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Uno 02-08-2007 13.51.18

La macchina di Turing
 
Se non ne avete mai sentito parlare si può dire sinteticamente che è come una parte di computer di oggi. Brevemente, Turing pensò il concetto di questa macchina nel 1900 e qualcosa se non sbaglio (non vado a cercare le date), una macchina che messa in pratica era costituita da un nastro che in base a delle questioni faceva una scelta definita.
Ogni macchina era specializzata in un tipo di questione, o se preferite argomento, quello che oggi un programmatore chiamerebbe algoritmo, cioè una sequenza di dati che determinano una scelta. Es ho fame e posso aprire il frigorifero o andare al ristorante, se l'ora è inferiore alle 12 apro il frigorifero, se l'ora è superiore alle 12 vado al ristorante. Una cosa molto semplice e che forse non rende l'idea, comunque un software di quelli che comunemente usiamo oggi ha migliaia se non milioni di questi algoritmi o scelte in base agli eventi.
Turing ipotizzo una macchina che potesse controllare qualsiasi delle sue macchine semplici... a tutti gli effetti un computer come oggi lo intendiamo.
Vi chiederete perchè posto qui in filosofia e non in teconologia.
Perchè il tutto è connesso con la capacità di scelta umana, il libero arbitrio.
Da una parte ogni nostra azione è effetto di cause precedenti (o future) che escluderebbe il libero arbitrio... dall'altra lo stesso Turing cercando di costruire la macchina che potesse decidere su qualsiasi cosa si accorse che ognuna di queste sue macchine semplici ha un punto di blocco, un punto in cui non è in grado di decidere, cosa che per l'uomo non è.
Ha anche appurato che il principio delle macchine semplici è anche presente nella macchina che può controllare tutte le macchine semplici.
Il test di Turing prevede che se un umano pone delle questioni, dall'altro lato c'è una macchina ed un uomo, e non si riesce a distinguere i due la macchina ha la stessa intelligenza dell'uomo. Il test è sempre finora (io sostengo che lo sarà sempre) fallito.
Stiamo entrando nel regno di I.A. (intelligenza artificiale) e per esempio dei super computer campioni di scacchi ma sempre battibili dall'uomo (e gli scacchi non sono un sistema infinito per quanto grande).
Il discorso può avere interessanti risvolti ma questo post è già lungo.
:C:

turaz 02-08-2007 13.54.44

ammappus... che è un mio lontano parente )))) (TURI-ng)?

punto di blocco.
molto interessante
che riguardi sempre il discorso di ieri sul superamento delle sinapsi?

griselda 02-08-2007 15.48.02

Ricordo di avere visto un film tanti anni fa dove un computer sperimentale aveva preso una sua identità e quindi non poteva essere fermato in nessun modo perchè aveva isolato qualsiasi possibilità da parte dell'uomo di interferire l'unico modo per bloccarlo fu creare in lui una contraddizione che la sua logica non avrebbe potuto superare fu così che andò in tilt.
Non c'entra eh? icon_mrgr:

Grey Owl 02-08-2007 23.36.15

Un sistema programmato (algoritmo) per reagire ha bisogno di regole... un algoritmo prevede un percorso definito... un campo di azione.

Ad esempio:
Un sistema di controllo è composto da un campo di inputs... sensori... dispositivi sensibili all'ambiente in cui interagisce...
e da un campo di outputs... azionamenti... strumenti che modificano l'ambiente in cui interagisce il sistema di controllo.
Il creatore dell'algoritmo deve poter "prevedere" tutte le possibili variabili che entrano nel campo d'azione del sistema.

Se il sistema di controllo può modificare l'ambiente in cui interagisce accade che l'ambiente "originario" non è più lo stesso e quindi il sistema chiuso (algoritmo) si trova in un punto di blocco per il fatto che l'algoritmo non si è adattato al nuovo ambiente modificato dall'algoritmo stesso.

L'uomo è come un algoritmo ma ha in sè la capacità di modificarsi e modificare l'ambiente in un costante scambio.

Sole 03-08-2007 15.27.31

Non so se ho capito, ma dalla spiegazione del gufo sembra che la differenza stia che l'uomo è in grado di fare esperienza.
L'esperienza porta alla libertà di scegliere. Maggiori sono i fattori sperimentati maggiori sono i dati a disposizione e minore è il rischio di blocco.
Però anche una macchina può incamerare dati e metterseli a disposizione al momento opportuno.
Perciò dall'esperienza si passa all'adattabilità, capacità di adattarsi, ad un determinato nuovo ambiente. Una macchina è capace di adattarsi solo ad un sistema finito. L'uomo può oscillare anche nell'ignoto.

Grey Owl 03-08-2007 23.58.49

Per usare un'analogia... l'uomo ha la possibilità(potenzialità) di modificare l'algoritmo mentre la macchina no.

Ray 04-08-2007 08.29.25

Citazione:

Originalmente inviato da Grey Owl (Messaggio 37113)
Per usare un'analogia... l'uomo ha la possibilità(potenzialità) di modificare l'algoritmo mentre la macchina no.

Ecco. Penso che qui ci sia uno dei problemi maggiori della questione, a livello filosofico e non solo. Per modificare l'algoritmo l'uomo cosa usa? Un altro algoritmo (la macchina che controlla la altre macchine) o altro?

Provo ad accennare brevemente: se per decidere deve usare algoritmi, allora per cambiare gli algoritmi (che è una decisione) deve averne un altro, se invece può farne a meno potenzialmente non ha bisogno neanche di quelli che cambia...

Uno 04-08-2007 11.48.37

Bravo Ray, per questo il discorso diventa filosofico.
La questione è che comunque anche dove la macchina si blocca noi umani potremmo avere altri rami decisionali che vengono da lontano o che comunque non sono facilmente visibili, anzi... le cose stanno proprio così.
Questo ci riporta al concetto preso da molte filosofie che afferma che anche noi siamo macchine.
Anche uscendo dalla filosofia (ma non troppo) è importantissimo comprendere il meccanismo (parola appropriatissima), perchè se verifichiamo che tale è per essere realmente liberi di decidere dobbiamo romperlo e trovare nell'essere umano qualcosa in grado di decidere autonomamente.

turaz 06-08-2007 09.52.12

quel "qualcosa" che decide autonomamente è a mio avviso lo spirito.


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