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Poi hai scritto che dobbiamo riappropriarci anche delle memorie precedenti , dunque non solo quello della vita che stiamo vivendo ma anche delle eredità ricevute? fine OT Citazione:
L'unico "trucco" che finora ho trovato, è quello di fare uno sforzo di volontà per superare l'empasse, e concentrarmi su qualcosa di specifico, in questo modo rimetto in circolo l'energia.. e funziona, pero' il più delle volte è una cosa temporanea, il che mi fa pensare di non essere realmente uscita dal buco... Citazione:
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Mi chiedo, ma forse è un'idiozia, la funzione di questi buchi. Voglio dire, sono solo trappole esistenziali o possono anche avere una loro funzione di crescita?
Perchè se dentro nel buco prima di voler a tutti i costi uscire facessimo un pò come nella grotta cercando di esplorare nel buio più buio quello che normalmente alla luce ci sfugge? Se ci fosse in quel buco uno dei nodi succhiosi (ahahah, scusate, non mi veniva un altro aggettivo) del passato e esplorandolo e scigliendolo potessimo recuperare l'energia per fare il salto fuori? E' una folle fantasia? leggo.gif |
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Poi non so se si parla invece di ottave perchè anche li è come se cadessi in buchi nei quali perdo ad esempio la concentrazione su un obiettivo che mi ero proposta...nonso.gif |
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Tu dici che quando si è nel buco è possibile ricapitolare e sciogliere il nodo? e con l'energia recuperata fare il salto per uscire? Non lo so, io quando sono nel buco mi sento inerme, senza forze ... e prima di poter ricominciare a lavorare devo "raccogliere" le energie uscirne, non ho altre a disposizione.. |
Boh (linguaggio proattivo icon_mrgr: ) forse parliamo di buchi diversi. Io ci stò in questo da così tanto tempo che le energie le ho impiegate per farci un divano e intessere una coperta diavolo.g:
Vabbeh no dai, scherzi a parte, ho la sensazione di aver trovato nel tempo buchi simili, come diceva il capo, ma sempre uguali di fondo anche se sempre più profondi. Adesso sò con più chiarezza qual'è il problema, problema che scava la buca,ma ho anche la percezione di una forza che scava, che mi toglie, letteralmente, la terra sotto i piedi, grammo a grammo :U e che l'erosione sia comunque opera mia :U quindi la forza origina da me...Saprei anche cosa fare, seppur in linea teorica, ma non sò come, mi manca la forza è vero ma ho idea che la forza ci sia solo che è dispersa in fuori ad incavolarmi con la situazione, il tempo, Tizio X, Tizia Y e via dicendo. Non riesco a trattenere a sufficienza per incazzolarmi con me stessa,perchè è in me il come. Mentalmente ho l'immagine del gatto (o della rana o canguro o cavalletta...alla fine il concetto è sempre quello) che per saltare avvicina tantissimo l'arto al petto, un assurdità a guardare, ci si abbassa moltissimo per ottenere uno slancio in alto maggiore. Anche se ho notato, sperimentando icon_mrgr:, che esiste un punto in basso oltre al quale non ci si prepara più al salto ma si cade giù, e la stessa forza per scendere non dev'essere scendere e basta ma ... slanciarsi...al contrario :U Oltre ai vaneggi sui salti comunque ragionavo anche sull'energia. Un pò ovunque ho letto che di nostro, di serbatoio, di energia ne abbiamo pochetta e che in realtà attingiamo altrove. In quest'ottica sentirsi senza forze potrebbe non essere averne meno ma essere "solo" più consapevoli di come stiamo di solito davvero, scarichi, e che se riuscissimo ad attingere in quel momento probabilmente riusciremmo anche a capire un pò meglio come trovare la Fonte... Infine,per uscire da un buco ci si può anche arrampicare, con mani e piedi ma il rischio di far franare ulteriore terreno è altissimo. stosvegli: |
Bello questo 3d, ringrazio Sole per averlo riportato all'attenzione. Nei 10000 e passa post Uno sembra abbia parlato proprio di tutto, qui dovrei trovare qualche risposta a quanto mi sta accadendo ultimamente, cioè dolori traumi e dire si. Ma visto che la mia mente è particolarmente fervida di immagini voglio andare coi piedi di piombo magari facendo qualche domanda di verifica.
Sto osservando i miei cicli e ricicli continui, si tratta forse di ricadere nello stesso buco di cui si parla qui? Se si dovrei trovare la forza dal trauma per non ricaderci più. Magari rendere più chiaro il concetto di saturazione prima del trauma, non è ancora entrato dentro. Non ne ho avuto ancora abbastanza vuol dire non sono satura? il trauma che segue potrebbe non essere risolutivo quindi non è un vero trauma? E dell'arrendersi a se stessi potrei affermare che il mio dire si corrisponda all'arrendermi a me stessa, ovvevo a non opporre grande resistenza? Il mio dire si mi sta apportando dei benefici in diversi ambiti, ma non vorrei confondere le due cose. |
Per me nel buco va impiegato quello che si è messo da parte durante il periodo di veglia.
Mi spiego. Se durante la veglia riesco a recuperare energia e forza con i vari metodi che conosciamo, nel momento inevitabile (per crescere e diventare adulti) della caduta nel buco dovrei avere la forza di non disperdere e automotivarmi per l'uscita. Come se ci dovessimo lasciare delle ancore di salvezza. |
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Fin'ora la risposta che mi sono data è che si arriva a un certo punto in cui finalmente riusciamo ad abbandonare ogni resistenza della mente che cerca effetti speciali, in quel momento riusciamo a riconoscere l'utilità e il bisogno di certe pratiche come potrebbero essere il t.a. o i 5 tibetani o qualsiasi altra cosa SEMPLICE che ci è stata indicata. Fino a quando non avviene questa resa, ci sembra di lavorare, magari facciamo anche qualcosa ma in realtà ci stiamo ingannando perchè siamo impegolati nella ricerca di qualcosa. La resa a se stessi forse consente di lavorare con costanza spontanea (non con incaponimento) inziando da cose apparentemente banalissime come tenere la concentrazione su un piede o sull'ombelico senza che la mente ci porti via dal nostro obiettivo, come se fossero naturali e senza cercare altro.. |
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