Osservazione, comprensione, accettazione
Spero non ti dispiaccia Turi, apro una nuova discussione, così non andiamo troppo Ot sull'altra :H
Riporto da qui: Citazione:
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Se prendo l'esempio che ha fatto Ray sull'uccidere, se lo avessi fatto, e mi dicessi "che male c'è ad uccidere?", sarebbe un giustificarmi, un sotterrare il problema.. Se mi dico "che male c'è ad essere pigra?", implicitamente mi do il permesso per continuare ad esserlo, a non darle importanza, "tanto non c'è niente di male", invece che lavorare per modificare in me quello che vedo che non va.. Ci sono cose, che in me , ho visto (e vedrò temo) come mostri enormi, ma se invece che affrontarli, guardarli in faccia mi dico che sono delle "bestioline", do loro il modo di non farsi stanare e di continuare imperterrite a manovrarmi e non voglio fino a dove riesco, preferisco sentire un po' di male ma conoscermi.. Se affronto la cosa, dopo, una volta che l'ho vista bene, e accolta, la cosa stessa perde di importanza, ma prima no.. prima è come anestetizzarmi ... dopo non la vedo più come un "mostro"... :C: |
penso siano due modus differenti (d'altra parte siamo un pò tutti diversi no?)
con il pensare "che male c'è a essere pigri?" volevo sottolineare il prendere per i fondelli mentale iniziale che mi aiuta nell'osservazione (partendo da una situazione in cui sono caotico mentalmente) è un modo che utilizzo per concentrare la mente in un punto evitando quell'altra parte di essa che mi lascia immobile. quando osservo divento implacabile con me stesso e agisco per quanto nelle mie capacità. così facendo spompo quell'altra parte che alla fine si quieta. (così almeno credo di avere osservato in me) poi non so dirti quanto sia palliativo e quanto no. Sinora in molti casi ha funzionato, in altri un pò meno un abbraccio |
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Se ho ben capito quello che hai scritto, quando una cosa di te ti dà fastidio la mente diventa caotica. Per iniziare l'osservazione devi sedare il nervo scoperto, ed il metodo che suggerisci è il prenderti per i fondelli, raccontarti che non è poi così dolorosa quella cosa di te. Quote:
Questo passaggio non mi è del tutto chiaro, me lo puoi spiegare meglio? Vi sono due parti della mente, in una ti concentri per evitare l'altra parte di essa che ti immobilizza? Quote:
Osservi una parte della mente per spompare l'altra che è caotica ed ottieni infine il suo ritorno alla quiete? Quote:
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Scusate, non avevo visto questo tread e ho risposto a turi dillà. Copio-incollo quanto ho detto dall'altra parte senza modificarlo (anche se forse può risultare un po' sconnesso) per non generare due risposte diverse nei due tread. Poi continuando qui possiamo ritarare.
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E' così? :C: |
vedo di chiarirmi meglio vediamo se riesco a essere più esaustivo.
almeno inizialmente quando devo affrontare un qualcosa che vedo di me stesso e reputo negativo come ha detto Grey Owl ho notato che la mia mente diventa caotica e tende a fuggire. per "tenerla li" applico questo metodo di raccontargliela, di prenderla per i fondelli in un certo senso... per fare in modo di procedere con l'autoanalisi. è come dice Ray un indossare una tuta da sub per andare sott'acqua in un certo senso. e sono d'accordo con Ray nel dire che non deve diventare uno schema rigido. nel mio caso lo faccio con i "casi più complessi" (quando l'acqua è più torbida e fredda per usare una metafora) in altri casi noto come la mia mente riesca ad affrontare senza fuggire e rimanere salda e concentrata sin da subito. sono i casi per me più leggeri e più facilmente risolvibili. alla fine quanto dico è un mio approccio che magari a qualcuno può risultare più utile. tutto avviene più facilmente per quanto mi riguarda |
per griselda:
aggiungo che si è un metodo per caricare di meno peso il pensiero negativo e quindi di evitare il "massacrarsi" iniziale che mi rende inerte e caotico. ciò nel mio caso è legato a retaggi infantili ove da solo mi massacravo a seguito di osservazioni (spesso gratuite) sul mio modo di fare. è una re-azione che persiste tuttora e che in quel modo riesco almeno in parte a controllare per agire |
Citazione:
Io credo che la mente, già di per sè ci metta tanti di quei cuscinetti per non vedere, che quando intravediamo qualcosa, forse è perchè è il momento per quanto ci sia possibile di vederla. Che non significa massacrarsi, ma guardarla il più possibile senza raccontarcela.. fiori.gif |
nel mio caso l'ho visto funzionare per alcune cose (più semplici) per altre meno (ma li mi sa che è la mia volontà a mancare almeno in parte quindi in un certo senso me la racconto cmq)
in quel mentre mi è assai faticoso distaccarmi dal massacro che alla fine finisce solo per spomparmi e mi rende inerte. ed è li che cerco di applicare la sospensione del giudizio (su me stesso) per evitare di bloccarmi e fare spallucce. cerco di agire e non di re-agire. a volte riesco altre meno in quel mentre la forza negativa del pensiero è devastante ma non fa altro che distogliere dal reale risultato. li occorre una grande forza a mio avviso. superato quel momento poi la via è in discesa (almeno per me) sul discorso del "pormi il dubbio" beh non essendo un metodo che ho osservato valido sempre e cmq ritengo abbia molto da lavorare ancora. quindi farò come dici proverò con altri metodi :)))) |
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