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Sole 02-05-2010 11.01.23

L'esperienza reale
 
Il mondo esterno è il materiale del dovere divenuto sensibile.

Jahann Gottlieb Fichte


Leggerla la prima volta mi ha lasciato un pò così, non ne capivo il senso e solo dopo aver letto il significato reale mi sono ritrovata tre le mani un cosa molto importante. Una frase che mette d'accordo tante correnti di pensiero che prendono sempre più corpo in questi tempi moderni.
Non voglio togliere il gusto o il piacere di cercare il significato per cui per ora non mi lancio nella spiegazione, aspetto, per ora, di ampliarla insieme.

Solo un piccolo spunto, si parla del mondo sensibile, della sua esistenza reale e di cosa ci facciamo noi con tutto questo.

Uno 02-05-2010 14.15.32

Pappagalla :D

stella 02-05-2010 16.29.53

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 85126)
Solo un piccolo spunto, si parla del mondo sensibile, della sua esistenza reale e di cosa ci facciamo noi con tutto questo.

Cosa facciamo noi del mondo sensibile ? E' sensibile perchè lo percepiamo con i nostri sensi, e tutto ciò che percepiamo ci spinge a una reazione, reagiamo alla luce, al caldo, al freddo, alle persone o cose che interagiscono con noi....
Come facciamo a dire che tutto ciò è reale ? Lo è perchè lo possiamo vedere, sentire, toccare, insomma è fatto di materia, quindi materiale, e tutto ciò a parte le reazioni verso questo mondo, dobbiamo interagire con esso per esperire e progredire, per esempio se ho fame DEVO mangiare, non è che il cibo mi viene in bocca da solo, se ho freddo DEVO cercare di riscaldarmi, e così via, così comporta dover agire o interagire con questo mondo, modificando noi stessi e anche il mondo esterno, spesso in peggio, purtroppo.
Insomma mi fa pensare che tutto ciò che esiste di materiale lo dobbiamo percepire per esperirlo, e portandolo all'interno di noi attraverso i sensi, lo facciamo in un certo senso nostro, non più esterno, e nello stesso tempo esso ci modifica come noi lo modifichiamo, insomma lasciamo le tracce del nostro passaggio nel mondo, come esso le lascia in noi, a seconda di quanto ne facciamo esperienza e ci evolviamo, fino a capire che forse è solo un mezzo per farci apprezzare qualcosa di non materiale ma altrettante reale, non percepibile con i sensi ma altrettanto esperibile, di cui il mondo materiale è il riflesso.
Qui non sto parlando del materiale prodotto dall'uomo a uso e consumo del consumismo, ma del cammino dell'uomo nella sua evoluzione partendo dalla natura così come è stata creata, per il suo progresso sia materiale che spirituale.

Sole 02-05-2010 21.24.58

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 85135)
Pappagalla :D

Perchè?

Perchè l'ho letta e la riporto o perchè è qualcosa di cui abbiamo già parlato?

Uno 02-05-2010 23.39.31

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 85141)
Perchè?

Perchè l'ho letta e la riporto o perchè è qualcosa di cui abbiamo già parlato?

Perchè hai copiato il modo che uso a volte per introdurre un argomento
boccaccia:

Sole 03-05-2010 17.25.23

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 85145)
Perchè hai copiato il modo che uso a volte per introdurre un argomento
boccaccia:

Ah, si è vero icon_mrgr:

Sole 08-05-2010 00.55.30

Ci sta quello che dici Stella infatti l'aforisma mette in evidenza come la materia è il materiale stesso attraverso cui noi sperimentiamo. Ma non solo, dice che questo materiale diventa sensibile per il nostro dovere, questo dovere non è solo vivere, mangiare, procreare è il dovere si evolvere.

A me ha colpito moltissimo perchè oltre a dire che non esisterebbe il sensibile se non ci fosse l'uomo a sperimentarlo dice anche che non esisterebbe evoluzione per l'uomo se non ci fosse il mondo sensibile.
Mette d'accordo la diatriba maya non maya, illusione o meno.
Per una certa corrente orientale moderna infatti si sostiene che la materia è in ogni modo illusione e la chiamano Maya. Tutto è già e la vita è il passaggio per tornare a ciò che è già, nessuno sforzo è realemtne necessario. Per l'occidente la materia esiste eccome, la si vive e la si sperimenta ma con il rischio di perderne il motivo reale, il Dovere. Beh Gurdi li chiama "parkdolg doveri esserici" a noi interessa solo doveri esserici il parkdolg non si sa che sia:H.



Con questo aforisma stiamo affermando entrambe le realtà ed entrambe sono vere. L'unica cosa davvero importante è il dovere per cui la materia si rende materiale sensibile.


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