La fine del mondo
 

Mi trovo in un luogo, un grande edificio, dove ci sono molte persone, con me la Mimma, il mio compagno e Tina.
Domani ci sarà la fine del mondo, la bomba atomica esploderà, e noi siamo molto vicini alla bomba, saremo i primi a morire istantaneamente.
Tutt'intorno è luce bianca, l'ambiente è grande e ci sono molte persone che tentano un rifugio, ma moriranno lo stesso, tutti.
Io dico di non muoverci, saremo proprio lì a guardare come avverrà questa morte. Ma gli altri in effetti hanno un pò paura, cercano di convincermi che sia ancora presto per morire, forse è meglio cercare rifugio.
Allora dico che di morire moriremo sicuro, ma al limite ci possiamo spostare un pò più in là giusto per osservare più a lungo il fenomeno, e non morire disintegrati all'istante.
Io voglio rimanere sveglia in questo passaggio.

Stavolta la morte è certa e non ci sarà rifugio in cui ripararci, moriremo tutti senza scampo.
Mi colpisce che mi porto dietro il cane, una sorella e il mio uomo. E il resto? I miei figli dove sono?
Tutto intorno è bianco, luce bianca a giorno, io sono serena, accetto la morte, domani, godo dell'ultima notte di vita, anche se intorno è luce.
Mi sento tranquilla vicino alla bomba, non devo affannarmi alla ricerca di un inutile rifugio come fa la massa, destinata a morire ovunque si nasconda, rimango lì senza cercare, ma mia sorella e il mio compagno non vogliono arrendersi alla morte senza tentare una via di salvezza.
Mi rendo conto che forse sto costringendo anche loro a stare lì vicino, e morendo subito perdo qualcosa di questo processo affascinante come la fine del mondo, la morte.
Così accetto di trovare un rifugio, ma non molto lontano, giusto un riparo per osservare meglio la cosa, perchè tanto moriremo tutti.