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centomila 11-02-2011 22.19.09

Perchè essere al centro dell'attenzione?
 
Conosco una personaicon_mrgr:che, spesso, attira l'altrui attenzione.

Perchè lo fa? Giuro che non riesco a capirlo.

E' bene precisare che, per fortuna (o purtroppo!), gli impegni della sua esistenza sono talmente pressanti e numerosi che non c'è quasi tempo per lasciare affiorare questo comportamento. E' dunque un'azione che si manifesta tutto sommato non frequentissimamente : pausa caffè in ufficio, cene e momenti conviviali, etc. Qualche volta, tuttavia, parte, repentinamente, il guizzo della follia attira-attenzione.

Ci sono alcune circostanze che concorrono a formare questo atteggiamento ma non mi paiono esaustive. La prima causa è che questo soggettoicon_mrgr:è dotato di esplosività naturale molto pronunciata che fatica a contenere (fin da bambino). Anche se oramai è un vecchiacciodiavolo.g:di 48 anni quasi completamente rincitrullito.

La seconda causa è che la monotonia lo ammazza. Poteva fare una vita adrenalinica direte voi ma.........non gli è stato dato (gli hanno assegnato la parte dell'impiegato). Quasi tutti i discorsi che fanno i comuni mortali lo annoiano mortalmente. Vorrebbe sempre e solo parlare di spiritualità. Ma la gente lo sopporta (interiormente deridendolo o compatendolo) giusto per l'affetto che prova per lui. Ed allora il nostro soggetto, (accorgendosene) fa cose surreali: spara sciocchezze micidiali, prende in giro tutto e tutti, stupisce, confonde, mette a disagio, manda sostanzialmente a cagare tutto e tutti.

La terza causa la deduco. Magari sbaglio ma il soggetto dovrà pur aver avuto nel passato remoto una qualche mancanza dell'altrui attenzione! Che ricordi io non gli è mai mancato nulla (tanti amici, tante ragazze, tanti interessi) ma chissà.........magari quando era in età prescolare........magari sua madre lo ha trascurato......

Insomma il soggetto si trova davanti ad un grosso, apparentemente insormontabile, ostacolo: come stare sottotraccia, defilato, riservato, schivo. Insomma almeno un comportamento sobrio caspita!!

webetina 12-02-2011 00.22.46

Ammetto che un pò mi ha turbato, conosco una persona che ha tratti comportamentali uguali al tale che non sei tu di cui parli. Abitiamo nella stessa casa ed ha ventisette anni di meno. :U

Ray 12-02-2011 10.48.00

Citazione:

Originalmente inviato da centomila (Messaggio 96532)
Insomma il soggetto si trova davanti ad un grosso, apparentemente insormontabile, ostacolo: come stare sottotraccia, defilato, riservato, schivo. Insomma almeno un comportamento sobrio caspita!!

Citazione:

Originalmente inviato da webetina (Messaggio 96536)
Ammetto che un pò mi ha turbato, conosco una persona che ha tratti comportamentali uguali al tale che non sei tu di cui parli. Abitiamo nella stessa casa ed ha ventisette anni di meno. :U

Infatti, sembra un tratto adolescenziale icon_mrgr:


A parte le battute, perchè si vuole essere al centro dell'attenzione? Genericamente per insicurezza. Quindi Cento, ci stanno tutti i motivi che hai detto... quasi nessun bambino riceve dai genitori tutte le attenzioni di cui avrebbe bisogno, anche se magari ne riceve non pochissime, e capita anche che qualche bambino, per costituzione, ne ha più bisogno di quel che i genitori, sempre per costituzione, riescono a dare con facilità.
E quindi piccole insicurezze, bisogni di conferma, un po' di controllo eccetera...

Ma sotto sotto il motivo è il solito. Con l'attenzione si trasmette energia e alla fin fine chi vuole stare al centro ha sempre fame, o crede di averne ancora.

centomila 12-02-2011 12.38.19

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96537)
Ma sotto sotto il motivo è il solito. Con l'attenzione si trasmette energia e alla fin fine chi vuole stare al centro ha sempre fame, o crede di averne ancora.

Non nego la mia ignoranza su questo aspetto che a te, viceversa, sembra ben conosciuto. Quasi familiare.

Dunque il bisogno di attenzione rivela un bisogno di energia? Da cosa lo deduci? Come si trasmette l'energia? Cioè come si nutre l'affamato?

Uno 12-02-2011 14.19.18

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96537)
Ma sotto sotto il motivo è il solito. Con l'attenzione si trasmette energia e alla fin fine chi vuole stare al centro ha sempre fame, o crede di averne ancora.

Si trasmette nel senso da chi attira l'attenzione verso chi presta attenzione o viceversa?

Pensaci, se non ci arrivi, poi ti dirò che, come spesso accade, per quanto cerchiamo di andare in profondità, vediamo solo uno degli aspetti dell'intero processo. Anche gli altri sono liberi di rispondere ovviamente.

Ray 12-02-2011 14.53.01

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96543)
Si trasmette nel senso da chi attira l'attenzione verso chi presta attenzione o viceversa?

Beh, viceversa. Però le cose sono più complesse di così. Innanzitutto chi attira l'attenzione, per farlo, usa energia. Di solito chi attira l'attenzione da una parte ha un eccesso, dall'altra ha fame. Ha bisogno del circolo e ha bisogno che si passi per lui. Ne mette anche molta a disposizione però poi ne risucchia molta rielaborata o comunque dopo che ha circolato. Insomma, anche se ne ha è in deficit.
Se poi il meccanismo che fa scattare il processo è qualcosa tipo un'insicurezza ecco che ha anche disperso e investe per recuperare.

Comunque a mio avviso conta accorgersi di quella che richiediamo (attirando l'attenzione) più che quella che diamo, almeno in prima battuta. In seconda se riuscissimo a renderci conto dell'investimento (che poi per altro non sempre paga abbastanza) potremmo tentare di farla circolare da noi e non avere più bisogno del meccanismo.

Ray 12-02-2011 14.54.49

Citazione:

Originalmente inviato da centomila (Messaggio 96539)
Non nego la mia ignoranza su questo aspetto che a te, viceversa, sembra ben conosciuto. Quasi familiare.

Dunque il bisogno di attenzione rivela un bisogno di energia? Da cosa lo deduci? Come si trasmette l'energia? Cioè come si nutre l'affamato?

Pensa ai bambini che richiedono attenzione e quando invece ne hanno a sufficienza stanno buoni. E' così che li nutriamo, dando attenzione. In questo modo "diamo" energia, nel senso che la facciamo circolare in modo produttivo, in realtà per entrambi. Magari poi siamo stanchi, ma carichi.

Uno 12-02-2011 15.14.32

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96544)
Beh, viceversa. Però le cose sono più complesse di così. Innanzitutto chi attira l'attenzione, per farlo, usa energia. Di solito chi attira l'attenzione da una parte ha un eccesso, dall'altra ha fame. Ha bisogno del circolo e ha bisogno che si passi per lui. Ne mette anche molta a disposizione però poi ne risucchia molta rielaborata o comunque dopo che ha circolato. Insomma, anche se ne ha è in deficit.
Se poi il meccanismo che fa scattare il processo è qualcosa tipo un'insicurezza ecco che ha anche disperso e investe per recuperare.

Comunque a mio avviso conta accorgersi di quella che richiediamo (attirando l'attenzione) più che quella che diamo, almeno in prima battuta. In seconda se riuscissimo a renderci conto dell'investimento (che poi per altro non sempre paga abbastanza) potremmo tentare di farla circolare da noi e non avere più bisogno del meccanismo.

Le cose, da un certo punto di vista, sono molto più semplici. E non sono viceversa

Chi sta al centro dell'attenzione attira le attenzioni, o anche chi non sta al centro ma trova il giusto corrispondete. Attira o tenta di attirare.
Chi sta fuori dal centro, o il giusto corrispondente, presta (occhio alla parola) attenzione.

Chi attira l'attenzione ha sempre energia in più, il problema è che ha energia che non riesce ad usare (o già usata ma non bruciata), quindi ristagna e gli crea problemi. Inoltre questa energia che non ha più utilità satura il "serbatoio" ed impedisce il rifornimento di nuove energia pulita e/o utile.

Quindi è giusto anche quando dici che c'è una certa fame, ma non verso chi presta attenzione.... sebbene la sensazione sia quella sia da parte chi chi cerca attenzione e da chi la presta.

Guardando le cose dal punto di vista di chi presta attenzione, se lo fa costretto gli arriva energia che a lui/lei non occorre e se non è capace di "bruciarla" gli/le crea problemi, cioè gli/le satura il serbatoio e gli/le impedisce il rifornimento/rinnovamento. Quindi ecco il senso di spossatezza etc...

Ma prendi invece, come esempio, il caso di un insegnante o un oratore ed un pubblico interessato. Chi parla è lo stesso al centro dell'attenzione, riceve attenzione etc...
Egli darà energia che lui ha si usato, ma che è buona per chi la riceve (il pubblico) etc... quindi saranno tutti più carichi etc...

Sono certo che potete esplorare tutti i risvolti della cosa da soli. Fino adesso non ho mai posto le cose in questo modo, diciamo più completo, perchè non era il momento.

Ah, per chi ha difficoltà con "energia", del resto siamo in psicologia, usare "pensieri" o altro rende lo stesso il discorso. Quando uno si arrovella con dei pensieri che non riesce a ricambiare l'unico modo è trovare qualcuno che gli presta attenzione. Poi spesso il meccanismo perverso è ricadere in un loop (circolo) ma adesso non esploro questa cosa.

Manca solo la parte in cui capire come risolvere la cosa di un blocco. Se non vi viene in mente nulla al prossimo post.

Uno 12-02-2011 15.16.48

Dimenticavo, da un certo punto di vista chi presta attenzione da energia a chi richiede attenzione, ma lo fa indirettamente, cioè liberandogli spazio.
Quindi non è errato dire che chi presta attenzione da anche energia, ma non è completo.

centomila 12-02-2011 16.12.23

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96546)
Manca solo la parte in cui capire come risolvere la cosa di un blocco.

Possiamo dunque sintetizzare la problematica che ho proposto introducendo l'ipotetica causa: un blocco energetico. Per quel poco che posso intuire mi pare la pista giusta.

Ma cos'è che genera il blocco energetico?

Circostanze frustranti derivate da insoddisfazioni professionali o, più in generale, della vita nel suo complesso. Situazioni negative che vanno tuttavia abbinate a costrizioni perlopiù fisiche: stare seduto alla scrivania, nel banco di scuola, nell'abitacolo di una macchina, etc.

Questa è una bella fetta della causa ma non esaustiva poichè la situazione di blocco, almeno per quella che è la mia esperienza, può scattare anche senza un detonatore: semplicemente fai il pieno; quand'è ora che trabocchi, trabocca.

Se ho azzeccato le cause del blocco sono tuttavia distante dalla risoluzione del quesito. Infatti pare che la problematica sia connaturata a circostanze della vita sostanzialmente ineludibili e, per loro stessa natura, irrisolvibili.

Ray 12-02-2011 16.13.50

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96546)
Ma prendi invece, come esempio, il caso di un insegnante o un oratore ed un pubblico interessato. Chi parla è lo stesso al centro dell'attenzione, riceve attenzione etc...
Egli darà energia che lui ha si usato, ma che è buona per chi la riceve (il pubblico) etc... quindi saranno tutti più carichi etc...

Prendo sto pezzo perchè l'esempio dell'insegnante ce lo avevo in mente mentre scrivevo prima, ma mi riferisco a tutto il post.
Non vedo quello che hai scritto diverso da quello che ho detto io, è detto meglio e c'è un pezzo in più, ma quello che descrivi è quello che intendevo. Se invece c'è del diverso che non vedo ti prego di segnalarmelo.

Il pezzo in più che dicevo riguarda la saturazione del serbatoio, cosa che vorrei esplorare meglio perchè non mi è chiarissima. Forse perchè il serbatoio saturo da sensazioni simili al serbatoio vuoto (ma non uguali). E questa saturazione che chiami blocco?
Se si, l'unico rimedio al blocco che io ho trovato e spingere verso altri... cosa che a volte può estrinsecarsi col cercare attenzione ma in realtà prima dandola (il modo migliore per ricevere attenzione è darla). Quindi spingere energia verso qualcosa che la ricircoli (consapevolmente o meno).
Però non avevo considerato l'altra faccia, ossia che si rischia di saturare l'altro se non ha bisogno di quel che riceve. Ma è possibile saturare un buon circolo?

Ray 12-02-2011 16.17.39

Citazione:

Originalmente inviato da centomila (Messaggio 96548)
Possiamo dunque sintetizzare la problematica che ho proposto introducendo l'ipotetica causa: un blocco energetico. Per quel poco che posso intuire mi pare la pista giusta.

Ma cos'è che genera il blocco energetico?

Circostanze frustranti derivate da insoddisfazioni professionali o, più in generale, della vita nel suo complesso. Situazioni negative che vanno tuttavia abbinate a costrizioni perlopiù fisiche: stare seduto alla scrivania, nel banco di scuola, nell'abitacolo di una macchina, etc.

Questa è una bella fetta della causa ma non esaustiva poichè la situazione di blocco, almeno per quella che è la mia esperienza, può scattare anche senza un detonatore: semplicemente fai il pieno; quand'è ora che trabocchi, trabocca.

Se ho azzeccato le cause del blocco sono tuttavia distante dalla risoluzione del quesito. Infatti pare che la problematica sia connaturata a circostanze della vita sostanzialmente ineludibili e, per loro stessa natura, irrisolvibili.

Per la mia esperienza personale i blocchi mi accadono quando ho energia che non riesco a far circolare adeguatamente all'interno e quindi ristagna. Quindi sono pieno e spompo, invece di carico. Sono carico quando circola.
Far circolare l'energia "da soli" è difficile... tanto più se ne dispone tanto più è difficile e azzardo anche l'ipotesi che sia impossibile finchè non si è modificata adeguatamente la struttura (cioè un grosso lago che raccoglie pioggia ma senza tubi sufficienti per far circolare l'acqua), mentre farla circolare con gli altri viene abbastanza naturale.

centomila 12-02-2011 17.33.49

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96549)
Se si, l'unico rimedio al blocco che io ho trovato e spingere verso altri... cosa che a volte può estrinsecarsi col cercare attenzione ma in realtà prima dandola (il modo migliore per ricevere attenzione è darla). Quindi spingere energia verso qualcosa che la ricircoli (consapevolmente o meno).

Se il rimedio da te proposto è corretto non vedo il rischio della controindicazione che paventi:
Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96549)
Però non avevo considerato l'altra faccia, ossia che si rischia di saturare l'altro se non ha bisogno di quel che riceve. Ma è possibile saturare un buon circolo?

Se l'altro non ha bisogno della tua attenzione/energia vedrai che in un modo o nell'altro lo capirai.

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96550)
Per la mia esperienza personale i blocchi mi accadono quando ho energia che non riesco a far circolare adeguatamente all'interno e quindi ristagna. Quindi sono pieno e spompo, invece di carico. Sono carico quando circola.
Far circolare l'energia "da soli" è difficile... tanto più se ne dispone tanto più è difficile e azzardo anche l'ipotesi che sia impossibile finchè non si è modificata adeguatamente la struttura (cioè un grosso lago che raccoglie pioggia ma senza tubi sufficienti per far circolare l'acqua), mentre farla circolare con gli altri viene abbastanza naturale.

Condivido. Uno dei metodi "principe" che uso per far circolare l'energia è lo sport. E devo dire che risulta abbastanza assurdo pensare di fare sport da soli. Anche se, per onor di cronaca, bisogna riconoscere che è possibile e funziona anche abbastanza bene (per es. nuoto). La pienezza e la completezza che deriva dal rapporto con l'altro è tuttavia del tutto superiore.

Rilevo però che il mio metodo sportivo è intempestivo: non posso aspettare il momento giusto.........quando l'energia preme, preme! Ed è esattamente quello il momento in cui attuare l'azione corretta.

Per concludere il post rimanendo attinente ad un esempio classico che ho citato (pausa caffè) una buona soluzione parrebbe essere rivolgere la propria attenzione agli altri invece che volerla catturare. Ma qui si scontra con il fatto terribilmente granitico che gli altri colleghi mi annoiano mortalmente. Per carità, lungi da me qualsivoglia senso di superiorità e/o disprezzo per gli altri! E' solo che sono un tipo particolare con interessi particolari che non riesce a fingere falso interessamento ai pensieri altrui. Fra l'altro le mie compagne di pausa caffè sono tre donne che spesso parlano di shopping o di gossip............diavolo.g: E' troppo facile suggerirmi di cambiare compagnia.........icon_mrgr: I problemi sono complessi e riguardano fattori anche affettivi diversi e articolati. E poi......anche i maschi.......parlano di sport (a me piace solo praticarlo!) di donne, di motori, etc.

Sono prigioniero!8-)

Chiedo scusa se ho personalizzato un pò il post ma sono convinto che questi esempi magari un pò meschinetti e squalliducci contribuiscano ad inquadrare meglio la problematica. Almeno spero.

E poi dai....a rileggermi in certi post mi sembra quasi di essere una persona seria e sempre intenta a pensieri nobili e profondi.

Invece arranco e mi rotolo nel fanghetto quotidiano a volte peggio di coloro che dei massimi sistemi...se ne fr......

diamantea 12-02-2011 18.55.31

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96546)
Ah, per chi ha difficoltà con "energia", del resto siamo in psicologia, usare "pensieri" o altro rende lo stesso il discorso. Quando uno si arrovella con dei pensieri che non riesce a ricambiare l'unico modo è trovare qualcuno che gli presta attenzione. Poi spesso il meccanismo perverso è ricadere in un loop (circolo) ma adesso non esploro questa cosa.


Questo l'ho notato, quando non riesco ad uscirne fuori cerco qualcuno che ha voglia di ascoltarmi. Può succedere anche che prima che l'altro capisca il mio pensiero io ho già risolto e ringrazio senza spiegare, mi è bastato avere l'attenzione all'ascolto per avere "l'illuminazione".

Mi chiedo se pure il forum in qualche modo funga così, a volte mi metto a scrivere e il pensiero va avanti anche se non ho ottenuto la risposta dall'esterno, può bastare anche il fatto di sapere che qualcuno leggerà e mi attenzionerà?

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Il loop mi fa venire in mente che possiamo cercare persone che ci prestano energia in un pensiero non per uscirne ma per mantenerlo o mantenere sempre lo stesso circolo e il cadere sempre negli stessi buchi.

griselda 12-02-2011 19.33.33

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96546)

Chi sta fuori dal centro, o il giusto corrispondente, presta (occhio alla parola) attenzione.

Non colloco cosa intendi per "giusto corrispondente" ma penso possa essere l'energia giusta per noi, tipo mi serve energia di un certo tipo e mi rivolgo a quella persona perchè intuitivamente secondo me quella ce l'ha
Quote:


Chi attira l'attenzione ha sempre energia in più, il problema è che ha energia che non riesce ad usare (o già usata ma non bruciata), quindi ristagna e gli crea problemi. Inoltre questa energia che non ha più utilità satura il "serbatoio" ed impedisce il rifornimento di nuove energia pulita e/o utile.

Sto cercando di capire cosa intendi per energia non bruciata dove dici precedentemente che però è già usata

Altra cosa che non mi è chiara...dici che se uno ha un ristagno di energia mettendosi al centro dell'attenzione cerca un modo di svuotarsi anche se è qualcosa di inconscio non si rende conto di avere dei blocchi di energia che ristagnano e creano spossatezza ...

Ma cosa crea questi blocchi di energia, forse se uno lo sa può anche farci qualcosa penso

Anche se non credo che quello che dice Cento riguardo allo sport sia la panacea e risolva tutti i problemi

Altra cosa...quanti tipi di energia ci sono dentro di noi?
Se abbiamo diversi corpi, diversi centri immagino anche diversi tipi di energia esiste una scaletta ?
Tipo energia indiferenziata che entra in noi e poi attraverso i vari centri come centrali di smistamento viene elaborata per determianti lavori....quindi potrebbe essere che se un nostro centro lavora male abbia un esubero che poi non avendo uscite ristagna?
Faccio un esempio il ragazzino che ha il movimento ormonale ma non è ancora attrezzato ad sbarazzarsi di una certa energia la gira in rabbia che poi però non lascia uscire e quindi crea un blocco nel corpo che può divenire dolori articolari oppure si fissa abitualemnte nel corpo diventano malattie psicosomatiche?
Se si può magari allargare il discorso può anche essere che arrivo a mettere meglio insieme le cose :)

Quote:



Quindi è giusto anche quando dici che c'è una certa fame, ma non verso chi presta attenzione.... sebbene la sensazione sia quella sia da parte chi chi cerca attenzione e da chi la presta.

Questa cosa che dici qui è fenomenale, superlavita ed interessantissima spieghi di più per favore :)
Quote:



Guardando le cose dal punto di vista di chi presta attenzione, se lo fa costretto gli arriva energia che a lui/lei non occorre e se non è capace di "bruciarla" gli/le crea problemi, cioè gli/le satura il serbatoio e gli/le impedisce il rifornimento/rinnovamento. Quindi ecco il senso di spossatezza etc...

Ma prendi invece, come esempio, il caso di un insegnante o un oratore ed un pubblico interessato. Chi parla è lo stesso al centro dell'attenzione, riceve attenzione etc...
Egli darà energia che lui ha si usato, ma che è buona per chi la riceve (il pubblico) etc... quindi saranno tutti più carichi etc...

Sono certo che potete esplorare tutti i risvolti della cosa da soli. Fino adesso non ho mai posto le cose in questo modo, diciamo più completo, perchè non era il momento.

Ah, per chi ha difficoltà con "energia", del resto siamo in psicologia, usare "pensieri" o altro rende lo stesso il discorso. Quando uno si arrovella con dei pensieri che non riesce a ricambiare l'unico modo è trovare qualcuno che gli presta attenzione. Poi spesso il meccanismo perverso è ricadere in un loop (circolo) ma adesso non esploro questa cosa.

Questo ultimo pensiero credo sia legato alla lamentela fine a se stessa che nulla risolve ma dietro nasconde un blocco secondo me senza il cui scioglimento porta al loop di cui sopra
Quote:


Manca solo la parte in cui capire come risolvere la cosa di un blocco. Se non vi viene in mente nulla al prossimo post.
Rimango in attesa :)

dafne 12-02-2011 21.59.54

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96546)

Chi attira l'attenzione ha sempre energia in più, il problema è che ha energia che non riesce ad usare (o già usata ma non bruciata), quindi ristagna e gli crea problemi. Inoltre questa energia che non ha più utilità satura il "serbatoio" ed impedisce il rifornimento di nuove energia pulita e/o utile.

Guardando le cose dal punto di vista di chi presta attenzione, se lo fa costretto gli arriva energia che a lui/lei non occorre e se non è capace di "bruciarla" gli/le crea problemi, cioè gli/le satura il serbatoio e gli/le impedisce il rifornimento/rinnovamento. Quindi ecco il senso di spossatezza etc...

Manca solo la parte in cui capire come risolvere la cosa di un blocco. Se non vi viene in mente nulla al prossimo post.

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96547)
Dimenticavo, da un certo punto di vista chi presta attenzione da energia a chi richiede attenzione, ma lo fa indirettamente, cioè liberandogli spazio.
.


:wow:
Un secondo, non sò se ho capito chiaramente.
Se cerco di stare al centro dell'attenzione (anche se non dando spettacolo, giusto? Quello intendevi con trovando il corrispindente?) è perchè ho troppa energia?
Ma questo vale anche per il bisogno di avere sempre conferme?
Tempo fà avevo letto che la pigizia era un eccesso di energia non direzionato, tale da bloccare invece di far muovere, ha attinenza?

Per quello che ho sottolineato: se cerco di attirare l'attenzione ho un eccesso di energia che ha mandato il blocco il mio circuito (come se esistesse un salvavita?) e quindi attiro l'attenzione per farmi prestare uno spazio dove liberare l'energia in eccesso?

Cavolo capo se fosse così mi hai tolto anche l'ultima (o penultima diavolo.g:) giustificazione....

Superare il blocco...dovremmo trovare un rubinetto di sfogo che sia indipendente dalla volontà altrui di fornirci un campo libero, si?

stosvegli:

Sole 13-02-2011 00.11.32

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96549)
Però non avevo considerato l'altra faccia, ossia che si rischia di saturare l'altro se non ha bisogno di quel che riceve.

Pensandoci la cosa si sposa benissimo nel non dare consigli a chi non li chiede. Non costringere l'altro ad accettare il nostro aiuto.. e così non dare attenzione a chi non la richiede.

Uno 13-02-2011 13.58.46

Inizio da questa domanda perchè mi serve per un'altra

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 96554)
Sto cercando di capire cosa intendi per energia non bruciata dove dici precedentemente che però è già usata

La migliore metafora che mi viene in mente è quella in cui in un caminetto non c'è la giusta ossigenazione per cui alcuni legni non si bruciano completamente, si carbonizzano ma rimangono non completamente bruciati

Citazione:

Originalmente inviato da centomila (Messaggio 96548)
Possiamo dunque sintetizzare la problematica che ho proposto introducendo l'ipotetica causa: un blocco energetico. Per quel poco che posso intuire mi pare la pista giusta.

Ma cos'è che genera il blocco energetico?

[........]
Se ho azzeccato le cause del blocco sono tuttavia distante dalla risoluzione del quesito. Infatti pare che la problematica sia connaturata a circostanze della vita sostanzialmente ineludibili e, per loro stessa natura, irrisolvibili.


Il blocco nasce principalmente perchè uno vorrebbe fare una certa cosa ma è invece costretto dalle circostanze a fare solo altre cose, e fin qui c'eri arrivato.
Tu per esempio, vuoi parlare ed interessarti di spiritualità ma non puoi, non come vorresti, per via dell'ambiente circostante che non è adatto.
Ti ricordi... hai letto il discorso sui geni? Quelli che distinguevo in monotematici e poliedrici? Beh in sostanza come indole tendi a spingerti verso il lato del genio monotematico pur senza arrivare ad un livello estremo. Prendi i "sintomi", quando fai cose surreali di colpo, quando dici cose che non c'entrano nulla con la realtà dell'ambiente etc...
Sono una minima parte di quello che fa il genio monotematico che si astrae completamente dalla realtà perchè è concentrato solo sul suo interesse.
Come si risolve? Ovviamente non c'è una ricetta universale, ma senza doversi per forza interessare a tutto (tranqui, non ti dico di interessarti del gossip icon_mrgr:) puoi trovare l'aspetto che attira il tuo interesse in tutto anche senza che altri se ne accorgano. Per esempio, c'è modo e modo di star seduto alla scrivania. Ci puoi stare costretto, in posizione scorretta, oppure fare il tuo lavoro come una meditazione.
Lo so che è un esempio stupido e forse troppo scontato per qualcuno, ma il senso è fare qualsiasi cosa come se per noi fosse importante e per far questo dobbiamo dargli importanza, importanza che dobbiamo prendere dove la mettiamo naturalmente per indole.
In questo modo riusciremmo ad utilizzare gran parte dell'energia che teniamo da parte per il nostro interesse senza snaturarla. Allo stesso tempo potremmo aumentare il valore di tutto quello che facciamo costretti. Questo per via dell'inconscio collettivo ed altro (qui mi limito all'inconscio visto che siamo in psicologia) si riversa anche sugli altri che compiono gli stessi tipi di lavoro e le stesse azioni.

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96549)
Non vedo quello che hai scritto diverso da quello che ho detto io, è detto meglio e c'è un pezzo in più, ma quello che descrivi è quello che intendevo. Se invece c'è del diverso che non vedo ti prego di segnalarmelo.

Ma l'ho detto, alla fine il risultato finale è lo stesso e non è sbagliato dire che chi da attenzione da energia, però non lo fa direttamente.
Se A è quello che richiede attenzione e B chi la presta, il flusso non è A<-B ma è A->B, poi A fa spazio e ottiene dall'ambiente energia, B finchè riceve ciò che va bene per lui lo elabora e lo rilascia nell'ambiente. Quando invece, per esempio si annoia, vuol dire che sta ricevendo cose per lui inutili e quindi chiude il flusso ma poi ci mette un momento per rilasciare il materiale inutile, quindi non può ricevere dall'ambiente o da altri altro. etc....

Citazione:

Il pezzo in più che dicevo riguarda la saturazione del serbatoio, cosa che vorrei esplorare meglio perchè non mi è chiarissima. Forse perchè il serbatoio saturo da sensazioni simili al serbatoio vuoto (ma non uguali). E questa saturazione che chiami blocco?
In realtà il serbatoio vuoto non ce l'ha mai praticamente nessuno. Per riuscire a svuotare completamente il serbatoio occorre un'operazione che in questa sezione è fuori luogo. Quando ci sentiamo spossati è perchè siamo ingolfati. C'è una possibilità che si può interpretare come serbatoio vuoto ma non è. Potremmo avere una grossa quantità di qualcosa che potrebbe assomigliare ad aria nello stomaco o ad alimenti con poco o nullo potere nutritivo.
Quando svuotiamo per depressione subito si riempe. Se uno è cosciente e consapevole dei meccanismi può intervenire ma entro determinate leggi.
Citazione:

Ma è possibile saturare un buon circolo?
Dipende dalla pressione.
Citazione:

Originalmente inviato da diamantea
Mi chiedo se pure il forum in qualche modo funga così, a volte mi metto a scrivere e il pensiero va avanti anche se non ho ottenuto la risposta dall'esterno, può bastare anche il fatto di sapere che qualcuno leggerà e mi attenzionerà?

Sebbene il solo scrivere ha già un certo potere quando c'è anche qualcuno che ascolta il potere risanatorio è sicuramente maggiore. Un blog, per esempio, non ha lo stesso potere del forum anche se fosse seguitissimo.

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 96558)
:wow:
Se cerco di stare al centro dell'attenzione (anche se non dando spettacolo, giusto? Quello intendevi con trovando il corrispindente?) è perchè ho troppa energia?
Ma questo vale anche per il bisogno di avere sempre conferme?

No, sebbene le due cose siano a volte collegate sono cose diverse. Potrei soddisfare il mio bisogno di conferme senza attirare l'attenzione, anzi... sarebbe una conferma maggiore se qualcuno "mi cerca" anche senza segnali.

---------------
In questo discorso c'è praticamente, la base che poi prende varie forme e strade, tutto quello che riguarda le relazioni tra umani. Dobbiamo ringraziare Cento che è quasi pronto per affrontarlo.

centomila 13-02-2011 15.08.20

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96580)
puoi trovare l'aspetto che attira il tuo interesse in tutto anche senza che altri se ne accorgano. Per esempio, c'è modo e modo di star seduto alla scrivania. Ci puoi stare costretto, in posizione scorretta, oppure fare il tuo lavoro come una meditazione.
Lo so che è un esempio stupido e forse troppo scontato per qualcuno, ma il senso è fare qualsiasi cosa come se per noi fosse importante e per far questo dobbiamo dargli importanza, importanza che dobbiamo prendere dove la mettiamo naturalmente per indole.

Mi sembra un suggerimento molto ragionevole e, verosimilmente, efficace. Indubbiamente un tentativo da fare. Bisogna vedere se ci riescononso.gif

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96580)
---------------
In questo discorso c'è praticamente, la base che poi prende varie forme e strade, tutto quello che riguarda le relazioni tra umani. Dobbiamo ringraziare Cento che è quasi pronto per affrontarlo.

Allora quando le circostanze lo permetteranno affrontiamolo.:)

centomila 13-02-2011 18.14.02

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96580)
Ti ricordi... hai letto il discorso sui geni? Quelli che distinguevo in monotematici e poliedrici?

No, non l'ho letto. Ho usato la funzione ricerca ma non l'ho trovato. Puoi linkarlo per favore?

diamantea 13-02-2011 18.21.53

Cerca su Esoterismo "Genio ed evoluzione di un'idea geniale". Non lo so linkare ma se lo cerchi così lo trovi comunque fiori.gif

centomila 13-02-2011 22.53.33

Citazione:

Originalmente inviato da diamantea (Messaggio 96586)
Cerca su Esoterismo "Genio ed evoluzione di un'idea geniale". Non lo so linkare ma se lo cerchi così lo trovi comunque fiori.gif

Trovato. Denghiù:)

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96580)
Ti ricordi... hai letto il discorso sui geni? Quelli che distinguevo in monotematici e poliedrici? Beh in sostanza come indole tendi a spingerti verso il lato del genio monotematico pur senza arrivare ad un livello estremo. Prendi i "sintomi", quando fai cose surreali di colpo, quando dici cose che non c'entrano nulla con la realtà dell'ambiente etc...
Sono una minima parte di quello che fa il genio monotematico che si astrae completamente dalla realtà perchè è concentrato solo sul suo interesse.

Grazie veramente per la sensibilità con la quale mi porti ad esaminare questo mio problemino.abbraccio:
Perchè.........nel mio comportamento vedo..........molta monotematicità e...........non tantissimo genio!icon_mrgr:

Ciao!

Uno 14-02-2011 12.17.35

Citazione:

Originalmente inviato da centomila (Messaggio 96595)
Perchè.........nel mio comportamento vedo..........molta monotematicità e...........non tantissimo genio!icon_mrgr:

Infatti ho scritto che tendi verso quel lato, non che sei un genio boccaccia:.
Scherzi a parte, tutti, tranne i geni propriamente detti, siamo in mezzo ai due tipi e quasi tutti tendiamo verso uno l'altro.
Il "problema" è la zona di interesse e il valore di tensione, di spinta verso uno dei due. Se uno è interessato agli affari e tende verso il monotematico, tanto più vi tende e tanto più sarà determinato e concentrato. Ma anche se uno tende verso la spiritualità potrebbe diventare un mezzo santo se si spinge parecchio.... ed è a volte l'unica strada percorribile per alcuni tipi di struttura psicofisica. Comunque qui siamo estremamente fuori tema, quindi questo discorso lo faremo altrove.

Ray 14-02-2011 12.30.35

Ci ho ragionato un po' su...

Prendiammo l'esempio di uno che richiede l'attenzione di un altro per sfogarsi, tipo raccontadogli i suoi problemi, con relativa impronta emotiva.
E' chiaro che quello che deve sfogarsi ha un surplus di energia che non sa usare, diciamo che è perso in un loop e/o preda di emozioni negative.
Chiede attenzione... cioè chiede spazio dove mettere.
Chi gli da attenzione gli da spazio, accoglie questo surplus e, se in grado, lo gestisce (basta non identificarsi, ma bon qui non c'entra).
A questo punto quello che si sta sfogando, liberandosi del surplus, si svuota parzialmente e, per depressione, riceve dall'ambiente. Quando ha finito sta meglio sia perchè si è liberato di una tensione che lo bloccava sia perchè si è o si sta ricaricando.
Quello che ha ricevuto e che gli ha prestato attenzione, se è in grado di usare si carica sennò si inceppa? Com'è che a volte è sia carico che stanco? Come interagisce con l'ambiente da cui l'altro prende?

Faltea 14-02-2011 13.42.14

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96606)
Ci ho ragionato un po' su...

Prendiammo l'esempio di uno che richiede l'attenzione di un altro per sfogarsi, tipo raccontadogli i suoi problemi, con relativa impronta emotiva.
E' chiaro che quello che deve sfogarsi ha un surplus di energia che non sa usare, diciamo che è perso in un loop e/o preda di emozioni negative.
Chiede attenzione... cioè chiede spazio dove mettere.
Chi gli da attenzione gli da spazio, accoglie questo surplus e, se in grado, lo gestisce (basta non identificarsi, ma bon qui non c'entra).
A questo punto quello che si sta sfogando, liberandosi del surplus, si svuota parzialmente e, per depressione, riceve dall'ambiente. Quando ha finito sta meglio sia perchè si è liberato di una tensione che lo bloccava sia perchè si è o si sta ricaricando.
Quello che ha ricevuto e che gli ha prestato attenzione, se è in grado di usare si carica sennò si inceppa? Com'è che a volte è sia carico che stanco? Come interagisce con l'ambiente da cui l'altro prende?

Se io ho da sfogarmi ho un "bisogno" di conseguenza necessito di scaricare e credo che non carico dall'ambiente ma divento tipo vampiro e risucchio da chi mi ascolta.
Scarico ciò che ho in eccesso ma mi ricarico rubando?
Vampirizzando?diavolo.g:

diamantea 14-02-2011 21.42.05

Per motivi di lavoro ascolto molti sfoghi di ogni genere, la sensazione è che ci sono individui che mi tirano energia già prima di aprire bocca ed anche se non si sfogano, magari mi tendono solo la mano, poi ci sono individui che sono in eccesso e già da lontano iniziano a svuotare il secchio tirando energia, mentre altre mi danno energia pur sfogandosi a lungo, le ascolto volentieri.
Molto dipende poi da me e da come mi sento. Se sono carica ed intuisco subito l'intenzione mi schermo adeguatamente, posso volontariamente dare energia o non farmela tirare troppo, se non sto bene o sono già scarica di mio mi dissanguo.

centomila 15-02-2011 00.54.16

Scusate ma come capothreadicon_mrgr:vi devo richiamare all'ordine!

A me tutta l'attenzione pleasediavolo.g:icon_mrgr:: se uno deve sfogarsi ha già perso la partita di cui stiamo discutendo.

Il trucco è proprio quello di non arrivare al punto di dover sfogarsi
cioè non mettere un sacco di legna bruciata male in caldaia
cioè non creare un blocco energetico.

Sarebbe interessante condividere tutte le circostanze che ci fanno creare dei blocchi e, soprattutto, la lotta per risolvere la problematica.

Comincio io.

Oggi, miracolosamente, misericordiosamente non sono incappato in nessuna trappola. Ho cercato di fare come suggeritomi da Uno: ho cercato di cogliere qualsiasi particolare che destasse il mio interesse (estraneo alla realtà comunicativa ordinaria) e quindi superare la noia mortale che, implacabilmente, mi assale. E' molto giusto e molto saggio: si allarga significativamente la visuale. Come passare da un angolo di 30° ad uno di 200°. Vediamo se dura.

Per quanto riguarda la "costrizione" cerco di viverla come una meditazione in senso cristiano.

Anche qui ha funzionato. Anche qui vediamo se dura.

Direi dunque che pare funzionare la strategia operativa qui discussa. Adesso bisogna metterla alla prova alla distanza. La strategia e............l'operatore!

diamantea 16-02-2011 00.48.05

Parlando di sfogo oggi sono stata una valanga. Riflettevo che quando ho bisogno di sfogarmi non lo faccio con chiunque, in genere scelgo il momento, la persona, il modo.
Stamattina ho resistito a lungo fino a dopo il pranzo, ho lavorato come sempre, fatto tutto quel che dovevo ma nella mente frullava sempre l'elaborazione del sogno in attesa di poterlo sfogare. Il forum è stato ideale oggi, ho riempito post di continuo, forse mai così tanti tutti in un giorno, man mano che scrivevo saliva tutto allo stomaco, poi al petto, poi l'unica persona con cui ho potuto sfogare veramente senza troppo tirare ma con vero scambio è mia sorella, con lei ho potuto manifestare la mia reazione emotiva piena come una diga rotta. Il motivo è semplice, lei ama il mio cane e mi conosce bene, meglio di chiunque altro ed è venuta in mio soccorso apposta disponibile a prendersi lo sfogo.

Ho visto comunque la mia capacità contenitiva dello stress emotivo, il saper e poter rimandare al momento giusto, fare il mio dovere al lavoro senza farmi travolgere. Certo ci sono stati casi in cui non ne sono stata capace ma potevo permettermelo, in comunità siamo come una famiglia, ci sono cose che si possono dire in qualsiasi momento ed altre no.
Ci vuole anche il buon senso di sapere quando smettere e svincolare l'altro dal prestare attenzione oltre certi limiti.

Sole 16-02-2011 23.24.55

Mi è abbastanza chiaro chi chiede attenzione, ma chi la da non molto.
Non ho capito se il modo di non saturarsi sia prestare interesse oltre che attenzione. In questo modo, prestando interesse, si inizia a bruciare qauello che arriva?
Scorrendo qualche ricordo di sfoghi ricevuti la differenza di attenzione e attenzion/interesse mi pare che posso determinare differenze. Ma dovrei approfondire meglio.

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96606)
Quello che ha ricevuto e che gli ha prestato attenzione, se è in grado di usare si carica sennò si inceppa? Com'è che a volte è sia carico che stanco?

Forse perchè qualcosa ha mangiato troppo. E' sia ben nutrito che abbuffato.

Ray 17-02-2011 01.01.17

Ho osservato una cosa che aggiunge qualche interrogativo.

Per lavoro mi capita spesso di stare a sentire persone che si sfogano. Io, in quei casi, do attenzione, se serve mi sforzo di farlo, mi ci costringo, in modo che abbiano spazio.
Tuttavia a volte capita che, bene o male, so già quel che diranno o che atteggiamento avranno e so già anche quali saranno i passi successivi... insomma a volte mi capita che loro son tutti presi e io, pur costringendomi a dare attenzione, non ho tutto questo interesse.
In quei momenti mi vien da sbadigliare.

Quindi cambio di serbatoio, quindi consumo di energia... ma forse solo per via della costrizione nonso.gif

webetina 17-02-2011 05.52.41

A me capita di ascoltare le persone nel lavoro, raccontano delle cose e anche se difficilmente si tratta di sfogo, mi posso annoiare lo stesso nel momento in cui sento che non stanno parlando più con me, ma seguono i loro pensieri in automatico, un parlare a raffica perdendo di vista che c'è una persona che sta davanti a loro. Allora è forse come venire a contatto più con il loro meccanismo, che è come un disco troppe volte ascoltato che l'orecchio non sente più.
Se una persona cerca di attirare la mia attenzione ma mi parla, parla a me veramente, io non mi annoio mai, anche se mi racconta la stessa cosa tante volte.

Credo poi, cosa a parte sia il caso di una vera richiesta di aiuto, in cui la persona, il figlio, il passante per strada, non sono nella condizione reale di potere pensare a te in quel momento; non si tratterebbe più secondo me di attirare l'attenzione fine a se stessa. Cè l'autenticità dell'essere in quel momento, che magari basta a motivare chi presta l'attenzione, che potrebbe anche sentirsi poi stanco ma in qualche modo ricaricato lo stesso.

RedWitch 18-02-2011 01.45.51

Citazione:

Originalmente inviato da Sole (Messaggio 96673)
Mi è abbastanza chiaro chi chiede attenzione, ma chi la da non molto.
Non ho capito se il modo di non saturarsi sia prestare interesse oltre che attenzione. In questo modo, prestando interesse, si inizia a bruciare qauello che arriva?
Scorrendo qualche ricordo di sfoghi ricevuti la differenza di attenzione e attenzion/interesse mi pare che posso determinare differenze. Ma dovrei approfondire meglio.
.....

Anche a me è abbastanza chiaro cosa succede in chi chiede attenzione, chi lo fa , quando lo fa cerca un "contenitore" per qualcosa che non riesce a trattenere, e che in qualche modo va scaricato. Ma è tutto qua? Quando ci si sfoga, e quindi si libera spazio, questo spazio puo' essere riempito anche da qualcosa che da l'ascoltatore/contenitore? Voglio dire, in un discorso, non è mai solo A ---> B, è possibile che qualcosa di B torni ad A, se A è disposto ad ascoltare?
Ad esempio chi va da uno psicologo, ci va per prevalentemente per essere ascoltato, ma anche per ricevere qualche consiglio su come risolvere certi problemi .. in quale misura il paziente in questi casi puo' anche ricevere qualcosa durante un colloquio?

Poi interesserebbe anche a me approfondire la parte di chi presta attenzione, ho capito che se ci si annoia si sta ricevendo qualcosa di inutile , se non dannoso per sè... e quando ci si accorge di questo? cosa si puo' fare oltre che cercare di interessarsi?

Ray 18-02-2011 03.09.47

Io credo di aver capito.

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96580)
Dipende dalla pressione.


Questo è stato risolutivo.

Quindi provo a rispondere a Red e Sole.


Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 96704)
Anche a me è abbastanza chiaro cosa succede in chi chiede attenzione, chi lo fa , quando lo fa cerca un "contenitore" per qualcosa che non riesce a trattenere, e che in qualche modo va scaricato. Ma è tutto qua? Quando ci si sfoga, e quindi si libera spazio, questo spazio puo' essere riempito anche da qualcosa che da l'ascoltatore/contenitore? Voglio dire, in un discorso, non è mai solo A ---> B, è possibile che qualcosa di B torni ad A, se A è disposto ad ascoltare?
Ad esempio chi va da uno psicologo, ci va per prevalentemente per essere ascoltato, ma anche per ricevere qualche consiglio su come risolvere certi problemi .. in quale misura il paziente in questi casi puo' anche ricevere qualcosa durante un colloquio?

Poi interesserebbe anche a me approfondire la parte di chi presta attenzione, ho capito che se ci si annoia si sta ricevendo qualcosa di inutile , se non dannoso per sè... e quando ci si accorge di questo? cosa si puo' fare oltre che cercare di interessarsi?

Chi "presta" attenzione (poi torno su quel "presta") mette a disposizione uno spazio all'altro che, in qualche modo, è saturo o sta saturando. Cioè è soggetto ad una pressione diciamo non ottimale e deve perciò riequilibrare. Non ha però a disposizione lo spazio per farlo, oppure non sa come fare da solo.
Un po' come avere tre cose in mano e chiedere a qualcuno di tenere un attimo l'ombrello mentre si mette il portafoglio e il telefono in tasca. Poi riprende l'ombrello, ma adesso è in grado di reggerlo.

In pratica non siamo mai vuoti e abbiamo quella sensazione quando siamo saturi, ossia quando non circola bene e che comprime da qualche parte. Ma ciò non significa che siamo pieni... o meglio, lo siamo ma ci starebbe ancora se fosse messo meglio, come dei pezzi del tetris non incastrati bene... ci sono altri spazi ma sono inutilizzabili (dico questo perchè nessuno può contenere più della sua portata). Ovviamente si tratta di qualcosa che scorre, quindi va visto il tutto in termini dinamici.

Bene, quando questo è saturo chiede attenzione, ossia uno spazio dove mettere momentaneamente qualcosa. Chiaramente non è che se ne libera e lo da all'altro... vadiamola in termini di pensiero: io ho un'idea, mi satura perchè mi rimbomba, ma vorrei esplorarla meglio e non posso. Ne parlo con qualcuno, deposito momentaneamente l'idea in lui e faccio un po' di spazio, ma al termine di tutto ho ancora quell'idea, mica l'ho persa. L'altro, che ha ricevuto, semmai ne ha fatta una copia (modificata dal suo personale e dalla comunicazione, ma questo adesso non c'entra).

Bon, io che ascolto, presto spazio. Se mi limitassi ad ascoltare e l'altro, finito di dire se ne andasse, avrei fatto la stessa cosa di quello che tiene per un momento l'ombrello. L'altro sistema come può, riprende e va via.

Nella realtà questo non avviene quasi mai. Il dare attenzione inizia uno scambio... magari l'idea di prima viene considerata e l'altro fa una domanda. A quel punto i ruoli si invertono e io che domando ricevo attenzione da quello a cui l'avevo data. Insomma, in una conversazione, mettiamo entrambi attenzione, spazio a disposizione. Nel quale avviene lo scambio, le elaborazioni.

Nel mentre che si riceve attenzione, essendosi fatto un po' di spazio grazie all'altro, riceviamo dall'ambiente e tutto riprende a circolare. Ma, se si instaura una conversazione, inizia anche uno scambio diretto, dove diamo e riceviamo l'un l'altro, facendo circolare. Come circola con l'ambiente, in cui anche riversiamo, oltre che prendere. In realtà l'un l'altro, se parliamo di pensieri, ci scambiamo sempre copie, però grazie a questo movimento possiamo appunto muoverci, possiamo pensare oltre l'idea di partenza, esplorarla. Se siamo saturi dell'idea possiamo pensare solo quella.

Il punto nodale è la pressione. Noi ci saturiamo quando la pressione di quel che circola non è adatta all'ambiente interno, al tubo se vogliamo vederla così. Spiengendo fuori si crea una depressione e per suo effetto risucchiamo dall'ambiente esterno, ma se l'uscita si inceppa l'ambiente esterno satura presto quello interno.
Così capita anche se, dando attenzione, quello che riceviamo ha una pressione che ci può saturare. In termini psicologici se non sappiamo gestire quel che ci arriva. Magari identificandoci, magari perchè abbiamo un problema anche noi con quella cosa (un motivo per cui gli psicologi dovrebbero prima aver lavorato su se stessi).

Bon, ho scritto tanto, ma forse in maniera un po' sconclusionata, se non si capisce ditelo (e se ho sbagliato mi si corregga pls).

Sull'ultimo punto del post di Red vorrei tornare... la faccenda della noia mi è chiara fino ad un certo punto. Certamente annoiarsi costa molta energia e stanca. Si riceve quindi qualcosa che non va bene. Credo che interessarsi, spingere, possa risolvere la cosa solo in parte, così come sottrarsi. C'è anche qualcosa nell'ambiente interno che va aggiustato se c'è noia, magari un semplice atteggiamento verso una determinata cosa, un pregiudizio, un'aspettativa... insomma la pigliamo per il verso sbagliato.

Uno 18-02-2011 10.55.54

Ci stiamo avvicinando :)
Nel concetto manca il discorso del cosa ci facciamo, e come, con quello che passa per noi (o si blocca).
Ogni cosa dovrebbe essere elaborata, sistemata... messa in archivio, insomma dovrebbe costituire in termini semplici l'esperienza (che non è mera memoria, ricordiamolo per sicurezza), e in definitiva anche la base della nostra essenza: siamo quello che facciamo.

Quindi ricapitolando quando facciamo entrare qualcosa in noi (perchè è qualcosa a cui per diversi motivi permettiamo il transito) può grosso modo prendere due strade:
La elaboriamo e poi la scarichiamo naturalmente (che sia passandola ad altri che ne necessitano o riversandola nell'ambiente con sistemi più o meno evidenti e durevoli, perchè comunque l'abbiamo "macinata".
Si blocca, ci rimane sul groppone (in tutti i sensi) e se non troviamo chi ci presta attenzione e tutti i meccanismi detti da Ray....

L'attenzione è come un imbuto naturalmente, da sopra (per capirci, ma non è un sopra... è l'entrata) può entrare roba grossa ma sotto può uscire solo roba lavorata.
L'unica libertà di manovra è chiudere, restringere la parte superiore... anche più del beccuccio di uscita, ma in quel caso si diventa apatici... non si viene sommersi dagli altri ma si ha anche poco materiale su cui lavorare.

Possiamo scegliere fino ad un certo punto quello che deve entrare, se una cosa ci serve possiamo nasconderci un pò ma prima o poi entra, arriva...
Inevitabilmente vivendo male (e chi, quanti... vivono bene?) ci si ingolfa prima o poi perchè entrano delle cose che non vogliamo assolutamente lavorare, vedere etc....
Ecco che entra in gioco questo meccanismo di mutuo soccorso. Io sono ingolfato? L'amico mi presta attenzione, riverso un pò di roba da lui, mi si crea spazio e posso lavorare sul resto, poi mi devo riprendere il mio.
Anche se l'amico riesce poi a riversare su altri... gira gira il mio, o equivalente, mi torna.
Il problema nasce quando si riversa su qualcuno e si continua come prima, poi la roba torna indietro e si cercano altri per ripetere il giochino.
Quello si sfoga un pò, ottiene un beneficio momentaneo, ma non sistema le cose.

Adesso veniamo a chi presta attenzione. Come giustamente avete detto a volte ci si sente stanchi e a volte pieni di energia.
Ammettiamo che noi prestiamo attenzione sempre nello stesso modo (che non è ma poi vediamo) se chi vuole attenzione ci manda roba, inizia a lavorare, in tempo reale, su quello che gli rimane e si riprende subito anche quello che gli stiamo tenendo al minimo non ci stanchiamo, torniamo minimo come prima, se invece ci consegna il fardello, non fa nulla e cerca di non riprenderselo, almeno momentaneamente, ci massacra.

Però noi, indipendentemente dall'altro, possiamo anche fare una cosa (ovviamente se ne valesse la pena), se mentre ci arriva la roba, pur non elaborandola (non è roba nostra, non è compito nostro) la mettiamo un pò in ordine e la ritorniamo indietro in questo modo, oltre che aiutare l'altro impariamo delle cose e lavoriamo sulle nostre cose.
Mentre mettiamo a posto i "pacchi" dell'altro, visto che di magazzino ne abbiamo uno solo, dobbiamo per forza prender in mano anche qualche pacco dei nostri e magari contestualmente qualcuno lo lavoriamo in tempo reale.
Se invece ci arriva il tir dell'altro, buttiamo tutto dentro alla rinfusa intanto ci ingolfiamo e ci sentiamo sfiniti, poi rischiamo pure che nel restituire ci rimane qualcosa che si perde in mezzo al casino.
Questa è una cosa su cui inconsciamente a volte l'altro conta, se uno impara (o gli riesce per caso) a lasciare un pò di pacchi ad ognuno che incontra gli pare di trarne sollievo, di far meno fatica etc..


Credo che sia abbastanza materiale per continuare il discorso, Cento probabilmente non mi amerà più tantissimo icon_mrgr:, perchè con quest'ultimo post potrei fargli vedere anche altro, forse non piacevole.

griselda 18-02-2011 15.28.32

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96711)
se invece ci consegna il fardello, non fa nulla e cerca di non riprenderselo, almeno momentaneamente, ci massacra.

Sono rimasta "fulminata"da questa frase.
Non ci avevo mai pensato.
Ma rigirandola e osservando quando lo fanno con me in effetti (poi io essendo ansiosa vado in acido e se riesco mi libero automaticamente, proprio come dicevo prima, senza pensarci, dal peso ricevuto, verso qualcuno, che secondo me, può trovare soluzione)
Però come giustamente dici dopo, se non imparo a gestire quel che arriva, diventa un gioco perverso: a scarica barile.

Quindi l'elaborazione dovrebbe tener sempre presente quella frase:
Se posso la risolvo
se non posso accetto di non potere, mi pare
Ma almeno provarci invece di solito mi scatta lo scarico d'istinto :U e in altri casi se non sento butto giù e quindi formo il legno non bruciato ma questo è altro ancora oppure se non so cosa fare e non ho scarico creo un blocco energetico

RedWitch 18-02-2011 18.50.45

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96711)
.........
L'unica libertà di manovra è chiudere, restringere la parte superiore... anche più del beccuccio di uscita, ma in quel caso si diventa apatici... non si viene sommersi dagli altri ma si ha anche poco materiale su cui lavorare.

Quindi, se sappiamo che una persona ha la tendenza di sommergerci, la cosa che si puo' fare è "prenderla a piccole dosi", restringendo in entrata, ma quando decidiamo di vederla/ascoltarla, le presteremo attenzione. Ad esempio se ci accorgiamo che qualcuno ci sta sommergendo senza avere cognizione di farlo, che si fa er non essere massacrati? si chiude l'imbuto in entrata, cambiando argomento? chiudendo la conversazione?
Viceversa se si ha la tendenza di sommergere, oltre che imparare a trattenere un po' (usando i termini di Ray, la portata del tubo, si puo' aumentare no?), la cosa che bisognerebbe imparare è quella di iniziare a lavorare immediatamente sfruttando lo spazio ottenuto momentaneamente, anche per non massacrare l'altro..


Citazione:

Possiamo scegliere fino ad un certo punto quello che deve entrare, se una cosa ci serve possiamo nasconderci un pò ma prima o poi entra, arriva...
Inevitabilmente vivendo male (e chi, quanti... vivono bene?) ci si ingolfa prima o poi perchè entrano delle cose che non vogliamo assolutamente lavorare, vedere etc....
Ecco che entra in gioco questo meccanismo di mutuo soccorso. Io sono ingolfato? L'amico mi presta attenzione, riverso un pò di roba da lui, mi si crea spazio e posso lavorare sul resto, poi mi devo riprendere il mio.
Anche se l'amico riesce poi a riversare su altri... gira gira il mio, o equivalente, mi torna.
Il problema nasce quando si riversa su qualcuno e si continua come prima, poi la roba torna indietro e si cercano altri per ripetere il giochino.
Quello si sfoga un pò, ottiene un beneficio momentaneo, ma non sistema le cose.
La cosa importante quindi, è l'elaborazione, non è male chiedere aiuto ad un amico (rendeva molto bene l'esempi di Ray sull'ombrello), purchè non si scarichi il fardello solo per ottenere un beneficio, ma si utilizzi il favore che ci fa, lavorando sul resto, in questo modo lo scambio tra due persone diventa davvero uno scambio e non più solo un sommergere/farsi sommergere.


ps:
Questo thread a me ha chiarito parecchio, per il mio personale e il modo di pormi con gli altri... grazie a tutti fiori.gif

centomila 18-02-2011 19.54.43

Comincia ad affiorare alla mia consapevolezza la convinzione che il blocco energetico nasce da una nostra NON accettazione. Della circostanza, dell'altro, etc.

Mi pare dunque che un tentativo di soluzione sia l'accettazione completa, profonda, autentica della situazione che stiamo vivendo. Naturalmente accettazione non significa lasciarsi vivere bensì scacciare quel pensiero che in un batter d'occhio si trasforma in uno stato d'animo di...........la parola più adatta che mi viene in mente è ribellione.

Se questo è vero allora potrebbe essere opportuno cominciare ad analizzare la strategia da utilizzare per conseguire questo risultato.


Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 96711)
Credo che sia abbastanza materiale per continuare il discorso, Cento probabilmente non mi amerà più tantissimo icon_mrgr:, perchè con quest'ultimo post potrei fargli vedere anche altro, forse non piacevole.

Fammi vedere tutto ciò che vuoi:): ho sempre preferito una brutta verità all'ignoranza!

Ray 19-02-2011 00.09.35

So che magari non è ben chiaro a tutti il punto a cui siamo arrivati, ma posso complicare?

Quando puntiamo l'attenzione il nostro "campo bioelettromagnetico" si espande in quella direzione. Cosa che dovrebbe costare energia...
Inoltre, se è quello lo spazio che mettiamo a diposizione, ciò che vi viene depositato ne viene perturbato? Potrebbe trattarsi solamente del personale modo di percepire la cosa, ma vuoi mai...

Chi riceve attenzione interagisce col campo, dato che lo usa. Questo dovrebbe aumentare/velocizzare il flusso che tende ad equilibrare le frequenze nel punto di contatto affinchè vi sia comunicabilità (passatemi il termine... potrei dire compatibilità). Non implica un passaggio di energia?

nikelise 19-02-2011 09.02.00

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96739)
So che magari non è ben chiaro a tutti il punto a cui siamo arrivati, ma posso complicare?

Quando puntiamo l'attenzione il nostro "campo bioelettromagnetico" si espande in quella direzione. Cosa che dovrebbe costare energia...
Inoltre, se è quello lo spazio che mettiamo a diposizione, ciò che vi viene depositato ne viene perturbato? Potrebbe trattarsi solamente del personale modo di percepire la cosa, ma vuoi mai...

Chi riceve attenzione interagisce col campo, dato che lo usa. Questo dovrebbe aumentare/velocizzare il flusso che tende ad equilibrare le frequenze nel punto di contatto affinchè vi sia comunicabilità (passatemi il termine... potrei dire compatibilità). Non implica un passaggio di energia?

Sai cos'e' la bora scura Ray ?
E' lo scontro tra il vento freddo da nord est con una perturbazione atlantica da nord ovest ricca di umidita' e con temperature piu' elevate .
L'effetto e' il peggior tempo meteo che si possa avere .

E' difficile che da uno scontro di frequenze possa derivere la quiete o fuor di metafora una comunicazione proficua .

A mio avviso bisogna rendersi vuoti quando si deve ricevere attenzione ed energia e pieni quando la si deve dare ad un interlocutore che a sua volta deve rendersi vuoto .
Poi ma solo poi ciascuno col materiale proprio e con quello ricevuto dall'altro potra' rielaborare il tutto e rendere proficuo quanto ricevuto una volta integrato .
Poi chi ha ricevuto puo' procedere a restituire materiale arricchito e cosi' via .
Al di fuori di queste condizioni ideali di pieno e vuoto ci troviamo in condizioni meteo avverse , per tornare alla metafora .

Uno 19-02-2011 13.02.11

Da come sta girando il discorso mi sa che dovrò spostarlo in esoterismo, comunque va bene.

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 96739)

Quando puntiamo l'attenzione il nostro "campo bioelettromagnetico" si espande in quella direzione. Cosa che dovrebbe costare energia...

Dipende, se c'è qualcosa che lo attira in maniera naturale ti costerebbe più energia (poi è da vedere la contabilità finale) a tenerlo fermo.


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