisci e "dopo" rifletti

cassandra 12-07-2007 19.22.20

Eppure ero convinta di dare...booh.gif ...questa cosa del c'è un dare per prendere e c'è un dare per dare mi ha un po' confusa,in effetti non riesco a vedere le sottigliezze di cui parla Uno quindi va da se che arraffo sempre...
E' impossibile dare senza prendere se non si capiscono le sottigliezze di cui parli?
...la mia materia grigia sta ammuffendo,me ne rendo conto...ma faccio un esempio sul quale potete dirmi la vostra opinione...stamattina ero in un Centro Termale in sala d'attesa,mentre aspettavo ho notato una signora anziana che trafficava con il telefonino ed aveva l'aria seccata,le sono andata vicino istintivamente ed insieme abbiamo ricaricato ...dopodichè lei felice e contenta,io seduta come prima ed anche un po contenta...
Allora mi chiedo,sono invadente...sono disponibile...oppure adoro gli anziani perchè amavo mio nonno e di conseguenza riempio la sua mancanza avvicinandomi ad altre persone che me lo ricordano???...questa potrebbe essere una sottigliezza di cui si parlava?
Seppur ho preso è il cuore a prendere... o per forza l'ego o l'IP?:C:

Uno 12-07-2007 23.42.13

C'è anche un prendere per dare... che proprio ti suona strano eh? :H

Intanto veniamo al tuo esempio, alla fine dell'esperienza eri contenta, non c'è nulla di male, dico sempre che magari tutti facessero belle cose per trarne soddisfazione il mondo sarebbe un paradiso, però visto che stiamo cercando di studiarci e conoscerci quel "un pò contenta" indica che c'è stato un ritorno.
Le parole adesso limitano quello che voglio dire, non è prendere essere contenti o gioiosi in se, lo è la differenza di potenziale tra prima e dopo, differenza che c'è se mi accorgo di essere qualsiasi cosa.
Se sono contento e continuo a rimanere contento non c'è alterazione di stato, Sono... percepisco la mia contentezza, che in tal caso non sarà mai manifestata eccessivamente, ma non mi capiterà come di svegliarmi e di accorgermi che sono contento, non so se si capisce.
Quando invece passo da uno stato triste, ma anche sempre contento ma di minore intensità verso uno di maggiore intensità (o minore) ecco che sento il cambiamento, cosa che non è male... è comunque un mini barlume di esperienza... alla fin fine se ci pensate i fatti che ci capitano servono per movimentarci, per farci passare da uno o più stati ad altri stati... nel movimento percepiamo e proviamo una cosa molto simile ad un risveglio... mini... molto mini... infinitesimale.
Che cosa memorizziamo normalmente? Tutti i passaggi... adesso sento un profumo... in pratica memorizzo il passaggio da non sentire quel profumo a sentirlo, poi cammino e vedo tizio, cosa memorizzo? il momento in cui da non vederlo lo vedo... se lo guardo per 2 ore la cosa che comunque più mi rimarrà impressa è la differenza tra non c'era - c'è.
Queste sono le forme, che siano solide o meno, noi percepiamo forme.
Di tutta sta cosa vi arriverà il 10% di quello che intendo... ma pazienza ci torneremo.
Tornando al discorso, non ho detto che tu abbia aiutato la signora per soddisfarti (essere un pò contenta) in maniera voluta cosciente, ma un automatismo ha fatto questo, ora ti dico una cosa che suonerà strana... l'unico modo per far qualcosa in maniera disinteressata è aspettare che l'interessato ce la chieda, va bene porsi nella condizione di ricevere la domanda, ma la richiesta cambia tutto.
Qualcuno potrebbe obiettare che in questo modo ci si appaga con la richiesta, può succedere se ci si perde, ma normalmente il senso è che sono attore della vicenda altrui senza dare spazio all'ego (una volta tanto ci sta bene icon_mrgr:) di agire per conto suo.

Fatemi sapere (con calma) quanto si capisce, grazie, in caso cerco di dilatare.

turaz 13-07-2007 09.49.38

si capisce molto bene.
a spese del mio "ego" l'ultimo periodo di quanto hai scritto l'ho imparato.
E ritengo che quanto hai scritto sia una grande verità

RedWitch 13-07-2007 10.11.27

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 36120)
Le parole adesso limitano quello che voglio dire, non è prendere essere contenti o gioiosi in se, lo è la differenza di potenziale tra prima e dopo, differenza che c'è se mi accorgo di essere qualsiasi cosa.
Se sono contento e continuo a rimanere contento non c'è alterazione di stato, Sono... percepisco la mia contentezza, che in tal caso non sarà mai manifestata eccessivamente, ma non mi capiterà come di svegliarmi e di accorgermi che sono contento, non so se si capisce.
Quando invece passo da uno stato triste, ma anche sempre contento ma di minore intensità verso uno di maggiore intensità (o minore) ecco che sento il cambiamento, cosa che non è male... è comunque un mini barlume di esperienza... alla fin fine se ci pensate i fatti che ci capitano servono per movimentarci, per farci passare da uno o più stati ad altri stati... nel movimento percepiamo e proviamo una cosa molto simile ad un risveglio... mini... molto mini... infinitesimale.
Che cosa memorizziamo normalmente? Tutti i passaggi... adesso sento un profumo... in pratica memorizzo il passaggio da non sentire quel profumo a sentirlo, poi cammino e vedo tizio, cosa memorizzo? il momento in cui da non vederlo lo vedo... se lo guardo per 2 ore la cosa che comunque più mi rimarrà impressa è la differenza tra non c'era - c'è.

A me questo discorso ha fatto tornare in mente l'avere e l'essere..
Quindi , per dare/darsi davvero, non si dovrebbe percepire nessun cambiamento di stato?
Se Sono contenta lo sono prima e dopo aver fatto una cosa, questa non dovrebbe in nessuna maniera andare a modificare il mio stato, se lo fa, significa che ho avuto qualcosa indietro.. che ho fatto una qualsiasi cosa per trarne beneficio (l'esserne dopo contenta, l'avere contentezza anche se in italiano non suona, mi sembra che renda bene)

Leggendo l'ultimo post di Sole in Coscienza ho provato a pensare se effettivamente mi ricordo un'intera giornata vissuta. Non ne ricordo nessuna in maniera completa (potrei azzardare che ricordo abbastanza bene un paio di giornate, degli ultimi mesi). Ho come ricordi nitidi di giornate particolari (per me) una serie di fotogrammi, i passaggi più significativi, come se fossero rimasti impressi dei momenti, che poi mi permettono di ricordare altre cose.. come in un film.
Per dare forma al ricordo ho comunque bisogno di quei momenti di passaggio.. quindi abbiamo comunque bisogno dell'esterno per muoverci, per provare quel barlume che somiglia ad un mini-risveglio..

turaz 13-07-2007 10.28.25

perchè la sera non provi a ripensare alla tua giornata focalizzando tutti gli avvenimenti?
alcuni la chiamano "ricapitolazione"
ciauzz

griselda 13-07-2007 12.59.27

mi ricorda molto l'esame di coscienza che ci insegnavano da bambini che dovevamo fare la sera per vedere se ci eravamo comportati correttamente, se c'erano state delle mancanze nella giornata. :@@
I miei ricordi sono molto particolariggiati se ero coninvolta sentimentalmente cioè vissuta con trasporto ma le parole so che non mi rendono giustizia neppure se dicessi le ho vissute con ill cuore.:@@ Forse dicendo che ero coinvolta emotivamente.
nonso.gif

Era 13-07-2007 15.20.54

Citazione:

Originalmente inviato da cassandra (Messaggio 36110)
Allora mi chiedo,sono invadente...sono disponibile...oppure adoro gli anziani perchè amavo mio nonno e di conseguenza riempio la sua mancanza avvicinandomi ad altre persone che me lo ricordano???...questa potrebbe essere una sottigliezza di cui si parlava?
Seppur ho preso è il cuore a prendere... o per forza l'ego o l'IP?:C:

sei così!!!!
se invece di un anziano ci fosse stato un giovane...
probabilmente avresti agito allo stesso modo.....
prima di avvicinarti hai pensato a tuo nonno? non credo...
hai fatto "conti e conticini"? non credo...quindi spontaneamente
ti sei avvicinata e le hai fatto un favore....lei ti ha
ricambiata con un sorriso e un grazie probabilmente...

in questo caso specifico io ci leggo spontaneità....
hai dato e hai preso in giusta misura....
lo hai raccontato qui...mica per farti dire :brava (o si?diavolo.g: )...solo per fare un esempio e da questo comprendere megliofiori.gif

turaz 13-07-2007 15.24.05

che meraviglia l'Amore che nasce spontaneo dal "cuore" e che mamma mia quante volte deve essere "sviscerato" dalla mente...così da poter essere "compreso"...

Kael 13-07-2007 20.31.17

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 36128)
Quindi , per dare/darsi davvero, non si dovrebbe percepire nessun cambiamento di stato?
Se Sono contenta lo sono prima e dopo aver fatto una cosa, questa non dovrebbe in nessuna maniera andare a modificare il mio stato

Se Sei (maiuscolo), Sei tutti gli stati contemporaneamente. Li vivi in coscienza in una Unità totale.
Altrimenti il "sei" diventa minuscolo e così oggi sei contenta, domani triste, etc.. vivendoli singolarmente.

Se Sono, ho ovviamente in me la contentezza, ma non mi capiterà di "svegliarmi" e rendermi conto che sono contento (manifestando) allo stesso modo per cui, in seguito ad una disgrazia, non mi "troverò" ad essere triste... almeno non al punto da percepire una differenza di stato con prima.. Altrimenti sarei, e non Sono. Non so se si capisce...

Ray 13-07-2007 23.50.41

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 36120)
Le parole adesso limitano quello che voglio dire, non è prendere essere contenti o gioiosi in se, lo è la differenza di potenziale tra prima e dopo, differenza che c'è se mi accorgo di essere qualsiasi cosa.
Se sono contento e continuo a rimanere contento non c'è alterazione di stato, Sono... percepisco la mia contentezza, che in tal caso non sarà mai manifestata eccessivamente, ma non mi capiterà come di svegliarmi e di accorgermi che sono contento, non so se si capisce.
Quando invece passo da uno stato triste, ma anche sempre contento ma di minore intensità verso uno di maggiore intensità (o minore) ecco che sento il cambiamento, cosa che non è male... è comunque un mini barlume di esperienza... alla fin fine se ci pensate i fatti che ci capitano servono per movimentarci, per farci passare da uno o più stati ad altri stati... nel movimento percepiamo e proviamo una cosa molto simile ad un risveglio... mini... molto mini... infinitesimale.
Che cosa memorizziamo normalmente? Tutti i passaggi... adesso sento un profumo... in pratica memorizzo il passaggio da non sentire quel profumo a sentirlo, poi cammino e vedo tizio, cosa memorizzo? il momento in cui da non vederlo lo vedo... se lo guardo per 2 ore la cosa che comunque più mi rimarrà impressa è la differenza tra non c'era - c'è.
Queste sono le forme, che siano solide o meno, noi percepiamo forme.

Quale è la frequenza di percezione del cambiamento di stato?

So che può sembrare una curiosità inutile, ma corrisponderebbe al tempo di abitudine... al tempo nel quale uno stato "nuovo" diventa vecchio. Quindi al tempo di addormentamento minimo.

Chissà se c'entra qualcosa con quel famoso "ottavo di secondo" ancora noto nel medioevo...

Uno 14-07-2007 00.01.04

Al tempo minimo di abitudine... (che di solito è sempre più alto) cioè quel tempo che se fosse costante in questà realtà ti permetterebbe di dire "Io Sono"... e che corrisponde a quell'ottavo...
Si accende una lampadina? 8-)

Uno 14-07-2007 00.06.59

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 36140)
Se Sei (maiuscolo), Sei tutti gli stati contemporaneamente. Li vivi in coscienza in una Unità totale.
Altrimenti il "sei" diventa minuscolo e così oggi sei contenta, domani triste, etc.. vivendoli singolarmente.

Se Sono, ho ovviamente in me la contentezza, ma non mi capiterà di "svegliarmi" e rendermi conto che sono contento (manifestando) allo stesso modo per cui, in seguito ad una disgrazia, non mi "troverò" ad essere triste... almeno non al punto da percepire una differenza di stato con prima.. Altrimenti sarei, e non Sono. Non so se si capisce...

Credo che vada spiegato meglio, il fatto che io sia presente e cosciente costantemente (se lo sono) dei miei stati d'animo non significa non provarne più, significa manifestare quello giusto al momento, non provarlo-provare se va bene, cioè quello che facciamo di solito. Una vicenda ed emerge uno stato d'animo, lo proviamo.. poi a seconda del risultato facciamo l'esperienza, questo facciamo nei percorsi individuali.

Ray 14-07-2007 00.21.53

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 36144)
Al tempo minimo di abitudine... (che di solito è sempre più alto) cioè quel tempo che se fosse costante in questà realtà ti permetterebbe di dire "Io Sono"... e che corrisponde a quell'ottavo...
Si accende una lampadina? 8-)

Il tempo minimo di abitudine... quindi, se ho capito, il tempo massimo di adattamento concesso ad uno sveglio... se non fa in tempo via a nanna e vai col ricordarsi...

Vista da un'altra parte quel "tempo che se fosse costante" fa del cogli l'attimo una reale possibilità e non più una chimera. E' una frequenza possibile (per quanto pazzesca) e non solo, pure precisa.


PS: lo sapevate che in un ottavo di secondo la "luce" fa circa (esattamente) un giro della Terra? E' tutto il tempo che serve...

cassandra 14-07-2007 12.19.56

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 36120)
C'è anche un prendere per dare... che proprio ti suona strano eh? :H

Intanto veniamo al tuo esempio, alla fine dell'esperienza eri contenta, non c'è nulla di male, dico sempre che magari tutti facessero belle cose per trarne soddisfazione il mondo sarebbe un paradiso, però visto che stiamo cercando di studiarci e conoscerci quel "un pò contenta" indica che c'è stato un ritorno.
Le parole adesso limitano quello che voglio dire, non è prendere essere contenti o gioiosi in se, lo è la differenza di potenziale tra prima e dopo, differenza che c'è se mi accorgo di essere qualsiasi cosa.
Se sono contento e continuo a rimanere contento non c'è alterazione di stato, Sono... percepisco la mia contentezza, che in tal caso non sarà mai manifestata eccessivamente, ma non mi capiterà come di svegliarmi e di accorgermi che sono contento, non so se si capisce.
Quando invece passo da uno stato triste, ma anche sempre contento ma di minore intensità verso uno di maggiore intensità (o minore) ecco che sento il cambiamento, cosa che non è male... è comunque un mini barlume di esperienza... alla fin fine se ci pensate i fatti che ci capitano servono per movimentarci, per farci passare da uno o più stati ad altri stati... nel movimento percepiamo e proviamo una cosa molto simile ad un risveglio... mini... molto mini... infinitesimale.
Che cosa memorizziamo normalmente? Tutti i passaggi... adesso sento un profumo... in pratica memorizzo il passaggio da non sentire quel profumo a sentirlo, poi cammino e vedo tizio, cosa memorizzo? il momento in cui da non vederlo lo vedo... se lo guardo per 2 ore la cosa che comunque più mi rimarrà impressa è la differenza tra non c'era - c'è.
Queste sono le forme, che siano solide o meno, noi percepiamo forme.
Di tutta sta cosa vi arriverà il 10% di quello che intendo... ma pazienza ci torneremo.
Tornando al discorso, non ho detto che tu abbia aiutato la signora per soddisfarti (essere un pò contenta) in maniera voluta cosciente, ma un automatismo ha fatto questo, ora ti dico una cosa che suonerà strana... l'unico modo per far qualcosa in maniera disinteressata è aspettare che l'interessato ce la chieda, va bene porsi nella condizione di ricevere la domanda, ma la richiesta cambia tutto.
Qualcuno potrebbe obiettare che in questo modo ci si appaga con la richiesta, può succedere se ci si perde, ma normalmente il senso è che sono attore della vicenda altrui senza dare spazio all'ego (una volta tanto ci sta bene icon_mrgr:) di agire per conto suo.

Fatemi sapere (con calma) quanto si capisce, grazie, in caso cerco di dilatare.

Qualcosa ho capito...rileggendo e riflettendo...:@@
Partendo dall'inizio posso dire che il prendere per dare mi ha fatto pensare all'espianto degli organi ed a Robin Hood,ma non credo intendessi questo haimè...manata.gif
Il discorso sul movimentarci per ottenere un cambiamento di stato,anche se inconsciamente, mi è piu'chiaro ed analizzando vari passaggi lo riscontro.
L'ideale è prendere coscienza di se,per poi continuare ad essere quello che si è, non ricercando alterazioni di stato, in quanto cosciente di Essere gia' tutto...l'obiettivo dovrebbe essere avere il controllo delle proprie azioni e di se stessi...
Accolgo volentieri il consiglio sull'attendere che vi sia una richiesta prima di agire affinchè l'ego ne sia estromesso...su questo credo proprio di non perdermiicon_mrgr:
Cmq continuo a seguire i vostri ragionamenti per cogliere aspetti che non sono ancora alla mia portata...fiori.gif

Cara Era lo so che sono cosi' ed ho agito spontaneamente,in automatico come dice Uno...ma parto dal presupposto che per capire qualcosa devo mettere in discussione tutto,anche e soprattutto cio'che mi appare ben fatto...
La tua interpretazione è giusta ed hai inquadrato il motivo del mio esempio...fiori.gif :C:


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