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Astral 20-10-2011 22.01.13

Quel senso di vuoto...
 
L'altra sera stavo scrivendo un diario su word, ripercorrendo tutte le tappe della mia vita. Essendo piuttosto giovane non c'ho messo tanto tempo, ma è stato curioso riattraversare i vari stati, i vari passaggi e tasselli che hanno portato da una situazione all'altra. Sicuramente c'è stata evoluzione, però c'è stato anche qualcos'altro e non so se riguarda me o una situazione generale che sento.

Mi sembra che più vado avanti e più diventa tutto più vuoto, pur avendo alla fine tutto. Quello che mi manca sono forse i punti di riferimento che avevo da bambino. Da bambino hai i genitori, gli amici con cui esci, la tua identità, il farò questo da grande.
Oggi mi sembro cosi isolato da quel tempo, il paese che una volta pensavo fosse il gioiello nel verde, ora è un dormitorio per gente sconosciuta. Anche la gente mi sembra cambiata, più meschina e bassa, più spenta e indifferente.
Non credo che questo sia dovuto solo alle crisi sul lavoro o sull'economia, anzi ho come l'impressione che i soldi centrano fino ad un certo punto.

Per quanto mi riguarda sembra che non ho radici, e vengo sbattuto da un gruppo di amicizie superficiali all'altro. Non mi lamento potrebbe andare peggio, c'è gente che lotta per arrivare a fine mese, noi infine siamo fortunati ma... c'è quel senso del vuoto... quel senso di vuoto che credo sicuramente in parte sia dovuta alla mancanza di mio padre (anche se litigavamo sempre).

Io un po' lo avverto a livello personale, però a volte mi sembra di avvertire che mia madre e mia sorella stanno passando la stessa cosa, e a volte ancora la gente in generale.
Cioè ho come la sensazione che si è perso qualcosa di veramente di importante, che quando avevo 5-10 anni vedevo nella gente. Era quella gioia autentica, quell'essere contenti veramente, adesso questo mi sembra di non vederlo più...

So che come al solito non sarò il massimo della chiarezza, ma non è facile esprimere qualcosa che più che nel pensiero, è una sensazione interna.
L'unico lato positivo di queste sensazioni è che mi sembra ti imparare di più a sentire, piuttosto che a pensare e fare ipotesi col cervello.

Ray 20-10-2011 22.57.27

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 105195)
Per quanto mi riguarda sembra che non ho radici, e vengo sbattuto da un gruppo di amicizie superficiali all'altro. Non mi lamento potrebbe andare peggio, c'è gente che lotta per arrivare a fine mese, noi infine siamo fortunati ma... c'è quel senso del vuoto... quel senso di vuoto che credo sicuramente in parte sia dovuta alla mancanza di mio padre (anche se litigavamo sempre).

E' abbastanza normale passare dei periodi tipo crisi esistenziale, soprattutto in seguito alla perdita di figure di riferimento anche affettive come un genitore. Ci vuole tempo per elaborare il nuovo stato... comunque fai bene a sentire molto e pensare poco, tutto quel che senti "fa brodo" e ti tornerà utile in seguito.

Dai che qual gli amici ce li hai, e non superficiali. :)

Sole 21-10-2011 13.02.02

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 105198)

Dai che qual gli amici ce li hai, e non superficiali. :)

Mi associo :H

Astral 21-10-2011 13.36.03

Ma alla fine gli amici ce li ho anche qui, forse a volte un po' più lontani per le vicende della vita. Indubbiamente in un percorso spirituale avere delle persone che condividono con te è già un gran passo.
Mi focalizzavo sul fatto che queste sensazioni non riguardano soltanto la mia vita, ma piuttosto la vita in generale...

Kael 22-10-2011 00.06.52

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 105195)
Cioè ho come la sensazione che si è perso qualcosa di veramente di importante, che quando avevo 5-10 anni vedevo nella gente. Era quella gioia autentica, quell'essere contenti veramente, adesso questo mi sembra di non vederlo più...

Sarà che i bambini mettono tutto se stessi in quello che fanno, mentre l'adulto spesso si lascia vivere?

Astral 03-11-2011 14.12.18

Citazione:

Originalmente inviato da Kael (Messaggio 105223)
Sarà che i bambini mettono tutto se stessi in quello che fanno, mentre l'adulto spesso si lascia vivere?

Si può essere.

Però siamo più realisti: da bambino o adolescente per esempio, non devi preoccuparti dell'ici, di come arrivare a fine mese, che hai una certa età per mettere su famiglia, certi problemi non li conosci nemmeno per inconsapevolezza, questo ti rende sicuramente più spensierato.

Io però parlavo di qualcosa più generalizzato, ovvero qualcosa ha spento le persone, in generale.

Personalmente poi ho momenti in cui tutto è bello e ringrazio Dio come un bambino, ma no è dovuto solo a me quanto a delle impressioni, ma d'altronde visto che secondo me c'è stato una degenerazione economica, sociale, ambientale e spirituale, penso che sia normale.

Kael 06-11-2011 11.43.55

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 105679)
Si può essere.

Però siamo più realisti: da bambino o adolescente per esempio, non devi preoccuparti dell'ici, di come arrivare a fine mese, che hai una certa età per mettere su famiglia, certi problemi non li conosci nemmeno per inconsapevolezza, questo ti rende sicuramente più spensierato.

Io però parlavo di qualcosa più generalizzato, ovvero qualcosa ha spento le persone, in generale.

Personalmente poi ho momenti in cui tutto è bello e ringrazio Dio come un bambino, ma no è dovuto solo a me quanto a delle impressioni, ma d'altronde visto che secondo me c'è stato una degenerazione economica, sociale, ambientale e spirituale, penso che sia normale.

Sarò cinico ma se pensiamo a soli cinquant'anni fa c'era ancora l'eco della guerra, i nostri padri, i nostri nonni l'hanno vissuta, così come la miseria e la fame.
L'uomo è un essere strano, capace di rendere al meglio nelle circostanze peggiori e poi essere pessimo nelle cose facili...

Astral 06-11-2011 12.10.11

Si Kael, non smentisco il valore della sofferenza e del vuoto, anche se a mio avviso servirebbe più a scuotere molta gente che vive di superficialità, piuttosto che altra che magari già segue un percorso.

Il mio discorso verteva sul fatto se è possibile poter percepire non tanto il proprio vuoto interiore, ma quello che c'è intorno.


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