La solitudine
E' una condizione che da tempo ricerco e che difendo. Non mi considero una misantropa però, socializzo anche se magari ci metto un po', con le persone parlo volentieri, so essere gentile e non credo sia solo perchè me lo impone la mia professione, mi viene naturale. Ma riesco a farlo fino a un certo punto oltre il quale ho la necessità impellente di allontanarmi dagli altri e di starmene da sola. Mi dico che non riesco a stringere amicizia perchè non trovo anime affini alla mia, mi piace chiacchierare ma dopo un po' la superficialità mi annoia, il problema è che se qualcuno tenta di andare oltre la vivo come un'invadenza del mio spazio e di nuovo mi allontano. A volte qualcuno insiste e allora mordo e graffio come un gatto selvatico, chi di questi ancora mi sopporta e mi rimane amico probabilmente è perchè guarda oltre l'apparenza e regge la baruffa.
Eppure lo so che ho bisogno degli altri, ne ho bisogno per esprimermi, non riesco a farlo in altro modo, non ho talenti naturali, non so dipingere, non so suonare e questo dio sa quanto lo vorrei, non so creare nulla con le mani, amo scrivere ma anche qui riconosco i miei limiti... forse se avessi scelto questa strada tanti anni fa sarebbe stato diverso, ma così sono andate le cose. Ovviamente stando sempre da sola penso tanto, pure troppo, ci sono periodi anche lunghi in cui dormo e mi distraggo con varie cose, il lavoro, la musica, la lettura e altre facezie meno 'nobili'. Ma poi succede che qualcosa mi risveglia bruscamente all'improvviso provocandomi grande sofferenza, quindi analizzo fino allo sfinimento quel disagio fino a quando mi sento troppo 'intasata' e sento il bisogno di parlarne, di aprire il cuore. Mi guardo attorno e vedo il vuoto che ho creato. Ho amici a cui mi sento molto legata, ma tastando il terreno io lo 'sento' se qualcuno ha voglia di ascoltarmi, o che non è il momento giusto, so che ognuno ha i suoi problemi esattamente come me, lo comprendo. O molto semplicemente io non riesco a chiedere loro aiuto, sarà superbia, l'IP e tutto quello che si vuole, tutto ci sta, ma purtroppo è qualcosa che ancora non sono riuscita a superare. A dire il vero non ci sto provando nemmeno più... o forse sì se sono qui a scriverlo. A volte mi domando se in fondo è per questo che sono venuta a vivere in un'isola dove il mare, che pure amo immensamente, rende difficili tante cose. Per quanto di questi giorni ci si può arrivare in poco tempo il preavviso per un contatto è necessario. Se da una parte mi sento al sicuro dall'altra mi sento frustrata dalla lontananza dei molti affetti d'oltremare, mio figlio, le mie sorelle, i miei amici... Quindi il più delle volte va a finire che mi apro con uno sconosciuto, a volte è arrivato in quel momento, altre volte ho cercato e cercato fino a trovare la persona che ho sentito 'giusta'. Sono anni che va avanti questa storia, le persone con cui ho avuto a che fare hanno caratteristiche anche molto diverse tra di loro, ma con un'unica cosa in comune: sono sempre uomini. Ho pensato che forse parlare con un estraneo è più semplice perchè con chi non ci conosce non c'è bisogno della maschera quotidiana e per un po' in effetti è così, ma la reciproca confidenza crea uno scambio, o comunque una sorta di legame, lo sconosciuto diventa conosciuto e in quel momento mi rendo conto che un'altra maschera sembra animarsi di vita propria. Ok è una parte di me, l'ho accettata in tutti i suoi risvolti positivi e negativi, ma non è questo il punto. Dopo poco tempo lo sconosciuto ha assolto il suo compito, mi sento come se si fossero rotti gli argini di una diga, per un po' di tempo ne sento il beneficio, aprirmi in altri contesti diventa più semplice, ma allo stesso tempo diminuisce anche il bisogno di esprimere e a questo punto... sparisco e chiudo il contatto, rifugiandomi ancora una volta nella mia amata solitudine. Ultimamente ho corso un rischio e questo insieme ad un altro avvenimento mi ha fatto riflettere, ho la volontà di capire questo mio atteggiamento, perchè ho visto che può ferire e questo mi dispiace. O forse è l'effetto del suddetto beneficio per aver vuotato il sacco in questi giorni, chi lo sa, ad ogni modo io ne ho approfittato per farmi viva. fiori.gif |
A me la solitudine ha sempre fatto una paura folle, mi fà ancora paura ma almeno non è più folle icon_mrgr:
Delle volte però mi chiudo a riccio, mi sono resa conto che negli ultimi due anni mi sono quasi murata viva, alle volte non serve il mare. Certo è meno "scelto" meno ragionato rispetto a quello che racconti tu anche perchè da quando ho scoperto che raccontarmi non mi uccideva (elloso martello.: ) ho fatto fiume. Ma stiamo parlando di te non di me :@@ forse se stai sola non hai bisogno di dare delle giustificazioni, non hai bisogno di mediare e scendere a continui compromessi. Non perdi nulla. Salvo che poi ti svegli un giorno e ti senti vuota e senti il bisogno di comunicare. Se ho capito giusto. Il fatto che fatichi a legare con le donne mi ti fà sentire molto vicina, purtroppo molte delle donne con cui ho avuto a che fare erano false. O perlomeno ho avuto occasine di vedere solo quel lato, o di voler vedere solo quello. Dopo anni sò che parte della malfidenza origine da una confidenza tradita e non compresa da mia madre. Non sò se può essere d'aiuto ma è difficile aprirsi dopo una fregatura, soprattutto se poi si fà di tutto per circondarsi di persone che ti confermino quel pensiero :sornione: Resta che forse se hai compreso che questo stato di cose non ti fà stare bene forse sei sulla strada per riuscire a trovare l'interruttore che lo fà scattare abbraccio: Sono contenta che hai deciso di condividere con noi bacini.gif |
Riesco a capire questa tua necessità di isolarti. Per quel poco che ho potuto comprendere della tua bellissima persona è che hai molta sensibilità che difficilmente riesci a gestire tutta insieme. I tuoi ritiri sono fisiologici, come l'onda del mare che ha bisogno della risacca per rimontate a riva.
Quando ti leggo sento in te fortissima la necessità di comunicare la tua emozione, non cerchi l'effetto speciale, vai dritta la cuore della questione e di conseguenza al cuore di chi ti legge. Pochi fronzoli insomma, e questo denota una chiarezza mentale e sopratutto una pulizia interiore. Sei dolce e dura allo stesso tempo, vi è un contrasto in apparenza che ti agita ma forse è questa la tua forza. Trovo il passaggio in cui dici che qualcosa ti risveglia, e che provi una grande sofferenza. In quei momenti che ho vissuto anche io ho realizzato che solo parlandone col cuore aperto si ottengono risultati. Questo luogo è magico ma tu lo sai, lo senti da te che qualcuno in città è pronto all'ascolto di te. Grazie Shanti, per quello che conta, ogni volta che torni in città io sono felice perchè leggendoti mi sento di condividere con te i tuoi dubbi che riesci a trasmettere con una intensità grande. abbraccio: |
Mi riconosco in molte cose che hai descritto, Shanti.
La mia sensazione è che gli altri finiscono per svuotare alla lunga. Non comprendono ma si sentono attirati, se ne nutrono ma non restituiscono. Si avverte l'esigenza di prendere le distanze, dalle donne soprattutto, a volte cattive con le altre donne, implacabili, gelose e invidiose di quel che non riescono ad avere per se e non vogliono vederlo nell'altra fuori dal loro controllo. Non si riesce a stare nella mischia a lungo, è dura stare sempre all'erta come un soldato. Il mare fa spaziare senza muoversi troppo. Guardare senza dare a vedere, ascoltare senza fare sentire. Si può, dietro la tenda. |
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abbraccio: Se però un giorno vorrai smettere di crearti quel vuoto attorno, forse dovresti sforzarti di ricordarti, quando non hai bisogno di essere ascoltata, di ascoltare. Ma attivamente. Se lo si fa ci sarà sempre il rispetto del proprio raccoglimento quando necessita, ma alzando gli occhi di ritrova il pieno. |
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Si diceva nel libro che amare la solitudine è una conquista. Questa non deve essere però un limite, nel senso che non si possa fare diversamente. Riuscire ad amare la solitudine pare voglia dire amarsi e bastarsi cosa non da poco, ma saper altrettanto godere del piacere di incontare un'amica o un amico lo è altrettanto. Insomma l'indipendenza pare vada a braccetto con il saper stare da soli bastandosi. Non so se è tutto vero perchè a me piace la solitudine solo se la scelgo se diventa un'imposizione come tutto mi crea ansia invece, perchè diventa un risultato da ottenere invece che una cosa da vivere. Ma alla fine percepisco come invadenza se una persona viene più volte a chiamarmi per fare qualcosa insieme mentre io non desidero altro che continuare a fare quello che sto facendo. Sono un po' misantropa sì. Ho amato sempre di più gli uomini che le donne retagio proveniente dalla mia infanzia credo e anche a seguito di un'amore di amicizia con una bambina interrotto bruscamente. Le mie amicizie sono sempre state da quel momento in poi solo maschili perchè scevre di quei difetti che proiettavo e vedere nel mio stesso genere femminile sintomo di poco amore verso la mia parte femminile. Poi per caso ho scoperto e trovato un'amica l'ho percepita come una mamma, se avessi potuto scegliere mi sarei fatta adottare ora le voglio molto bene ma nemmeno per lei credo riuscirei a superare quella voglia di solitudine che spesso mi avvolge, però so che lei mi caspisce e che da me non pretende nulla. E grazie a lei ora riesco a trovare qualiltà nel genere femminile anche a cui tendere e assomigliare, in pratica ora che ci sto pensando mi ha aiutata come una spinta verso la mia femminilità da me tanto bistrattata. Ecco sono andata Ot scusate Mi piace ascoltare gli altri poi magari comprendo poco e non so stare zitta quando dovrei.....icon_mrgr:abbraccio:bacini.gif |
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Degli uomini con cui ho interagito mi piaceva quella sicurezza e fiducia in se stessi che mi trasmettevano, in alcuni casi sono riuscita a farla mia, difficile da spiegare ma quello che mi hanno lasciato ha influenzato il mio modo di esprimermi e forse, visto che mi è rimasto dentro, il mio modo di essere. Non so se con una donna sarebbe stato lo stesso, può darsi. Chi lo sa forse può avere a che fare con il contrasto tra la mia parte maschile e quella femminile. C'erano lati di me che non conoscevo (e conosco) ancora poco, alcuni mi sorprendevano, come la dolcezza, di altri ne avevo paura, in tutti i casi riuscivo ad esporarli solo con uomo e forse era normale che a un certo punto la maschera, quella di cui ho parlato sopra, venisse fuori spontaneamente e senza che me ne rendessi conto: la seduttrice. Salvo poi fuggire quando per forza di cose cambiava la natura dell'interazione e il coinvolgimento, a volte l'ho fatto perchè come dicevo prima non ne avevo più bisogno e perdevo l'interesse, altre perchè temevo che mi portasse ad un rapporto fisico o ad un legame troppo stretto. C'è stato un periodo in cui non riuscivo a fare a meno di associare il legame al soffocamento, ho compreso che solo se un uomo avesse accettato il mio voler sentirmi libera sarei riuscita a esprimergli tutto l'amore che sentivo dentro dandogli tutta me stessa, e grazie a questa sua accettazione non avrei avuto più la necessità di cercare altrove. Magari sbaglio o meglio di così non lo spiegare e può essere frainteso, ma questo è ciò che significa per me il concetto di amore e libertà, in una relazione. Sì Gris siamo OT abbraccio:ma tutto fa e si trovano spunti, come si dice... battiamo il ferro finchè è caldo prima che l'oblio mi riporti via la lucidità di pensiero, so che succederà, è una lotta continua. |
OT e poi ancora OT
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A parte non sapere chi sono e cosa sono, so però perchè sono diventata un maschiaccio. Dopo aver subito violenza, ho deciso che non mi sarei mai più mostrata femminile ed indifesa che non sarei più stata vittima. Ho mutato il modo di vestire, che non è mai più stato femminile, anche se non avevo mai vestito senza garbo e dignità. Ma ho fatto sparire tutto ciò che poteva rendermi debole come immagine e l'atteggiamento è diventato maschile duro e aggressivo. Simulavo sicurezza, forza, persino la mia postura avevo cambiato per sembrare una "dura". Volevo apparire un cactus il cui avvicinamento doveva essere fatto con cautela, fa nulla se poi non ci sono mai riuscita veramente ma tant'è. Ero comunque un peperino perchè capricciosa e viziata da mio padre e quindi tutti i problemi relativi ai vizi (mancanza di responsabilità e paura di vivere senza un appoggio) Insomma una bella maschera difensiva. Che mi ha portato nell'approccio con l'altro sesso a diventare cacciatrice per sopravvivenza. (ma che dall'altra parte mi ha menomata e limitata in una fuga senza fine dal mondo reale) La solitudine per me ha voluto dire fuga dal mondo (ma qui allargherei troppo parlando della paura della responsabilità che ho avuto e ho, paura di essere abbandonata e per questa non essere capace di dire di no, paura che se non piaccio soffrirò e finirò in quel buco spaventoso dove finivo da bambina sola e spaventata con tutti i miei mostri a farmi compagnia. La solitudine è anche quando qualcuno non ti da attenzione non ti da retta ) protezione perchè a forza di nascondermi non sono più riuscita a trovarmi e manco mi ricordo chi e cosa sono. Piano, piano sto cercando di riappropriarmi di me stessa, chissà se riesco a ritrovare tutti i pezzi magari mi ricostruisco icon_mrgr: (Nike ha scritto da qualche parte che i film aiutano con gli archetipi io credo che aiutino anche a mostrarmi verso cosa sono portata e quindi forse anche ad una me dimenticata e questo vale anche per l'amica di cui mi sono "innammorata", dovrei riprendermi una mia parte dimenticata ricordandomi di però che non sono lei se no perdo la mia anima ) Ho sforato ma mi fa piacere parlare con te abbraccio:bacini.gif |
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In effetti sto facendo una corsa contro il tempo. Citazione:
Durante questi ritiri ovviamente mi chiudo in me stessa e comunico pochissimo, osservo tutto e raccolgo impressioni e sensazioni, è come se li accumulassi dentro un cassetto alla rinfusa. Questo cassetto lo sento fisicamente all'altezza del cuore, e io non mi sento in grado di mettere in ordine tutte queste cose nella mia testa, sono tante, sono troppe e io non riesco a esprimerle a parole. E' l'oblio, in quei periodi è come se mi mancasse il collegamento tra il cuore e la mente, uno è pieno e l'altro è vuoto. Quando me ne rendo conto mi sento frustrata, ma non posso farci nulla, sono nel caos e per ristabilire quel collegamento devo soffrire, forse il cuore è troppo pieno e non ce la fa più, che ne so. A quel punto riesco finalmente a farlo parlare, riesco a esprimere con le parole tutto quello che sento, senza fatica, spontaneamente. Finalmente posso mettere ordine fra tutte le sensazioni e impressioni che ho raccolto, e riesco a capire a che punto sono, riesco a vedere tutti i passi, le scelte, gli errori. Mi sono resa conto in questi giorni che era da molto che non lo facevo più, e ora sto facendo appunto una corsa contro il tempo per rivedere tutto ciò che le mie ultime esperienze mi hanno lasciato. Non sento la necessità di scriverle qui, non credo che sia importante questo, quello che mi interessa davvero è mantenere nel tempo quel collegamento attivo. |
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Una corsa contro il tempo o contro te stessa? (scusa la sintesi e "l'ermetismo" :)) |
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Un giro di parole immenso per dire che ho semplicemente avuto paura come sempre di non riuscire a rispondere! Il bello è che mentre mi sembra di disperarmi per trovare una soluzione a quello che considero il mio grande problema, in questo momento ho l'impressione che questo non ci sia affatto. Nel senso che ho paura di non riuscire a parlare, e mentre lo sto esprimendo mi rendo conto ora che intanto sto parlando senza problemi. Cerco una pulce e quindi non vedo che in realtà è l'elefante che è proprio di fronte a me diavolo.g: Citazione:
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Hei? Dove sei?
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in pellegrinaggio... torno presto :)
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