La Matematica (i Numeri)
La matematica è la Scienza per eccellenza. Questo vale specificatamente in questa sezione, quindi parlando di "scienze" nel senso moderno del termine, infatti tutte le altre scienze per definirsi tali usano la matematica, mentre essa può fare a meno di qualunque altra, ma vale anche in tutto il forum in generale, per quanto riguarda tutti gli argomenti cari a questa cittadina. La parola "matematica" vuol dire "insegnamento".
Lo studio dell'esoterismo richiede delle basi matematiche. Di più: richiede la conoscenza di alcuni basilari procedimenti matematici, in quanto questi procedimenti sono a loro volta alla base dello stesso pensiero, senza definirlo meglio, quella cosa che ci permette di collegare. Questa necessità viene dal fatto che studiare matematica corrisponde a studiare simbologia. Essa infatti studia le correlazioni di concetti astratti a cui si da il compito di rappresentare la realtà. Cercando le Leggi dietro al mondo fenomenico essa dunque tende alla ri-salita. Si può definire la simbologia allo stesso modo. Non voglio annoiarvi con lunghe introduzioni, mi limito a proporre uno studio serio sulle basi di quella che chiamiamo matematica (altri tread su geometria e altro seguiranno). Per basi intendo più o meno quel che si fa alle elementari (o si dovrebbe fare). Perchè serio? Perchè a mio avviso al giorno d'oggi quel che viene insegnato a scuola non è che l'ombra, il simulacro della matematica e da ciò dipende la maggior parte dei cattivi sentimenti e delle false "mancate predisposizioni" oggidì così comuni. Cattivi sentimenti e false mancate predisposizioni che poi si traducono in mancate comprensioni a fondo di concetti dati per scontati ma per nulla semplici in realtà e che invece, se capiti a fondo, aprono la Mente in modi che pochi riescono ad immaginare. Prima di concludere mi preme dire un'altra cosa. Moltissime persone associano alla matematica qualcosa che chiamano "fredda logica". Questo corrisponde a quanto di più lontano dalla realta ci possa essere. Come prima cosa la logica non è fredda ma rigorosa. Ma più importante di tutto la matematica, quella vera, è enormemente emozionale, richiede logica e intuizione quasi nella stessa misura ed è capace di produrre nell'essere quelle emozioni "intellettuali" che si ottengono solo quando si coglie un collegamento nuovo, quando qualcosa "torna". Nulla più della matematica permette di "scoprire". La matematica fatta bene richiede e sviluppa l'uso di entrambe le parti del cervello. Solo per fare due esempi riduttivi, la matematica nascosta nella Divina Commedia e l'esplosione di Archimede (eureka!) mostrano decisamente quanto sia "fredda" se usata bene. Mi fermo o mi scappa un'ode... lascio ad eventuali commenti prima di partire coi numeri (forse il concetto più difficle che esista)... |
Sinceramente...ho sempre avuto problemi ( ma guarda un po..icon_mrgr: ) con la matematica.
Quella, per cosi dire, insegnata a scuola, quella tradizionalmente seguente programmi ministereriali ( che avranno pure la loro utilità sicuramente ) non mi ha mai " attirato" più di tanto, anche se, devo dire, enormemente interessante. Sicuramente per una sorta di svogliatezza derivante da una "chiusura " nei confronti di " una " matematica, come hai detto te, per certi versi " fredda ". Nulla di più sbagliato ma questo, ed è l'altro aspetto, trova la sua fonte anche nel trasmettere, o anche trasmettere parzialmente, e per quello che si può, "concetti freddi " ovvero sia privi di quella passione che l'insegnamento e dunque l'insegnante dovrebbe possedere. Devo aggiungere che non lo trovavo inutile - anche se a volte la mia passività innanzi a concetti matematici era enorme e a questa svogliatezza sostituivo l'inutilità della materia - ma se per un verso pensavo che non sarei mai arrivato a capire un concetto, per l'altro rifiutavo la " freddura " con la quale il Prof veniva a lezione ed elargiva ragionamenti interessanti ma freddi per l'appunto. Capisco allora cosa si intende quando si parla di fredda logica. Certamente, poi, il tutto risultante dalla mia incapacità di chiedere di esser chiarito un concetto o un ragionamento ( matematico nella fattispecie). Vabbè...tutto questo per dire...che leggo martello.: |
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Ma veniamo al concetto di numero. Sopra ho detto che è uno dei concetti più difficili che esistano, eppure fanno parte del bagaglio di nozioni di tutti. Tuttavia, per rendervi conto di quanto vado sostenendo è sufficiente che proviate a dare una definizione di numero. Chi ha voglia provi a pensarci e fare dei tentativi... mi interesserebbe molto sviscerare i percorsi mentali e le varie difficoltà incontrate. Per anticipare qualcosa dico che, generalmente, il numero viene considerato un'entità astratta (non sensibile) che serve per descrivere una quantità. Questo non fa altro che spostare le difficoltà - e neanche tutte - sul termine quantità. Si finisce in filosofia e non vorrei appensatire il tutto più del necessario, accenno solo per il momento che ci scontriamo con la "quantità" quasi da subito nel nostro percorso cognitivo del mondo, forse già dalla prima partizione: me-altro da me. Attualmente si tende a utilizzare il concetto di "insieme" per parlare di numeri. Si sfrutta una struttura da applicare a qualcosa che è prettamente intuitivo... ed ecco che "due" indica l'insieme delle mie mani, ma anche per indicare l'insieme delle zampe di un gatto mi serve "quattro". Tecnicamente si rileva una corrispondenza biunivoca (terminologia che vedremo) tra i numeri e degli ambienti semantici... quindi una correlazione con qualcosa altro. Questo in sintesi (ma se non si capisce approfondiamo - è più importante di quanto si possa pensare) il motivo per cui alle elementari si inizia dall'insiemistica... motivo abbastanza valido a mio avviso... lo spiegassero sarebbe pure meglio. Nonostante ciò (collegamento con ambiti semantici o "insiemi"), ovvero il collegamento tra numero e contesti di riferimento, il numero si ostina ad esistere anche deprivato di tali contesti. Dimostro subito quanto dico: ognuno di voi può fare questa esperienza... pensare un numero o il concetto di numero, senza collegarlo a nulla, neanche al segno con cui viene indicato. E' una specie di piccola meditazione a tema... se provate (e vi ci sforzate un pochetto) potreste avere delle sorprese... Proseguendo (ovviamente possiamo tornare su qualsiasi punto) asserisco qualcosa di forse inaspettato. Quel che viene normalmente inteso come "numeri" in realtà non esiste. Di solito la gente pensa che ci siano molti numeri, alcuni pensano che ce ne sono 10 e le loro combinazioni, la stessa matematica, per semplificare i termini, dice che i numeri sono infiniti. In realtà esiste solo il numero 1. Tutti gli altri non sono numeri nel pieno senso del termine, sono solo delle cifre o dei segni che indicano brevemente sequenze più o meno lunghe di uni. Già dire sequanze è inesatto... una sequenza, una sequenza di sequenze e via così sarebbe meglio... Che cosa vuol dire? Che l'unico vero concetto è il numero 1, tutto gli altri sono ripetizioni di quel concetto... concetti figli che, se analizzati, dipendono direttamente dall'uno, mentre egli non dipende da nessun altro. In matematica servono solo due cose: il numero uno e la sequenza, ovvero quel che in realtà è una pratica: contare. Forse post un po' complesso... pausa per interventi. |
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manata.gif Si possono richiedere ripetizioni ? piango.gif martello.:martello.:martello.: Grazie |
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L'unica cosa è che non abbiamo ancora detto nulla di "+"... diciamo per adesso che esiste gatto e gatto e gatto e gatto... |
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Anche per me il termine numero definisce qualcosa di astratto, che non fa parte della mia realtà, pero' nello stesso tempo, è significa avere un riferimento ben preciso. Un gatto è un gatto.. due gatti sono due... se penso ad un solo gatto posso visualizzare la situazione mentalmente , idem se penso a due gatti etc. Paragonerei il numero ad un alfabeto.. le lettere messe una vicino all'altra ci permettono di comunicare, e lo stesso vale per i numeri, è una forma di comunicazione.. Citazione:
senza altri collegamenti (l'ambiente?)non potrei avere un concetto di numero... Citazione:
Quindi è dall'1 che deriva tutto il resto.. (toh icon_mrgr:) |
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Ma se guardo le mie mani vedo che sono due volte una mano, ognuna con cinque dita.... Citazione:
Per esempio, se io sono una e ho due mani che hanno dieci dita, per rappresentare questo scriverò 10 per dire che la sequenza è completa, cioè con lo zero indico che si può ripartire per iniziare un'altra sequenza.... |
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Non fate battuttacce icon_mrgr: |
si... ora magari associaci gli "annessi" e ottieni il numero 3...))))
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Poi guardati allo specchio Turi e vedi un 6...
Dai... non costringetemi a cancellare post, non mi piace farlo, il discorso è interessante ed è peccato frammentarlo. |
sono d'accordo sull'uno come "membro" (fonte maschile)
1 poi è anche aleph in ebraico ed è rappresentato dalla rosa mistica |
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Confesso che ciò che hai consigliato e cioè indagare sui rapporti con le figure maschili di riferimento per indagare di conseguenza sui problemi che ho con la matematica ha determinato un po di curiosità ma probabilmente questa non è la sede adatta per parlarne. Continuo dicendo che anche quando cerco di immaginare un insieme ( ad esempio due alberi o due mani ) ci vedo l'uno. Come se l'insieme "uno" racchiudesse il due ( alberi ); l'altro insieme " uno " racchiudesse, come prima, il due ( mani ). Certo qui il collegamento con l'ambiente è inevitabile. Il concetto mi pare venga riempito da ciò che troviamo in natura ( ad esempio le " quattro " zampe del gatto, il cui insieme " uno" racchiude il quattro ). Senza questi collegamenti, credo, potrebbe rivelarsi abbastanza difficile il " richiamare " il concetto stesso di numero ma probabilmente mi sbaglio. Va a finire che a botta di sbagliare inizierò ad imparare la matematica martello.: Ad ogni modo, in riferimento al neretto su, mi rendo conto, per difficoltà mie, che non riesco a " pigliare" ciò che mi serve, per cui se possiamo approfondire...sono certo che mi serve. |
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nel senso di aumentare...gonfiare...manata.gif quindi anche se numero (singolare) porta l' idea dell' unità...è un insieme di cifre che portano al valore (si può dire?) del numero stesso... nonso.gif |
Bene bene bene, sono uscite parecchie cose interessanti. Rispondo ad uno alla volta che, come stiamo iniziando a vedere, è l'unico modo possibile di procedere.
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Nell'alfabeto tutte le lettere hanno lo stesso valore, ovvero ognuna è riferita ad un suono. Anche se volendo si potrebbe fare una gerarchia, ognuna esiste di per se. La F non necessita della A e della B per esistere. Per i numeri non è affatto così. Le notazioni che siamo abituati ad usare, ovvero le cifre usuali come 2, 3 ecc. rappresentano diverse ripetizioni dell'1. Ma invece del segno 2 o 3 potremmo usare qualsiasi disegno con lo stesso significato o, come facevano i romani (sui numeri romani torniamo) indicare II e III o potremmo inventarcene altri. Il fatto è che, qualunque notazione volessimo usare, avremmo bisogno di basarci sulla nozione di unità. Sul concetto di numero 1. Il punto è che non esistono i numeri, esiste solo il numero uno (con qualunque segno vorremmo esprimerlo). In quelli che noi chiamiamo numeri esiste una gerarchia precisa. L'uno determina tutto e gli altri sono sue conseguenze che potrebbero benissimo non esserci... potremmo scrivere qualsiasi cifra con file di uni più o meno lunghe. Stessa cosa per il pensiero... possiamo immaginare qualsiasi numero, ma se non abbiamo l'immagine di "uno" anche le altre spariscono. Mi rendo conto che quanto sto dicendo è assai inusuale e faccio fatica a trovare modi diversi di esprimere (continuerò a sforzarmi), purtroppo ciò è dovuto alle false idee che ci viene permesso di cristallizzare in tenera età... come l'idea che tutti i numeri valgano lo stesso dal punto di vista qualitativo... che sia 2 o 3 concettualmente poco importa è vero, ma l'uno è tutta un'altra storia. Vi prego di pensarci, di far rimbalzare in voi questa idea, magari mi aiutate a dirla. Il fatto che vi abbia proposto una piccola meditazione non è un caso... si tratta di uno dei concetti più difficili, richiede intuizione... e la comprensione profonda di quel che dico (che esiste solo l'uno) è un piccolo satori. Vabbeh, ci torneremo, passo avanti. |
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Tu a scuola eri una di quelle che anticipavano i discorsi no? Gli insegnianti li trovano insopportabili boccaccia: abbraccio: |
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Sicuro di avere (ancora) problemi con le figure maschili? icon_mrgr: |
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Per sviluppare l'intuizione, sperando di non incasinare, aggiungo che la parola "numero" è connessa con "Nume" e con "nemesi" (che riporta al concetto di dividere, di partizione... un "uno" lo colgo quando determino qualcosa, come ad esempio me/altro da me) |
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sorryabbraccio: Grazie Leggo e divoro assimilo a gradi.fiori.gif |
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La pallina è 1... Se penso ad (1) penso al manifesto... quello che emerge dal nulla di quel piano considerato ovvero (0)... Le sequenze di (1) determinano le gerarchie... quelle che indichiamo con 2,3,4,5,6,7,8,9 sono gerarchie di numeri... 0=0 1=1 2=11 3=111 4=1111 5=11111 6=111111 7=1111111 8=11111111 9=111111111 10=10 11=10 12=110 ... etc in questo caso lo zero determina il "ricordo" di un piano precedente... di un livello Siamo abituati a ragionare in base 10... ma si possono utilizzare differenti basi... binaria: 0=00 1=01 2=10 3=11 oppure.... in ottale... 0,1,2,3,4,5,6,7 esadecimale... 0,1,2,3,4,5,6,7,8,9,A,B,C,D,E,F ...le basi numeriche le vedo come livelli, piani... |
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Hai acceso una lampadina... :wow: |
0= assoluto immanifesto
1= assoluto manifesto fatto di molti uno assemblati e che costituiscono insieme una "somma" di uno (ammappus questi insiemi) mi viene in mente ciò banalmente |
1 Allegato/i
Ho pensato potesse essere carino mettere i vari numeri del passato.
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Sottolineo quanto detto da RedW... può servire a qualcuno. Ripeto: questo concetto è tutto meno che banale quindi meglio ripeterlo una volta di più che una di meno. Se non lo si com-prende il resto è inutile (dico davvero... inutile). |
Premesso che Grey mi ha fatto un favore (utilizzeremo l'ottima faccenda del pallottoliere) ribadisco che a mio modo di vedere, prima è necessario introdurre gli altri numenri (siamo ancora all'uno) e poi si potrà cercare di parlare dello zero. Perchè? Perchè in realtà non abbiamo la più vaga idea di cosa sia (se ci basiamo sul niente imparato a scuola ovvio)... abbiamo una scarsa idea anche dell'uno, figuriamoci lo zero.
Infatti Citazione:
Ma come può l'uno avere dei complementari (ad esempio) se è "uno"? Iniziate a intravedere la sua importanza? PS (x Turi): lo zero come passaggio tra piani diversi di manifestazione ma collegati come lo vedi? |
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