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Identifichiamo la tipologia di morte in questione oppure passiamo in rassegna tutte le tipologie di morte. O si procede per esclusione o per individuazione. |
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Non mi dirai comunque che il suo comportamento è adattivo... e inoltre, se la morte della bambina, come stai sottintendendo, andrebbe ricercata, perchè non smetti di respirare? Ho capito che la fiaba parla di fantasie distruttive, però nell'analizzarla cerchiamo di restare nella realtà. sempre se vogliamo trarci qualcosa di utile, sennò per carità, ognuno fa come gli pare. |
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Alla morte iniziatica si sopravvive (o perlomeno si tenta). La bambina della fiaba muore. Il che ci dice che non si tratta di questo. Abbandonerei questa linea interpretativa in quanto disattesa dalla realtà, che in questo caso è rappresentata dalla narrazione. Non lo dico per te, ma per il fatto che sono stati richiesti spunti di appoggio... e appoggiarsi sulle nuvole si rischia di farsi male. |
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Edit: non tralascerei in parallelo quelle che vengono definite come piccoli misteri o iniziazioni o come le chiamate |
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C'è un punto fondamentale, nel rapporto tra psico ed eso, su cui si rischia di raccontarsela alla grande. Generalizzo. Leggo in giro e vedo molti che sono portati a pensare che ciò che è insano da un punto di vista psicologico, come ad esempio coltivare una nevrosi, è invece bene spiritualmente. Le cose però non stanno così, ciò che fa male alla psiche e all'equlibrio psichico dell'individuo, fa male anche allo spirito e all'evoluzione spirituale dell'individuo. In pratica non possiamo dire che, per esempio, psicologicamente la bambina si perde e spiritualmente si trova. O si perde o si trova. Quindi se si vuole sostenere che la bambina compie un viaggio iniziatico, allora deve compierne anche uno individuativo... cosa che dalla narrazione non risulta, o almeno io non lo vedo proprio. Anela invece e torna nell'indifferenziato, senza aver costruito nulla. Ribadisco che convincersi e convincere che ciò che è disequilibrio psichico può avere risvolti evolutivi spiritualmente è pericoloso ed è un raccontarsela alla grande. |
tuo giudizio, ribadisco
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Ho usato i fiammiferi per accendere i miei desideri, le mie paure, i miei difetti e miei talenti. Solo che a un certo punto sono rimasta bloccata nella fiaba. Il dolore non andava via. Non riuscivo a risolvere la sofferenza della bambina. Il fatto che la bambina poco prima di morire realizza i suoi desideri seppur nell’illusione di una fiammella che le permette anche di morire nella sensazione del caldo abbraccio della nonna, più che una morale è una consolazione per il mio inconscio. In fondo quando una persona muore, specialmente in giovane età, magari in seguito ad un brutto incidente, qual è il pensiero che consola se non quello di voler credere: “è morto sul colpo, almeno non ha sofferto”. Le persone anziane invece hanno la convinzione che quando sta per arrivare la morte, l’anima di un parente caro viene ad guidare il moribondo nell’aldilà, così non è solo e non ha paura. In questa versione psicologica non posso distaccarmi troppo dal mio vissuto, paure e convinzioni comprese. E’ consolatorio il pensiero che gli attimi precedenti la morte li ha vissuti giocando e nell’amore della nonna. Se hai un'elaborazione diversa, più corretta ho piacere di confrontarla. |
scusate ma se questa frase realmente c'è nel testo della fiaba... direi che qualcosa sfugge
" Non potevano sapere che la nonna era venuta a cercarla per portarla in cielo con lei. Nessuno di loro era degno di conoscere un simile segreto! a mia lettura e comprensione questo finale dovrebbe far presupporre che i passanti qualcosa non hanno compreso di molto importante. o mi sbaglio? quindi esotericamente, psicologicamente o come si voglia... non è la fiammiferaia la "perdente" nella fiaba... |
Il succo della differenza sta qui.
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Il fatto che ti sei ritrovata nel vissuto della bambina non significa che quel che la bambina fa sia risolutivo. Chiaro che però la fiaba può darti molti spunti. Uno aveva buttato lì la questione che i fiammiferi son fatti di zolfo... lo stesso odore, si racconta, che ha a che fare col demoniaco (non sto dicendo che Uno intendesse questo, non lo so ovviamente, non sono nella sua testa). Però già il semplice fatto che nella fiaba i fiammiferi siano fatti per venderli (elaborazione di una materia prima) e che lei invece li usi per se, e inoltre che normalmente servano per accendere un fuoco alimentato poi da altro e che invece lei li usi di per loro dovrebbe mettere sull'avviso. Riflessione che, per dire, andrebbe considerata da tutti noi, qualunque sia lo zolfo con cui abbiamo a che fare. |
scartabellando ho trovato anche questo finale
"Ma nell'angolo tra le due case, allo spuntare della fredda alba, fu veduta la piccina, con le gotine rosse ed il sorriso sulle labbra, - morta assiderata nell'ultima notte del vecchio anno. La prima alba dell'anno nuovo passò sopra il cadaverino, disteso là, con le scatole dei fiammiferi, di cui una era quasi tutta bruciata. "Ha cercato di scaldarsi..." - dissero. Ma nessuno seppe tutte le belle cose che aveva vedute; nessuno seppe tra quanta luce era entrata, con la vecchia nonna, nella gioia della nuova Alba." |
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Invece la bambina della fiaba muore (mi rendo conto che è la terza volta che constato l'ovvio, ma tant'è...) e se dopo morta sale in cielo, che sia consolatorio o meno, ossia che sia un ritorno all'indifferenziato come io propugno da cui comunque in seguito dovrà, in altra forma, non più quella bambina, staccarsi qualcosa, c'entra relativamente. La bambina esce comunque sconfitta dalla vita, la sua salvezza è la morte (che il popolino non sia consapevole del seguito non è certo una novità), mentre nelle fiabe in cui il/la protagonista si individua avviene l'opposto. |
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Infatti, non risolvevo con i miei fiammiferi, era solo il bagliore di ciò che volevo realizzare ma senza vera realizzazione se non quella illusoria. La bambina dentro di me mi permetteva di sopportare una realtà non soddisfacente ma da cui ero dipendente attaverso i fiammiferi, cioè quei desideri che mi illudevo di poter realizzare e non sapevo uscirne se con la morte del rapporto che l'ha evocata. La morte come evento liberatorio, ma di una sconfitta di ciò che ho vissuto come illusoriamente realizzante. Tuttavia ho avuto bisogno di sapere la bimba morire felice per non sentire più l'eco della sua sofferenza. E' terribile dover accettare una sconfitta totale dalla vita. |
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Tutto un contorcimento di illusioni per non accettare che puoi anche andarci più diretta. Lo so che c'è una cosa che ti spaventa nell'andare più diretta, ma se ci giri intorno non la risolvi. Citazione:
C'è una cosa che non hai ancora realizzato, niente e nessuno ti costringe ad identificarti per sempre con questa bambina. Ti ho elaborato la fiaba perchè tanto non ti ho tolto nulla, devi affrontare la paura dell'andare diretta, quella nessuno può farlo per te. |
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Anche quest'ultima illusione è andata... Citazione:
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GRAZIE. |
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prima di trovare quel finale (c'era qualcosa che mi stonava) se avessi scritto avrei scritto più o meno quanto hai scritto tu sulla fiaba in se, sui fiammiferi ecc. ecc. quel finale mi lascia (in parte) ancora qualche dubbio. Bada bene, la tua spiegazione non fa una grinza. ma non so c'è come un qualcosa che non mi finisce di quadrare. |
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Ho cercato... il finale che riporti è originale. Solo per la cronaca comunque, resto del parere che ho espresso.
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Bon magra consoloazione... |
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La vita costruita sulle illusioni è come un sogno da cui non ci si potrebbe mai svegliare. Dalla vita alla morte. Ma non credo che l'autore, per niente stupido e banale, abbia voluto soffermarsi solo su questo. |
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Scusami 'ayn, non volevo ignorare il tuo intervento, è che non volevo distogliere l'attenzione dallo psicologico. Avevo elaborato ma non concluso, o almeno la conclusione era provvisoria, mi mancava ancora qualcosa per completare. Credo che Uno abbia capito che da lì non spostavo finchè non avrei ottenuto la risposta che cercavo. Per me è stato un ottimo lavoro e ringrazio davvero tutti per avermi dato questa opportunità.fiori.gif Ora se vuoi il discorso lo possiamo continuare su un altro aspetto. |
La prima cosa che ho notato è che la bambina non cerca qualcosa da bruciare, della carta o un pezzo di legno... Usa i fiammiferi, piccoli e insignificanti, con i quali non può certo sperare di scaldarsi veramente. Però quei fiammiferi sono anche la sola scintilla in grado di poter far scaturire un grande fuoco (se preparato, se raccolta la legna etc..), ne abbiamo tanti nell'arco di una vita intera, ma lei li fa fuori tutti in una sola notte...
Anche per noi mi sa, quando avremo finito tutti i fiammiferi calerà il sipario, se non saremo stati in grado di accendere e alimentare un grande falò... |
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Oppure accendiamo il fiammifero senza coscienza, la stacchiamo o l'abbiamo già fuori e non curanti sprechiamo le risorse (faremmo al contrario dei 7 nani). Altra possibilità sta nel fatto di accendere il fiammifero finalizzato all'uso della luce, forse perchè mi illudo che la luce mi dia pure calore, cosa giusta ma poi è la qualità e la quantità di questa luce che fa la differenza, quindi il non sapere calcolare o ponderare cosa ci serve o quanto o per quanto, insomma consumare tutte le energie illudendosi che lal sola luce possa salvare anche dal freddo. |
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