Sensi di colpa
Ho visto che ci sono delle discussioni che ne parlano ma non in modo approfondito tipo in tradire e cibo e sensi di colpa.
Ma vorrei capire meglio come agiscono e la loro eventuale utilità se ne può parlare ancora? Quanto ci limitano nel vederci per quello che siamo e poterci osservare per quello che siamo? L’educazione che riceviamo ci plasma facendo si che quando andiamo in senso contrario ad essa sorga quella sensazione che ci fa sentire in colpa. Come un freno limita il campo di azione sia nel male che nel bene. Se non facciamo una cosa perché l’educazione ce lo vieta ma la desideriamo non facciamo altro che metterci delle fette di prosciutto sugli occhi. Questo agire diviene un nascondersi a se stessi, un non accettarsi per quello che si è? E se non si sa cosa si è come si fa a cambiare? Se siamo già convinti di essere bravi buoni e belli su cosa possiamo lavorare? Se potessimo eliminare i sensi di colpa ci vedremmo per quelli che siamo realmente? Cosa succede se ho ricevuto una educazione molto rigida e non ne tengo conto? I sensi di colpa saranno forti tanto quanto io li ho ignorati? Che contraccolpo riceverò? Un corpo immerso in un liquido riceve una spinta dal basso verso l’alto….. :C: |
Il senso di colpa secondo me nasce nel momento in cui si sente di essersi comportati male. E’ legato al giudizio quindi e di certo è un condizionamento molto radicato fin da piccoli. Addirittura se andiamo poco più indietro, in una famiglia praticante cristiana ti battezzano subito come se nascere fosse già di per sé una colpa.
Diventa alla fine un’arma di manipolazione, di ricatto morale: dopo tutto quello che ho fatto per te…se ti comporti così mi deludi, o mi farai ammalare… Sono solo un paio di esempi ma quante volte ci siamo cascati? E quante volte l’abbiamo usata noi l’arma dei sensi di colpa, per manipolare gli altri? Nel primo caso rinunciamo a qualcosa cui teniamo per un altro, per timore di deludere, di passare per ingrati. E se proprio non riusciamo a rinunciare perché è troppo imprtante ecco che arriva il senso di colpa a lacerarti, almeno fino a che non riesci a comprendere il meccanismo e ti importa sempre meno di essere giudicato ingrato e men che meno egoista. |
La colpa è sempre nello stesso posto: in chi è debole abbastanza da incolpare...
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Si, anche.
La colpa è un modo di pensare, una formula attraverso cui guardiamo il mondo, noi stessi e gli altri. Deriva dal desiderio di fuggire responsabilità, dal voler cristallizzare cause per non vedere effetti. La otteniamo tramite giudizio, non importa quanto consapevole. La sospensione del giudizio e un po' di umiltà mutano il senso di colpa in bolle di sapone... |
Il senso di colpa è anche un legame che si vuole mantenere tra noi e gli altri. Un legame sottile che viene nutrito malsanamente e viene subito, cioè agisce senza che noi possiamo consciamente accorgerci, finchè non ci rendiamo conto attraverso un improvviso, chiamiamolo, schock che esiste e tiene aperte delle porte tra noi e gli altri. Porte attraverso le quali gli altri possono agire su di noi, influenzarci. Sentendoci in colpa l'esterno ha via libera e il permesso di agire e noi non siamo mai liberi di scegliere, ma dipende da chi? dal portatore del senso di colpa.
Quando si dice che se il nostro io non vuole, nessuno può farci del male, acquista in questo caso valore proprio nel non giudicare noi stessi (come si accennava), nel non giudicare una situazione, nel non aver paura del giudizio o della distanza che esso potrà creare, nel non temere le responsabilità delle proprie azioni ma poi anche (e direi soprattutto) nel cercare cosa davvero vogliamo. E questo lo collegherei poi al tread sui Bisogni reali e non. :) |
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Si potrebbe, volendo, anche ribaltare il discorso. Il senso di colpa potrebbe essere (e a volte secondo me lo è) il segnale da parte dell'Essere che non abbiamo agito al meglio o che abbiamo agito "contro" la sua (dell'essere) volontà... insomma che abbiamo contratto un debito.
Sarebbe anche interessante vedere se si riesce a mettere assieme i due punti di vista... |
I sensi di colpa sono come le sbarre di una prigione... ci limitano la liberta'... di fare la cosa giusta come di sbagliare.
Quando si vive in questo "modus operandi" si e' piu' limitati nel fare e nel pensare... in qualche modo ci si abitua a vivere in una gabbia dorata (falso oro) in cui si vivacchia... in qualche modo le limitazioni che ci diamo (permettiamo ai sensi di colpa di condizionarci) sono il pegno per le false certezze. E' una cattiva abitudine che abbiamo... ci conforta sapere che non abbiamo colpe dirette.. ed e' quel poco che basta per non fare nulla per cambiare la situazione. La frase... ogni persona e' artefice della sua felicita' mette in discussione i sensi di colpa perche' ci si trova ad ammettere che abbiamo la responsabilita' diretta verso noi stessi nel bene e nel male. Quando diventiamo piu' responsabili delle nostre azioni lo diventiamo anche per gli altri. |
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C'è come un giudice dentro di noi che è quello dell'educazione ricevuta ma ve ne è un altro che è il legislatore superiore è a quelle leggi che non possiamo trasgredire? |
Si può dire odio i sensi di colpa ehhh? diavolo.g:
Non sarà mica perchè sono maniaca di perfezionismo eh? diavolo.g: eppure c'era il detto... sbagliando si impara dry.gif |
Shati scrive "Il senso di colpa secondo me nasce nel momento in cui si sente di essersi comportati male."
Ray scrive "La colpa è sempre nello stesso posto: in chi è debole abbastanza da incolpare... se non ci fosse chi scatena questa roba....non sentirei la colpa.... la debolezza accusa i colpi di chi "pretende" e se rifiuti colpisce... tuttavia credo che chi fa il meglio che può e non sa dare oltre...se non è in balia della mente che mente...dovrebbe impipparsene del "despota"... presente la frase: " con tutti i sacrifici che ho fatto per te........" ecc ecc... p.s. mi sento in colpa perchè forse...mi capisco solo ioboccaccia: ok ok tolgo il forse :C: |
Riprovo a spezzare una lancia a favore dei sensi di colpa, o perlomeno a favore di certi sensi di colpa (se mi si rilegge può sembrare che mi contraddico). Il fatto è che non farei di tutta l'erba un fascio... e come prima cosa distinguerei la "colpa" dal "senso di colpa"... il secondo è un sentimento che, in un modo o nell'altro, influisce su di noi (se presente ovvio), e come sentimento non è detto che abbia una corrispondenza oggettiva.
A mio avviso ci sono sensi di colpa "negativi" che corrispondono a tutto quello che avete detto a loro sfavore e ce ne sono di "positivi" che invece, come diceva anche Gris, segnalano un comportarsi in contrasto con, diciamo, il nostro "essere". Da un certo punto di vista forse potremo chiamarli rimorsi. Il positivo e il negativo sono virgolettati perchè dipendono dai punti di vista e non sono oggettivi. Il mio punto di vista è diciamo "evolutivo".. quindi i sensi di colpa che limitano la mia coscienza sono negativi, quelli che la aumentano positivi. Dipende anche da che uso ne faccio io, ma fino ad un certo punto... infatti se ho coscienza della loro origine e so distinguerli tenderò a liberarmi da quelli che non mi servono e, viceversa, tenderò a conservare quelle "vocine interiori" che mi sono ancora utili. Il punto ovviamente sta nel discernimento... come distinguo gli uni dagli altri? |
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Potrebbe invece essere che nel momento in cui mi comporto in una certa maniera non ho coscienza di non essermi comportata in linea con il mio "essere", e che questo si faccia sentire come per "avvisare" , per dirci che c'è qualcosa che non va anche se non lo sapevamo? Forse la differenza sta nel "lo sapevo ma non lo volevo vedere" e "non lo sapevo affatto" ... nonso.gif |
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La mia esperienza riguardo il senso di colpa è che lo provo quando nel momento in cui faccio o dico qualcosa di sbagliato dentro di me so che sto sbagliando, ma lo faccio lo stesso perchè in quel momento prevale qualcosa di diverso.... Ma quando ci ripenso mi sento in colpa perchè ero consapevole di non fare la cosa giusta... Riguardo a persone che ci fanno sentire in colpa direi che usano un certo potere su di noi perchè noi glielo concediamo... Questo mi succede quando cerco di essere all'altezza delle aspettative che quella persona ha su di me, ma quando le sue aspettive non coincidono con il mio essere si scatena il senso di colpa.... ma penso che sia sbagliato sentirsi in colpa per questo, perchè per accontentarla bisogna scendere a compromessi con noi stessi e questo ci fa sentire in colpa prima di tutto verso di noi. Io cerco di non aspettarmi nulla dagli altri per non creare in loro sensi di colpa se non rispondono alle mie aspettative... non sempre ci riesco però, ma di solito chi riesce a farmi sentire in colpa a sua volta non si sente in colpa se non è come mi aspettavo, quindi penso sia un discorso soggettivo. |
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Credo anche sia spesso assai difficile distinguere, tuttavia, quando il punto di vista, la convinzione, il giudizio, l'opinione che generano senso di colpa è veramente mio? Quasi mai dico io... Capita a volte che noi agiamo in linea col nostro "essere" (sto virgolettando sto termine perchè per ora lo uso in modo assai generico) ma ci sentiamo in colpa perchè magari l'agire in questo modo non è in linea con aspettative esterne che, per un motivo o per l'altro, siamo abituati a tenere in considerazione. Viceversa capita a volte invece che ci sentiamo in colpa perchè le abbiamo tenute in considerazione queste aspettative altrui... |
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Il secondo caso è quando "cedo" alle aspettative altrui, le soddisfo e poi non mi sento a posto con me stessa.. ho soddisfatto l'esterno "tradendo" me. |
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Sempre restando vaghi, a me par di scorgere, sotto il senso di colpa, nel primo caso una specie di esaltazione (che in taluni può addirittura aumentare il senso di colpa), mentre nel secondo rabbia o delusione... |
Si è parlato fin qua dei sensi di colpa come qualcosa di prevalentemente negativo, del soddisfare le aspettative degli altri etc..
Prendiamo però un ragazzo che perde il padre. Questo padre è sempre stato disponibile per lui e tanto ha fatto in vita per suo figlio. Il figlio invece per tutta una serie di motivi (vuoi l'adolescienza, vuoi la rabbia che provava verso se stesso, etc..) l'ha trattato malissimo, insultandolo e disprezzandolo. Non si sentirà in colpa questo ragazzo? E' stato un pessimo figlio... e sarebbe forse giusto che non si senta in colpa?? Secondo me i sensi di colpa non sono nè positivi ne negativi. Dipende da come vengono usati. Se si usano a fin di bene... non riporteranno il padre in vita, non faranno cambiare quello che è successo... ma faranno sì che quel ragazzo si svegli, e in futuro possa imparare da questo errore. Se si è sentito in colpa capirà che non era lui che odiava suo padre, ma erano alcune parti di lui, e in un certo senso era costretto ad odiarlo (altrimenti non si sarebbe sentito in colpa..) Da questo potrebbe imparare molte cose, anche nei rapporti futuri con gli altri... Ma i sensi di colpa possono anche diventare come le sbarre di una prigione che ci auto-imponiamo. Ci rinchiudono, non ci fanno andare avanti, non ci fanno migliorare... E' difficile riconoscere di aver sbagliato, ancora più difficile rimboccarsi le maniche e darsi da fare per migliorare. Spesso è meglio nascondersi dietro ai sensi di colpa, preferendo star lì a piangere invece che darsi una mossa... In sostanza vedo il senso di colpa come qualcosa che nasce in se stessi, una mancanza verso se stessi, e che va affrontato con se stessi. Se lo si risolve in se stessi, lo si risolve anche con gli altri. |
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Se uno è abituato a mangiare pane e sensi di colpa per mezza della sua vita non credo che il rendersi conto di tutto ciò e il metterlo in atto si equivalgano a fatica e riuscita:U |
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Certo si soffre, per certe cose la sofferenza è necessaria, ma poi arriva un momento che se non altro si cerca di superarla (non dico di riuscirci) Sta di fatto che un pessimo figlio, anche se ha perso suo padre, ha la possibilità di rimettersi in pari (con se stesso) e trasformare quel senso di colpa in consapevolezza dei propri limiti, con la presa di coscienza che nessuno nasce imparato, ma si sbaglia per imparare e migliorare. :C: |
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