Resistenze
Resistenze
Da tempo la parola resistenza gira nella mia testa. Oggi il tread acidi e basi e il modo per me interessante in cui viene proposto mi ha dato l’imput a farne un titolo. Ho avuto difficoltà a scriverla come tale perché mi faceva pensare alla guerriglia e non mi andava, così l’ho messa la plurale. Vi associo opposizione, controllo passivo, robustezza… Mi piacerebbe saperne di più su questa parolina che include sia la capacità a non farsi abbattere dalle avversità, ma anche l’ostacolo alla realizzazione di certi obiettivi. Il corpo resiste agli ideali della dieta, la mente ai cambiamenti. Ci permette di dare fondo alle nostre forze nel momenti di pericolo, ma anche ostacola la volontà quando ad essa non si allea. Direi resistenza fisica mentale, e includerei anche spirituale pur non avendo ben chiara questa dimensione. L'ho messo in filosofia, non so sè va bene così. |
Ci provo anche se la sezione in cui siamo mi crea..resistenza icon_mrgr:
La resistenza secondo me è una forza che si oppone a un'altra forza, come ad andare controcorrente. Se non mi sbaglio è proprio la resistenza a creare in noi la tensione che poi potrebbe/dovrebbe aaiutarci a crescere, o quantomeno a cambiare. Una specie di palestra per la psiche. Maggiore è il tempo in cui riesco ad applicare la resistenza a una determinata forza (tipo cancellare tutto e leggere altrove:sornione: ) maggiore è la probabilità che qualcosa in me si..ehm..abitui? si alleni? alla tensione che questa resistenza mi provoca aumentando le mie tolleranze alla forza che cerco di controbattere. Non sò se si capisce.. |
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Però più giù mi fai intendere che vi dai il valore di aiutare la crescita, nei termini in cui lo hai detto è come dare senso attivo ad una azione passiva, che di per se non è negativa ovviamente. Azzardavo l'idea che la resistenza sia sempre passiva come forza e quindi di per se non ha la qualità di fare avanzare. Che ne dici? |
Azz..lo sapevo che dovevo restarne fuori :@@
Dai, scusa, battute a parte..una forza passiva? Faccio fatica ad accettarla come definizione perchè associo alla forza, di qualsiasi tipo mi venga in mente, un movimento, un lavoro, un'energia...forse perchè per passivo intendo statico, comunque fermo. Puoi farmi un esmpio di forza passiva? Detto questo se per resistenza intendiamo una sorta di rifiuto, un blocco verso un pensiero (visto che siamo in filosofia..) la positività o la negatività secondo me dipendono in buona parte da cosa cerchiamo di frenare, resistendogli appunto, e quali sono i risultati finali. Confrontarsi su un'idea ad esempio. Naturalmente posso provare una certa resistenza a farlo perchè dovrei mettermi in discussione. La forza che in quel momento "scorre" in modo più impetuoso è quindi quella di lasciar perdere e fare altro, se opero una resistenza consapevole a questa forza (la fuga) dovrò entrare in tensione (quindi non ci vedo passività) e sforzarmi di superare quel vento contrario. Se invece assecondo la forza e scappo, diciamo così, non avrò opposto resistenza, sarò allora rimasta passiva di fronte a un atteggiamento subendolo. Non avrò subito pressioni creando tensione ma non avrò nemmeno colto l'occasione per alzare un pochino le mie tolleranze. In questo senso la resistenza può essere positiva. Negativa diventa quando pur consapevole di dover esercitare una resistenza al pensiero di fuggire (per rimanere in metafora, spero che sia un pò chiara) lascio stare, parte di me però rimarrà in quel desiderio inespresso (che diventano poi i rimpianti) e la resistenza si porrà in modo sotterraneo e logorante. Bon, questa è l'idea che mi son fatta.. |
Ho scoperto che il diamante è un ottimo conduttore pur essendo un isolante elettrico.
"infatti la conducibilità di un materiale, che sia elettrica o termica, dipende in larga misura dalla disposizione del suo reticolo cristallino, più ordinato è questo, più quel materiale sarà un buon conduttore" riporto questo ultimo da wiki dato che anche non essendo prettamente coerente all'argomento può dare spunti interessanti. |
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una molla fa resistenza a chi cerca di comprimerla o a chi cerca di "svolgerla"
la materia fa resistenza, perchè è cristallizzazione e anche perchè si trova in un campo dove esiste un'altra forza, quella di gravità |
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Quando non siamo aperti alla vita siamo dei fossili viventi l'apertura è come l'acido di cui si parlava di la, scioglie le incrostazioni calcaree e ci ridona nuovo splendore. |
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In realtà forza e resistenza sono opposti, è improprio dire che la resistenza è una forza, anche se può sembrare forte, è invece ciò che alla forza si oppone. Se non ci fosse resistenza la forza non potrebbe manifestarsi, perchè non produrrebbe effetti. E' utile, per capire il concetto, guardare alla resitenza elettrica, come avete accennato. La resistenza è grossomodo la capacità che ha un materiale di opporsi al passaggio di energia, assorbendone una parte che poi disperde tramite calore (se non ce la fa si fonde). Non esistono in natura conduttori o resistenze perfette... tutto trattiene (isola) un po' e tutto conduce. Può prevalere una delle due caratteristiche, anche in modo spiccato per i nostri parametri, tanto che dividiamo i materiali in isolanti e conduttori. Un conduttore perfetto, se esistesse (ci sono i superconduttori, al limite specifichiamo) sarebbe un corpo che non verrebbe perturbato dal passaggio di energia. Un perfetto isolante la farebbe scomparire tutta al suo interno. Come detto non ce ne sono in natura, dove per natura intendo manifestazione. |
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sto cercando ora di decodificare i singoli concetti. Non mi viene facile. Innanzitutto mi piace questo restituire alla passività del femminile la virtù di non esserlo in modo statico, come lo è l'incapacità a reagire; mi sembra bellissimo questo muoversi seguendo lo stimolo, e se questa resistenza è, è una delle cose migliori di questa parola. Posso riconoscere ciò non solo se penso al femminile nel senso di donna, che per tradizione e conformazione è più associata alla passività .Il fatto di associare la passività alla non staticità mi solleva da alcuni dubbi. Citazione:
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Provo a risponderti (Tina) con uno spunto: il filo incandescente di una lampadina è una resistenza.
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Ripassando un po’ alcuni concetti mi è chiaro meglio che così come la lampadina per dare luce ha bisogno della elettricità, quindi di energia, allo stesso modo la resistenza che il nostro corpo oppone alla fatica va sostenuta dal nutrimento, dalla respirazione(compresa quella cellulare, ciclo di ATP). Riflettevo sul fatto che il resistere a qualcosa stanca se non hai una riserva di energia o una fonte di ricarica. Resistere ad un sentimento , ad un capriccio, darà alla lungo andare uno scadere , un abbassamento della energia, dell’umore, se non si hanno altre fonti di benessere. Cosa che accade comunemente. Mi riallaccio al discorso della dieta alimentare e di quanto sia difficile perdere chili solo perché è un ideale della mente. E' un resistere al desiderio di quel cibo senza il supporto di altre fonti di gratificazione, anche se questa è la parola sbagliata, lo sento. Oppure una motivazione forte, come potrebbe essere un problema di salute. Allora in quel caso la motivazione diventa il pensiero che spinge a resistere, l'energia che sostiene. Di sicuro non si può sostare molto in un stato di resistenza, come per la lampadina che brucia primo o poi il filo di tugsteno, anche la volontà di resistere si abbassa credo. Mi fermo Citazione:
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in un tread "opera d'arte" Dafne ha parlato di resistenza, posso citarlo Dafne?
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ma si certo, non ho problemi di copyright io icon_mrgr: |
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Si resiste a ciò che non ci è chiaro, a ciò che non ci sembra bello, e vorremmo subito spostare lo sguardo. Questo mi dice molto su come la resistenza la subiamo da noi stessi molte volte al giorno. Così, per caso ho letto oggi questo tread e ho notato la parola resistenza. Grazie dafne Preciso che in altri ambiti non sono riuscita amitigare resistenze pur dediserandolo. Non ho mai smesso di avere resistense nei confronti delle discipline fisiche , tipo sport.Ho fortissima resistenza a programmare il tempo libero in modo quasi drammatico.. Sento che comprendere tutte le sfaccettature di questo termine mi possa aiutare a sia ad utilizzare la resistenza che a ridimensionarla quando mi è di ostacolo. p.s. Simpatica questa si riferiva alla battuta sul copyright |
Mi chiedo se anche la rigidità ha a che fare con la resistenza.
Se poi è vero che per ogni resistenza c'è una forza che si oppone, nel caso delle resistenze psicologiche significa allora per ogni resistenza esiste una forza contraria che si oppone dentro l'essere stesso. Ecco perchè le resistenze a lungo andare bloccano l'energia. Ma sto considerando solo gli aspetti negativi così. |
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Una cosa passiva, per definizione che ho, è una cosa non-attiva. Lascia passare, secondo me non cambia, così come il femminile che accoglie e per accogliere deve,appunto, essere fermo. Non riesco proprio a capire come il passivo si possa muovere riesci a farmi un esempio che sia legato ad un comportamento per favore? (visto che siamo in filosofia ci stà) Pensavo...La frutta appassita è secca, inerte, una persona impassibile è qualcuno che non manifesta alcun cambiamento nonostante gli stimoli...leggo.gif Altro punto, magari da prendere in considerazione in un secondo momento, è forza e resistenza come opposti. Opposti nel senso che siano "uno contro l'altro" mi stà bene ma non riesco ad immaginare la resistenza come una non-forza. Quando faccio resistenza a qualcosa blocco, fermo, esercito un'opposizione, questo esercitare mi dà la sensazione di energia. Impiego energia per contrastare una forza, anche per questo si parla di tolleranze che possono aumentare o diminuire. Se la resistenza non fosse una forza ma solo un..bliocco? un muro? un nonsocomedefinirlo come potremmo avere nel tempo minori o maggiori tolleranze di fronte a una stessa sollecitazione? Mentre attendo lumi vado a cercare quell'articolo che c'era sul concetto di passivo in oriente, purtroppo ho nebbia totale sul titolo dry.gif ma mi sà che posso trovare qualche spunto utile. Riferendomi a te Webetina direi che a distanza di tempo ho scoperto che la mia resistenza di fronte all'arte moderna in genere deriva da un mio particolare modo d'essere, un gusto personale che non riuscivo ad accettare del tutto perchè mi metteva automaticamente al di fuori del gruppo (con gruppo intendo quelli che l'arte moderna l'apprezzano e di conseguenza -nella mia testa- potevano disprezzare me) Questo per dirti che alla fine il senso negativo o positivo di una resistenza a qualcosa si capisce solo quando ci si sia concessi di sperimentare il limite. Per questa cosa la mia resistenza rimane ma avendola accettata, avendola riconosciuta come funzionale (perchè in effetti a me proprio l'arte moderna in genere non piace) non mi genera più quel fortissimo attrito di prima. O meglio, diciamo che ho alzato la tolleranza, si può dire no? |
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A me la resistenza fa pensare ad una corrente/forza contraria, quindi qualcosa che si oppone e che può anche essere un'ostacolo.
La vedo passiva nel senso che non è la forza principale ma quella che la contrasta l'attiva che è quella che le va contro. Tipo andando in barca ci può avere il vento a favore o contrario se è contrario la barca trova una resistenza che deve superare se è favorevole la spinge. In ogni caso per andare contro una resistenza ci vuole una forza maggiore e nel farlo si suda si sprigiona calore se si esagera o non è alla nostra portata superare la resistenza si può fondere e bruciare. Un ostacolo anche è una restistenza secondo me quindi è pari alla forza che noi mettiamo in atto ce la rigira addosso, è un po' come l'allenamento dei pesi più ci alleniamo con quell'ostacolo che fa resistenza e più noi diventiamo forti, sviluppiamo i muscoli fisici se ci stiamo allenando fisicamente. Se ci alleniamo a resistere ad altre cose non materiali alleniamo un altro tipo di muscoli. Tipo il discorso sull'assaggiare il prosciutto di quel thread giocoso che aveva aperto Daf sull'assaggio dei cibi. Se prendo un cibo di cui sono golosa: lo annuso, lo guardo, lo tocco con le dita e anche con la lingua e poi però non lo mangio e lo rimetto in frigorifero, aumento la mia resistenza al richiamo della gola/golosità se continuerò a giocare con la resistenza senza mai cedere potrei anche bruciare la resistenza come capita con il frullatore che ogni tanto bisogna spegnerlo per farlo raffreddare, allo stesso modo raffreddo la resistenza mangiando un po' di prosciutto una volta tra una resistenza e l'altra. Nel frattempo come ho detto ho aumentato la capacità di quella resistenza. Poi come diceva Daf ci sono resistenze che non abbiamo impostato ma sono inconscie e li bisogna comprendere il perche si sono formate, le caso di Daf che ha raccontato dietro ci sono dei meccanismi nascosti, che sarebbe utile per noi scoprirli. Ho scritto a ruota libera come mi è venuto :) |
Mi chiedevo se resistenza fosse sempre qualcosa di artificiale, di abberrante. Ma esiste un esempio di resistenza nell'equilibrio di un sistema planetario? Pensavo di no, anzi in una armonia così grande per non dire perfetta come potrebbero esserci restistenze. C'è una risposta?
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Forza e resistenza come opposti... l'esempio del muro è ottimo. Il muro è li e non fa nulla... a meno che non gli si tiri contro qualcosa (anche la forza di gravità, alla quale resiste stando su). In questo caso oppone resistenza... ossia l'oggetto che gli sbatte contro subisce una forza uguale e contraria. Ma la forza subita da quest'ultimo è generata dalla resistenza che incontra la forza del primo... in quanto forza è sempre quella del primo. La resistenza la potremo definire come la capacità di opporsi ad una forza. Ovvio che sia forza che resistenza utilizzano energia. Per fare un altro esempio il muro è la resistenza e il vento la forza. La forza agisce e si muove, la resistenza sta ferma fino a che non viene a contatto con una forza. A questo punto smette di stare ferma e si adegua al movimento della forza che subisce. Anche se vediamo il muro restare lì dov'è, col vento in realtà si muove per certi versi. Un altro esempio, che è sempre utile da considerare quando si parla di maschile e femminile, dato che siamo tutti adulti, è il sesso. L'organo femminile non resta fermo, inerte, ma accoglie quello maschile modificandosi a seconda delle particolari caratteristiche di questo e dei suoi movimenti. |
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