La semplicità richiede energia
Mi approprio delle parole di Uno per poter aprire il discorso in Esoterismo, avendolo già trattato moltissimo in altri forum ma mai in questi termini.
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Quel fermarsi, è un raccogliersi, raccogliere le parole che sono il veicolo di quel pensiero. Quindi la semplicità è una forza, è una concentrazione di volontà in un punto, una qualità dell'Essere che dobbiamo allenare. Mi piacerebbe approfondire l'argomento, anche se apparentemente sembra concludersi in quelle poche parole del quote. La semplicità che raccogliamo intorno al pensiero è una forza che emaniamo noi? |
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Poi è anche vero che tendiamo a complicare ciò che abbiamo raccolto prima di emanare... questo forse basterebbe non farlo (ma siamo tutti molto affezionati al nostro soggettivo, anche e soprattutto se modifica molto quel che ci attraversa). |
Astral in un altro 3d ha ben scritto la parola è energia, quando comunichiamo (in tutti i modi anche scrivendoci così sul foro) consumiamo energie, si muovono i muscoli, in questo caso le dita e gli avambracci.
Inoltre si mette al lavoro anche il cervello che deve trovare le giuste parole per esprimere il pensiero cosa che se avviene in modo consapevole richiede uno sforzo ancora maggiore, almeno per quanto mi riguarda se devo dire cavolate preferisco stare zitto però se credo di avere qualcosa da dire cerco di esprimermi al meglio, non sempre ci riesco perchè non è facile farsi capire. |
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Principalmente, non ho ben capito il topic, che occorre energia per le cose più semplici? |
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Ti faccio un esempio.. lo schematizzo, come piace a te icon_mrgr: versione A (a bassa energia): il pensiero è duale, ovvero pensa per opposti. Per individuare l'oggetto del suo pensare si tende verso la realtà e la riveste con un'applicazione sovrastrutturale pre-introiettata grazie ad un meccanismo difensivo limitante la percezione. A questo punto il suo percepire, filtrato, lo pne nell'impressione di una moltitudine di oggetti che però sono arbitrarie e soggettive divisioni del suo oggetto iniziale, la realtà. Il pensiero a questo punto ha di fronte a se un oggetto limitato e facilmente esplorabile e, se la sovrastruttura rivestiva lo consente, anche i collegamenti virtuali con gli altri oggetti, ovvero la formula di riconnessione. Il sentire invece, sia a sensazione che a emozione, non essendo duale non utilizza sovrastrutture analoghe ma unicamente filtri percettivi attenuanti o stimolanti - che poi sono il vissuto soggettivo - purtuttavia resta capace di incamerare la totalità del suo percepito, anche se il percepente dovrà attuare un processo di elaborazione della percezione, non necessariamente razionale, che cuaserà un fluire dell'impressione rapportata alla sua struttura percettiva, più o meno comune a tutti i simili... da cui il tempo. versione B (ad alta energia): il pensare divide, il sentire unisce. (Ezra Pound) Per la versione B racchiudo il tanto nel poco senza perdere nulla... fusione si potrebbe dire... quindi alta energia (non solo la devo usare... è anche racchiusa nel risultato). Non c'entra ma da un'idea di quel che richiede racchiudere completamente l'infinito nel finito (lo spirito nel corpo). |
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Vero? Citazione:
Come ti ha già risposto Ray la questione non è le cose semplici ma la semplicità, cioè la qualità di essere semplici che si oppone a complesso e possiamo anche riprendere la discussione inerente ai complessi. So che normalmente si pensa che sia semplice essere semplici e che ci complichiamo tantissimo ma allora perchè non ci riusciamo? In parte siamo costretti da una multitudine che ci domina continuamente, siamo abituati ad essere complessi a passare per vicoli pieni di nodi e ghirigori prima di centrare il punto perdendoci spesso e volentieri in pensieri che non mirano direttamente al bersaglio.Questo perchè mirare e mantenere la mira fino al bersaglio corrisponde ad attenzione e concetrazione costante su un solo punto, io credo che questa tensione su un punto dove mira la volontà accumuli energia che poi viene rilasciata sotto forma di semplicità. Ci sono poi le tante e tante volte che ci nascondiamo dietro il personaggio che vogliamo trasmettere per cui fintanto che recitiamo inconsciamente, non siamo. Mi piacerebbe parlarne insieme ognuno di noi credo si sia fatto un'idea del perchè non riesce ad essere semplice ogni volta che dice: sarebbe così facile eppure... Per quel che mi riguarda trovo verissimo la mancanza di forza, la spinta si esaurisce perchè la molla non è caricata abbastanza, vincono così i bisogni e l'apparire. Mancanza di voglia? |
Grazie Ray e Sole, qualcosa piano piano comincio a capire.
C'è la tendenza a complicare perchè a volte la semplicità viene scambiata per la normalità e per una cosa troppo scontata. Credo che l'argomento non gioca a mio favore, perchè a volte tendo a complicare le cose, non so se centra l'argomento ma cose difficili possono riuscirmi, cose che per tutti sono semplici meno. Anche quando scrivo, mi sembra strano farlo troppo sinteticamente, e tendo a spiegare con un bel po' di parole l'argomento. Sono sicuro Sole che con qualche esempio pratico riuscirò ad entrare ancora di più nell'argomento. :C: |
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Come dice Uno, non basta avere energia, il "segreto" stà anche nel saperla indirizzare... |
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Ad esempio mi sono accorta diverse volte che quando scrivo un post in forum a seconda di quello che devo scrivere o a chi mi rivolgo tendo a complicarlo. Osservandomi ho visto che la complicazione è una causa data dalla dispersione che si genera da vari bisogni e da varie difese che si mettono in moto appena interagiamo con l'esterno, ma anche con noi stessi. Invece semplificare un pensiero e trasformarlo in parole significa prima di tutto controllare e tenere a bada i bisogni dell'interagire. Successivamente si può parlare di raccogliere quella tensione che si genera dal controllo (mai spasmodico però altrimenti si rischia di reprimere e ci fa male e non bene) ed utilizzarla per trasformare le parole semplicemente e la luce che ne emana è la chiarezza, la pulizia, con cui si riesce a travasarlo. Quindi diciamo che ad un primo livello la questione è psicologica (ma sempre di energie stiamo parlando) e successivamente il carburante preso dall'azione di osservazione e controlllo viene incanalato ed usato per lo scopo prefissato. L'energia che si raccoglie attorno al nucleo del pensiero è la non dispersione in altre cose che ci attirano e distolgono dalla vera volontà dell'essere. Se non è semplice, ci riprovo ancora e magari altri integreranno, intanto ci alleniamo alla semplciità P.S. Potremmo farne un gioco in palestra, come quello di tempo fa di spiegare le cose ai bambini... |
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L'energia che mettiamo nelle cose, per esempio in uno scritto, in un certo modo resta in quelle cose o, se vogliamo, nel "legame" che tiene quelle cose unite. Nella semplicità c'è più energia nel legame e quindi più energia può venir "liberata" in chi legge... la comprensione dello scritto libera maggiore energia, una più alta intuizione. Nella complessità ci sono più legami ed è dispersa (mentre se una cosa è confusa sono i legami stessi a vacillare, nell'esempio ho cercato di mettere due cose che comunque stiano insieme). Energia di legame un po' simile a quelle contenuta nei legami chimici o atomici... |
Per parlare e ragionare con semplicità mi viene in mente il Rasoio di Occam, che ha queste semplici regole per affrontare qualsiasi questione:
- Non moltiplicare gli elementi più del necessario. - Non considerare la pluralità se non è necessario. - E' inutile fare con più ciò che si può fare con meno. Perchè non c'è alcun motivo alcuno per complicare ciò che è semplice. Ora non credo che fare ciò richieda molta energia, la richiede solo se moltiplichiamo gli elementi di una certa questione anche quando non è necessario per dire quello che vogliamo dire. Ma la semplicità richiede anche poche parole chiare per esprimere concetti complicati, e questa secondo me dipende dal nostro modo di pensare, e anche dal fatto che se si conosce bene l'argomento questo verrà fuori con parole semplici. A tale proposito mi vengono in mente le parabole dei vangeli, che per esprimere concetti molto difficili da comprendere a persone semplici, con similitudini risultavano chiare a tutti. Forse se ci abituassimo a pensare in maniera semplice e lineare anche i nostri discorsi sarebbero tali. E come dicono Ray e Sole il sintetizzare e semplificare senza togliere nulla alla profondità del pensiero, imprigiona lì tutta l'energia che si libererà in chi lo riceve. Il problema pratico è: come si fa a rendere un pensiero profondo in parole semplici ? Anche leggendo gli aforismi si vede come in una due righe si inserisce un pensiero su cui si potrebbe fare fiumi di parole..... |
correzione
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Praticamente un salmo o un aforisma potrebbe essere come un file zip, che una volta unzippato tira fuori tutte le informazioni.
Credo che il problema energetico delle parole sia stato già affrontato in altri contesti: guardiamo ad esempio l'essenza ed il contenuto di un libro che può essere racchiuso anche nei simboli. Anche il Simbolo rappresenta la semplicità, e tutte le tecniche di divinazione si basano sul carpire intuitivamente della sequenza semplice dei simboli, la cui lettura apriva a molte cose. Tornando ai discorsi, cosa significa moltiplicare le parole in termini pratici? Che significa la pluralità? Significa che non si dovrebbero fare esempi e paragoni? :C: |
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Poi oltre al discorso dell'immagine c'è anche il fatto che molto spesso a me capita di preoccuparmi che chi ho di fronte capisca quel che vorrei passare attraverso le parole. Questo fa si che invece di semplificare intorcolo, pensando all'altro (e quindi disperdendo) mentre sto scrivendo, invece che scrivere e concentrare tutto sul concetto. Le dispersioni sono molte, e complicare credo dipenda molto anche da quanto altro "abbiamo intorno" oltre all'argomento che vogliamo esporre (il farci capire, il mantenere l'immagine che speriamo che passi agli altri etcetc). Se nel momento in cui si scrivesse (o parlasse se capita dal vivo), ci si focalizzasse solo su ciò che si vuole dire, senza preoccuparsi di null'altro, anche se apparentemente puo' sembrare egoistico, secondo me sarebbe più facile togliere tutto il superfluo.. Infine, un buon uso linguistico non serve a niente se poi ci si perde in mille cose che non siano l'argomento che si vuole trattare. Se non si vede altro che l'argomento, e si lascia un momento da parte sè stessi e gli altri , credo che sia possibile concentrare le proprie energie nella giusta maniera.. Citazione:
Per la pluralità aspetto anche io lumi, non saprei. :C: |
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ricordo una bella frase di Montanelli : dopo aver scritto siamo appena a meta' dell'opera dopo ,bisogna togliere , togliere e togliere, o tagliare , tagliare, tagliare( non ricordo). Un'altra che conferma quello che hai detto e' dei tempi del liceo : res tene verba sequentur : se una cosa ce l'hai, la conosci, le parole seguono ; |
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La questione è imparare a non dover togliere e tagliare perchè già capaci di caricare energia ed emettere semplicità. E' vero che se conosco un argomento lo so riportare chiaro e limpido (che poi non è vero sempre, ci sono persone che non sono in grado di spiegare cose che hanno chiarissime in loro, non tutti hanno il dono dell'insegnamento, la maggiorparte degli scienziati non sono in grado di spiegare ad un bambino cosa accade nell'atomo) ma qui si parla di centrarsi sull'argomento interessato e saper portare chiara anche una domanda che non si riesce ad elaborare. Non si tratta di saper spiegare, ma si tratta di lucidità mentale, o di chiarezza di pensieri e quindi di esposizione (alla luce), per far questo ci vuole eccome energia, è facile e dispersivo distrarsi e girare.. Quindi anche per trovare la domanda giusta ci vuole semplicità. |
MI spiego meglio provando a sintetizzare.
Complicazione (scrivendo un papiro prima):ho sprecato la stessa dose di energia e non ho emanato semplicità. Semplicità: ho usato la stessa dose di energia con il risultato che mi torna indietro con luce invece che con caos. Sembra facile essere semplice ma non lo è altrimenti saremmo tutti capaci di comprenderci a vicenda perchè non è solo in chi dice la semplicità ma anche in chi ascolta. |
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Ad ogni modo, la semplicità è il vertice della piramide, da cui poi si discende complicando sempre più, fino alla famosa torre di babele dove ognuno parlava una lingua diversa... La semplicità la vedo anche come l'energia che occorre mettere per far restare dritto un "filo" (ad esempio un pensiero, si usa dire infatti "ho perso il filo"), cosa non facile se si pensa al turbine della vita e alle continue sollecitazioni o influenze esterne cui può essere sottoposto... Se lo si lascia a se stesso, in pochi attimi si attorciglia su se stesso o attorno a tutte le cose che incontra, si creano nodi, e perde di semplicità... |
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In senso probabilistico con i file di testo (parole, parole, parole.....), in senso assoluto con file che hanno più spazi vuoti e/o ripetuti, un immagine molto ricca (per esempio) e piena di particolari si comprime meno di una scialba. In sostanza usando termini scientifici la zippatura sta alla fisica newtoniana quanto un ologramma/aforisma sta alla fisica quantistica. In ogni caso al contrario di quello che spesso dicono, anche quando i nostri scienziati conosceranno decentemente la fisica quantistica, avranno ancora bisogno della fisica di Newton e noi a volte di parlare di più.... non per chi ci ascolta, almeno non direttamente e solo per chi ci ascolta. |
Se prendiamo un seme in esso è contenuta la pianta stessa esso è la concentrazione mentre la pianta ne è l'espansione.
A questo punto la semplicità si potrebbe paragonare al seme, quando si dice vai al nocciolo della questione. Che presuppone un sacco di difese o di altre cose che ha ben menzionato Red e che ci fanno perdere l'energia attraverso la costruzione del molteplice. Semplice Ray in un altro 3D aveva spiegato che voleva dire intrecciato una sola volta e questo mi fa venire in mente il numero 1....(quello che contiene in se tutti gli altri gatti) Quindi per essere semplici dobbiamo aver eliminato la molteplicità per arrivare all'origine. Vista in quest'ottica la semplicità non è cosa comune e non è per niente facile. Se esiste la cosa semplice esiste anche la cosa duplice e triplice sino a molteplice quindi vorrebbe dire che è solo quella cosa e non altro, quindi qualcosa di inequivocabile. Se guardo la parola semplicità mi fa pensare a qualcosa di implicito dentro al nome alla parola. Quindi l'energia posso concentrala o disperderla nel molteplice? :C: |
Non so se la semplicità richieda energia. Probabilmente sì.
Ma qual'è il percorso da fare per arrivare alla semplicità? Per come la vedo io è l'umiltà la chiave. Laddove umiltà, Dio me ne scampi! non è l'atteggiamento del tapino che si mette in disparte o del falso modesto o di tutte quelle maschere che servono a farci accettare o peggio ancora a chissà quali poco nobili scopi. Penso a quell'umiltà che mi permette di denudarmi di fronte a voi, per esempio. E quindi di esprimere la verità delle cose. Verità relativa e imperfetta naturalmente ma, insomma......la verità del mio punto di vista........ Trovo la forza di farlo anche perchè, non me ne vogliate, sono convintissimo che gli altri abbiano debolezze quantomeno equivalenti alle mie. E dunque ascolto, cerco di andare al punto, dico la mia se penso possa essere di aiuto a me o agli altri e, infine, concludo. Spesso in silenzio.:) Sintetizzando: umiltà=verità=semplicità. |
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Poi, conoscere un argomento a fondo ti consente di avere la chiarezza per fare la domanda giusta cioe' per conoscere quello che viene dopo o per approfondire. Il punto e' , a mio avviso,che la semplicita' e' il punto di arrivo di un processo senz'altro faticoso come avviene per tutte le cose non puo' essere il punto di partenza . All'inizio e' per forza il caos. Ecco allora i consigli di uno che qualcosa ha scritto tipo Montanelli o di chi tanto tempo fa il problema lo ha gia' affrontato. |
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Nei miei post precedenti infatti lo dico, non so se hai letto, ci dobbiamo allenare ad essere la semplicità, è fatico e pertanto essendo un punto di arrivo corrisponde ad un lavoro, anzi ad un Lavoro e quindi spende energia. A sto punto non vedo la divergenza... Quel che dicevano tanto tempo fa non lo so, non sapendo a chi ti riferisci e lasciando la cosa misteriosamente in sospeso (dai che gioco un pò, ma lo fai spesso.. ), ma siccome anche se è stato già detto magari parlarne oggi con l'evoluzione attuale qualcosa cambia e non è inutile alla comprensione delle cose, essendo l'Universo in movimento, mi piacerebbe sentire te, le tue elaborazioni in merito e non cosa dicono gli altri, magari scopriamo qualcosa. Quello che dicevo sopra a proposito del fatto di tagliare e togliere non era una critica a Montanelli, che ho solo preso come spunto, anche se tutti (per fortuna) su questa terra siamo soggetti a critiche e miglioramenti, ma se si ha bisogno di togliere e tagliare evidentemente non si è ancora in grado di Essere direttamente Semplici ma ci si sta allenando. In tal senso dicevo. Lui si allenava, perchè per sua ammissione aveva bisogno di semplificare. Invece per la ricerca della domanda, se conosco un argomento a fondo non ho la domanda ho le risposte (che poi la cosa in quel caso coincide ok... ) ma appunto se sono li a cercare la domanda piena di tutte le sovrastrutture arzigolate e difese e paure e chiusure, non la troverò, ma cercherò la domanda ad esempio per fare bella figura, per apparire, non per essere ma per avere. Ecco, la semplicità corrisponde ad un Essere e la complicazione ad un Avere. |
In ogni cosa che facciamo mettiamo energia (e prendiamo energia), un continuo scambio di energie e' alla base dell'esistenza.
Si comunica un concetto per condividere con altri emozioni, per allentare le proprie tensioni, per confermare i propri dubbi, per chiedere aiuto e per molti altri motivi che transitano nella personalita' e nascono dal nostro essere. Quando esprimo un concetto metto la mia impronta che e' composta dal mio stato dell'essere in quel momento. Quando scrivo un post questo sara' frutto (condizionato) dalla mia personalita' e dal mio essere. La semplicita' e' un ponte tra quello che esprimo e quello che viene percepito da chi ascolta. Per alcuni bastano poche parole dette nel momento giusto al posto giusto, ad altri servono piu' parole per diluire un concetto che richiede un processo di digestione piu' lungo. Per analogia un concetto e' paragonabile ad un boccone che per alcuni stomaci puo' risultare digeribile mentre per altri richiede una "masticazione" piu' lunga. Le parole sono come gli elementi nutrizionali che compongono il boccone, un alimento poco raffinato ha in se' scorie che il corpo espellera', mentre un alimento raffinato arriva direttamente nel corpo con un'effetto immediato. Un esempio puo' essere il pane integrale che viene assimilato con un tempo maggiore (rispetto al pane raffinato), ritardando il senso di fame. Ritengo che non si tratti di spendere piu' o meno energie nella semplicita' ma di cosa si vuole veicolare (boccone) e quale e' lo scopo ultimo di questa azione. |
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