Grazie Uno.:)
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abbiamo un compito e dobbiamo svolgerlo , questo compito e' scritto anche nel nome che porti e lo puoi comprendere se riprendi da dove quell'ordine parte da quel contesto sociale , da quell'ambiente . Io ho il nome di mio nonno , del quale mio padre mi ha sempre parlato , mio figlio ha il nome di mio padre e devo dire che gli somiglia gia' anche se ha 8 anni . Non scappi da quello che ti e' regalato e imposto . Peccato che per svolgere quel compito ti va via una vita |
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Allora, la famiglia, hai detto, è il " preciso" punto dell'universo al quale son collegato. La rappresentazione di questo punto, nel mondo e dunque della posizione che " occupo" è la famiglia. Ora, la famiglia non deve essere solo intesa come semplice punto/rappresentazione ma, nel micro, anche come potenziale contenitore in quanto, posto che devo ripercorrere nuovamente per risolvere le questioni collegate - che si riproporranno in maniera più o meno simile passte dal predecessore di cui porto il nome, mio nonno nella specie - ed è nella famiglia stessa che individuo gli strumenti adatti. Pertanto se da un lato ho gia gli strumenti, questi si pongono, anche, come limitazione nel senso che ci son quegli strumenti ( e basta ! ) per cui sarò costretto necessariamente a muovermi entro quel solco...tracciato precedentemente. Per libertà totale, allora si intende la possibilità di scegliere - da me - gli strumenti per risolvere ciò che deve essere affrontato ( ? ). Tutto ciò, dunque passa per il fatto che devo necessariamente procedere nella conoscenza di me stesso per evidenziare i punti che devo affrontare ma anche per conoscere quegli strumenti. Non si potrebbe altrimenti! Queste questioni pertanto da affrontare continuano necessariamente per un cammino di " costruzione" iniziato dai miei predecessori per l'appunto le pareti costruite, ed ora si chiederebbe la costruzione della restante -parete - quale risultato delle altre. nonso.gif |
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In un certo senso la libertà è non scappare da quello che devi fare, ma trovare anche il modo di fare altro. Questo detto in maniera ultra-sintetica. Quindi anche gli strumenti.. quelli che hai vanno usati come meglio è possibile, possibilmente nel modo adatto a questi strumenti -con una forbice puoi anche piantare un piccolo chiodo, ma un martello è meglio- ma nulla ci vieta di cercarne anche altri. Quote:
Per divenire quello che è divenuto ha dovuto prima continuare la tradizione di famiglia. Per altri Santi (o personaggi profani) le cose sono diverse, ma sempre chi adempie lo scopo della propria vita deve passare per la sua tradizione, in senso più o meno profondo, che sia solo della sua famiglia o più ampio. |
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Il mio nome l'ha scelto solo mio padre amava un'attrice e mi ha dato il suo nome, (mai visto un suo film chissà forse dovrei) se come detto da Uno i nomi o vogliono legarsi alla tradizione oppure vogliono in qualche modo distaccarsene, mio padre mi viene da pensare, dato che a mio fratello invece diede il nome di suo padre che non volesse avere niente a che vedere con sua madre e con la sua tradizione? Oppure la tradizione vale solo per i maschi? E poi tradizione di quale filo paterno o materno o di entrambi?
Mi sto chiedendo cosa si intenda per tradizione, si ho capito che se uno è commerciante di solito arrivava a fare il commerciante per poi magari arrivare a capire che quello non gli bastava più, che non fa per lui. (Che poi Francesco era il come che gli aveva dato il voltastomaco penso io eh) Scritto questo mi viene da pensare che almeno uno ci deve provare ad essere i suoi genitori e la loro tradizione? Eppure mi domando ancora: se i nostri genitori sono comunque dentro di noi perchè la destra e la sinistra maschile e femminile sono loro e anche come educazione siamo già nella tradizione o no? Inoltre io non ho mai conosciuto i miei nonni e di loro so poco e niente e così mio figlio. Come se qualcuno avesse già tentato di tagliare una catena che stava stretta di cui non riconosceva ne la paternità ne la maternità. Non onorati oserei dire. Se da figlio ti rendi conto che qualcosa non andava nei tuoi genitori non lo accetti e poi non lo accetterai in te pure essendoci, perchè la trasmissione avviene comunque che noi lo vogliamo o no. A me è capitato che non mi piacessero certe cose e poi mi sono ritrovata ad averle e per questo poi a biasimarmi. Anche se la logica dovrebbe portare ad accettare che da un pero non nasce un melo come recitava quell'antico detto. Ed anche che ciò che non ci hanno trasmesso non lo abbiamo e non possiamo trasmetterlo. Ok sono ai vecchi minestroni sperem che non vada pure a male. icon_mrgr: Sta cosa la vedo talmente complicata che mi sto attorcigliando.icon_mrgr: fiori.gif |
Ho una curiosità a cui penso da un pò.
Abbiamo detto che il nome collega la memoria e le questioni da risolvere degli appartenenti al filo genetico della famiglia. Un figlio dovrebbe poter chiudere i fatti passati creati dai padri dei padri e aprire il suo nuovo flusso. Ma cosa succede se in una famiglia non si procrea più? Se ad un certo punto in un nucleo familiare si smette di generare figli cosa succede? A chi va in carico di trasformare il passato in un nuovo flusso? La risposta che mi son data per ora è che in potenza l'ultimo figlio della catena ha tutto in se sia del passato che del futuro. Potrebbe, sempre in potenza, trasformare il passato ed aprire il nuovo, quindi nelle sue mani è la responsabilità del ceppo che non si rigenera più? In lui è tutto il potenziale oppure si chiude e basta, nessuna più possibilità. C'è anche da dire che un filo genetico non è poi così semplice da chudere perchè non si dovrebbe parlare di una sola famiglia come nucleo ma come passaggi infiniti tra zii, cugini, nipoti ecc ecc, prima di arrivare all'ultimo possibile c'è ne vuole.. ma cosa succede in un nucleo? Si perde tutto o da qualche parte si recupera? Spero sia chiaro e di non portare troppo fuori il discorso. |
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In ogni caso siamo immersi nella società, anche se siamo persone comuni, non tanto conosciute e con poca influenza in mode, usi e costumi, comunque il nostro vissuto è
un piccolo ingranaggio dell'enorme macchinario che è l'insieme di tutti noi. Comunque sarà interessante esplorare come discorso a se stante le catene trasmissive, metto nell'agendina :H |
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scusate io ho una domanda più banale :sornione:
l'altra sera in tv una concorrente di un quiz aveva un nome assurdo...Arca Ora, al di là della possibile vitaccia che avrà fatto (buon per lei che è una bella donna sennò apriti cielo..) mi chiedo se nomi strampalati come questo che, a mio avviso, non sarebbero neanche nomi, che influenza esprimono ed esercitano sulle persone? Voglio dire, già con Asia,America, Azzurra ecc ci si fà venire qualche dubbietto ma Arca... :U per carità magari è questione di abitudine, la mitica Summer dei telefilm in realtà è la nostra Estate ma..boh..mi sembra che chiamare Arca qualcuno sia un pò come chiamarla Seggiola o Calesse... manata.gif E di nomi simili ne ho già sentiti altri ma adesso mi scappano |
Nella tradizione contadina delle mie parti i figli venivano chiamati coi nomi della classifica di arrivo. Ancora oggi si trovano persone col nome di Primo, Secondo, Terzo,ecc...
Per dire che il nome Arca ricorda quella dell'alleanza o quella di Noè, ma chiamarsi con un numero denota poca fantasia. |
Anch'io ho pensato all'Arca dell'alleanza e se fosse quella l'intenzione sarebbe un gran bel nome.
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Il fatto che il cognome ci vincoli al passato della famiglia mi è chiaro, anche se non capisco come il passato della madre possa perdersi nel nulla dal momento che il figlio prende il cognome paterno, ho, invece, dei dubbi sull'importanza del nome che portiamo e su quello che diamo ai figli, quasi che influenzi in qualche misura il loro futuro.
Mi ricordo di aver scelto il nome di mio figlio senza esitazione, al terzo mese di gravidanza, sapevo intimamente che sarebbe nato maschio fin dall'inizio e il suo nome era già dentro di me e venne accettato tranquillamente dal padre! Vorrà dire qualcosa la scelta così spontanea di un nome? |
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E' un argomento che non conosco, non posso dare giudizi, la storia dei nomi mi ha sempre affascinato, per questo ho posto il quesito...:@@ |
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I miei si sono regolati così coi primi tre figli, poi con me c'è stata una variazione, beh, veramente c'è stata quasi un'abdicazione dato che a quanto pare il nome definitivo l'ha scelto il medico ed io da un lato ringrazio perché le alternative erano obbrobriose, dall'altro l'idea che abbiano lasciato scegliere ad un estraneo mica m'è piaciuta troppo nonso.gif |
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E' la citazione riportata all'inzio del libro che sto leggendo...
"Il nome come radice , e il nome come recipiente : nomi di modesto peso specifico : palloni che si alzano veloci nell'aria. Nomi pesanti , che trascinano a terra chi li porta senza averne diritto . Coppie di nomi , che formano le loro masse doppie . Nomi affamati e nomi sazi" La rapidità dello spirito Elias Canetti |
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L'universo, eh? c'è andato mica piano allora... ogni tanto devo prendermi a scappellotti per le botte di megalomania che mi vengono a constatare che pur nella sua semplicità ce l'ho solo io, così (questa è una, mi pare evidente icon_mrgr:) |
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Chi porta un nome senza averne il diritto? |
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