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griselda 16-11-2008 15.28.04

Influenze esterne
 
Quanto è infuenzata la nostra psiche da ciò che ci circonda?
Odori, colori, cibo, rumori insomma da ciò che entra in noi attraverso gli organi di senso?

A me capita di mangiare alcuni cibi e poi sentire il mio umore diverso, addirittura a volte sto meglio se non assumo cibo, sono più attiva.

Oppure soggiornare in un locale dai colori tenui o forti mi innervosisce o mi fa stare bene.

Anche gli odori pare abbiano su di me una certa influenza, alcuni mi stimolano gioia, piacere, eccitazione altri invece il contrario.

Osservare un panorama invece di un altro fa gioire o patire il mio stato emozionale.

Infine la musica alcuni tipi di musica mi rendono nervosa altri sembrano calmarmi come se fossero colmi di tenerezza o mi riempiono come se fossero carichi di amore.

E' importante scoprire cosa ci è nocivo e cosa invece pare essere produttivo, oppure è necessario non farci invadere da nessuno di essi?
fiori.gif

Grey Owl 16-11-2008 17.02.53

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 61832)
E' importante scoprire cosa ci è nocivo e cosa invece pare essere produttivo, oppure è necessario non farci invadere da nessuno di essi?
fiori.gif

Penso che sia impossibile non farci invadere. Anche se fossimo chiusi dentro una campana di vetro saremmo sempre soggetti alle influenze esterne.
Se non le avessimo moriremmo in una frazione di secondo. L'uomo non può vivere un solo istante senza impressioni esterne (influenza esterna).

Piuttosto cosa è nocivo e cosa è produttivo? Rispetto a cosa?

Penso che la cosa più giusta sarebbe non subire le influenze esterne. Saperle gestire, saperle controllare per non reagire meccanicamente ad esse. Essere padrone delle proprie azioni, essere quindi un individuo consapevole, e di conseguenza comprendere che queste influenze esterne ci invadono.

Usare (e non farsi usare) le influenze esterne, questo è produttivo, tutto il resto è nocivo. Nocivo è tutto ciò che subiamo senza averne coscienza.

L'uomo è soggetto passivo ad ogni influenza, un individuo è padrone di se stesso ed utilizza in maniera attiva ogni influenza.

:C:

griselda 16-11-2008 17.22.27

Citazione:

Originalmente inviato da Grey Owl (Messaggio 61841)
Penso che sia impossibile non farci invadere. Anche se fossimo chiusi dentro una campana di vetro saremmo sempre soggetti alle influenze esterne.
Se non le avessimo moriremmo in una frazione di secondo. L'uomo non può vivere un solo istante senza impressioni esterne (influenza esterna).

Piuttosto cosa è nocivo e cosa è produttivo? Rispetto a cosa?

Penso che la cosa più giusta sarebbe non subire le influenze esterne. Saperle gestire, saperle controllare per non reagire meccanicamente ad esse. Essere padrone delle proprie azioni, essere quindi un individuo consapevole, e di conseguenza comprendere che queste influenze esterne ci invadono.

Usare (e non farsi usare) le influenze esterne, questo è produttivo, tutto il resto è nocivo. Nocivo è tutto ciò che subiamo senza averne coscienza.

L'uomo è soggetto passivo ad ogni influenza, un individuo è padrone di se stesso ed utilizza in maniera attiva ogni influenza.

:C:

Eppure dietro a tutta questa teoria mi pare manchi qualcosa. :@@

jezebelius 27-01-2009 03.43.55

Non credo che ci si possa limitare dall'essere, come dire, influenzati dall'influenza esterna.
Sono del parere che l'uomo ha da " provare" tutto, saggiare anche ciò che è all'esterno, come colori, panorami, odori etc, per capire cosa e quanto può spingersi, quale è la sua resistenza all'esterno.
Certo è che la musica come il cibo - ma l'esempio può spingersi oltre - ci "marchiano". Per la verità non è corretto quel che voglio dire. In buona sostanza se adottiamo l'esempio secondo cui l'uomo è " scrivibile" come un nastro - oltre che avente la capacità di assorbire, come una spugna in tutti i sensi - da tutto ciò che gli arriva dal di fuori, e non solo, può risalire, per questo,secondo me, all'incisione originaria di qualsiasi cosa.

griselda 27-01-2009 17.11.57

Citazione:

Originalmente inviato da jezebelius (Messaggio 64508)
Non credo che ci si possa limitare dall'essere, come dire, influenzati dall'influenza esterna.
Sono del parere che l'uomo ha da " provare" tutto, saggiare anche ciò che è all'esterno, come colori, panorami, odori etc, per capire cosa e quanto può spingersi, quale è la sua resistenza all'esterno.
Certo è che la musica come il cibo - ma l'esempio può spingersi oltre - ci "marchiano". Per la verità non è corretto quel che voglio dire. In buona sostanza se adottiamo l'esempio secondo cui l'uomo è " scrivibile" come un nastro - oltre che avente la capacità di assorbire, come una spugna in tutti i sensi - da tutto ciò che gli arriva dal di fuori, e non solo, può risalire, per questo,secondo me, all'incisione originaria di qualsiasi cosa.

Secondo me sarebbe già bello che se ne accorgesse che fosse sempre attento a ciò che entra, a cosa fa entrare senza che possa opporsi, perchè già entrato.... e li però riuscire ad arrivare a decidere cosa fare con ciò che è entrato. Non essere inutilmente passivo.
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