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webetina 29-01-2011 11.20.32

Cosa provo e non cosa penso...
 
Mi trovo nella casa paterna con l' ex marito di mia sorella, il padre dei miei nipoti, ed una insegnante che fa lezioni private a mio figlio. Il loro atteggiamento è di superbia e di sufficienza verso di me: mio figlio non va bene a scuola, e lei lascerà lo stesso che sia bocciato perchè il ragazzo non la segue nei suoi insegnamenti. Comincia una reazione di ribellione dentro di me, anzi vera rabbia. Le dico di mostrarmi ciò che non capisce delle formule matematiche, lei mi porge un quaderno con una sfilza di espressioni algebriche molto complesse. Mi rendo conto del problema, mio cognato con fare superficiale mi dice che la signora ha ragione, mio figlio è molto indietro. In un attimo realizzo che la partita è persa, dico a lui che non deve compiacerla, mentre alla donna dico che alla fine deve solo fare applicare poche regole, che quella complessità è solo data un numero elevato di semplici moltiplicazione e divisioni, che una volta svolte prima addizioni e sottrazioni dentro le parentesi, il gioco è fatto. Questo deve mostrare a mio figlio! Il concetto poi che un numero intero diviso un numero fratto può diventare facilmente la moltiplicazione tra il primo e il secondo invertendo in questo numeratore con denominatore, rende il tutto elementare, e solo dopo aver favorito la fiducia si spiegheranno i principi teorici.
Mio figlio mi guarda mentre mi agito, ed è in grado di capire che ho ragione a prevedere che lui ce la possa fare, e scelgo sul momento di sollevarlo dall'impasse dichiarando in faccia a questa donna piena di superbia, con forza perchè non si rimandi e si risolva al più presto la situazione, che se l'allievo non riesce devo pensare che la colpa stia nella insegnante, che tra l'altro sto pagando, che questo sia chiaro e ognuno si prenda i propri compiti, e sbatto un pugno sul tavolo!
Dopo di che si sale tutti su un autobus, si percorre un tratto fino ad un altro paese, arrivo a fine corsa, e scendendo ho perso di vista sia mio figlio che insegnante e cognato. Mi dico va bene continuo ciò che ho da fare. Non contenta infatti vado nella scuola di mio figlio, chiedo di lui ai ragazzi, ma sono evasivi; ok mio figlio marina la scuola. Dico loro che comprendo che coprano il compagno, ma chiederò direttamente agli insegnanti. Sono due, chiacchierano, una donna e un giovane insegnante. Vorrei dire che mio figlio recupererà, gli sto pagando delle lezioni private, vorrei addurre le mie motivazioni sul perchè sia meglio non respingerlo. Hanno aria di sufficienza, lei è la docente in carica di matematica. Mi rivolgo poi al lui, è quello di lettere. Gli dico di sapere che in italiano va bene, è stato sempre così, ma lui risponde senza malvolensa, che è vero ma non studia abbastanza. Quì mi rendo conto che è meglio io stia zitta, i compagni riferiranno a mio figlio di questa mia ingerenza e di sicuro ne sarà contrariato e si sentirà umiliato. Rischio di distruggere l'efficacia della mia presa di posizione nel pretendere per lui. Sto quindi zitta, rinuncio e mi ritiro.

Conosco l'origine di questo sogno, il rammarico di non aver seguito mio figlio un pò di più alle elementari, presa com'ero dal lavoro, il rammarico che mi ferisce per le difficoltà che ha a vuto in seguito, ect ect...e poi ancora e poi ancora....Ma vorrei provare ad abbandonare l'interpretazione psicologica del sogno, e restare nelle sensazioni provate.
Tutto il cuore di me stessa è smembrato in tante fiammelle rimaste sopra ogni episodio del passato; bruciano e consumano la mia energia senza efficacia.
Non molto tempo fà uno dei maestri che ho creduto di incontrare, vedendo la mia grande sofferenza che portavo come se fosse niente, mi chiese dove mi immaginavo di essere. Non appena feci un pò di silenzio dentro la mia mente mi vidi in un campo di guerra con tutti i morti colpiti dalle cannonate e dalle fucilate in un mare di sangue, gli spari continuavano ed io in piedi a destra in questo campo aperto senza nessun riparo ero immobile consapevole che ogni sparo poteva essere quello che mi avrebbe colpito a morte. Non fu bello.
Mi misi alla ricerca, approdai a qualcosa che cambiò in parte lo scenario. Feci un viaggio con un amico, ma era come se fossi da sola, e mi piacque molto.
Riprenderò la storia delle fiammelle.

Ho difficoltà a distinguere qualcosa che sia semplicemente umano dall' aspetto necessariamente psicologico. Aspetto che certamente non ha inventato nessuno, esiste di per se, ma comprendo che l'essermene servita esclusivamente ha forse isterilito la mia mente e provocato perdita di contatto col mio cuore. Cerco di cogliere l'opportunità che mi viene quì data. Buon fine settimana.


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