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stefano 25-06-2009 19.22.12

nasce dal giudizio esagerato giusto o sbagliato che sia.
il giudizio in se non permette un certo tipo di lavoro soprattutto se fatto "ante".
ciò porta solo a chiudersi nella maggior parte dei casi e genera mostri.
non so ma a me ricorda il famoso "non giudicate per non essere giudicati".
Visto in quest'ottica da un ottimo spunto

Ray 25-06-2009 20.21.59

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70452)
La vergogna nasce dalla condanna di chi sbaglia .

Solo quella indotta, dalla quale non dovremmo lasciarci influenzare. La vergogna vera invece aiuta... ci avvisa che stiamo andando (o siamo andati) contro noi stessi. E ci da la differrenza tra noi e l'immagine di noi che vorremmo veicolare.

filoumenanike 25-06-2009 20.56.50

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70458)
Solo quella indotta, dalla quale non dovremmo lasciarci influenzare. La vergogna vera invece aiuta... ci avvisa che stiamo andando (o siamo andati) contro noi stessi. E ci da la differrenza tra noi e l'immagine di noi che vorremmo veicolare.

Per tentare di capire posso fare un esempio? se io faccio una cosa di cui intimamente mi vergogno al punto da non parlarne con nessuno, la chiudo dentro di me, la seppellisco e solo con il tempo tento di elaborarla e di capirla , riesaminando il contesto in cui l'azione è nata, ha preso origine, questa chiusura è un atteggiamento ipocrita o lo diventa solo quando, parlando con altri dello stesso fatto, lo giudico e lo condanno?

Ray 26-06-2009 00.16.07

Citazione:

Originalmente inviato da filoumenanike (Messaggio 70459)
Per tentare di capire posso fare un esempio? se io faccio una cosa di cui intimamente mi vergogno al punto da non parlarne con nessuno, la chiudo dentro di me, la seppellisco e solo con il tempo tento di elaborarla e di capirla , riesaminando il contesto in cui l'azione è nata, ha preso origine, questa chiusura è un atteggiamento ipocrita o lo diventa solo quando, parlando con altri dello stesso fatto, lo giudico e lo condanno?

Secondo me è ipocrita solo se a parole lo giudichi e lo condanni e continui a farlo.
Ma capire che una cosa non va fatta dopo (grazie ad) averla fatta una volta e decidere di non farla più e dirlo agli altri non è ipocrita... è solo bacchettone icon_mrgr: (il dirlo agli altri).

nikelise 26-06-2009 06.05.48

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70458)
Solo quella indotta, dalla quale non dovremmo lasciarci influenzare. La vergogna vera invece aiuta... ci avvisa che stiamo andando (o siamo andati) contro noi stessi. E ci da la differrenza tra noi e l'immagine di noi che vorremmo veicolare.

E l'immagine che vorremmo veicolare da dove nasce?

stefano 26-06-2009 09.58.07

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70460)
Secondo me è ipocrita solo se a parole lo giudichi e lo condanni e continui a farlo.
Ma capire che una cosa non va fatta dopo (grazie ad) averla fatta una volta e decidere di non farla più e dirlo agli altri non è ipocrita... è solo bacchettone icon_mrgr: (il dirlo agli altri).

è corretto secondo te farlo? Essere "bacchettoni"?
eppure lo facciamo ogni giorno anche qui.

nikelise 26-06-2009 10.05.34

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70465)
è corretto secondo te farlo? Essere "bacchettoni"?
eppure lo facciamo ogni giorno anche qui.

Questa devo dire che mi e' piaciuta icon_mrgr: 8-) icon_mrgr: abbraccio: .

Ray 26-06-2009 14.37.23

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70465)
è corretto secondo te farlo? Essere "bacchettoni"?
eppure lo facciamo ogni giorno anche qui.

Eh, ma se ti dico se è corretto o no poi mi dai del bacchettone icon_mrgr:

Scherzi a parte, penso che il bacchettone sia colui che dice agli altri come devono comportarsi e che nel farlo ci sia una componente di giudizio. a differenza dell'ipocrita, il bacchettone si comporta effettivamente come dice.
Quindi almeno è coerente.

Però la parte giudicante è ovviamente discutibile. Se vogliamo lo è anche l'interessamento verso l'atrui comportamento quando questo o non è richiesto o non previsto dal ruolo o dalla situazione.
Non dico che non si dovrebbe dire nulla a chi sbaglia, anzi si dovrebbe fare eccome, ma dovrebbe essere a favore di chi riceve l'appunto. Quindi, ad un livello ideale, dovrebbe essere sensa giudizio... il giudizio sta dalla parte opposta dell'amorevolezza.

Attenzione però: parlo del giudizio verso la persona, non verso ciò che ha fatto. Io posso eccome giudicare che, se hai rubato, hai fatto una cosa non corretta. Solo che il giudizio dovrebbe limitarsi alla tua azione e non estendersi a te. Questo perchè le azioni appartengono ad un ambito di esistenza inferiore a quello di chi le compie, in quanto sono possibilità di questi ultimi.

Il problema nasce quando chi giudica estende il giudizio a tutta la persona e/o quando lo fa la persona stessa, ossia chi si sente giudicato tutto quando ci si riferiva sollo all'azione.
E' un problema di molti e ne avevamo parlato in lungo e in largo a suo tempo.
La disidentificazione dalle nostre azioni è un obiettivo di crescita e quindi anche un compito educativo. Purtroppo spesso, a livello educativo, viaggia il messaggio opposto, con l'effetto di cristallizzare i giovani nelle loro azioni. Ma la confusione non dipende solo dal messaggio educativo, che venga dai genitori, dalla società, dalle istituzioni... ci si mette anche del proprio.
E con questo rispondo parzialmente anche a Nike: l'immagine irreale di noi che vorremmo veicolare dipende innanzitutto dal nostro atteggiamento verso le aprti di noi che non ci piacciono. Purtroppo questo atteggiamento rimuovente viene spesso rafforzato dai messaggi che arrivano a livello educativo (di super-io per intenderci), ma questi messaggi a loro volta derivano da mancate comprensioni di chi veicola il messaggio (o da maleintenzioni, ma qui torniamo all'ipocrisia).
Nel messaggio religioso, per fare l'esempio caro a Nike, originariamente, non c'era certo l'intenzione di produrre questo risultato, anzi viene sconsiglliato l'atteggiamento rimuovente... poi la realtà umana è quello che è.

stefano 26-06-2009 15.02.36

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70478)
Eh, ma se ti dico se è corretto o no poi mi dai del bacchettone icon_mrgr:

Scherzi a parte, penso che il bacchettone sia colui che dice agli altri come devono comportarsi e che nel farlo ci sia una componente di giudizio. a differenza dell'ipocrita, il bacchettone si comporta effettivamente come dice.
Quindi almeno è coerente.

Però la parte giudicante è ovviamente discutibile. Se vogliamo lo è anche l'interessamento verso l'atrui comportamento quando questo o non è richiesto o non previsto dal ruolo o dalla situazione.
Non dico che non si dovrebbe dire nulla a chi sbaglia, anzi si dovrebbe fare eccome, ma dovrebbe essere a favore di chi riceve l'appunto. Quindi, ad un livello ideale, dovrebbe essere sensa giudizio... il giudizio sta dalla parte opposta dell'amorevolezza.

Attenzione però: parlo del giudizio verso la persona, non verso ciò che ha fatto. Io posso eccome giudicare che, se hai rubato, hai fatto una cosa non corretta. Solo che il giudizio dovrebbe limitarsi alla tua azione e non estendersi a te. Questo perchè le azioni appartengono ad un ambito di esistenza inferiore a quello di chi le compie, in quanto sono possibilità di questi ultimi.

Il problema nasce quando chi giudica estende il giudizio a tutta la persona e/o quando lo fa la persona stessa, ossia chi si sente giudicato tutto quando ci si riferiva sollo all'azione.
E' un problema di molti e ne avevamo parlato in lungo e in largo a suo tempo.
La disidentificazione dalle nostre azioni è un obiettivo di crescita e quindi anche un compito educativo. Purtroppo spesso, a livello educativo, viaggia il messaggio opposto, con l'effetto di cristallizzare i giovani nelle loro azioni. Ma la confusione non dipende solo dal messaggio educativo, che venga dai genitori, dalla società, dalle istituzioni... ci si mette anche del proprio.
E con questo rispondo parzialmente anche a Nike: l'immagine irreale di noi che vorremmo veicolare dipende innanzitutto dal nostro atteggiamento verso le aprti di noi che non ci piacciono. Purtroppo questo atteggiamento rimuovente viene spesso rafforzato dai messaggi che arrivano a livello educativo (di super-io per intenderci), ma questi messaggi a loro volta derivano da mancate comprensioni di chi veicola il messaggio (o da maleintenzioni, ma qui torniamo all'ipocrisia).
Nel messaggio religioso, per fare l'esempio caro a Nike, originariamente, non c'era certo l'intenzione di produrre questo risultato, anzi viene sconsiglliato l'atteggiamento rimuovente... poi la realtà umana è quello che è.


concordo sulla disidentificazione.
ti chiedo:
anche volendola eliminare ci è concesso fare tutto o esiste un buono/cattivo cmq?
se nn c'è identificazione per cosa si soffre?

nikelise 26-06-2009 15.55.42

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70478)
Eh, ma se ti dico se è corretto o no poi mi dai del bacchettone icon_mrgr:

Scherzi a parte, penso che il bacchettone sia colui che dice agli altri come devono comportarsi e che nel farlo ci sia una componente di giudizio. a differenza dell'ipocrita, il bacchettone si comporta effettivamente come dice.
Quindi almeno è coerente.

Però la parte giudicante è ovviamente discutibile. Se vogliamo lo è anche l'interessamento verso l'atrui comportamento quando questo o non è richiesto o non previsto dal ruolo o dalla situazione.
Non dico che non si dovrebbe dire nulla a chi sbaglia, anzi si dovrebbe fare eccome, ma dovrebbe essere a favore di chi riceve l'appunto. Quindi, ad un livello ideale, dovrebbe essere sensa giudizio... il giudizio sta dalla parte opposta dell'amorevolezza.

Attenzione però: parlo del giudizio verso la persona, non verso ciò che ha fatto. Io posso eccome giudicare che, se hai rubato, hai fatto una cosa non corretta. Solo che il giudizio dovrebbe limitarsi alla tua azione e non estendersi a te. Questo perchè le azioni appartengono ad un ambito di esistenza inferiore a quello di chi le compie, in quanto sono possibilità di questi ultimi.

Il problema nasce quando chi giudica estende il giudizio a tutta la persona e/o quando lo fa la persona stessa, ossia chi si sente giudicato tutto quando ci si riferiva sollo all'azione.
E' un problema di molti e ne avevamo parlato in lungo e in largo a suo tempo.
La disidentificazione dalle nostre azioni è un obiettivo di crescita e quindi anche un compito educativo. Purtroppo spesso, a livello educativo, viaggia il messaggio opposto, con l'effetto di cristallizzare i giovani nelle loro azioni. Ma la confusione non dipende solo dal messaggio educativo, che venga dai genitori, dalla società, dalle istituzioni... ci si mette anche del proprio.
E con questo rispondo parzialmente anche a Nike: l'immagine irreale di noi che vorremmo veicolare dipende innanzitutto dal nostro atteggiamento verso le aprti di noi che non ci piacciono. Purtroppo questo atteggiamento rimuovente viene spesso rafforzato dai messaggi che arrivano a livello educativo (di super-io per intenderci), ma questi messaggi a loro volta derivano da mancate comprensioni di chi veicola il messaggio (o da maleintenzioni, ma qui torniamo all'ipocrisia).
Nel messaggio religioso, per fare l'esempio caro a Nike, originariamente, non c'era certo l'intenzione di produrre questo risultato, anzi viene sconsiglliato l'atteggiamento rimuovente... poi la realtà umana è quello che è.


Appunto, io di questa parlavo parlando dell'ipocrisia e delle sue origini .
Della realta' umana com' e' , non di come l'uomo dovebbe essere o di uno stato di liberta' che non c'e' o del principio religioso originario puro rispetto alle strumentalizzazioni che ne sono seguite.

Ray 26-06-2009 16.13.51

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70483)
[/b]
Appunto, io di questa parlavo parlando dell'ipocrisia e delle sue origini .
Della realta' umana com' e' , non di come l'uomo dovebbe essere o di uno stato di liberta' che non c'e' o del principio religioso originario puro rispetto alle strumentalizzazioni che ne sono seguite.

Si, ma questo non deve portare a gettare il bambino con l'acqua sporca.

Ray 26-06-2009 16.15.18

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70482)
concordo sulla disidentificazione.
ti chiedo:
anche volendola eliminare ci è concesso fare tutto o esiste un buono/cattivo cmq?
se nn c'è identificazione per cosa si soffre?

Non ho capito: vuoi eliminare la disidentificazione?

In che senso per cosa si soffre? Di cosa soffriamo se c'è?

stefano 26-06-2009 16.23.36

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70485)
Non ho capito: vuoi eliminare la disidentificazione?

In che senso per cosa si soffre? Di cosa soffriamo se c'è?


soffriamo "solo" per una questione di identificazione?
oppure c'è altro?
c'è? dipende.
alcuni dicono di no.
dicono che da quando hanno capito il meccanismo non sono identificati.

nikelise 26-06-2009 16.24.55

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70484)
Si, ma questo non deve portare a gettare il bambino con l'acqua sporca.

Bene , affrontiamo l'acqua sporca per quello che e' senza volerla vedere per forza pulita riferendoci a quando sgorgava dalla sorgente .

Ray 26-06-2009 17.01.26

Citazione:

Originalmente inviato da nikelise (Messaggio 70489)
Bene , affrontiamo l'acqua sporca per quello che e' senza volerla vedere per forza pulita riferendoci a quando sgorgava dalla sorgente .

Mai preteso che l'acqua sporca sia pulita. Mi limito a dire che l'intenzione della sorgente è lavare. Mai detto neanche che non si deve affrontare l'acqua sporca, anzi dico sempre l'inverso: è proprio chi pretende sia pulita che non vuole lavarsi.
La necessità del lavarsi esiste. Purtroppo esiste anche chi la nega e altri che usano male l'acqua della sorgente. Ma non possiamo per questo chiudere la sorgente e dire che tutto va bene o pretendere di andare in giro sporchi.
Però concordo sul fatto che si deve poter ammettere di essere sporchi, ma questo non significa che va per forza bene mostrarlo a tutti. Anzi allla fin fine mostriamo lo sporco di cui non ci accorgiamo. Di quello che ci accorgiamo va bene vergognarci se la vergogna è nostra e non indotta, perchè ci può spingere a lavarci.

Ray 26-06-2009 17.02.54

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70488)
soffriamo "solo" per una questione di identificazione?
oppure c'è altro?
c'è? dipende.
alcuni dicono di no.
dicono che da quando hanno capito il meccanismo non sono identificati.

Guarda che la sofferenza l'hai tirata fuori tu. Continuo a non capire di che parli. Potresti spiegare meglio?

stefano 26-06-2009 17.15.56

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70493)
Guarda che la sofferenza l'hai tirata fuori tu. Continuo a non capire di che parli. Potresti spiegare meglio?

se non erro i buddisti legano la sofferenza umana proprio all'identificazione di cui stiamo parlando.
mi domandavo se per te è davvero solo così oppure c'è altro.

Ray 26-06-2009 17.26.48

Citazione:

Originalmente inviato da stefano (Messaggio 70495)
se non erro i buddisti legano la sofferenza umana proprio all'identificazione di cui stiamo parlando.
mi domandavo se per te è davvero solo così oppure c'è altro.

Ah, beh una risposta adeguata non riesco a metterla in due righe, va capito bene il discorso identificazione e il discorso sofferenza... comunque detto in breve si, anche se i buddisti quando parlano di identificazione parlano di qualcosa di parecchio più ampio di quello di cui stiamo parlando qui... ossia per risponderti: no, non basta risolvere quello di cui parliamo qui per trascendere la sofferenza (condizione) umana.

Però siamo fortemente OT adesso... il titolo è "ipocrisia". Se vuoi parlare del concetto che hai esposto basta aprire unn tread o cercare tra quelli vecchi uno che si adatti (ce n'è ce n'è)

filoumenanike 28-06-2009 12.38.48

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70460)
Secondo me è ipocrita solo se a parole lo giudichi e lo condanni e continui a farlo.
Ma capire che una cosa non va fatta dopo (grazie ad) averla fatta una volta e decidere di non farla più e dirlo agli altri non è ipocrita... è solo bacchettone icon_mrgr: (il dirlo agli altri).

Parlavo di fare una cosa intimamamente giudicata riprovevole, con la volontà di farla comunque, perchè costretti da circostanze più o meno giustificabili ma più spesso spinti solo dall'egoismo...
L'ipocrisia nasce dal voler camuffare la propria indole, dal voler apparire quello che non si è...la volontà di reprimere le ombre o quanto di nero c'è in ciascuno non mi sembra ipocrisia, mi sembra piuttosto il tentativo mal riuscito di nascondere il male,la parte oscura, la volontà di dominare forze e pulsioni sempre presenti, anche nei santi purtroppo!

Ray 28-06-2009 17.02.51

Citazione:

Originalmente inviato da filoumenanike (Messaggio 70541)
L'ipocrisia nasce dal voler camuffare la propria indole, dal voler apparire quello che non si è...la volontà di reprimere le ombre o quanto di nero c'è in ciascuno non mi sembra ipocrisia, mi sembra piuttosto il tentativo mal riuscito di nascondere il male,la parte oscura, la volontà di dominare forze e pulsioni sempre presenti, anche nei santi purtroppo!

Eh, ma la volontà di nascondere e quella di dominare in raltà vanno in direzioni opposte. Colui che vuole nascondere non vuole dominare, viceversa, sopporta di essere dominato (o addirittura gli va bene) e si limita a non farlo vedere (a se stesso e agli altri). In realtà costui è un ipocrita. Invece chi vuole dominare non può e non vuole nascondere (il che non significa sbandierare ovviamente).

filoumenanike 28-06-2009 18.34.00

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 70546)
Eh, ma la volontà di nascondere e quella di dominare in raltà vanno in direzioni opposte. Colui che vuole nascondere non vuole dominare, viceversa, sopporta di essere dominato (o addirittura gli va bene) e si limita a non farlo vedere (a se stesso e agli altri). In realtà costui è un ipocrita. Invece chi vuole dominare non può e non vuole nascondere (il che non significa sbandierare ovviamente).

Davo al termine nascondere una valenza diversa, quasi simile a dominare, ma come giustamente fai notare se nascondi non sempre desideri dominare e dunque sei ipocrita se lo nascondi agli altri e un debole se lo nascondi a te stesso, se, come spesso dite voi, te la racconti...8-)


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