Portando un esempio stupido, è un po' come quando "perdoni" un bambino piccolo che, mentre lo tieni in braccio, ti ficca un dito nell'occhio perche' incuriosito. In quel caso è talmente facile sentire che se io fossi lui farei come lui che il processo è istantaneo, e già ridi mentre ancora senti il dolore.
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In estrema sintesi un mio caro amico dice sempre: -ti devi voler beeeeneee!- abbraccio:
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Ma Dio non dovrebbe perdonare sempre e comunque? Anche per l'uomo, il perdono non dovrebbe prescindere dal pentimento reale o finto (cosa che non siamo in grado di stabilire) di chi ci ha fatto un torto? Cioè io vedo il perdono come un fatto esclusivamente mio, (come il pentimento è un problema solo tuo)riguarda solo me stesso e la rabbia che ho per te, se perdono sistemo principalmente quello, poi ovviamente ciò non dovrebbe impedire di poter proseguire laddove è il caso in via giudiziale.ad esempio....il perdono non lo vedo come un'impunità garantita. Una frase che ho letto tempo fa diceva "Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai...." leggo.gif |
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fai la prima cosa solo nella misura in cui io so fare la seconda cosa. se io non so fare la seconda, non sono degno di chiedere la prima, sarebbe superbo. se ho un torto con il mio fratello, devo posare l'offerta. e devo amare il mio prossimo come me stesso, come se fosse me. non devo amarlo senza amare me. a volte il modo in cui intendiamo queste semplici invocazioni è molto meno "crudo" di quanto sia in realtà se uno ci pensa un momento. |
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nella seconda frase, e nemmeno nella prima. il perdono per me è una cosa MIA. un fatto tra me e me. posso perdonare senza nemmeno che l'altro lo sappia. |
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se poi ci infiliamo tra assoluzione e perdono facciamo notte (beh, qui è già notte). diciamo che io perdono ed è un atto mio. in questo non mi vedo giudice, non mi vedo superiore. quindi non c'e' assoluzione, che è qualcosa che "scende", mentre il perdono viaggia basso, come noi. |
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insomma, io guardo l'altro e vedo me. c'e' condivisione. siamo due poveracci, limitati. mi rivedo in lui. e mi amo, si'. magari mi darei un calcio in culo, ma mi amo. cià ragione il tuo amico. |
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Poi con l'altro che contesti te la sbrighi tu ;D |
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Ma mi domando.. rivoltando la cosa, se qualcuno mi chiede di perdonarlo, posso io perdonare se so che non c'è pentimento? Mi spiego meglio ancora... io posso non essere arrabbiata, posso non avere risentimento.. ma perdonare davvero, sciogliere i vincoli, presuppone o no che l'altro sia pentito? Rispondo anche perchè alla fine è un cane che si morde la coda. Per me no.. ma è sicuramente molto più difficile. Se l'altro è pentito il nodo è semi sciolto e se io lo perdono è as -solto, il legame è solto. Ma se non lo è... sto nodo è necessario tagliarlo con una spada per liberarsene? Alla fine sto parlando di scambi di vibrazioni che facilitano certe dinamiche. Chiaro che io posso liberarmi con un lavoro duro e fregarmene se l'altro è pentito o meno.. |
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Come faccio a stabilire se è pentito davvero o no, o se è in condizioni id pentirsi , cioè avere consapevolezza di dove, come e perchè ha sbagliato? E se poi una persona che mi ha fatto dei torti è morta o non la vedo più, che faccio non posso perdonare perchè non so se si sia pentita? |
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Ma forse è un discorso che non regge e non ha basi. Se si perdona si perdona e fine della questione. Il resto assume altre connotazioni che non sono in argomento. |
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Ci ho pensato spesso nel corso degli anni al perdono.
Il perdono presuppone accettazione. Se mi stò chiedendo se l'altro è pentito o meno non sono ancora pronta a farlo. Se perdono perdono e basta, ha ragione Sole. Il resto sono tutte dinamiche personali volte a quietare, in un modo o nell'altro, il bisogno di vendetta. Un lungo rancore mi ha sbrucicchiato negli anni e la cosa che mi rodeva di più è proprio il pensiero che non pagasse in qualche modo. In fondo questo rode, che noi si abbia perso qualcosa e l'altro niente, o peggio del peggio, ci abbia guadagnato qualcosa nel farci torto. Quello che cerco di tenere a mente è che la rabbia e il rancore sono come pesante zavorra, quindi meglio cercare il perdono che caricarsi anche dell'immondizia altrui. Chi dice di essere pentito ma non lo è se la fà da solo, nel mio se ho questa sensazione rimango in guardia e cerco di allontanare come posso, se tiriamo in ballo l'assoluzione "obbligata" dei sacerdoti credo che tutto ciò che ha di buono quel rituale si attivi solo quando la vera intenzione c'è, altrimenti nisba. Di fondo comunque se mi rode perdonare perchè non mi pare che l'altro sia sincero è facile che non sono ancora pronta IO a perdonarlo. Se poi lo perdono il legame si scioglie, è il rancore a mantenerlo in forze. stosvegli: |
Dice Zarathustra "Io ti perdono ciò che hai fatto a me, ma come potrei perdonarti di aver fatto ciò - a te stesso?"
Secondo me il perdono esula dal pentimento, cioè posso perdonare un altro anche se non si è pentito, perchè il pentimento riguarda solo colui che ha commesso la colpa, mentre il perdono di chi ha subito può accadere anche senza pentimento, anche con il rifiuto del perdono. Mi sembrano due cose separate. Può accadere il contrario, chiedo perdono dopo essermi pentito e non lo ricevo. Comunque mi prendo il beneficio del pentimento, con la redenzione anche se l'altro non mi perdona. |
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Si torna al discorso di Cubo, che condivido in pieno. La negazione del perdono, la nostra non disponibilità a perdonare, nasconde l'intima (a volte neanche tanto) convinzione di essere migliori di lui. E soprattutto l'intimo proposito a voler mantenere questa distanza di valore. |
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Ditemelo quanti ne avete visti che lo chiedono veramente ? Se la risposta e' quasi nessuno questo discorso non ha senso . Ma , mi dirai , puoi perdonare anche se non te lo chiedono .......si vabbe' allora non si pone il problema perche' il perdono ha come presupposto il recupero di qualcosa tra due o piu' persone . Altrimenti non e' perdono ma stare in pace con se stessi , ottima cosa ma altra cosa . |
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Perchè ci sia il recupero del rapporto con l'altro occorre la volontà di entrambi ma il processo credo sia individuale e non so fino a che punto sia influenzato dall'altro. A volte chiedere perdono vuol dire voler scaricarsi della propria responsabilità passandola all'altro, cioè se chiedo perdono e non me lo concede sono fatti suoi, ore è responsabilità sua perdonare e recuperare il rapporto. A me sembra più facile chiedere perdono che perdonare. |
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Non riesco proprio ad esprimere qual'è il mio punto. Penso un modo e ci torno. |
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