come affrontare il dolore?
a natale oltre alla gioia, all'amore, ai regali, spesso ci si trova da soli a trarre paragoni e raffronti con il passato, ci mancano tanti affetti, come affrontare la sofferenza cruda, sorda, affossata dentro l'animo nel più profondo possibile, in modo che nessuno la possa vedere, in modo da poter apparire felici, perchè essere felici a natale è un dovere...
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Il tuo modo di porre questa domanda mi fa pensare che vorresti nascondere un dolore dentro di te per poter apparire serena e felice... Un modo per dire agli altri e a te stessa che questo dolore non esiste, anche se parli di affetti che sono venuti a mancare e di solitudine... Ma non far capire agli altri che si sta vivendo un malessere non fa sentire meno soli, per il semplice fatto che se nessuno lo sa che si soffre non può nemmeno essere d'aiuto. Forse solo il fatto di parlarne con qualche persona amica vicina a te può alleviarti il peso che devi portare da sola, semprechè questa persona sia disponibile all'ascolto... Aprirsi è già un passo verso un pensiero positivo e un sorriso. abbraccio: |
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quando perdi una persona cara ti dicono di andare avanti, di non piangere, ti spingono a non parlarne più, è questa una società edonistica, si preferisce apparire piuttosto che essere e allora restiamo soli, ci si chiude e si piange da soli. |
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Tutti quegli oltre che metti all' inizio non hanno motivo di essere se fingo con me stessa...e natale potrebbe essere un buon giorno per riflettere per quanto tempo ancora voglio fingere...e se smetterò di fingere (soprattutto con me stessa) magari tutta la sofferenza e il dolore avranno un senso e solo così lo accetterò...lo elaborerò lo supererò...e magari in un momento di malinconia qualcuno se ne fregherà della gioia a tutti i costi e mi porgerà la mano... fiori.gif |
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Se penso al dolore fisico ad esempio anche se faccio finta di non sentirlo lo sento ugualmente. L'unico modo che ho per riuscire ad eliminarlo è quello di curare la ferita, ferita che più aspetto a curare e più potrà infettarsi e poi necessiterà di più tempo per eliminare l'infezione, poi ogni ferita ha i suoi tempi di guarigione. La cosa peggiore secondo me è coprire con delle bende perchè gli altri hanno "ribrezzo" accontentandoli e dall'altra neppure andare in giro con la ferita sanguinante perchè ci sono persone che avendone paura o senso scapperebbero. Insomma le variabili sono diverse. In ogni caso fare qualcosa è meglio che non fare niente. Le ferite del corpo le cura il medico, le ferite del cuore l'amore e chi sa usare questo unguento miracoloso. Io non ho unguenti ma se vuoi sono qui e sono pronta ad ascoltare in silenzio. fiori.gif |
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----------------------------------------- ho capito che non bisogna reprimere le emozioni negative ma la mia educazione, il mio imprinting di base, mi ha sempre imposto di essere forte, di reagire alle contrarietà...e allora scrivo nel blog o adesso nel forum, annoiando chi mi legge! |
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--------------------- la mia domanda era rivolta a capire come le persone affrontano il dolore, se riescono a esternarlo oppure si chiudono come me, per non farlo pesare sugli altri |
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Ma forse non ho capito neppure ora cosa vuoi intendere, dalla tua domanda potrei pensare che vorresti sapere da ognuno di noi come affrontiamo il dolore, oppure sapere se il tuo è quello giusto? Potresti spiegare meglio? :C: |
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:C: |
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vorrei capire come si fa a reagire al dolore che ci colpisce improvviso e stravolge la vita, come se ne viene fuori, come si continua, so che non c'è una ricetta, so che dipende da noi, dal nostro grado di sensibilità, forse anche dall'avere fede in un mondo a noi parallelo e vicino, spesso trovo conforto nel pensare che la persona cara mi segua come un angelo, poi penso che sono solo fantasie, eppure mi sono accadute delle coincidenze che mi hanno colpito, in questo periodo sono particolarmente fragile, il Natale...i ricordi... |
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A volte capita che qualche isola scompaia e che avevamo un ponte solido con essa. Il dolore è inevitabile, ma quel ponte va pian piano eliminato, oppure, pesando solo su un'isola, rischia di fare dei danni. Per disassemblare il ponte (con il materiale poi possiamo farne altri e con l'esperienza sempre di migliori) ci vuole del tempo e ci vuole del tempo anche per rendersi conto di doverlo fare, qualcosa in noi vorrebbe tenerlo su per sempre. Le altre isole non possono aiutare a disassemblare il ponte, sia che chi lo fa faccia rumore, sia che lo faccia in silenzio, ma se le altre isole hanno un ponte con la prima possono dare il loro apporto, che non è aiuto ma sostegno. Il migliore, e anche il più raro da trovare, è la partecipazione silenziosa, come qualcuno che ti guarda in silenzio mentre disassembli il ponte e ti passa la borracia quando hai sete. Per quel che vale, credo che il modo migliore per affrontare il dolore sia con coraggio. |
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sì occorre coraggio, coraggio anche nel prendere la mano di chi ci sta vicino e continuare il viaggio, ci saranno altri soli, altri sorrisi, ci saranno ancora giorni di pioggia ma potrebbe essere quella leggera, primaverile, quando intorno la natura si veste di verde... non sei rude tutt'altro, grazie |
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I bambini, del resto, a queste cose sono assai più sensibili di noi, un bambino "annusa" una mamma triste e sofferente anche se questa fa mille sforzi per apparire felice e serena. Hanno ancora quel sesto senso che hanno gli animali come i gatti o i cani, che alle volte sembra davvero ci capiscano e vengono a "consolarci" nei momenti più tristi... Sono dell'idea che sia veramente un dovere non riversare sugli altri le nostre sofferenze (soprattutto sui bambini), ma al tempo stesso è anche un dovere non reprimerle, e affrontarle e cercare di risolverle anche per le persone care che ci circondano, oltre ovviamente che per noi stessi... L'esempio migliore secondo me è il coraggio con cui Maria ha affrontato la Passione di suo Figlio, non l'ha rifiutata ma l'ha vissuta pienamente con lui, restandogli sempre accanto.. cosa che, in piccolo, dovremmo cercare di fare anche noi con i nostri dolori. Un abbraccio fiori.gif |
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il difficile è proprio accettare che esiste la morte, sembra quasi che, in questa società edonistica, si debba essere eterni ma non è così, accettare questa realtà è aprire gli occhi e improvvisamente capire che siamo con la testa in giù verso il vuoto cosmico, che un vento freddo, gelido percuote la terra e spazza via tutto. |
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