Ermopoli

Ermopoli (https://ermopoli.it/portale/index.php)
-   Evoluzione Sociale (https://ermopoli.it/portale/forumdisplay.php?f=118)
-   -   Architettura indicatrice dei cambiamenti sociali (https://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=2969)

Uno 20-05-2007 12.00.56

Architettura indicatrice dei cambiamenti sociali
 
4 Allegato/i
Da quando l'uomo ha abbandonato le grotte ed ha iniziato a costruirsi dei ripari ha sempre utilizzato forme e materiali che rappresentano il suo momento storico, evolutivo, sociale.
Ci son vari parametri da prendere in considerazione in uno studio che attraversa le epoche ed i continenti, le culture. Uno di questi, trasversale è la presunta durata, resistenza, della struttura abitativa o per altre destinazioni. Partiamo dalle capanne, di rapida costruzione ma altrettanta rapida distruzione, le motivazioni vanno dalla durata di vita media piuttosto bassa, al nomadismo necessario per il procacciamento delle fonti nutritive e non ultimo il bisogno di non poter dedicare molto tempo ad altro che non sia il sudetto procacciamento di cibo.

Con la scoperta dell'agricoltura e dell'allevamento animale si inizia un'epoca con una certa stanzialità delle comunità, ecco che gli stessi materiali si iniziano a lavorare per una durata maggiore degli edifici, dal legno usato in maniera più solida, non frasche, foglie e fango ma quelli che definirei i primitivi chalet, arriviamo ai primi rudimentali mattoni. La terra ed il fango vengono cotti (anche solo al sole) per aumentarne la resistenza. Facciamo un ulteriore passo in avanti quando l'uomo non pensa più solo alla sua breve vita, ma pensa anche ai suoi discendenti, a lasciare un'eredità ai posteri, può essere un bene o un male comunque mentre prima non costruiva perchè le cose gli sopravvivessero, poi elabora sempre nuove tecniche perchè le sue opere divengano sempre più durature. Oggi noi siamo già nella fase calante, discorsi economici di vario tipo, la ricerca del massimo profitto dei costruttori unita alla possibilità di ristrutturazione dei territori (sempre per il profitto di cui sopra) portano già alcune costruzioni a reggere si e no il secolo.

Abbiamo implicitamente visto un'altro parametro, prima l'uomo costruiva da solo la sua capanna, poi per un periodo piuttosto lungo ha collaborato con altri per costruire a turno le varie abitazioni (e gli edifici comuni, tra cui quelli di culto) fino ad arrivare nei tempi moderni al demandare ad altri la costruzione, quasi non fosse più affar suo.




La forma degli edifici inevitabilmente dipende da fattori di resistenza alle forze fisiche ed ambientali a cui le costruzioni sono sottoposte. E' quasi inevitabile in tutte le zone dove piove abbastanza un tetto come lo conosciamo cioè con il centro più alto per fa scorrere l'acqua, la pendenza deve essere più elevata in zone dove nevica spesso o quanto meno impermeabili sono i materiali usati.

L'uomo quando può, quando non vi sono più pressanti esigenze in tutto quello che fa cerca l'armonia, la simmetria, la costruzione delle case o degli edifici in generale non ne è esente, il raffinarsi delle tecniche fino ad arrivare all'uso dei primi mattoni o delle pietre tagliate in forma regolare permette di aumentare il livello estetico e di armonia che dicevamo sopra.
Ecco che compare sulla scena il concetto di "priorità" estetica, l'uomo non potendo farlo con tutto arricchisce, rende importante e bello quello che reputa più importante nel momento.

Un esempio semplice: i materiali più preziosi e pregiati, le tecniche più raffinate sono sempre state usate per i luoghi di culto e per i luoghi di potere temporale (reggie e palazzi dei governi), oggi, per esempio, le chiese si stanno impoverendo, diventando quasi stanzoni (qualcuno che conosco le definisce stalloni di cemento) mentre anche la più piccola filiale di banca (o di multinazionale) è satura di marmi, cristalli e rifiniture lussuose.
Alla base c'è comunque il meccanismo del voler impressionare chi entra, ma mentre prima c'era una discreta spartizione tra il sacro ed i luoghi di potere temporale, oggi si sta sbilanciando a favore di questi ultimi.

Altra cosa che rientra nel parametro qui sopra è la dimensione, più è ampia più impressiona e da l'idea di potere, anche lasciando stare chiese (in cui doveva dare il senso del maestoso e del divino) e reggie, chi ha la casa più grande mostra di essere più ricco ed in un gioco di apparenze ho visto delle abitazioni in cui si è sacrificato tutto per dare il massimo spazio ad un soggiorno che magari si usa solo quando c'è un ospite, il famoso salotto di rappresentanza. Se fosse un soggiorno vissuto (in fin dei conti in camera da letto, superato il periodo adolescenziale ci si va solo per dormire... e ehem..) la troverei anche una scelta corretta.

Le altezze, se oggi è una questione di spazio (pensate al Giappone che addirittura costruisce uffici 10/20 piani sotto terra), sarebbero importanti per la vivibilità sia di quello che è misurabile che non. Perchè da che mondo e mondo non si sono mai costruite case di solo 10 cm sopra l'altezza media? La prima motivazione pratica potrebbe essere per i volumi di aria, per il ricircolo della stessa, ma ci sono altri volumi che ci circondano che non possono essere quantificati con le tecnologie a nostra disposizione, è innegabile che soggiornare in ambienti più piccoli di un tot porta a stress, qualcosa in noi, nostre parti non dense abbastanza da sbattere sulle pareti, deve comprimersi se non c'è abbastanza spazio. Quindi quando pensiamo che lo stress oggi è aumentato ricordiamoci tra le varie cause (vita frenetica etc) anche le condizioni di vita nelle case moderne.

Volevo parlare anche più specificatamente dell'evoluzione architettonica dei luoghi di culto e altre cosette, lo farò nei prossimi articoli.


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 08.13.32.

Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271