Ateismo
Cos'è secondo voi?
A-teo (gr. a-theos = senza dio) anticamente indicava la condizione di colui che era appunto senza dio, che non era votato a nessuna divinità e, di conseguenza che non ne era protetto. Era una condizione estremamente sfortunata, paragonabile al senza casta indù. Di questi tempi l'ateismo va assai di moda, così come vanno di moda molte altre parole ed atteggiamenti mentali assai poco compresi. La confusione classica è assimilare ateo ad a-religioso. Siccome non desidero abbracciare alcuna religione allora sono ateo. E' evidentemente una posizione infantile di rifiuto di una causa perchè non piace uno degli effetti. Esiste poi la convinzione di alcuni di non credere a nulla di trascendentale, fosse anche un'idea molto confusa e primitiva di trascendente, a cui si oppone la posizione di chi "ha una sua idea di dio" beninteso diversa da quella di tutti gli altri, soprattutto quella religiosa istituzionale. Queste, speculari, sono posizioni tipicamente adolescenziali, tendenti a riferire a se stessi ogni possibile manifestazione percettiva o di pensiero. Quindi la negazione, di solito un po' isterica, dei risultati della propria capacità di pensare la trascendenza. Dal mio punto di vista l'ateismo vero non esiste... esiste solo un atteggiamento di rifiuto, più o meno acquisito, e di possibile molteplice forma, di un qualcosa che invece fa parte integrante della psiche umana (e non solo, ma restiamo in psicologia). Unica eccezione che si può considerare, secondo me, è l'effettiva impossibilità ad accedere, nella propria psiche, all'archetipo superiore, contente in primis l'idea di trascendente. Questa condizione, estremamente rara se non addirittura ipotetica, si configura come un gravissimo disturbo mentale che, come conseguenza immediata, impedisce la strutturazione di una psiche funzionante. Solo qualche spunto... mi interessa molto la vostra opinione... ah se serve una digressione sugli archetipi (qui nell'accezione junghiana) ditelo... |
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Versione psicoplogica: è la negazione di un qualcosa... negazione però che per esistere necessita l'esistenza ANCHE dell'oggetto negato... altrimenti cosa nego? Non posso negare una cosa che non esiste. Per dire "no" devo poter dire anche "si"... Quindi concordo con quanto dici Ray, è il rifiuto, più o meno inconscio, di una causa solo perchè non ne piacciono gli effetti. L'ateo vede, e non piacendogli tale visione, la rifiuta. |
Sarebbe carino capire cosa vede e cosa rifiuta.
Mi sta bene che un ateo dica che Dio non esiste .. magari dice pure il vero .. almeno per come viene descritto questo dio, ma interessante è sentirne la disquisizione logica che ne fà. Cosa gli fà negare tale esistenza sarebbe da indagare, ma anche cosa lo fà affermare a chi invece lo crede/vede. |
Avete ragione, Ray e Kael, ma vi dico dopo su cosa.
Visto che è stata data una definizione di ateo mi piacerebbe tentare una definizione di pro-teo (aiutatemi voi con il greco) con un dio. Dal mio punto di vista un dio non esiste, esiste solo una adolescenziale impotenza ad accollarsi interamente il peso della vita che viene quindi scaricato su eventi di cui non siamo responsabili.... Versione psicoplogica: è la negazione di un qualcosa... negazione però che per esistere necessita l'esistenza ANCHE dell'oggetto negato... altrimenti cosa nego? Non posso negare una cosa che non esiste. Errore grossolano di logica: il fatto che qualcuno abbia coniato la parola dio non implica automaticamente l'esistenza di questo, se no anche Peter Pan e Trilly a questo punto della discussione potrebbero intervenire (anzi li invito a perorare questa causa) Anche il pro-teo non vede ma fumando apposite erbe ( o qualunque altra pratica va bene) si convince della visione di altri che normamente lo fanno sentire in colpa fino a quando non cede, pratica normalmente eseguita in età adolescenziale, momento in cui la mente umana è più debole. Una società modifica il linguaggio modellandolo a propria immagine (a dire il vero spesso lo fa anche con gli dei...) e quindi molte parole rispecchiano la stessa. Viviamo in una società in cui l'idea di divino è inculcata a fondo e quindi il punto di partenza è il dio. In un'altra società la parola legata a teo potrebbe essere pro. In ogni caso avete ragione, farsi appiattire in una definizione che implica automaticamente dare la ragione all'altra parte non è un buon modo di iniziare. Facciamo ancora qualche divagazione: esoterismo, tendenza in alcune religioni o sette a riservare una parte di delle verità o degli insegnamenti soltanto a gruppi di eletti od iniziati. Si possono quindi definire gli scenziati che non credono nella presenza di un dio degli iniziati di una setta esoterica? Bene, avate ragione, potrei togliere la parola ateo dalla mia presentazione e mettere adepto di setta esoterica il cui fine è il perfezionameto dell'uomo nell'uomo. Non tocchiamo poi l'argomento del primo motore con una gettata di sassi nel lago, argomento che merita maggiore approfondimento. Ora, se il metodo che si vuole utilizzare in questa discussione è quello dalla vivisezione di un sub-uomo fatta con un pochino di ribrezzo e con la paura di sporcarsi, per lo stesso insano motivo che spinge gli adolescenti (di nuovo!) di mezzo mondo a guardare i film dell'orrore per mè la discussione è già finita. Potrebbe trattarsi invece di un incontro di menti, in cui la curiosità reciproca unita al rispetto porta a differenti angoli di visuale. Un mettersi in discussione che potrebbe corrggere la propria visione od addirittura rafforzarla. |
scusa ellebi, ma mescoli un po' troppe cose... ottimi spunti per carità, ma ci vorrebbero più disussioni.
Se mi dai qualche post di tempo cerco di rispondere punto a punto. Citazione:
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Potremo partire dal fatto che il linguaggio parlato è un modo molto incompleto per comprendersi. La parola in se non è altro che un contenitore, che ognuno di noi riempie di significato in base a quelle che sono le sue esperienze e la sua conoscenza. E' innegabile che ciò che io considero "amicizia" ad esempio, non sia la stessa amicizia che intendi tu o qualcun altro. Questo problema diventa tantopiù accentuato quando si parla di Dio. Ognuno ha il suo dio, la sua concezione di esso, e lo chiama in modi diversi. Chi Dio, chi Natura, chi Universo, chi Amore, ecc.. ma sempre della stessa cosa sta parlando. Personalmente, posso dirti di conoscere degli atei che, con il tempo, hanno ammesso il loro errore (di percezione), ossia di aver frainteso il concetto di Dio da quello che realmente è. Parimenti, ho visto anche tanti "credenti" che con il tempo, hanno ammesso lo stesso errore, rendendosi conto che il dio che adoravano non era il vero Dio, ma uno sterile bigottismo cieco... Possiamo parlarne... ora vado di fretta però. A dopo se vuoi. :C: |
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L'idea di trascendente è srempre stata presente nell'uomo ed è presente in ogni uomo. Jung ne fa uno degli archetipi dell'inconscio collettivo. Rappresenta - in soldoni e imprecisamente - l'idea di un superiore di una possibilità non presente ma pensata. Poi che ognuno la ritenga raggiungibile da se stesso o meno, o che sia ritenuto o meno da religioni od altre istituzioni, dipende principalmente dall'atteggiamento sentimentale di chi ritiene. Ma l'idea c'è. (tra l'altro la sperimentazione è possibilissima... di stati superiori... ma non è questo l'oggetto del tread no?) Citazione:
Comunque è un altro OT... apriamo pure un tread specifico dove parlare dei limiti individuali e/o storico-filosofici di pensare il trascendente... Citazione:
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Rieccomi...
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Per riflettere su dio, devi per forza "plasmare" un concetto all'interno di te da "infilare" poi nella parola dio... Da qui il ragionamento per cui tu non puoi essere realmente a-teo, ma semplicemente rifiuti il concetto (esistente) che di dio ti sei fatto... Se fossi realmente "senza dio" (senza suo concetto) non ti porresti nemmeno il problema... Questo era per spiegare perchè dal mio punto di vista non esiste l'ateismo vero. Poi dici che Peter Pan non esiste? Io dico che è tanto reale per un bambino quanto per te può essere reale l'amore che provi verso una persona... Concetti interni, su un altro piano di manifestazione di quello che viene comunemente chiamato "realtà", ma non per questo meno reali... Se dici ad un bambino che Peter Pan non esiste, qualcun altro potrebbe dire a te che nemmeno la tua sfera emotiva esiste, solo perchè non la vede... In psicologia fra l'altro i sogni vengono definiti reali a tutti gli effetti, dal momento che il sognare di cadere nel vuoto, ad esempio, provoca un vissuto interiore analogo a quello di sperimentarlo "realmente"... Ma non siamo qui per questo, quanto per cercare di comprenderci su cosa sia il theos... Dio... Possiamo passare giorni interi a litigare, per poi magari scoprire che diamo allo stesso concetto nomi diversi, da cui poi deriva l'incomprensione. Pertanto partire dal definire fra di noi il concetto di Dio potrrebbe essere l'inizio del nostro confrontarsi per cercare di arricchirci l'un l'altro. |
Allora l'ho lanciato il sasso nello stagno!
Tranquilli non ho paura di bagnarmi con gli schizzi. Le vostre risposte sono dettagliate ed interessanti, ad alcune si può rispondere facilmente, altre necessitano di una rilettura, vi chiedo quindi un pò di tempo per rispondere con l'attenzione che gli argomenti meritano. |
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si chiamano idee sbagliate e ne è pieno il mondo. Citazione:
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Tra parentesi è interessante la analogia di termini, maestro, adepto ecc. Ovviamente in questo caso sto usando le parole con significati leggermente diversi da quelli che voi intendete, ma i significati che gli do sono sul dizionario, sono dunque leciti. Citazione:
Tocchiamolo pure il primo motore, in fondo è il vero punto su cui discutere, diventando il resto pura dialettica. Citazione:
Prima di prendere una decisione ho studiato ed ho cercato di comprendere vari tipi di trascendenza, ho analizzato con la mente e con il cuore le varie visioni (versioni, tenenze, costumi, decidete voi) che mi si sono presentate o che ho cercato. Ala fine ho ritenuto che ciò che ho conosciuto non fosse compatibile con il mio modo di pensare. Ho analizzato per lavoro patologie del cuore. Ho visto (purtroppo) il risultato di alcuni omicidi. Ho visitato il campo di concentramento di Dachau, vedendo le camere a gas ed i forni crematori.... con tutto ciò mi sono fatto una idea dell'omicidio in molte delle sue forme. Avendo (ben) plasmato il concetto di uccisione deliberata di esseri umani ed avendolo inserito nella parola assassinio non posso più essere realmente a-omicida? mi togli la possibilità di aborrire tale concetto diventandone di fatto parte? non posso preservare la mia purezza? |
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Lo scopo per cui siamo qui è quello di osservare i meccanismi con cui ci relazioniamo al resto. Se non possiamo quindi provare l'esistenza oggettiva di dio, possiamo (soggettivamente) constatare che esiste nella psiche umana una parte che rincorre questo divino, un archetipo che l'uomo ha da sempre... Questo ancora non dimostra un esistenza oggettiva di dio, ma dimostra che l'uomo dentro di se deve per forza plasmarsi un suo concetto con cui soddisfare questa "necessità"... Soddisfazione che poi, in base ai casi, può generare atei o credenti, ma ripeto questo è irrilevante ai fini della discussione. Quello che conta, studiando l'uomo, è notare appunto l'esistenza di questo archetipo. Un piccolo appunto sull'esoterismo: da molti considerato setta, per il fatto che ha sempre sfuggito le luci dei riflettori, è invece a mio modo di vedere un vivere nel pieno rispetto dell'altro, in cui non si cerca di inculcare idee a nessuno... Sono le religioni essoteriche semmai ad andare in giro cercando di "evangelizzare" più persone possibili, e questo, a prescindere se sia giusto o sbagliato, si può dire sia il loro compito. In esoterismo semmai, si verifica l'opposto: è l'allievo che rincorre il maestro, speranzoso di dare un senso o una risposta a quegli archetipi che dentro di lui lo portano alla ricerca di una vera crescita interiore. |
sono daccordo con molte delle cose che dici Ellebi... solo alcuni punti invece...
Il fatto che chi compila i dizionari tenga conto dell'abuso e dell'incomprensione attuale di certi termini non li rende per questo precisi, tuttaltro. Chi intraprende anche solo i primissimi passi nello studio dell'etimologia ("senso vero delle parole") se ne rende subito conto. Le parole attualmente meno comrpese sono proprio quelle che vengono da concetti o pratiche antiche... direttamente dall'incomprensione degli antichi stessi. Il termine "iniziazione" (non è questa la see quindi accenno solo) è riferito in modo indissolubile ad una pratica spirituale... che i moderni lo usino per pratiche "profane" mostra solamente la loro più profonda incomprensione. Comunque, come dici tu, non ha senso attaccarsi alle parole, ha senso cercare di capirsi. Non esiste la possibilità di determinere oggettivamente l'esistenza di Dio, come non esiste la possibilità di farlo soggettivamente. Questo perchè sia il soggettivo che l'oggettivo non possono nulla per qualcosa che li trascende entrambi. Lo stesso concetto di "esistenza" che usiamo è limitato all'ambito nel quale lo usiamo... ambito che varierà al variare delle nostre possibilità... quindi stare li a cercare di capire se Dio esiste o meno è un assurdo (nel senso vero del termine). Quello che invece trovo decisamente interessante è il tuo contrapporre l'archetipo di trascendenza alla paura di morire con la conseguente necessità di un "oltre". Effettivamente questo inquadra la discussione in ambiti psicologici. Forse abbiamo quagliato. Sostengo che l'una non esclude l'altra. Anzi, se vogliamo, si determinano vicendevolmente... anche se sussiste la possibilità che in singoli individui sia manifestata solo l'una o solo l'altra, restando l'altro aspetto in fase potenziale... poi che sia nato prima l'uovo o la gallina è un non-problema, come risulta di ogni paradosso, a ben vedere. Tuttavia ti dico come la vedo io, o meglio, una parte di come la vedo: nella struttura base della nostra psiche vi è un archetipo di "trascendente". Noi via via riempiamo questo archetipo (forma vuota) dei contenuti che possiamo (per apprendimento, esperienza, pensiero, speculazione, sentimento ecc. ecc.)... ad un certo punto questo contenuto può anche essere una specie di negazione... che però o sostituisce semplicemente l'idea di Dio con qualcos'altro (e abbiamo sempre dio ma con altri nomi) o procede nello svuotamento del precedente... ma non toglie l'archetipo. Una delle variazioni possibili è anche la partecipazione o meno della dualità me-altro da me in questo archetipo... e quindi nell'idea di dio. Poi esiste, in altra sede della nostra interiorità, che non chiamerei "psiche", la paura di morire e il conseguente cercare una "salvezza" da questa paura. Siccome alla fin fine le nostre "parti" non sono separate, può avvenire una comunicazione delle due cose... che spesso genera notevole confusione. Credo che questo avvenga nella maggior parte della gente, la quale oltre ad avere una vaga e confusa idea di dio, si e no si rende conto di avere paura di morire. Però questo non vuol dire che non si possa giungere ad una distinzione delle due questioni all'interno di se... la paura di morire e l'idea di trascendenza. Bon per il momento m fermo... sento gli altri... Ultima cosa, ma semmai ne facciamo un tread a parte... idee sbagliate? sbagliate rispetto a cosa? Alle realtà? O all'idea di relatà? Occhio su sta cosuccia... si rischia si precludersi possibilità inaspettate di comprensione... :C: |
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Posso chiederti in che modo si è manifestata questa esigenza e come hai riconosciuto in essa questo archetipo e non qualche altra pulsione? Citazione:
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A proposito, grazie per le definizioni tra partentesi, ogni tanto mi evitano di andare a ricontrollare il dizionario e forse lo eviteranno a qualche lettore, rendendo così il tutto più fluido e fruibile. |
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Una domanda che rappresenta una mancanza, un senso di vuoto che spinge da sempre l'uomo verso il miglioramento, verso la completezza e l'accrescimento delle sue possibilità... in ogni campo. L'archetipo muove l'uomo, e appartiene all'uomo. Non può essere indotto, per il semplice motivo che se avessi già la risposta non potrei aver la domanda... E' un vuoto reale, che per un processo dimostrato scientificamente vuole essere colmato: quello della riequilibratura di pressione in un ambiente. Se l'uomo pertanto ha da sempre cercato di colmare, di espandere il suo essere, questo è proprio grazie all'archetipo. Che differenza passa da questo punto di vista fra le discipline scientifiche o esoteriche? Nessuna, in entrambi i casi l'uomo si sente incompleto e cerca di soddisfare la sua sete di sapere. Quanto staremmo bene senza domande? Quanto tranquilla sarebbe l'esistenza di chi è senza "buchi da colmare" all'interno di se? Vivremmo in un bel mondo, certamente... ma statico. Nessuna domanda --> nessun desiderio di risposta --> Nessuna evoluzione. Nessun vuoto --> nessuna tendenza a riempirlo --> Nessuna evoluzione di tale ambiente. Il credere in Dio non è un voler dare risposta alle proprie domande, ma è un riconoscere l'esistenza di tale possibilità. Un credere non cieco, ma sensato, e il motivo è questo: se senti un vuoto, se sei in grado di percepirlo, significa che da qualche parte percepisci anche la pienezza... sei in mezzo a due ambienti, da uno la pressione è alta, dall'altro è bassa, e ciò che senti è appunto la pressione dell'aria che cerca di passare dall'altra parte. Esattamente come gli uomini di scienza hanno sempre creduto nell'esistenza di una risposta alle loro domande, perchè hanno sempre sentito la pressione del sapere, che tentava di entrare in loro... Dio non è la risposta. Dio è la domanda. E se esiste la domanda, esiste la risposta... Nessun ambiente con una data pressione avrebbe una domanda, se non sentisse vicino a se un ambiente con una pressione maggiore. Questa è la legge della domanda e dell'offerta. Citazione:
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Possiamo ipotizzare l'esistenza di un uomo 'che si basta' e che quindi si avvicina alla scienza non con un senso di vuoto, ma con la giocosa allegria e stupore che si vede in un bambino quando inizia a toccare gli oggetti che lo circonndano, diciamo con curiosità? Quale è la differenza fra le discipline esoteriche e quelle scientifiche? che le prime partono dal presupposto che alcune cose siano trascendenti.... le altre dovrebbero partire senza questo preconcetto. Citazione:
nessuna pulsione evolutiva --> nessuna domanda --> nessun desiderio di risposta da dove arriva questa pulsione evolutiva? ed è solo nel'uomo? Citazione:
Quella di Einstein in cui diceva (cito a memoria) 'mi rifiuto di credere che il buon Dio abbia giocato a dadi con l'universo' non è come potrebbe sembrare una esaltazione del dio (tra parentesi degli ebrei, bello vendicativello) ma una esternazione della capacità della scienza a trovare le vie per spiegare il mondo. Nel momento in cui fu detta si erano accesi dibattiti (eravamo in un periodo in cui la meccanica quantistica non era ancora così affermata e molti studi si erano fermati davanti alla complessità delle formule che si stavano sviluppando ed alla mancanza di sistemi di calcolo) proprio sul raggiungimento del limite di comprensione dei fenomeni fisici da parte della scienza e quella di Einstein fu una risposta di effetto. Citazione:
(sto scherzando, ma la ritengo un passaggio forte che non mi sento in questo momento di contraddire perchè gli elementi sul tavolo sono ancora troppo pochi da parte di entrambi):@@ |
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Le prime forme di vita organica comparse sulla Terra erano robetta da niente... guarda quanta strada hanno fatto fino ad oggi... Citazione:
L'uomo che cerca invece, riconosce questa lacuna dentro di se, altrimenti non cercherebbe... Te lo vedi un esquimese che va in giro a cercare del ghiaccio? ;) Citazione:
Sia in esoterismo che in ambiti scientifici si parla di Ricercatori. Nulla a che vedere con la religione fatta di "credenti"... che accettano il termine trascendente come un dogma fisso. La vita però è movimento, e questo forse lo dimenticano... Altra analogia... si usa il termine "scienzato pazzo"... e in esoterismo c'è la "via del matto"... Modi di dire molto simili, dovuti alla stranezza con cui vengono guardati dalle persone ordinarie, per cui la ricerca è del tutto assurda e insensata... Citazione:
Da dove deriva questa pulsione evolutiva? Dal fatto che il punto massimo di questa evoluzione esiste già.. alcuni lo chiamano Dio altri Universo etc.. Per la questione che ti ho esposto prima, quello dei due ambienti a diversa pressione, c'è questa pulsione che spinge al riequilibramento... entrambi cercano di "entrare nell'altro" Se sentiamo il desiderio di conoscere una qualunque cosa, significa che questa ci manca... quindi è una mancanza, un meno (-). Ma per percepire questo meno noi dobbiamo percepire anche il più (+) da qualche parte, altrimenti NON percepiremmo un meno ma un uguale (=) ... non sei d'accordo? Citazione:
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Discorso diverso quello che fai riferito alle persone che si accontentano della loro vita ordinaria, quelle possono essere colpite da un frigorifero caduto dal cielo e non si preoccuperanno di capire cosa è e nemmeno da dove è venuto. Citazione:
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Oggi mi sento in vena di impicciarmi di un pò tutto icon_mrgr:
Il frigorifero ha una sua utilità di soddisfare un bisogno (refrigerio) che lo si possa studiare lo stesso (per curiosità o per capirlo) che ci caschi in testa o che lo cerchiamo alla fine solo chi ne ha bisogno in quel dato momento, per le proprie carateristiche psico-fisiche e ne riconosce l'utilità se lo tiene e lo usa. Certo questi aggettivi possono sembrare strani rispetto al trascendente... ma per un pragmatico della spiritualità non lo sono affatto. Avete ragione entrambi sull'evoluzione... in potenza esiste già il punto finale .. però non è determinata, che vuol dire? Siete intelligentissimi e avete capito :H Vi lascio continuare, bella discussione :C: |
Rispondo solo a questo perchè sono di fretta:
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Non metto in dubbio che esistano religioni che dicano "dove non arrivi tu arriva dio", e non solo, ma non cercano nemmeno di darti il minimo strumento per trascendere tale mancanza. Ma non è il nostro caso. L'esoterismo invece dice "dove non arriva la tua coscienza arriva la tua incoscienza". Questo per farti capire che dio non è ciò a cui tu non puoi giungere, un qualcosa di trascendente, un qualcosa di esterno. Dio è dentro di te. E' quella cosa che ti spinge in alto, verso l'evoluzione. Per questo prima ho detto che io vedo Dio non come una risposta, ma come una domanda. Forse così ho chiarito meglio... Se tu sei, psicologicamente, un mix di conscio ed inconscio, puoi anche vederli come un mix di domande e risposte. Nel momento in cui sei totalmente cosciente, ecco che non hai più domande. Perchè hai tutte le risposte. |
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All'esquimese non serve capire come funziona un frigorifero, eppure può voler capire lo stesso come funzioni. Questo perchè vive nel freddo, conosce il freddo... ma non conosce il frigorifero. Ecco allora che cerca di com-prendere (=prendere dentro) il frigorifero e il suo funzionamento. Può farlo solo perchè dentro di se ha un vuoto, dove infilarci il frigorifero e le sue istruzioni... e allora si evolve. Se non avesse questo spazio libero non si porrebbe la domanda, e non esisterebbe pulsione al sapere...Un uomo che ha già compreso il funzionamento di un frigorifero in ogni sua forma, non potrà avere più nessun tipo di domanda al riguardo, in quanto il frigorifero è già entrato dentro di lui... e lo riempie, togliendo così la domanda. Questo è il concetto per cui, se dentro di te è stato predisposto uno "slot" libero dove infilare il frigorifero, significa che tale frigorifero esiste... L'Uomo, figlio dell'Universo, è stato predisposto per poter arrivare al massimo grado di evoluzione possibile, e questo lo paragona a un armadio predisposto per mille cassetti... buchi vuoti che, nella stragrande maggioranza dei casi, ne sono riempiti forse due o tre.. La pulsione al Sapere che muove l'uomo (e qualsiasi altra forma di vita) è dovuta proprio al fatto che dentro di se ha questa possibilità di accogliere tutto... E' predisposto per accogliere qualsiasi cosa della quale, finchè rimane all'esterno di esso, ha una percezione solo a livello inconscio. Un buco riempito smette di essere buco, così come una domanda riempita smette di essere domanda. Citazione:
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tu sostieni che l'uomo è predisposto con i cassetti per contenere la risposta a tutte le domande e che l'esistenza del cassetto implica l'esistenza dell'oggetto del pensare (evidentemente creato da qualcuno), io sostengo che la mente è più dinamica e che la conoscenza ricorda più un albero, un frattale. Per me non esistono slot, esistono strati di conoscenza che si depositano sullo strato precedente nei luoghi piu consoni. Oltretutto in questo modo si spiega anche la gradualità della conoscenza e la specializzazione. Di nuovo, per te esiste un grande piano in cui tutto è gia stato deciso, per me esiste una cellula primordiale che poco per volta aggiunge degli strati. Citazione:
Uno scienziato dovrebbe dire 'oltre questo livello non so, quindi attendo di sapere di più' il trascendente dice 'oltre questo livello non so, quindi attendo che chi mi ha messo gli slot si decida a farmelo utilizzare e questo non lo chiamo potenza divina se no Kael s'arrabbia....' |
.. intervengo solo un attimo per mettere in ordine una cosa che secondo me state(kael e ellebi) mischiando un po' troppo. Questo rischia di non rendere chiara una cosa importante ... una distinzione importante.
Esistono diverse vie esoteriche, tutte fanno capo a due principali. Le possiamo chiamare per convenzione (ma non sono i loro nomi esatti) Occidentale ed Orientale. Ora l'esoterista Orientale e' proprio quello che attende l'illuminazione dall'alto. Quello che se non arriva confida nella provvidenza e arrivera'. Ma noi qui siamo Ricercatori Occidentali .. su una via di ricerca del vero... la ricerca e' scienza. Il ricercatore Occidentale viene propriamente definito Scienziato proprio perche' indaga le ragioni profonde dell'essere. Indagare significa, per i piu' fortunati, scoprire e l'ammettere che non e' detto che gli sara' concesso di scoprire oltre. Dipende questo da diversi fattori. Non e' la sede per approfondire questa ultima frase .. ma perche' no... Sotto questa definizione .. dovreste necessariamente trovarvi entrambi. Perche' se in natura le cose esistono tutte, vanno comunque scoperte, anche e' lo stesso nell'essere. Tutto esiste a prescindere delle definizioni chepossiamo dargli .. scoprirlo e' altro. Ovviamente il concetto e' limitato ... perche' siamo in una sezione che non si presta a queste divagazioni. scusate l'intrusione .. |
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Pensi che siano tuoi, li crei tu... o semplicemente esistono da qualche parte e tu puoi accedervi? Citazione:
Un esoterista dovrebbe dire "oltre questo livello non so, quindi attendo di sapere di più" Se tu conosci persone che la pensano diversamente, ossia che si de-responsabilizzano non riconoscendo il loro ruolo attivo per quanto riguarda l'evoluzione, non credo siano veri Ricercatori... Come ho detto sopra, il fatto che il Sapere già esista da qualche parte, non implica che non bisogni fare niente. Se ho da costruire un armadio, ho bisogno dei pezzi necessari... mensole, chiodi, assi di legno, martello ecc.. Ma questi li trovo in natura, non li creo io (ci sono il martello e i chiodi che comunque sono a loro volta lavorazioni di altri elementi già presenti in natura). Se tu pensi che puoi costruire un armadio stando chiuso dentro una stanza vuota beh... dovresti spiegarmi come si fa... icon_mrgr: |
Tanto per cominciare scusatemi ma le risposte sono molte ora e quindi ci metterò un pochino. Inizierò col pragmatico della conoscenza che ha detto cose molto giuste e condivisibili, soprattutto 'che uno utilizza il frigo se ne sente la necessità'.
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Ancora, siamo in un mondo regolato da leggi fisico-matematiche, il fatto di non averle ancora apprese non significa che non esistano ma le idee sono un'altra cosa, non sono materia ed io personalmente non penso si possano trovare sugli alberi semplicemente piluccando. Preferisco pensare che siano una mia costruzione frutto della mia fatica e del mio ingegno (questa kael me la farà pagare, ma...) e non del dono di qualcuno che me le ha messe lì. (lo so, confondo.... il concetto è che anche se non parlo di una 'decisione presa dall'alto' parlo comunque di una 'predisposizione' a ciò) Volgio essere ancora più chiaro, esistono delle regole matematico-fisiche che regolano l'universo in cui viviamo. Sono un caso od arrivano da una intelligenza che le ha volutamente create? Citazione:
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Il pensiero NON è l'oggetto, il pensiero NON ha uno slot in cui essere messo al momento buono, già predisposto, il pensiero NON arriva perchè già presente e semplicemente 'colto' come una radio farebbe se sintonizzata su quella frequenza. Citazione:
Una bella cosa potrebbe essere da parte Vostra una descrizione (sommaria) del pensiero che vi porta al convincimento della presenza di un dio. Citazione:
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