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Pensando alla possibilità di cambiare qualcosa del proprio futuro dell'altro Thread (preveggenza o meno) credo che si l'insieme di quel che sono oggi, di quel che faccio o provo a fare per migliorare, modificare, aggiustare pecche, mi dia il me di domani, e per questo direi anche che non ho solo una possibilità per creare il me di domani, ma che ce ne siano diverse, e in quel range di possibilità è possibile che ci sia quel margine che chiamiamo libero arbirtrio? Se lasciamo che tutto scorra naturalmente, se non ci muoviamo per migliorare, per cambiare, per svegliarci, ho idea che ci incanaliamo verso qualcosa su cui non abbiamo potere in nessun caso, si nasce, si cresce, si vive come si puo' ed infine si muore, mentre se si comincia a vedere un range di possibilità un pò più ampio, in qualche modo si possa scegliere... inoltre se per creare intendiamo anche dal nulla come avete detto nei post precedenti, è possibile che il range di possibilità che ho a disposizione si "allarghi" a seconda di quante io ne riesca a vedere? |
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In questo senso credo che più si allarga il range delle mie possibilità, e credo che questo sia connesso al conoscere se stessi, più posso creare il me di domani... Se andiamo a vedere la creazione dell'uomo, Dio lo fece da un mucchietto di terra, a questo ha dato la forma, quindi se trasportiamo questo a un nulla che già preesisteva, nella sfera delle possibilità, possiamo formarci e trasformarci in un modo diverso giorno dopo giorno; anche in questo modo, secondo me, cooperiamo alla creazione che è in continua evolozione. |
Però Uno parla di creare un io di domani dall'oggi, non di sceglierlo.
Tempo fa, in altro tread, parlavamo di come ci sono infiniti io possibili per ogni istante e di come, in un certo senso, a seconda delle strade che prendiamo, manifestiamo l'uno o l'altro io dei possibili (ricordate?), ma che potenzialmente potremmo manifestarne uno qualsiasi, in realtà il range è ristretto da ciò che siamo al momento e inoltre, ciò che siamo al momento determina anche l'ampiezza del range di manifestazioni possibili. Comme dire che se dormo ho un range ridottissimo, se mi sveglicchio già aumenta e così via. Qui si parla di creare, quindi forse il discorso è più ampio di una causalità determinate comprensiva delle scelte possibili. Mi sfugge però... ci penso ancora. |
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Da qualche parte ho letto che la creazione come la vediamo e conosciamo è solo una delle infinite creazioni che potevano esserci, in altre parole una sola si realizza non perchè non sia l'unica possibile, ma perchè così è stata incanalata, e venendo da Dio, tornando al tema principale del 3D, essendo Dio Onnipotente e Onnisciente, è la migliore che poteva esistere. Ma non vedo come posso creare dal nulla.... Tutto ciò che creiamo, sta nel range di possibilità che abbiamo a disposizione, più si affinano i nostri sensi anche interiori, più ne abbiamo. Quello che crea un artista, prima di tutto lo crea per mezzo di cose che già esistono, ma il creare qui secondo me sta per fare cose nuove, che non si erano mai viste prima, così se io prima dormivo, oggi mi sveglio un po', domani un altro po' e così via, man mano che passa il tempo diventerò una persona nuova, diversa, ma non solo esteriormente per via del tempo che passa, per questo basta guardare una foto di 20 anni fa, ma nuova interiormente, con nuove idee, nuovi modi di pensare che di fatto creano di me un individuo nuovo. Questo teoricamente perchè in pratica è molto difficile diventare individui nuovi e migliori, ma tutti ogni giorno creano il sè di domani, chi in meglio chi in peggio, ma impossibile rimanere sempre uguali, equivarrebbe a morire. Citazione:
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Creazione da parte dell'uomo in senso relativo, non come quella di Dio ma sempre crazione, come dici tu, qualcosa di nuovo. E' sempre un creare all'interno della Creazione, quindi con le cose che ci sono già, ma comunque siamo capaci di atti creativi.
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Poi viene anche un'altra cosa che Dio è sia Nulla che Tutto, è prima Spirito e poi le varie Manifestazioni di Sè che possono inoltre continuamente trasformarsi in altro, ma probabilmente senza mai staccarsi dal proprio destino dalla propria sostanza e da ciò che va fatto come esperienza. (?) Ok ok ho avuto la febbre altissima per tre giorni icon_mrgr:ambulance: |
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Come il nostro essere che potenzialmente può svilupparsi in mille modi diversi, in questo modo creiamo l'io di domani partendo e lavorando su ciò che siamo oggi. Citazione:
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Il destino mi fa pensare ad una stazione con tanti binari e tanti treni che passano, il treno che prendiamo ci porterà a destinazione, cioè sarà il nostro destino ma forse già alla nascita siamo saliti sul treno, in base alla nostra sostanza, a ciò che siamo, e con la somma delle nostre esperienze, possiamo forse modificare il destino, scendere a una stazione intermedia e prendere un altro treno per qualche destinazione diversa, ma dipende sempre da qualcosa che accade o che siamo oggi che ci proietta in ciò che potremo essere domani... Tornando all'argomento in discussione, le frasi che apre il prologo del vangelo di San Giovanni: "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio." dicono che in principio esisteva solo Dio che poteva essere tutto e nulla nello stesso tempo, che in un certo senso in Dio possono coincidere. Se poi prendiamo la frase dell'Apocalisse 22:13 "Io sono l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo, il principio e la fine." mi viene da pensare che si spieghi l'eternità di Dio come un anello, cioè che quello che noi vediamo come la fine sia un nuovo principio, in cui avvenga una nuova creazione a cui ogni giorno aggiunge una cosa nuova fino ad arrivare al tutto. |
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Ma se pensiamo ad un Dio che entra in, ama, crea etc un universo, questo Dio entra anche nel tempo, questo Dio è sempre lo stesso ma questo stesso di oggi, crea quel se stesso di domani come una logica e lineare conseguenza di causa ed effetto. Perchè un Dio che entra in questo modo nella sua stessa creazione non potrebbe/dovrebbe dividersi pur rimanendo intero? Altrimenti ne dovrebbe rimanere fuori. Se Dio del creato è onnipresente, onnipotente etc... è anche in me, ma perchè io non sono onnipotente etc....? Oppure come dicono certi lo sono ma l'ho dimenticato (tesi che non sposo, ma per correttezza prendo in considerazione), in ogni caso non sono un Dio onnipotente se non sono in grado di ricordarmi di esserlo.... oppure lo sono proprio perchè non mi ricordo? Ma di fatto non posso usare questa potenza. Se prendiamo la cellule totipotenti sono potenti proprio perchè non sono ancora qualcosa, se prendiamo la freccia che l'arco deve scagliare è potente proprio perchè non è scagliata. Perchè per Dio dovrebbe funzionare al contrario? L'Universo l'ha "scagliato".... Sono certo che almeno una volta vi sarete chiesti qual'è lo scopo dell'universo, nonchè di noi e della nostra esistenza.... Gocce che partiamo da Dio e poi ci torniamo dopo aver fatto un giretto (di una o più vite a seconda dei gusti religiosi)? Tutto qui? Per forza poi certi filosofi si suicidano. |
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se non fosse che si parla di noi . |
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chi siamo, pechè siamo, dove andiamo... a queste domande è difficile dare risposte che abbiano un senso logico...posso credere che come essere umano potrei far parte di un macchinario di cui riesco a percepire solo parti del meccanismo...siamo particelle di un grande meccanismo e siamo limitati, non siamo onnipotenti, come avviene per l'auto che è un insieme di cose che da sole non hanno alcuna potenza mentre assemblate insieme riescono ad avere potenza mi accorgo di cadere di nuovo in una visione panteistica, teoria che sempre mi ha affascinatostosvegli: |
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Ma in questo modo ne stai parlando in termini religiosi, fideistici etc... Forse un pò speculativi, ma poco concreto-analitici Quote:
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ti concedo di essere razionale ma non più razionale di me... icon_mrgr: |
Provo ad esporlo come fosse un dialogo...
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nel tuo dialogo molto chiaro e ben dettagliato, a parte il riferimentoalla trinità che mi riporta alla religione, trovo più o meno descritto il mio modo di vedere, dio è tutto e noi siamo parte di quel tutto, dio è perfetto e noi imperfetti perchè semplici parti del tutto...
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Credo che invece possa manifestarsi completamente ma entro determinati limiti che sono " miei". Nel senso se io mi trovo in quest'ambito di manifestazione - e per dirla tutta non so neanche se è corretto parlare in questi termini - sarà entro essa che "potrò" muovermi. Da ciò, però, prima di arrivare a questo dovrò necessariamente passare per le varie fasi che mi consentiranno, sempre entro tali limiti, attraverso un Lavoro individuale, di manifestare Dio per questo ambito di manifestazione.... Mi rendo conto che mi è complicato pensare a tutto ciò, soltanto qualche lieve, molto lieve, sentore se si può dire così. |
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Tutto dipende dalla manifestazione possibile, in questa esistenza. Io devo fare spazio affinchè si possa manifestare attraverso me, ma a seconda di come sono più di un tanto non può manifestarsi. Quindi può manifestarsi tanto quanto quanto è dato alle mie potenzialità e al lavoro che sono in grado di fare tanto quanto posso scomparire per far posto a Lui. Ossignur Jez ho complicato peggio. icon_mrgr: abbraccio: |
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E' chiaro però che ogni cosa potenziale, quando si manifesta, lo fa per certi aspetti... è comunque una cosa illimitata in un ambito limitato. |
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Forse non è Lui che si manifesta in noi ma il contrario.. nel senso che siamo noi che ci faccaimo ospitare dal lui se ci sente bussare. |
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Mi viene in mente questo episodio e le parole che Mosè rivolse a Dio: (Esodo 33, 18-23) Gli disse: «Mostrami la tua Gloria!». Rispose: «Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia». Soggiunse: «Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo». Aggiunse il Signore: «Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere». Quindi analogamente penso che anche nel più santo degli uomini Dio non si può manifestare completamente, perchè non reggerebbe, allo stesso modo non si può fissare il sole ad occhio nudo senza accecarsi.... Ma in ciascuno di noi Dio si manifesta, e come dice tante volte Gesù nel Vangelo, se si ha fede in quello che ci viene manifestato Dio è presente in tutta la sua gloria e potenza, senza per questo farci morire ma donandoci la sua potenzialità... Per restare all'uomo, mi è piaciuto molto questo passo di S. Paolo: Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. (2Corinzi 12:9) Quindi basta avere in sè lo Spirito di Cristo per avere in noi la manifestazione di Dio. |
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Noi possiamo arrivare a manifestare al massimo la sua Creazione in noi. Mi viene in mente per esempio la terra che può trasformarsi ed accendersi in un sole. Per manifestare Dio "intero" bisognerebbe spingersi un po' più in là. (?) Faccio fatica a mettere insieme. :U |
Dobbiamo chiarire bene l'azione manifestare per continuare il discorso.
Se io leggo un manifesto di uno spettacolo, in quel manifesto posso vedere cose interessanti di quello spettacolo, gli attori, il titolo, le descrizioni sull'argomento dello spettacolo etc... ma non vedrò lo spettacolo. In tal senso Dio può manifestarsi in un uomo, anzi meglio in un Uomo, ma quell'Uomo non sarà mai Dio, quindi Dio non potrà mai essere un Uomo, potrà farsi Uomo, ma non essere un Uomo...... Ora dove sia la limitazione poco importa, se io non posso entrare in un vasetto marmellata, non importa che sia il vasetto troppo piccolo o io troppo grande, comunque se ci infilo un paio di dita sono comunque dentro quel vasetto, ma non ci posso fare il bagno. |
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