Conoscere se stessi attraverso gli altri
Metto qui una discussione nata in altro thread http://ermopoli.it/portale/showthrea...3711#post83711 per non portare li troppo fuori il discorso.
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Io invece sostengo che l'auto conoscenza passa necessariamente attraverso gli altri, ci sono persone che ci provocano reazioni che da soli non sapremmo mai provocarci e quindi possono mostrarci lati di noi che altrimenti non ne avremmo mai neppure sospettato l'esistenza... |
Concordo con te Kael, e proprio in questo periodo pensavo anche ad un'altra cosa sicuramente collegata a quello che dici.
Tempo fa mentre ascoltavo una persona mi era venuto in mente che sarebbe stato possibile, e sicuramente utile fare esperienza delle esperienze degli altri, la cosa mi sembra banale e anche tanto difficile, almeno per quanto mi riguarda, ma di fondo ho l'idea che questa sia la base di una sana conversazione. Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate. |
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Ora non so se tu intendi fare esperienza pratica di ciò che fanno gli altri. Però non saremo mai come gli altri, ovvero da quella esperienza ognuno ricaverà ciò che è portato per sua natura e per esperienza del suo quindi il risultato non sarà necessariamente lo stesso e poi c'è anche la possibilità di averci una perdita, per lo stesso discorso, può essere che un altro ricavi del bene da qualcosa a cui tu invece non sei portato a fare, insomma io preferisco fare esperienze che cmq si confanno al mio stato insomma alla mia persona. |
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Ma a prescindere da questo, non puoi vedere te dall'esterno come ti può vedere un'altra persona con una personalità diversa dalla tua, con interessi e percorsi diversi dai tuoi. In questo modo mi sembra che come misura di paragone usi te stesso. Questo capita spesso anche a me partendo dal mio punto di vista e di sentire le cose che reputavo quelle giuste, ma ho dovuto ricredermi tante volte avendo visto che altri approcciano in maniera diversa e per me inusuale, ho capito che il sentire di altri è diverso dal mio, quindi attraverso l'altro mi vedrò con gli occhi suoi che per forza è diverso dal mio vedermi. Per esempio se io sono miope mi vedrò da miopie e nello stesso modo vedrò gli altri, ma un altro che ha la vista perfetta può vedermi e farmi scoprire aspetti e particolari di me che non avevo notato. Certamente attraverso me, conoscendo i miei pregi e i miei difetti conoscerò anche gli altri, ne avrò comprensione e compassione, ma l'altro avendo compassione e comprensione di me mi farà da specchio, come io posso fare da specchio a lui. |
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Edit: la psicologia non può superare la scienza dello spirito anche se ha una sua collocazione |
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Ha parlato Dio.... |
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Non mi verrai a raccontare che...va be lasciamo perdere non siamo in forum è sempre la solita storia, compartimenti.....pazienza icon_mrgr: Edit: quello che dicevo è che è così per tutti è un autoriconoscersi non un io sono dio e tutti gli altri nessuno, questo non l'ho detto forse lo hai desunto tu. |
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Gli altri non sono un mio riflesso, se lo fossero io sarei l'unica mente pensante, vivente etc.. Se a te piace pensare questo degli altri va benissimo... posso solo sperare, fraternamente, che un giorno il film che ti proietti passi i titoli di coda :) |
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non mi mettere parole in bocca, riconfermo o dico per ulteriori delucidazioni che gli altri sono gli altri indubbiamente ma in loro io posso vedere (quando mi sono osservato e ho risolto qualcosa) un riflesso del mio ambiente o viceversa Ma da qui a dire che tizio sta dentro di me ce ne passa, un riflesso è un riflesso. Potrei dire pure un' analogia, ma in sostanza come noi siamo contenuti nell' UNO dovremmo anche essere i riflessi di noi stessi. Il materiale che abbiamo dentro a livello cellulare o atomico la dice lunga su quello che tentavo di dire, ma ho capito siamo in psicologia. Ok è altro discorso. icon_mrgr: |
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Hai ragione uso termini impropri ma dovremmo mettere una sezione di etimo e poi mi dovrei studiare per diversi mesi certe cose, ma credo che poi non starei più a ermopoli. Credo che le persone si possano capire anche soltanto dal senso generale della frase e integrando una parola messa male ma lasciamo stare, questo è difetto di origine del programma ermopoli. icon_mrgr: Allego spiegazione: Riflesso: Fenomeno che ha luogo allorchè un corpo dotato di una certa velocità ne incontra un altro, che gli fa ostacolo e lo costringe a seguire un'altra direzione. Puntualmente non l'ho beccata per nulla, con riflesso io intendo che nell'altro posso sentire, vedere o capire quello che di mio si assomiglia. Cmq basta chiedere e faccio tutta la trafila, vado a etimologia traduco e torno icon_mrgr: Edit: però non credo che ci voleva la sfera per capirlo. |
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gli altri sono un me stesso riflesso è diverso da con riflesso io intendo che nell'altro posso sentire, vedere o capire quello che di mio si assomiglia. |
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Fortunatamente gli altri non sono un nostro riflesso, ma sono loro che semmai riflettono parti di noi, il chè è ben diverso. E si sa, senza specchi non sapremmo nemmeno che lineamenti ha il nostro volto, per non parlare poi di punti come la schiena dove per vederla veramente bene ci servono almeno due di specchi. |
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Ancora una volta ho dimenticato l'etimo e confuso i termini. |
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