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Sole 05-12-2006 11.09.53

i mestieri
 
Riprendendo Kael e i mestieri da qui ..

..mio padre è un artigiano, e lavora con le sue mani, mani grandi e forti.
Confeziona scarpe su misura per persone che hanno malattie particolari o che non possono usare scarpe normali per qualsiasi motivo. Una sfida la sua. Vinta ogni volta. La gratitudine che riceve dai clienti lo dimostra lo chiamano maestro e lui si "giuggiola".. beh giustamente dai..

Quando ero piccola lo guardavo lavorare.. ma mi piaceva soprattutto osservarlo mentre immaginava e creava nella sua mente la giusta posizione in cui il piede malato avrebbe dovuto stare per poter far camminare le persone senza bastone o senza (addirittura) sedia a rotelle.
Ricordo che fissava una forma di legno, la guardava con gli occhiali messi di rovescio sulla fronte ed era così assorto dentro ciò che vedeva.. aveva già nella mente la sua creazione. Quando iniziava non sbagliava mai, già aveva previsto tutto. Metteva dentro la sua opera tutto se stesso.
Avrebbe potuto arricchirsi, avrebbe potuto farle in serie.. ma non lo fece mai.. creava e non si vendeva. Diceva: il padreterno mi ha dato l'intelligenza .. altrimenti mi avrebbe dato la fortuna.
Lo fà ancora che ha 80 anni. Non più con i ritmi di prima, non più con la fantasia di prima.. ma ancora si alza e va a creare. Come se trasferisse se stesso in ciò che fà. Come se vivesse lui stesso in ciò che fà.

Un giorno gli chiesi di farmi un paio di stivali.. gli dissi come farmeli e come li avrei voluti .. ancora rido se ci penso a come mi guardò ahah .. mi disse: senti bella, ti dò i soldi e vatteli a comprare a me così non piacciono e non ho intenzione di farti camminare come una papera... e poi faccio solo cose che decido io e mi deve piacere farla!
Si, io risi e poi me li fece come voleva lui .. anche se ci mise qualcosa che piaceva a me.. ma lo disse chiaro, creava solo se ciò che era la sua creatura lo riempiva di se.

Beh, ovviamente nessuno ha imparato da lui la sua arte, a nessuno dice i suoi segreti, a nessuno fà vedere come fà a mettere in posizione ed allineare il corpo intero.. e da nessuno ha imparato.

questo è il papà che ho amato..

Grey Owl 05-12-2006 11.18.36

Grazie Sole... ho pianto di gioia e commozione nel leggere il tuo racconto... hai messo in queste righe parte del tuo grande amore per tuo padre... persona magnifica... Signore di altri tempi...

In questo l'arte... impara l'arte e mettila da parte...

L'arte la si insegna quando ci sono i presupposti... quando il maestro incontra l'allievo... ma non e' scontato... e' un incontro raro...

E cosi' anche l'artista incontra il Maestro... e l'insegnamento e' grande.

Sole 05-12-2006 11.31.52

E' un uomo che ha ricevuto molto amore per aver messo molto Amore nelle sue creazioni.

Credo che un artista sia questo, si manifesta attraverso ciò che promana da lui.

griselda 05-12-2006 11.41.28

Grazie Sole ho recuparto un ricordo di mio padre, grande amore della mia vita abbraccio: lo ricordo la domenica mattina mettersi sul balcone con quell'aggeggio strano di metallo con tre sporgenze, non so come si chiami, con pazienza forbici chiodini martello e pezzi di cuoio e gomma risuolava le scarpe o cambiava i tacchi. Ero piccina, piccina ma ricordo che mi piaceva guardarlo ammiravo la sua concentrazione ed avevo timore che potesse schiacciarsi le dita col martello. icon_mrgr:
Non era un calzolaio di professione ma era il mio papà meraviglioso che mi rimetteva a nuovo le scarpe e il cuore.bacini.gif

Kael 05-12-2006 22.05.05

Anche mio nonno faceva le scarpe.
Aveva le mani grandi e ruvide di chi lavora il cuoio tutto il giorno. Ricordo quando da bambino andavo in bottega con lui, i giorni che non avevo scuola, mi svegliava col buio quando la città era ancora immersa nel sonno e dalla cucina arrivava il forte aroma del caffè appena fatto. Poi, quando iniziava ad albeggiare, lui era già che stava tirando su la serranda della bottega... Adoravo quel posto... era magico e pieno di ogni sorta di attrezzi, punteruoli, morse, coltetti... Il posto ideale per i sogni di un bimbo.
Mezz'ora dopo che aveva aperto, arrivava l'aiutante di mio nonno... Non era un giovane apprendista, ma uno strano vecchietto dell'età di mio nonno... Era da quarant'anni che gli faceva da aiutante, e sebbene lo stesso mio nonno gli aveva proposto di mettersi in proprio, perchè ormai l'arte l'aveva imparata e avrebbe potuto fare più soldi, lui continuava a restare là, fedele al fianco del suo amico/maestro.
Io li guardavo lavorare, mentre costruivano nuove scarpe o ne sistemavano di vecchie portate dai clienti, in assoluto silenzio. Nessuno dei due parlava e ai miei occhi parevano così affiatati che si passavano gli strumenti prima ancora che l'altro avesse fatto in tempo a richiederli... se li passavano di mano in mano senza nemmeno guardarsi... Era come se non avessero bisogno di parole perchè "uniti" dal mestiere... Alle volte, sembrava quasi che a riparare le scarpe fosse un solo uomo con quattro mani...
E poi ricordo che mio nonno, per "ripagare" l'amico dell'assoluta devozione con cui lavorava per lui, spesso gli portava prosciutti o fiaschi di vino, come ricompensa... Ricompensa che però l'altro da una parte accettava, ma dall'altra si fermava ancora di più in bottega, fino a tardi, fino a sera inoltrata... bon oltre il suo orario per "meritarseli"...
Era comunque sempre mio nonno a lasciare la bottega per ultimo. Arrivava col buio e se ne andava col buio... La bottega era la sua vita, e come dice Sole, non lo faceva per i soldi, ma per dare forma a quei pezzi di cuoio e di pelle che, ormai, gli erano talmente familiari da saperne valutare la bontà solo dall'odore...

Questo è il nonno che ho amato... abbraccio:


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