Paletti...
Per comprendere chi siamo generalmente fissiamo dei paletti intorno a quello che vediamo come nostro territorio... in senso reale o metaforico...
Esempi Ritengo di essere un tipo che all'esame posso prendere 27 Penso di poter meritare 2000 euro al mese di stipendio Sono tipo da non poter guidare un auto meno di 1600 di cilindrata.... Mi vedo pesare sui 80 kg etc etc Sono esempi assurdi... ma per denotare quanto non siamo coscienti (spesso) ma costretti entro certi... schemi? Limiti? Non voglio riportare la discussione sui limiti che abbiamo già un pò affrontato da qualche parte... ma sul fatto che siamo noi il più delle volte a fissare dei paletti su basi inconsistenti.. lo facciamo per avere dei riferimenti... il vuoto ci destabilizza... dei paletti ci danno dei punti dove orientarci.... lascio a voi la discussione intanto... |
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I paletti, i riferimenti, li fissiamo, in base a come vediamo la nostra realtà a mio parere... ma anche in base a schemi che crediamo imposti dalla società...
"Ho un' intelligenza media".. e chi mi dice qual'è la "media" ?... Lo stabilisco io... "Se dimagrisco, sarò guardabile" (soio.gif ) guardabile per chi, da chi?... lo stabilisco io... etc etc.... Il tutto, è sempre rapportabile al fatto, che mi do, un "obiettivo" che stabilisco io, in base... al niente... per avere appunto , una "sicurezza", che poi sicurezza non è.. perchè i paletti, alla fine, li modifichiamo in continuazione.... secondo il momento.. Pero'... una volta compreso, che quei riferimenti, in realtà, non sono riferimenti, ma un'illusione .... che l'unico riferimento per me stesso, sono io... i paletti.. si smontano... uno ad uno... |
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Cedo che sia abbastanza complicato smontare un paletto anche ponendo l'attenzione dovuta. Questo perchè è talmente radicato che è difficile estirparlo; paradossale invece la modificazione del limite, che viene ad essere spostato ogni qual volta, in quel momento, assumiamo altri punti di riferimento che " ci fanno comodo " per quel tratto di esperienza che è la vita.
Ritornando al radicato, naturalmente tutto è improntato sullo " schema" che anche da fonti esterne, abbiamo assunto ovvero impresso come base dalla quale partire ed ovviamente affidarci per potere rimanere saldamente attaccati a quello che definiamo reale, certamente senza vuoto. |
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Sono giunto da poco alla consapevolezza che i "paletti" non mi servono.
E' stata una liberazione incredibile, consiglio vivamente a tutti di riflettere profondamente sulle parole di Uno. |
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la liberazione non è unica.
ciò che ha compreso mizza è una gran cosa, sono d'accordo, ma non è tutto. A livello mentale mizza ha compreso che i paletti non servono. Ma molte volte, i paletti mentali sono la conseguenza di traumi subiti. La mente se ne può liberare ma perchè la liberazione sia completa anche il corpo fisico se ne deve liberare. I traumi, le esperienze di tutta una vita vengono impresse nel corpo fisico. il corpo mantiene la memoria dell'esperienza in special modo se si tratta di un trauma. Occorre liberare questa memoria, altrimenti qualsiasi altra esperienza che si vive, se in qualche modo è legata alla prima esperienza da cui è nato il trauma, il corpo se ne ricorderà e si comporterà così come si è comportato originariamente. Ciò crea il blocco. il blocco crea convinzioni errate o giri mentali contorti o distorti e ciò originano i paletti. Ecco che la questione è molto più complessa di come si pensava. Liberare la mente è il primo passo, liberare il corpo è il secondo. |
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Esiste un detto che più o meno recita così:
"Ciò che la mente dimentica ,la mano ricorda" |
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già icon_mrgr:
la mente.. mente, il corpo invece no. |
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E' vero, a volte lotto con la mente, per crescere, i paletti servono per i primi passi, dopo ci si può anche liberare di loro (anche se con fatica), in maniera graduale. Ma è vero che c'è una memoria nel corpo che non è facile cancellare. Non so se sbaglio, ma credo che si possa parlare di riflessi condizionati.
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Ovvero... che cosa usi per lottare contro la mente? Ovest dice che la mente... mente, cioè che mentire è l'azione della mente... ma dice anche che è la prima da liberare... che la liberazione del corpo è seguente... Ma dopo che la mente è libera non mente più? Cioè fa come il corpo (almeno per quel particolare aspetto) o continua a mentire? E, ancora una volta, cosa si usa per liberare la mente? |
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cmq, al di là dell'oziosa questione di cosa prima e cosa dopo, questione del tutto secondaria e non determinante, le domande di prima restano... |
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x tutti Dovremmo fare una discussione sulla mente... perchè mi pare che qualcosa non sia chiaro |
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allora specifico.
il mio discorso era legato al post in cui mizza diceva di aver compreso che i paletti non servono a nulla. il che è una comprensione mentale. |
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Sento puzza di bruciato.... icon_mrgr:
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mi sono capitati entrambi i casi. liberazione mentale da una convinzione, di uno stato passato, ovvero io non ero più legata a livello emotivo nè energetico, ma purtroppo il mio corpo invece teneva ancora a livello muscolare il trauma, il ricordo. per cui il passo successivo doveva coinvolgere il corpo (perchè la liberazione, da quel trauma, fosse totale e completa). così come una liberazione fisica, un superamento di un trauma non è stato sufficiente perchè la mente si accaniva nei meccanismi conosciuti. Stavolta la mente non voleva, come dire "lasciare andare". ma era solo una questione mentale. purtroppo le due cose son legate. da qualsiasi punto si parta. e su questo, almeno, sarai d'accordo. |
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dico la solita scemata ma vorrei capire bene questa discussione...
la mente e il corpo..... in tempo di guerra ma non solo..era comune l' arto amputato.... sebbene l' arto non esistesse più la persona lo sentiva dolorante... che tipo di memoria è questa? anche fisica suppongo poichè il dolore era reale.....chi mentiva? aspetto lumi grazie ... |
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penso che quello sia un discorso a livello energetico.
a livello energetico c'è ancora la memoria dell'arto... ma non sono certa.. la memoria che dico io è la memoria del trauma o di un certo comportamento che rimane impressa nei muscoli del corpo. ovvero il corpo, ad un certo evento, in ricordo di un'esperienza passata e non superata, risponde in una certa maniera che porta disagio alla persona. C'è una disciplina (non so neppure se si chiama disciplina) che studia questo. è la kinesiologia. studia la risposta muscolare a certi ricordi... |
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e non è un trauma la perdita di un arto?
scusami Ovest so capocciona fiori.gif |
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si, è un trauma.
ma è un trauma anche qualsiasi altra cosa, anche una parola può essere un trauma, una situazione .. e quella situazione, quell'evento rimane impresso nel corpo fisico. Ovvero, il semplice rievocare un ricordo (anche se magari pensi sia un semplice ricordo senza nessuna importanza) dalla risposta muscolare può invece risultare che quel ricordo senza importanza in realtà è rimasto impresso nel corpo fisico. E ciò significa che il corpo reagirà nel modo in cui "è stato registrato" a qualsiasi evento, situazione che anche lontamente gli ricordi il primo trauma. Diciamo che per trauma lo intendo in senso generico, più allargato. spero di essermi spiegata meglio ora. |
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Gia è vero Sha...è la medesiam cosa che ho pensato io.
Quindi possiamo dire che la memoria attraverso la quale è stata impressa una certa condizione( trauma ) " all'interno " del fisico, viene richiamata nel momento in cui si rivive quella situazione, con ovviamente, l'emozione annessa, dandoci caso mai la sensazione di fastidio o altro? |
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se ad un evento-ricordo viene impressa un'emozione di rabbia, il corpo della persona a qualsiasi evento che le ricorda l'evento originale, reagirà con rabbia. in questo modo è imprigionata in un meccanismo di evento-ricordo-rabbia dal quale faticosamente riuscirà a uscire. |
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E questa memoria non è appunto quello che comunemente si chiama riflesso condizionato? Quando anche un elemento di un trauma provoca la riemersione di una serie di reazioni a catena...non è facile da rimuovere.
Ray, certo che volevo dire quello che puntualizzi, posso aver usato il termine sbagliato, ma credo sia quello il concetto. Cosa uso per lottare? A questo non ti so dare una risposta. Posso dirti la forza della volontà, che in certi casi diventa quello della disperazione. Quando stai male per via di quel ricordo e ti rischi la pelle con cosa lotti? Se hai una risposta, dimmelo tu, e te lo dico senza toni polemici. Forse, come dice Uno, si dovrebbe aprire a parte un discorso sulla mente, qui il punto di partenza mi sembrava un altro. I paletti, i limiti autoimposti a volte non solo da noi stessi, ma dai parametri esterni e che possono condizionare. Forse non ho la necessaria fluidità di pensiero e scrittura, cerco di farmi capire al di là di un termine, anche se riconosco assoluto valore all'uso delle parole. |
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