Ermopoli

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Faltea 18-05-2011 12.59.19

Detto così sembra che abbia le stesse possibilità di trovare l'anima gemella, ma invece le violenze sono molto ma molto più frequenti.
Non dico che non sono d'accordo col tuo discorso Uno, non trovo corrispondenza con la tua affermazione ogni violentatore ha una vittima designata, ogni vittima ha il suo violentatore.
Credo che gli esempi cha hai dato tu distinguendoli in vari tipi di violentatore possano essere raggruppati in un unico essere e che il violentatore più comune sia questo.
Vado a spiegarmi meglio...
E' un po' come l'alcool, diventa un bisogno, magari all'inizio ricerchi il vino più buono (raccontandotela), poi cercherai anche il cartone avanzato da 10 giorni...
Può esserci la prima vittima designata, ricercata e lì effettivamente trova corrispondenza la tua affermazione, ma poi "tut fa brodo"...

Ma ho capito il concetto minigonna si/minigonna no:)

nikelise 18-05-2011 13.18.42

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 99839)
Il discorso è lungo a voler esplorare tutti i particolari, dobbiamo avere pazienza. Comunque Nike lascio fuori il discorso Buddha perchè se no qui ci porta troppo fuori, pur se l'argomento è collegato, prometto di riaprirlo altrove in tempi brevissimi.

Ok trattiamolo nella sede giusta e' un bell'argomento .

Uno 18-05-2011 13.31.16

Citazione:

Originalmente inviato da Faltea (Messaggio 99855)
Detto così sembra che abbia le stesse possibilità di trovare l'anima gemella, ma invece le violenze sono molto ma molto più frequenti.
Non dico che non sono d'accordo col tuo discorso Uno, non trovo corrispondenza con la tua affermazione ogni violentatore ha una vittima designata, ogni vittima ha il suo violentatore.

Non intendevo un rapporto di 1 a 1, intendevo che comunque un certo tipo di violentatore ha un certo tipo di vittima. Si sono d'accordo che un violentatore potrebbe anche "accontentarsi" di una vittima che non è il suo tipo quando gli impulsi sono troppo forti per lui.

Edit: ma per essere chiari, è una condizione meno probabile della selezione

griselda 18-05-2011 14.35.08

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 99839)
Insomma ogni persona ha il suo violentatore come ogni violentatore ha il suo tipo di vittima ideale. I problemi sono quando si incontrano nelle condizioni "ideali".

Prendo solo questo pezzo perchè c'è talmente tanta "roba" interessante dentro al tuo post che la mia piccola mente non riesce a fare tutto in una volta.
Volevo chiedere se si può anche dire altrimenti che ogni violentatore si vuole vendicare in qualche modo di quel dolore provato? Come se volesse liberarsene sempre inconsciamente usa il sesso per far del male a quell'immagine di chi gliene ha fatto nel suo passato?
Che tipo di violenze generano un violentatore? Non tutti i violentaori vengono stuprati come dici anche tu.
Uno che violenta un piccolo lo è stato ma uno che violenta una ragazza? Non deriva da una violenza fisica quindi ?

Quello che ha attirato il mio credo sia stata la mia spregiudicatezza apparente per via della troppa libertà.
Ma potrebbe anche c'entare il trasfert perchè io non ho mai fatto violenza su nessuno fiscamente ma nemmeno mi è mai passato per la testa.
Ma poi sono stata attirata da tutte quelle persone su cui proiettavo il mio dolore, perchè se le vedevo bisognose (la chiamavo sindrome della crocerossina) ed era diventato un modo per scappare dal mio dolore credo. (poi erano tutte persone prepotenti ed egoiste)
Ma voglio capire se mi è rimasta addosso la violenza nelle psiche che non voglio perpetrare a mia insaputa o rimediare se l'ho fatto.
Come faccio a capirlo visto che non sono consapevole?

RedWitch 18-05-2011 18.42.54

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 99708)
Parte da una cosa fisica, nel regno animale l'accoppiamento ha sempre una connotazione violenta, porta sempre dolore, almeno inizialmente o comunque subentrano altri meccanismi per compensare.
Nell'umano il dolore può essere al sotto del percepibile o meno a seconda di come la mente interviene.
Se la mente se ne sta completamente fuori, il corpo se funziona bene ha tutta una serie di meccanismi per passare oltre e praticamente eliminare la parte dolorosa (un esempio banale è la lubrificazione naturale) anche se potendo rivedere tutto alla moviola una traccia rimane.
Quando la mente si mette di mezzo invece le variabili in gioco cambiano.

Anche a m questa cosa ha lasciato un po' ... perplessa, poichè in genere si associa al rapporto sessuale il piacere e la gioia, non il dolore, ma questo spiega anche il perchè di molti problemi e blocchi che si possono presentare a livello sessuale, se il dolore iniziale non si trasforma rapidamente in piacere, pur essendo il rapporto consenziente, puo' non essere piacevole ...


Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 99839)
Non sono stato chiaro fino adesso, ma sai qual'è il vero motivo di chi violenta?
Avere un dolore settoriale (non fisico) che non gli da pace e riuscire a lenirlo solo quando violentando qualcuno scarica in maniera liberatoria degli impulsi che lo rendono più simile ad una bestia.

Cosa significa dolore settoriale?

grazie:C:

Ray 18-05-2011 23.22.16

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 99890)
Anche a m questa cosa ha lasciato un po' ... perplessa, poichè in genere si associa al rapporto sessuale il piacere e la gioia, non il dolore, ma questo spiega anche il perchè di molti problemi e blocchi che si possono presentare a livello sessuale, se il dolore iniziale non si trasforma rapidamente in piacere, pur essendo il rapporto consenziente, puo' non essere piacevole ...




Credo che quando Uno dice che il dolore si trasforma velocemente in piacere intenda molto molto velocemente. Infatti parla di moviola per rintracciare i segni.
D'altronde che il sesso sia inizialmente doloroso è invece esperienza di molti... per molte donne il primo rapporto è inizialmente doloroso e può metterci anche qualche minuto a diventare piacevole. Poi la ripetizione... corpo e mente imparano a far prima.

Dolore settoriale, se ho capito bene cosa intende, è un dolore confinato in una zona della psiche... può essere un ambito, un rapporto o altro. Essendo confinato resta in loop con certi meccanismi (compensatori e non) ed è sia più difficle da essere lavorato che più tormentoso e pungente, come una spina in un'unghia del piede, ma a differenza di un taglio nel braccio non si espande per tutto l'arto.

RedWitch 19-05-2011 18.42.51

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 99908)
....
Dolore settoriale, se ho capito bene cosa intende, è un dolore confinato in una zona della psiche... può essere un ambito, un rapporto o altro. Essendo confinato resta in loop con certi meccanismi (compensatori e non) ed è sia più difficle da essere lavorato che più tormentoso e pungente, come una spina in un'unghia del piede, ma a differenza di un taglio nel braccio non si espande per tutto l'arto.


Grazie Ray, adesso è più chiaro, tra l'altro Uno diceva che queste persone difficilmente vedono il problema, dunque agisce in loop senza la possibilità di lavorarlo, a meno di non volersi disintossicare , sempre parlando per analogia dell'alcolizzato...

Faltea 20-05-2011 12.45.57

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 99950)
Grazie Ray, adesso è più chiaro, tra l'altro Uno diceva che queste persone difficilmente vedono il problema, dunque agisce in loop senza la possibilità di lavorarlo, a meno di non volersi disintossicare , sempre parlando per analogia dell'alcolizzato...

Penso che prima deve passare per la consapevolezza di fare del male, credo che pensino solo al loro bene ed ignorano l'altro/a.
Forse un miglioramento c'è nel momento che razionalizzano il male che fanno all'altro..

Non so.. ogni tanto penso di arrivarci vicino ma poi trovo tutto così... schifoso e non riesco ad andare oltre, non riesco ad immedesimarmi, mi sento sporca quando ci provo, come se il cercare di mettersi nei panni di (cosa che come sapete faccio spesso spessoicon_mrgr: e mi ci godo un sacco) mi ponga vicino ad una idea di vita che non voglio minimamente prendere in considerazione.
E mi vengono i brividi..

dafne 29-03-2012 16.38.07

Non me la sento di riaprire ex-novo l'argomento perchè c'è moltissimo da elaborare qui e perchè sono un pò a corto di risorse per fare lo sforzo di navigare da sola.

Ho colto nel discorso il concetto che la parte "violentabile" nell'essere umano sia quella femminile, indipendentemente se si parli di maschio o femmina.

La parte maschile è per sua natura aggressiva, quando per aggressivo s'intende la necessità di movimento.
La parte femminile acccoglie la parte maschile difende -offende.

Mi stò chiedendo se quel mettersi in condizioni più a rischio sia anche una situazione in cui il proprio maschile è, come dire, un pò poco presente.

Poi si subisce la violenza e la parte femminile percependo la mancanza di difesa si maschilizza" (vabbeh) generando atteggiamenti di difesa aggressiva che poi sfociano alle volte in altra violenza.
Violenza genera violenza..diceva un saggio...

Allo stesso tempo si rifiuta di vederla, moltissime donne picchiate o violentate marciscono nella vasca del "te lo sei cercata" cosa che a volte si dicono con maggior forza di quelli che le stanno intorno.

Il discorso di Uno sul dolore settoriale mi ha colpita, un dolore che si riesce a scaricare solo con la violenza.
Ma una volta scaricato cosa resta all'altro? Perchè qualcosa resta per forza.
Una forma di violenza che la psiche non riesce a digerire può essere?
Il rigirarla su altri può essere l'incapacità di gestirla e il bisogno di liberarsene?

Si complica ulteriormente quando per evitare di averci a che fare si arriva a giustificarlo. Ho una follia che mi gira per la testa e cioè che essendo incapaci, o meglio, ritenedoci incapaci di usare violenza ad altri quando la subiamo e ci sentiasmo colpevoli per non averla bloccata arriviamo a violentare gli altri (non necessariamente fisicamente) come per dire..eh se non ce la faccio io a reggere non poteva neanche quello/a...osti par quasi un cercare una giustificazione stà cosa..non sò ($) mi ci stò immedesimando troppo mi sà.

Cubo 29-03-2012 16.54.05

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 99617)
Sarei curioso di sapere che ne pensano gli altri signori del forum :).

per me è banale. una puo' vestirsi come le pare, quando le pare.
e accettarne le conseguenze, tipo: se hai una minigonna non ti fanno entrare in chiesa, oppure ti guarderanno le gambe.

se vuoi entrare in chiesa, se non vuoi gli sguardi sulle gambe, è un tuo problema. se non ti interessa entrare in chiesa e non ti infastidiscono gli sguardi, vai serena.

se io non riesco a capire che una che va in giro in minigonna è tenuta ad accettare il mio sguardo e SOLO quello, è un mio problema. e se non riesco a risolverlo, e' un problema grave.

dafne 29-03-2012 17.02.24

Citazione:

Originalmente inviato da Cubo (Messaggio 112700)
se io non riesco a capire che una che va in giro in minigonna è tenuta ad accettare il mio sguardo e SOLO quello, è un mio problema. e se non riesco a risolverlo, e' un problema grave.

Solo quello infatti, si parlava d'altro qui, di una sorta di istigazione a delinquere, non si può no daiicon_mrgr:

Quello che muove la violenza comunque non è di per sè la minigonna, altrimenti la aboliremmo e avremmo un paradiso terreste..

Ps
me l'ha postato quando ero ancora all'inizio del mio scrivere, ne deduco che è meglio che rispondo con più calma..ahhah

griselda 29-03-2012 18.38.52

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 112693)
Non me la sento di riaprire ex-novo l'argomento perchè c'è moltissimo da elaborare qui e perchè sono un pò a corto di risorse per fare lo sforzo di navigare da sola.

Ho colto nel discorso il concetto che la parte "violentabile" nell'essere umano sia quella femminile, indipendentemente se si parli di maschio o femmina.

La parte maschile è per sua natura aggressiva, quando per aggressivo s'intende la necessità di movimento.
La parte femminile acccoglie la parte maschile difende -offende.

Mi stò chiedendo se quel mettersi in condizioni più a rischio sia anche una situazione in cui il proprio maschile è, come dire, un pò poco presente.

Poi si subisce la violenza e la parte femminile percependo la mancanza di difesa si maschilizza" (vabbeh) generando atteggiamenti di difesa aggressiva che poi sfociano alle volte in altra violenza.
Violenza genera violenza..diceva un saggio...

Allo stesso tempo si rifiuta di vederla, moltissime donne picchiate o violentate marciscono nella vasca del "te lo sei cercata" cosa che a volte si dicono con maggior forza di quelli che le stanno intorno.

Il discorso di Uno sul dolore settoriale mi ha colpita, un dolore che si riesce a scaricare solo con la violenza.
Ma una volta scaricato cosa resta all'altro? Perchè qualcosa resta per forza.
Una forma di violenza che la psiche non riesce a digerire può essere?
Il rigirarla su altri può essere l'incapacità di gestirla e il bisogno di liberarsene?

Si complica ulteriormente quando per evitare di averci a che fare si arriva a giustificarlo. Ho una follia che mi gira per la testa e cioè che essendo incapaci, o meglio, ritenedoci incapaci di usare violenza ad altri quando la subiamo e ci sentiasmo colpevoli per non averla bloccata arriviamo a violentare gli altri (non necessariamente fisicamente) come per dire..eh se non ce la faccio io a reggere non poteva neanche quello/a...osti par quasi un cercare una giustificazione stà cosa..non sò ($) mi ci stò immedesimando troppo mi sà.

Grazie Daf che hai ritirato su questo
3D appena sono arrivata al post in cui si parla del dolore settoriale, che avevo rimossso, mi risalita la nausea.
Però le diverse allusioni di Uno all'alcolismo (cosa che nella vita non ho mai avuto come problema) mi ha ampliato la nausea, evidenziando che c'è qualcosa di importate di cui prendere coscienza.

La prima cosa che mi domando è se avviene come per tutte le reazioni, le avversioni che dopo aver subito un trauma qualunque attuano quella specie di reazione registrata come pericolosa dalla quale difendersi ed accendono in automatico il programma di autodifesa?
Cioè come se fossi stata ipnotizzata ed il messaggio fosse ad esempio: -ogni volta che vedi una persona che si accende una sigaretta, tu avrai questa reazione andrai verso di lei, e gliela strapparai della mani e gettandola a terra.-

E' da tanto che cerco di cavare il famoso ragno dal buco cercando di capire la violenza subita dove è andata a nascondersi in quale anfratto?
E non è la prima volta che mi sento dire all'altro: - mi fai sentire violentata.- Come se quella persona mi collegasse con l'esperienza subita. nonso.gif piango.gifnonso.gif

Mi sono anche resa conto che ancora mi da noia, anzi mi da proprio fastidio che qualcuno possa pensare e ancora peggio dire che me la sono cercata.
Il che vuol dire che non l'ho mai digerita?
Oggi rileggendo ci ho ripensato...
Allora ero una ragazza che voleva essere libera dai condizionamenti (ahahah risata è isterica) non volevo essere ne ipocrita ne repressa, in poche parole non volevo essere come gli adulti che vedevo attorno a me tristi e senza vita piango.gif rifiutavo le regole che imponevano perchè rifiutavo il loro modo assurdo di vivere.
In più credevo di essere forte, di essere intelligente, e peggio di non aver paura di niente. Era solo incoscienza.
Beh credo che quella parte lì abbia preso una tal botta....
Il mio maschile, quello che avrebbe dovuto difendermi è rimasto traumatizzato, frustrato, castrato, congelato dalla paura e dall'umiliazione, tanto che piano, piano esperienza dopo esperienza è quasi sparito?
Per tornar fuori solo ( a mia insaputa) per vendicarsi dell'onta subita ogni qualvolta qualcuno gli fa riprovare quell'emozioni vissute quella mattina di fine settembre?
Riversando su di questi ignari personaggi l'interpretazione di un ruolo che non è loro?

Cubo 02-04-2012 10.16.20

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 112701)
me l'ha postato quando ero ancora all'inizio del mio scrivere, ne deduco che è meglio che rispondo con più calma..ahhah

booh.gif


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