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dafne 12-03-2008 10.23.43

responso-risposta-responsabilità
 
Non sò se da qualche parte si sia discusso della responsabilità ma mi salta agli occhi oggi quest'assonanza.
Che cos'è la responsabilità? Il prendersi su se stessi le conseguenze del proprio agire no? Possiamo dire che essere responsabili significa avere le risposte del proprio agire? Oppure essere in grado di accogliere i responsi che riceviamo da quanto abbiamo fatto nel bene e nel male?
E che differenza c'è tra una risposta e un responso? Il responso ci viene da qualcuno o qualcosa più in alto di noi?
In questo senso allora essere responsabili non è solo avere le risposte ma saper accettare anche i responsi?
leggo.gif Sono un pò confusa sulla questione oggi, perchè ho la sensazione che ci sia molto che non è cos' ovvio come sembra a primo acchito...nonso.gif
Mi aiutate?
fiori.gif

Kael 12-03-2008 19.23.10

Si, qualcosa era già stato detto in alcuni thread del forum (se provi a usare il tastino "cerca" in alto, qualcosa salta fuori)
La respons-abilità è l'abilità a rispondere, delle proprie azioni. In un'azienda, il più alto in grado risponde sempre di quelli più in basso (o almeno dovrebbe) in quanto è il responsabile. E' abile a rispondere ai suoi superiori delle mancanze, delle pecche e in generale delle azioni dei suoi inferiori.

Nella vita ordinaria quindi noi dovremmo essere responsabili.... abili a rispondere... ma a chi?
A Noi stessi... no?

Ray 12-03-2008 23.20.07

Concordo con Kael, sia sull'esistenza di altri tread, sia su quanto dice.

Aggiungo che in origine la parola designava l'abilità a dare un responso. Il responso lo dava la Sibilla o altra entità preposta a rispondere alle domande... preposta perchè Vedeva e quindi Sapeva. Sapere quindi come condizione necessaria ad essere abili a rispondere.

Ne segue che la responsabilità è, come ogni faccenda umana, distinguibile per gradi. Si è tanto abili a rispondere quanto più si sa, si è consapevoli.
In passato la posizione sociale dipendeva dalla consapevolezza ed ecco quindi che l'ipotetico capo di un'azienda, chiamato a rispondere delle azioni dei suoi sottoposti, presentava l'adeguato grado di consapevolezza richiesto dalla bisogna. Nella degenerazione del mondo moderno, dovuto alle anormali condizioni di esistenza ordinaria da noi stessi stabilite icon_mrgr: , questa condizione è assai più eccezione che regola.

jezebelius 13-03-2008 00.26.56

In effetti se guardiamo bene è come dici Daf.
La capacità di "assumere " su di se un risultato, una conseguenza. Ne deriva che chi la assume, ha la forza di poterlo fare e quindi, si presume, questa sia collegata alla responsabilità che è distinguibile per gradi, come dice Ray. Tanto maggiore allora è la responsabilità, tanto maggiore è la risposta o l'onere di questa, il peso, che ne deriva.
Se piglio l'esempio di Ray della Sibilla posso dire, giusto per rendere chiaro quel che voglio dire, che proprio perchè occupava una posizione in alto, diciamo così, su di lei sarebbero ricadute le ( probabili ) responsabilità, conseguenza di errore.
Al verso opposto la parola, credo abbia perso, oggi, il suo reale senso. Diciamo che è molto più formale di quanto non fosse qualche tempo fa. Oggi si da alla responsabilità una sorta di leggerezza, da cui, spesso insomma, non si fa derivare alcun onere se non fittizio. Una responsabilità "formale", proprio per designare l'inutilità, quasi, dell'attribuzione di un peso o anche di una sanzione.


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