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Non so se sono stata chiarissima ma meglio non mi viene. Fammi sapere che in caso rispiego. :C: |
Grazie Gri fiori.gif
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Il soggiorno condominiale è formato da un’ampia stanza di forma circolare, le pareti sono bianche con delle nicchie nei cui lati si possono vedere degli oggetti del passato che hanno un significato profondo per il clan. Le entrate sono quattro, e conducono alle relative scale interne del condominio. Non vi sono porte, ma accessi diretti controllati da un flusso di aria forzata, la quale permette di mantenere la temperatura costante all'interno della sala, che può contenere comodamente un centinaio di persone. A sud si trova una veranda composta da paratìe di cristallo trasparente, che adottano un sistema di filtraggio dei raggi solari con un sistema di polarizzazione dei cristalli. Le paratìe sono comandate da un sistema di chiusura controllata. Sul pavimento a listoni di legno della veranda è situata una fila di sedie a sdraio per prendere il sole. A lato, da una roccia, sgorga una cascata d’acqua. Al centro della sala vi è un braciere virtuale, scalda e illumina ma è anche una console multimediale. Il braciere è in realtà un sofisticato sistema multimediale che permette di registrare o riprodurre filmati e musiche, ma anche di connettersi al web. E' visibile da ogni lato da cui lo si guarda. La luce solare filtra dal soffitto con sistemi di conduzione della luce in fibra ottica. Dalla periferia della stanza verso il centro vi sono tre gradini che servono anche da sedute, inframezzati da falsi piani in cui sono situate poltroncine e tavolinetti. Le sedute sono in tessuto tecnico di color bianco. In alcune sezioni dei gradini vi sono dei vani portaoggetti e centraline per l'alimentazione elettrica dei vari dispositivi portatili. Ai lati della parete distributori di acqua e piani cottura. Citazione:
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Piuttosto non dimenticate i costumi, dovete inserirli all'inizio della scena e poi man mano che ci sono novità |
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Io metterei : - ...una di quelle che non cambia mai è il tempo -di tecnologie più avanzate - per il resto ho nerettato alcune paroline da eliminare ed ho aggiunto o tolto qualche virgola, la parola sovrapensiero l'ho eliminata perchè non l'ho trovato sul vocabolario, ho messo distratto, certo tutto va rimesso a voi, non so neppure se le correzioni così fatte vanno bene, aspetto vostre conferme e chiarimenti :C: |
Veramente siamo ripartite daccapo perchè avevo aggiunto delle frasi al prologo scritto da Uno, che invece è perfetto così.
Dopo il prologo, su richiesta di Grey, abbiamo riscritto la descrizione dell'ambiente aggiundo le poltroncine e i tavolini e i falsi piani in cui stanno seduti Mark, Fabrizio e Marta. Ora si tratta di descrivere i tratti fisici e l'abbigliamento di ciascuno di loro, e riportare fedelmente i dialoghi senza cambiare il senso rendendolo come in un romanzo... Per esempio la scena comincia con i tre seduti in uno dei salottini, avevo scritto invece che Mark si dirige al solito posto dove stanno gli amici e poi esordisce... Infatti mi accorgo che così ho già cambiato un po' il senso, perchè la scena comincia con lui che reclina la testa indietro sullo schienale... correggerò nella maniera giusta quel pezzo. In pratica dobbiamo riportare non solo le parole ma anche i gesti e le espressioni... Shanti sta facendo i 10 post di seguito a quelli che avevo iniziato, tu potresti intervenire su quelli seguenti e io a rotazione.... Intanto aspettiamo i post di Shanti, poi vediamo.... Ciao :C: |
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Intanto bentornata abbraccio: Citazione:
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"Di niente... prendo un vinello anche io" risponde Fabrizio, e inizia a bere girando la testa a destra e sinistra per vedere le altre persone presenti in sala, sentire il loro brusìo. Ogni tanto fa un cenno di saluto con il capo, quando passa qualcuno che conosce.
Nel frattempo le zone della sala in cui ci si incontra per consuetudine, si affollano di persone che chiacchierano e si preparano da bere, oppure leggono un giornale. Altre ridono e si salutano amplificando il vocìo, oramai la musica di sottofondo non si avverte quasi più. La luce all'interno della sala aumenta di pochi gradi d'intensità e le paratìe ad ovest cambiano leggermente l'inclinazione, entra la brezza del tardo pomeriggio portando con sé il profumo dell'erba appena tagliata di un prato. Marta osserva Fabrizio che continua a guardarsi intorno. "Aspetti qualcuno?" gli domanda abbassandosi gli occhiali sin sulla punta del naso e rivolgendogli uno sguardo volutamente malizioso. Quindi avvicina il suo bicchiere a quello di Mark e, mentre i bicchieri di cristallo tintinnano, si volta verso Fabrizio mostrandosi incuriosita. "Chissà, magari qualche nuova modella..." risponde Mark a Marta facendole l'occhiolino, e comincia a guardarsi intorno, riflettendo ad alta voce: "Ci siamo riempiti di tecnologia fino al collo, ma sembra che ci manchi sempre qualcosa... Con un comando vocale posso andare in videoconferenza in cantiere, ma il senso dell'esistenza è ancora un mistero..." Sorridendo Fabrizio risponde: ""No no, non aspetto nessuna, per certe cose attraverso una fase di stand by, qua se non inizio a svoltare col disegno la vedo dura...". E tirandosi su dal divano in cui era sprofondato continua: "Piuttosto notavo che ogni tanto si vedono facce nuove qua dentro, qualcuno ha pure un viso interessante, viene voglia di far loro un ritratto, tanto con le persone di altri clan prima di conoscerli e stabilire un po' di intesa, hai voglia..." Marta guarda Fabrizio mentre si accinge a riprendere una seduta eretta, osserva come i suoi movimenti risultino più difficoltosi perché con la mano sinistra continua a stringere l'immancabile cartellina dove custodisce gelosamente i suoi bozzetti. Gli domanda: "Sei pronto per qualche nuovo ritratto? ". Aprendo la cartellina Fabrizio sfoglia un po' di ritratti, ne prende alcuni e li passa a Marta mentre le risponde: "Qualcosa sto facendo, provo un po' di stili diversi... tanto di fare i paesaggi mi sono rotto, sono sempre i soliti parchi protetti che già dipingono tutti, in giro per la città non c'è molto che valga la pena ritrarre, perciò mi concentro sui ritratti, possibilmente di ragazze giovani e belle ah ah ah! Il problema è che poi quando li vendi non puoi chiedere tanto se non inizi a farti un nome, fai fatica ma risultati pratici pochi... A te invece come va? stai quasi per finire con l'università o no?". Alla domanda di Fabrizio Marta si lascia sprofondare nella poltrona, abbandona la testa all'indietro e sconsolata risponde con il viso rivolto al soffitto : " Laurearmi... sono fuori corso da una vita e ho dato appena la metà degli esami, non ce la farò mai. Il lavoro mi impegna tutta la mattina. e non mi è possibile frequentare i laboratori". Quindi allarga le braccia e, mentre dalla vetrata aperta della veranda le giunge fortissimo, tanto da sembrarle magico, l'odore dell'erba tagliata, sospira: "Amo questo profumo antico e sempre nuovo che esalta i sensi... un aiutino per dare un senso all'esistenza vero Mark? Cessando di sorseggiare per un momento il suo gin tonic, anche Mark si gode l'inebriante profumo dell'erba appena tagliata: "L'esistenza... Ma secondo voi esistiamo davvero? Voglio dire... fuori da questo clan chi è al corrente della nostra esistenza? Oggi ad esempio mi hanno rimandato ben tre volte nello stesso ufficio, e ogni volta l'impiegato si era dimenticato di me e mi guardava come se fosse la prima volta che mi vedeva. Vi assicuro che per un certo momento ho avuto veramente l'impressione di non esistere per la burocrazia... E probabilmente è così..." "Eh lo so" ribatte Fabrizio "per fortuna ci si ritrova qui, in posti come questi, altrimenti di contatti umani reali ce ne sarebbero ben pochi, quasi tutti avverrebbero a livello virtuale su schermi di computer". Quindi beve l'ultimo sorso di vino e posa il bicchiere sul tavolino mentre Mark si rivolge a Marta: "Comunque... dai Marta! anche se non ti laurei che problema c'è? Il lavoro già ce l'hai, non è che con un pezzo di carta in più il pane ti verrebbe più buono, no?". Le sorride come per rassicurarla e continua: "E poi di questi tempi, col fatto che quasi tutti i forni sono automatizzati, ti assicuro che non si trova facilmente un pane come il vostro, fatto ancora in modo tradizionale..." "Già... viene ancora lavorato come un tempo, con molta attenzione per la fase della lievitazione, e la cottura poi... un rito." Marta risponde notando che i capelli di Mark sono illuminati dalla luce che emana dal braciere dietro di lui, pensa che è un gran bell'uomo e continua: "Adoro il profumo del pane... è un po' come quello dell'erba tagliata, lo conosci da sempre e sempre rinnova quelle antiche e piacevoli sensazioni... Comunque Mark, il fatto che mi piaccia il pane non significa che mi piaccia il lavoro che faccio, è il contatto con la gente che mi crea difficoltà, mi costa molta fatica". "Come mai?" domanda Mark a Marta spostandosi una ciocca di capelli dal viso e sistemandosela dietro l'orecchio. "Non mi sembri una ragazza tanto timida...". "La timidezza non c'entra Mark, caso mai è questione di pazienza..." precisa Marta mentre, presa dal discorso che si accinge a fare, riprende una posizione eretta continuando: "Dove lavoro la tradizione regna sovrana e non solo nella lavorazione del pane, non resta confinata al laboratorio ma continua nella vendita. Il negozio è stato progettato di dimensioni ridotte, non c'è nulla di meccanizzato e usiamo ancora la vecchia bilancia, il pane è contenuto in ceste di vimini foderate all'interno con teli di cotone bianco, esposte per permettere al cliente di scegliere, e solo in quel momento il pane viene insaccato. E' un ambiente piccolo e pulito, profumato e rassicurante, questo è l'aspetto del mio lavoro che mi piace e mi appaga. Amo le cose di una volta, solo che..." e le ssfugge un sorriso al pensiero di quanto sta per dire, mentre i suoi occhi cercano di catturare lo sguardo di Fabrizio che continua ad osservare i nuovi arrivati in silenzio. "Solo che...?" domanda Mark incuriosito dal sorrisetto di Marta. |
Posto qui la prima parte che ho integrato con la descrizione dei nostri tre personaggi, se siete d'accordo.
Per Filo: Ho mantenuto il termine sovrapensiero per rispettare quello che dicono i protagonisti, come ha richiesto Uno. Come sempre, se qualcosa non va, sono qui per correggere !!!! :) Edit: ho mantenuto le descrizioni dei tratti fisici e dell'abbigliamento quasi alla lettera, non potevano rendere meglio di come l'hanno fatto le nostre costumiste. Si sta facendo sera nel salotto condominiale che viene chiamato affettuosamente così dai suoi frequentatori, la sala comincia ad affollarsi mentre Mark, giovane imprenditore, con un viso dall’incarnato chiaro e segnato da piccole e affascinanti rughette di espressione e di preoccupazione per la non florida situazione finanziaria della sua società, capelli biondi lunghi e un po’ ribelli, che cerca di domare raccogliendoli in una coda, ma che spesso gli cadono sul viso e che secondo lui gli conferiscono quell’aria da imprenditore di successo, elegante nel suo abbigliamento, giacca pantaloni e cravatta dal nodo un po’ allentato, dopo aver reclinato la testa all'indietro sullo schienale per godersi il meritato riposo dopo una giornata stancante di trafile burocratiche, esordisce a mo’ di saluto: "Allora ragazzi, com'è andata la giornata?" aggiungendo con un sorrisetto: "Offro da bere a chi gli è andata peggio di me!" “Eh? No, scusa, ero un attimo sovrapensiero“ sussulta Fabrizio, profondi occhi scuri, incarnato olivastro ed un sorriso che raramente appare sul suo volto e che incanta le donne... Le poche entrate che ha non gli consentono un abbigliamento troppo elegante e nemmeno troppo alla moda, e spesso, come stasera, lo si puo' incontrare con un paio di semplici jeans ampi, e t-shirt a maniche lunghe. Ha sempre con sè una cartelletta dove tiene le bozze dei suoi disegni, per lo più ritratti di persone incontrate sulla strada, dove, spesso e volentieri si ferma a dipingere: “a me non è andata peggio di tante altre giornate, sono stato in giro, volevo prendere un pò d'aria.Vedo che tu invece ti sei divertito parecchio in giro per gli uffici, ah ah Dai per stavolta offro io, basta che non ci fate l'abitudine. Che prendete?” "Un gin tonic, allora, grazie.. “ E a te Marta com'è andata?" chiede Mark spostando solo gli occhi verso di lei, e rimanendo con la testa affossata nello schienale. Marta è una bella ragazza dai capelli coloro rosso mogano tagliati a caschetto sbarazzino e ordinato, gli occhi di un bel verde chiaro e lentiggini sul naso che la fanno sembrare più giovane di quanto non sia realmente, anche per via del fatto che si trucca pochissimo e ha un bel viso pulito. Indossa jeans e scarpe da ginnastica, il suo abbigliamento preferito mentre lavora, perché stando tutto il giorno in piedi la cosa più importante è stare comoda. Al collo porta una collana che le ha regalato una persona per lei speciale, sopra al maglioncino a V che si è comprata in quel negozio del centro ... "Giornatina anche per me, ho maneggiato una quintalata circa di panini stamattina e ti risparmio sul mio pomeriggio " risponde a Mark mentre si avvicina alla seduta e prendendo gli occhiali dalla borsa cerca con lo sguardo Fabrizio: " prendo un vino bianco, grazie ah... la prossima volta faccio io, siamo d'accordo" |
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Scusa Shanti ma dove si può leggere tutto il racconto nella sua interezza? lo sai^:U |
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Per capirci se qualcuno su un dialogo usa un dialettale, una sorta di gergo etc... lasciatelo al limite aggiustate la punteggiatura. Esempio, io a volte scrivo cose tipo: "ste cose", per precisione sullo scritto andrebbe così 'ste, quindi se capitasse una cosa così potreste aggiungere l'apostrofo (non si chiama apostrofo questo vero? Booh, comunque ci siamo capiti) Fate invece attenzione alle incongruenze, se pinco è calvo e poi qualcuno lo descrive mentre si sposta il ciuffo eliminate o sistemate quel pezzo |
Intanto che aspettavo Filo sono andata un po' avanti, metto qui i dieci post di seguito a quelli di Shanti, come sempre se qualcosa non va si può sempre correggere:
Mentre Fabrizio continua a guardarsi in giro, sente il discorso tra Mark e Marta, e non appena quest’ultima si volta verso di lui, la guarda negli occhi per un istante e dice: "….Solo che magari è pesante avere a che fare ogni giorno con la gente, a volte non sai più come comportarti, uno ha già pensieri di suo e doversi sobbarcare, anche se solo momentaneamente, le lamentele altrui non fa sempre piacere" "tanto stai tranquilla che anche se facessi l'architetto sai quante storie dovresti sentire dai tuoi clienti, al momento di pagare poi non ne parliamo..." "Certo, ogni lavoro ha il suo risvolto negativo ma credo converrai con me, che quando la professione che fai è quella che ami per davvero, tutto diventa più sopportabile, anche il contatto forzato con la gente” continua Marta, senza attendere un cenno di approvazione da parte dei suoi amabili interlocutori, facendosi prendere dall’agitazione e iniziando a gesticolare: “il posto dove lavoro piace molto anche alle persone anziane che non sono costrette così a combattere con le diavolerie moderne, tessere tesserine e scanner davanti cui farle passare, bilance autopesanti / parlanti/paganti. L'ambiente è a loro dimensione, si può ancora scambiare una parola, anche due perchè spesso questi parlano con te con quello dietro e con quello davanti, dici l'importo da pagare e ti viene risposto che la borsa non gli serve poi finalmente chi ti sta davanti prende il portafoglio, ma per salutare la signora che sta uscendo lo apre dalla parte sbagliata e tutto il contenuto a terra ...oppure si dimentica di ritirare il resto quando non il sacchetto del pane .......e tu a sorridere, sempre, con nonchalance tono di voce basso e sorriso... insomma per farla breve ragazzi, mi manca la pazienza, a fine turno sono sfinita e di malumore, sempre nervosa". E rivolgendosi a Fabrizio: "Nel mio lavoro non esistono schermi di computer, niente incontri virtuali, solo quei rapporti umani reali di cui parlavi prima, ma che stress..." Fabrizio annuisce mentre Marta parla, anche lui sa che non è facile interagire con le persone, molte volte il suo atteggiamento nei rapporti interpersonali è stato di chiusura, tranne che in pochi casi, come è capitato con Mark e Marta. Li guarda un attimo, poi esclama: "qualche volta che venite a trovarmi nella mia reggia provo a farvi un ritratto, niente di troppo elaborato, per tenermelo io..." "...oppure ve lo cedo, tu Marta mi puoi pagare con una pagnotta di pane, Mark invece...ah ecco se decido di trasferirmi mi regali una casa di quelle che costruisci tu, eh eh " "Certo che devo essere proprio bello se un mio ritratto vale una casa intera.. " scherza Mark con una buffa espressione sorridente di chi sa il fatto suo, (tentativo di traduzione della faccina icon_mrgr:) per poi tornare serio sull'argomento: "Comunque si, i rapporti sono sempre più difficili in questi tempi, camminano tutti per strada ma non alzano mai lo sguardo dai loro piedi, vanno avanti dritti non voltandosi nemmeno se ti urtano.. Ci faccio attenzione a queste cose, le poche persone con cui posso parlare guardandoli negli occhi, oltre a voi due e gli altri del clan, sono pochissime. Non per niente l'impiegato di stamattina non mi ha riconosciuto perché mi parlava distratto, senza nemmeno staccare gli occhi dal suo pc... E quando alla terza volta che sono entrato e l'ho quasi costretto a guardarmi negli occhi, sembrava quasi a disagio..." "Accidenti" esclama Marta divertita giocherellando con la collana di ametista gialla , " più galanti di così si debbono proprio inventare...per il ritratto di Mark una casa, per il mio una pagnotta..... ma guardatevi attorno giovanotti ...dove la trovate una rossa come me?" mettendosi a ridere, lieta che la tensione che provava un attimo prima sia svanita, e continua sorridendo: "e solo perché vi voglio bene... un altro giro, offro io, cosa prendete?" "No, stavolta tocca a me!" esclama Mark alzandosi prima di Marta, "Avevo detto che offrivo a chi aveva passato una giornata peggiore della mia, e mi pare di aver sentito abbastanza...", Con un sorriso divertito chiede: "Cosa prendi, rossa? E tu, Fabri?" "Mah io un altro po’ di vino rosso, vedi anche se c'è qualche stuzzichino, qualcosa da mangiare, se no con due bicchieri a stomaco vuoto, rischio di finire steso..." Lo scambio scherzoso con Mark e Marta lo ha messo di buon umore, cerca di assaporare bene tutte le sensazioni, non gli capita spesso di fare battute o di avere un sorriso come espressione del viso… " Ancora un vino bianco, ma assicurati che venga servito freddo, grazie e ....beh, non posso assolutamente permettere che Fabrizio combatta solo soletto con gli stuzzichini ..." dice Marta con un sorriso alzando gli occhi al soffitto, e mentre Mark si allontana sistemandosi l'elastico che raccoglie i lunghi capelli biondi, si tende con il busto verso Fabrizio seduto alla sua destra. " Sempre un piacere venire a casa tua con o senza ritratto. Sapessi quanto ti invidio .... una casa tutta per te, se le cose non cambiano e presto, questo per me resterà un sogno" e l'allegria di un attimo prima se ne va. "Chiamala casa...se fossi stato più alto quasi non sarei riuscito ad entrarci tutto dentro...." "Comunque per adesso mi basta, certo senza l'aiuto dei miei non avrei potuto permettermi neanche questo, però può essere utile per diventare più autonomo, gestire la mia vita più in prima persona e senza discussioni continue coi genitori" continua Fabrizio, posando lo sguardo su tutto il suo viso per coglierne i tratti caratteristici, osservando i capelli rossi e le loro sfumature, vorrebbe prendere la matita in mano e buttare giù qualche schizzo sul foglio, respira in modo più profondo del solito. C'è uno strano silenzio, Marta sente lo sguardo di Fabrizio su di lei e le sembra quasi di percepire anche il suo respiro. Non si vuole intristire, si trova tra amici e si ripete che va tutto bene che tutto si risolverà. "Perché mi guardi e non favelli?" domanda a Fabrizio alzandosi nel frattempo e andando a inginocchiarsi davanti a lui. E' sorpreso, muove velocemente le sopracciglia, sta per dire qualcosa ma Marta lo interrompe avvicinando la propria mano alle sue labbra: "Perché guardo gli occhi tuoi che sono belli" e completa la frase avvicinando l’indice alla punta del suo naso “Si può rispondere solo così " e finalmente vede comparire un sorriso sulle sue labbra. " Dovresti farlo un po' più spesso, sorridere intendo, il tuo volto si illumina ... se ti potessi vedere in questo momento ....ti sceglieresti per modello, ne sono certa". |
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Se vuoi puoi rimettere tutto come prima, nei punti dove ti sembra necessario farlo fiori.gif |
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"Perché mi guardi e non favelli?" domanda a Fabrizio alzandosi nel frattempo e andando a inginocchiarsi davanti a lui che, sorpreso, muove velocemente le sopracciglia. Sta per dire qualcosa quando Marta lo interrompe avvicinando la propria mano alle sue labbra: |
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Ho integrato le vostre correzioni mantenendo però intatte le parole dei protagonisti e modificando ancora qualcosa dove ho evidenziato: Fabrizio, continuando a guardarsi intorno, sente il discorso tra Mark e Marta e, non appena lei si volta verso di lui, fissandola negli occhi per un istante le dice: "….Solo che magari è pesante avere a che fare ogni giorno con la gente, a volte non sai più come comportarti, uno ha già pensieri di suo e doversi sobbarcare, anche se solo momentaneamente, le lamentele altrui non fa sempre piacere, tanto, stai tranquilla, anche se facessi l'architetto sai quante storie dovresti sentire dai tuoi clienti, al momento di pagare poi non ne parliamo..." "Certo, ogni lavoro ha il suo risvolto negativo" risponde Marta, "ma credo converrai con me che quando la professione che fai è quella che ami per davvero, tutto diventa più sopportabile, anche il contatto forzato con la gente” e senza attendere un cenno di approvazione da parte dei suoi amabili interlocutori, facendosi prendere dall’agitazione e iniziando a gesticolare continua: [font=Verdana]“Il posto dove lavoro piace molto anche alle persone anziane che non sono costrette così a combattere con le diavolerie moderne, tessere tesserine e scanner davanti cui farle passare, bilance autopesanti, parlanti e perfino paganti. L'ambiente è a loro dimensione, si può ancora scambiare una parola, anche due, perchè spesso queste parlano con te, con quella dietro e con quella davanti, dici l'importo da pagare e ti viene risposto che la borsa non gli serve poi finalmente chi ti sta davanti prende il portafoglio, ma, per salutare la signora che sta uscendo, lo apre dalla parte sbagliata e tutto il contenuto va a terra ...oppure si dimentica di ritirare il resto quando non il sacchetto del pane .......e tu a sorridere, sempre, con nonchalance .... tono di voce basso e sorriso... insomma, per farla breve ragazzi, mi manca la pazienza, a fine turno sono sfinita e di malumore, sempre nervosa..." e volgendosi verso Fabrizio, continua:"Nel mio lavoro non esistono schermi di computer, niente incontri virtuali, solo quei rapporti umani reali di cui parlavi prima, ma che stress..." Fabrizio annuisce mentre Marta parla, anche lui sa che non è facile interagire con le persone, molte volte il suo atteggiamento nei rapporti interpersonali è stato di chiusura, tranne che in pochi casi, come è capitato con Mark e Marta. Li guarda un attimo, poi esclama: "qualche volta che venite a trovarmi nella mia reggia provo a farvi un ritratto, niente di troppo elaborato, per tenermelo io... ...oppure ve lo cedo, tu Marta mi puoi pagare con una pagnotta di pane, Mark invece...ah ecco, se decido di trasferirmi, mi regali una casa di quelle che costruisci tu!" "Certo che devo essere proprio bello se un mio ritratto vale una casa intera.. " scherza Mark con una buffa espressione sorridente di chi sa il fatto suo, per poi tornare serio sull'argomento: "Comunque sì, i rapporti sono sempre più difficili in questi tempi, camminano tutti per strada ma non alzano mai lo sguardo dai loro piedi, vanno avanti dritti non voltandosi nemmeno se ti urtano. Ci faccio attenzione a queste cose, le persone con cui posso parlare guardandole negli occhi, oltre a voi due e agli altri del clan, sono pochissime. Non per niente l'impiegato di stamattina non mi ha riconosciuto perché mi parlava distratto, senza nemmeno staccare gli occhi dal suo pc... E quando alla terza volta che sono entrato e l'ho quasi costretto a guardarmi negli occhi, sembrava quasi a disagio..." "Accidenti" esclama Marta divertita giocherellando con la collana di ametista gialla , " più galanti di così si debbono proprio inventare...per il ritratto di Mark una casa, per il mio una pagnotta..... ma guardatevi attorno giovanotti ...dove la trovate una rossa come me?" Mettendosi a ridere, lieta che la tensione che provava un attimo prima fosse svanita, continua sorridendo: "e solo perché vi voglio bene... un altro giro, offro io, cosa prendete?" "No, stavolta tocca a me!" esclama Mark alzandosi prima di Marta, "Avevo detto che offrivo a chi aveva passato una giornata peggiore della mia e mi pare di aver sentito abbastanza...". Con un sorriso divertito chiede: "Cosa prendi, rossa? E tu, Fabrì?" "Mah io un altro po’ di vino rosso, vedi anche se c'è qualche stuzzichino, qualcosa da mangiare, se no con due bicchieri a stomaco vuoto, rischio di finire steso..." Lo scambio scherzoso con Mark e Marta ha messo Fabrizio di buon umore, cerca di assaporare bene tutte le sensazioni, non gli capita spesso di fare battute o di avere un sorriso come espressione del viso… " Ancora un vino bianco, ma assicurati che venga servito freddo, grazie e ....beh, non posso assolutamente permettere che Fabrizio combatta solo soletto con gli stuzzichini ..." dice Marta con un sorriso alzando gli occhi al soffitto e, mentre Mark si allontana sistemandosi l'elastico che raccoglie i lunghi capelli biondi, si tende con il busto verso Fabrizio seduto alla sua destra. " Sempre un piacere venire a casa tua con o senza ritratto. Sapessi quanto ti invidio .... una casa tutta per te, se le cose non cambiano e presto, questo per me resterà un sogno" e l'allegria di un attimo prima se ne va dal viso di Marta. "Chiamala casa...se fossi stato più alto quasi non sarei riuscito ad entrarci tutto dentro.... Comunque per adesso mi basta, certo senza l'aiuto dei miei non avrei potuto permettermi neanche questo, però può essere utile per diventare più autonomo, gestire la mia vita in prima persona e senza discussioni continue coi genitori" continua Fabrizio, posando lo sguardo sul viso di lei per coglierne i tratti caratteristici, osservando i suoi capelli rossi, le loro sfumature.... vorrebbe prendere la matita in mano e buttare giù qualche schizzo sul foglio, respira in modo più profondo del solito. C'è uno strano silenzio, Marta sente lo sguardo di Fabrizio su di sè e le sembra quasi di percepire il suo respiro. Non si vuole intristire, si trova tra amici e si ripete che va tutto bene, che tutto si risolverà. "Perché mi guardi e non favelli?" domanda a Fabrizio alzandosi nel frattempo e andando a inginocchiarsi davanti a lui che, sorpreso, muove velocemente le sopracciglia. Sta per dire qualcosa quando Marta lo interrompe avvicinando la propria mano alle sue labbra: " Dovresti farlo un po' più spesso, sorridere intendo, il tuo volto si illumina ... se ti potessi vedere in questo momento ....ti sceglieresti per modello, ne sono certa". |
Nella trascrizione mi ero mangiata qualche riga, quindi per chiarezza riporto qui sotto l'ultimo pezzo completo di Marta:
"Perché mi guardi e non favelli?" domanda a Fabrizio alzandosi nel frattempo e andando a inginocchiarsi davanti a lui che, sorpreso, muove velocemente le sopracciglia. Sta per dire qualcosa quando Marta lo interrompe avvicinando la propria mano alle sue labbra: "Perché guardo gli occhi tuoi che sono belli" e completa la frase avvicinando l’indice alla punta del suo naso “Si può rispondere solo così", finalmente vede comparire un sorriso sulle sue labbra. "Dovresti farlo un po' più spesso, sorridere intendo, il tuo volto si illumina ... se ti potessi vedere in questo momento ....ti sceglieresti per modello, ne sono certa". |
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Fabrizio è ancora intento a scrutare le linee del volto di Marta quando lei si alza e gli si inginocchia davanti , gli mette il dito sulla bocca e gli fa molti complimenti.
In genere i complimenti non imbarazzano il giovane artista ma riceverli da una persona come Marta gli fa uno strano effetto, sente un calore inondargli la testa, vorrebbe dirle qualcosa per sdebitarsi, qualcosa che la faccia sentire veramente bene, invece riesce solo a tirare fuori un timido "grazie" Mark, carico di bicchieri e patatine, torna vicino agli amici ma vedendo la scena fra i due si limita a posare gli stuzzichini sul tavolo per non interromperli. Si sente di troppo, riaffonda nel divano, reclinando ancora la testa indietro e allentandosi la cravatta che porta più per necessità che per altro. Fa alcuni respiri profondi e cerca di scaricare le tensioni della giornata, pensando a quanto sia bello avere un salottino condominiale dove ritrovare, oltre agli altri, anche se stessi... "Eccoti qua" esclama Marta, mentre si allontana da Fabrizio e si dirige verso Mark intento ad allentare il nodo della cravatta " umh patatine....e basta?" prende il suo bicchiere e aggiunge " vado a prendere anche delle noccioline " . Nell'allontanarsi Marta scorge sulla gradinata di fronte un gruppetto di persone che non vedeva da tempo, alza la mano e la fa ondeggiare leggermente per attirare la loro attenzione e decide di avvicinarsi per salutare i vecchi amici, "Vi lascio soli un attimo ragazzi..." Mark osserva Marta allontanarsi, poi si rivolge a Fabrizio: "Quello che ti manca credo sia solo una buona idea... tu hai del talento, Fabrizio, non hai niente da invidiare agli artisti che vanno di moda oggi, hai solo bisogno di trovare la grande occasione per dimostrare quanto vali!" fa una pausa, sorseggiando un po' del gin tonic, poi continua "E per far questo hai bisogno o della fortuna o delle giuste conoscenze..." Un po' pensoso Fabrizio inizia a bere il secondo bicchiere di vino e rivolgendosi a Mark riflette "Sì è vero quello che hai detto, però di persone che ti promettono mari e monti già ne ho trovate parecchie, poi al dunque non fanno niente,l'occasione per svoltare la sto aspettando, spero arrivi presto, intanto cerco di migliorarmi e di studiare il più possibile" e attratto dal profumo comincia ad assaggiare le patatine portate da Mark. Marta si avvicina al gruppo salutando con un sorriso "mi fa piacere rivedervi ,tutto bene?" Qualcuno(metterei un nome) ricambia il sorriso e il giovane che sta parlando risponde appena con un cenno del capo, senza però interrompere il discorso che sembra interessare tutti. Sono vecchi compagni di Università, meglio sono ex compagni perchè loro si sono laureati da un po'. Marta intuisce che stanno parlando di lavoro, del progetto di un nuovo centro didattico forse, legge un'espressione soddisfatta sui loro volti, la colpisce l'entusiasmo che sprigiona dalle loro parole e d'improvviso il cuore comincia a batterle forte, il suo stomaco è contratto, l'imbarazzo la soffoca e qualcosa dentro le urla di allontanarsi. Indietreggiando piano senza voltarsi fino a quando si sente abbastanza distante da loro, Marta si dice a voce alta " nessuno si è neanche accorto che sei arrivata, figuriamoci se notano la tua assenza " . Sente le lacrime spuntare ma ricaccia giù a forza quel groppo e si sforza di stamparsi sulla faccia un finto sorriso mentre raggiunge gli amici intenti a conversare. " Un'incapace fallita, ecco quello che sei, hai trent'anni e l'unica cosa che ti riesce bene è la parte della single parassita, nient'altro" Marta impreca contro di sé, sempre a voce alta, incurante di interrompere il dialogo tra Mark e Fabrizio, è arrabbiata e trattiene a fatica le lacrime, raccoglie la borsa da terra e cerca dei fazzoletti che non trova "cento cose inutili qui dentro!" continua furiosamente a girare la mano dentro la borsa "non hai mai quello che serve, una nullità ecco quello che sei" si sfoga asciugando le lacrime con il dorso della mano. |
Per me va tutto benissimo, soltanto toglierei il primo periodo perchè ripete quanto già descritto sopra.
"Fabrizio è ancora intento a scrutare le linee del volto di Marta quando lei si alza e gli si inginocchia davanti , gli mette il dito sulla bocca e gli fa molti complimenti." Aspettiamo Shanti per sentire che ne pensa. Ciao fiori.gif |
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