il fine giustifica i mezzi
prendo spunto da quello che ha postato Grey "il gioco vale la candela" perchè mi è venuto in mente questo che, secondo, me, ha delle attinenze. "Il fine", cioè quello che si ottiene, assomiglia molto alla "candela", mentre "i mezzi" sarebbero equivalenti al "gioco" che ne dite?
anche se questo ha più un senso di "scusa" per i mezzi usati per ottenere il fine..ma è un'interpretazione personale.. :C: |
Non vedo al momento molte attinenze con "il gioco non vale la candela"... in ogni caso magari esplorando questo detto le troviamo pure. Anche se mi pare ci sia qualche discussione ormai aracaia che ne parla, penso che la cosa sia interessante da esplorare.
Il fine giustifica i mezzi... in qualche modo si intende che se i mezzi per ottenere un fine sono criticabili in se, ove questo fine sia invece desiderabile, condivisibile eccetera, ecco che i mezzi diventano "giustificati". Questo "giustificare" è una parola che da molti spunti... basti pensare alla scrittura (giustificare è allineare il paragrafo sia di qua che di la... c'è una modalità "giustificata" nei programmi di scrittura) o alla giustificazione che si presenta a scuola per spiegare un'assenza già avvenuta (e che può essere accettata o meno)... E' chiaro comunque che giu-stificare ha a che fare con giu-dizio... |
significa a livello "purista" il non giu-dicare il mezzo in se puntando a un obiettivo più alto.
ma questo giu iniziale mi fa sempre pensare a qualcosa di "basso"...:)))) |
Beh Turaz, questa frase ha sempre innescato svariati problemi di ordine morale, spesso di soluzione tutt'altro che facile.
Anche se a prima vista è condivisibile come prenderesti l'omicidio come mezzo giustificato per la sopravvivenza? O il male di pochi per il bene di molti... parlo di male volontario... eccetera eccetera... gli esempi possono sprecarsi, la storia ne è piena. |
per me è una frase duale inserita in un contesto duale (e come tale si presta a infinite interpretazioni "relative" e duali)
ma a livello non duale non ha significato di sorta |
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a livello non duale sia i mezzi sia il fine sono di per se "puri" pertanto la frase corretta a mio avviso sarebbe semplicemente
"il giusto fine è raggiunto con i giusti mezzi " |
Il fine giustifica i mezzi solo se i mezzi e i fini sono conosciuti secondo me altrimenti ce la raccontiamo e spesso non conosciamo ne l’uno ne l’altro.
Tra l'altro quel fine sta indicare qualcosa di "fine" e non grossolano, non materiale quindi un possibile Ideale. fiori.gif |
io penso che la differenza tra "fine" e "grossolano" non la fa il "cosa" in se (ossia il "fine") ma il procedimento attuato per raggiungerlo.
per quello dico che a livello puro quella frase a mio avviso ha poco significato quindi se uso mezzi "fini" raggiungo un fine "fine" se uso mezzi grossolani e non li affino raggiungo un fine "grossolano" oppure usando mezzi "grossolani" posso "affinarli" e raggiungere un fine "fine" |
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infatti mi sono accorto che la mia frase non rendeva l'idea (ustika)
diciamo così " il fine può essere raggiunto con qualsiasi mezzo" elimino la parola "giu-stifica" (che a me suona di "basso") e dico nella sostanza la stessa cosa penso ancora meglio forse " i mezzi, se utilizzati, permettono di raggiungere un fine" |
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diciamo che manca l'agente in quella frase...
ma è quell'agente a essere determinante a mio avviso. |
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ecco scevro da questo direi che le scelte diventano abbastanza fondamentali. |
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Quindi Gris confermi. E' giustificato... |
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Ma in quel caso per non essere peloso dovrei sacrificarmi io per dare da mangiare agli altri in questo caso è pulito altrimenti nasconde altro non è fine. Che ne dici? |
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La mamma agisce uccide mettendo anche a repentaglio la sua vita per il bene dei figli. Non uccide un uomo per sfamare i suoi figli che sarebbe diverso. In questo caso ha scelto di uccidere che è un grave atto condannato come il più grande peccato ma l'ha usato per un fine per qualcosa di fine la vita di creature innocenti da parte di un assassino. Nel farlo lei rischia la vita ci mette del suo ma non per se stessa ma per gli altri. Anche se è male uccidere è più grande male uccidere tanti bambini quindi si sceglie il male minore che rende fine un mezzo che di solito di fine non ha nulla. Mamma mia che fatica icon_mrgr: essi so pigra facevo meno fatica a dire ok. diavolo.g: |
Il problema reale si porrebbe se stanno (stiamo ) tutti morendo di fame e aspettando che il primo muoia gli altri non hanno più neanche la forza di sfamarsi....
Questo è diverso dall'esempio della mongolfiera o dell'aereo dove alleggerendo il peso gli altri si salverebbero... in quel caso uno potrebbe sacrificarsi... certo anche nel primo uno potrebbe suicidarsi, ma se poi gli altri non trovano la forza di mangiare? Insomma se si capisce il detto implica qualcosa che possiamo essere costretti a fare per ottenere una cosa giusta, qualcosa che per quanto possa sembrare orrenda è necessaria senza scampo, qua sta la forza di saperla/poterla fare oppure no. Non c'è discorso di dualità di mezzo Turi, il caso si pone perchè siamo qui in un mondo che è duale e non ha senso pensare che se non ci fosse la dualità il problema non si porrebbe... il rischio è che pensando "a ma se fossimo.... " non facciamo nulla di quello che va fatto. |
sono d'accordo Uno.
cmq qualcosa va fatto (e come dice Gri si sceglie il male minore) diciamo che a livello estremo una tale frase può essere valida (ora mi viene pure in mente il perchè mi pare basso) ossia si giu-stifica un mezzo normalmente "basso" al fine di un fine "elevato". diciamo che alla lunga questo sta a significare cmq la relatività di qualsiasi cosa (anche la più apparentemente "brutta") ossia tutto è relativo al punto in cui io scelgo qualcosa come "elevato" e qualcosa come meno elevato. insomma "assegnazione di valori" (che poi questi siano condivisi o meno è un passo ulteriore) |
cmq c'è anche un'ulteriore riflessione.
poniamo questo a un certo punto nella stessa situazione si trovano due che hanno due visioni differenti di "fine elevato" cosa succede? diventa un atto di forza? e se con il senno di poi si scopre che il più forte non fosse il più elevato? ormai la frittata è fatta. che forse si impari dall'esperienza? |
Il giu di giustifica è in realtà un gius di ragione, nel senso di diritto, non di razionale... anche se le cose sono connesse, uno di questi giorni inizio (o riprendo e continuo il tuo) il discorso sugli emisferi cerebrali), non è un giù di basso... o meglio può essere anche connesso a questo se lo vedi in maniera naturale e non come negativa.
Eh si... diventa un'atto di forza... le famose battaglie tra il bene e il male, i bianchi e i neri etc etc... anche se parliamo di un tipo di forza diverso... I confini non sono sempre così netti e visibili a tutti ma ci sono e per quanto possa sembrare assurdo (o compreso solo mentalmente ma non sulla pelle) è sempre valida la solita filastrocca: esistono i buoni perchè esistono i cattivi etc etc.... |
beh si un discorso di equilibrio.
ma anche il gius inteso come "diritto" se di per se è erroneo.. ahi ahi ahi. un esempio? al giorno d'oggi il diritto ha connotati molto "mescolati". se seguissimo il diritto "scritto" in certe situazioni... ho idea che finiremmo fuori strada |
Ah beh.... quasi tutto come è inteso oggi ti porta chissà dove... per questo insisto (ma vedo che anche altri ne intuiscono l'importanza) sui sensi originali e l'importanza delle parole... non è un esercizio linguistico fine a se stesso, apre realmente la mente.
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lo so amico mio :))))
fatto sta che risalendo all'origine dei termini finisci per accorgerti di vivere in un mondo di addormentati. ove tu agisci e vieni giudicato in una maniera quasi completamente distorta. detto questo le scelte sono due: - ti adegui e ti corrompi (chi più chi meno); - permei il tuo essere e ti fai scivolare addosso il resto (magari mi collego a tuoi 3d sulle "bolle" ...) cooperando con chi ritieni sia sul tuo stesso cammino (mia scelta) ciauzz |
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