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Iside@ 16-01-2006 13.52.08

Siamo capaci di essere noi stessi?
 
Questo è il mio primo post, spero ... non sia stato già trattato ... in tal caso chiedo scusa.
Prendo spunto originale da questa poesia letta oggi di J.Prevert:
Sono quella che sono
Sono fatta così
Se ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che m'ama
Non è colpa mia
Se non e sempre quello
Per cui faccio follie
Sono quella che sono
Sono fatta così
Che volete ancora
Che volete da me
Son fatta per piacere
Non c'e niente da fare
Troppo alti i miei tacchi
Troppo arcuate le reni
Troppo sodi i miei seni
Troppo truccati gli occhi
E poi
Che ve ne importa a voi
Sono fatta così
Chi mi vuole son qui
Che cosa ve ne importa
Del mio proprio passato
Certo qualcuno ho amato
E qualcuno ha amato me
Come i giovani che s'amano
Sanno semplicemente amare
Amare amare...
Che vale interrogarmi
Sono qui per piacervi
E niente può cambiarmi.
Voi riuscite sempre ad essere voi stessi, fregandovene anche dei giudizi altrui quando sapete di non dover dare merito a nessuno?
Sapete mettervi in discussione quando è necessario o seguite un piccolo egoismo?
Comporta a vostro parere coraggio essere se stessi?abbraccio: a voi la parola!

Era 16-01-2006 13.58.49

interessante.....
e la tua parola?

Iside@ 16-01-2006 15.23.33

Certo Era,
eccomi qui ... l'ho postato prima di chiudere la mia connessione.
Ritengo che essere se stessi sia un atto di amore davvero meraviglioso, anche coraggiosa se vogliamo aggiungere.
Perchè? Le persone saranno sempre pronte a metterti in dubbio ... o a metterti a disagio perchè "matta" nella tua concezione del mondo.
So di essere molto impulsiva e quindi a volte per me è difficile accettare un commento di troppo quando magari ho espresso un'opinione sentita.
Ho imparato però che mettersi in discussione quando necessario, sia un qualcosa di divertente che non deve mai essere preso come un affronto.
Siamo abituati a mentire in piccole dosi su quasi tutti i versanti ahime.
Io ho adottato il metodo dell'onestà e sincerità verso me stessa e di conseguenza verso gli altri.
Quando prendi il via è difficile fermarsi e senti dentro ... di avvicinarti a Dio.
Ancora di piu!

Kael 16-01-2006 17.01.28

Penso che la cosa più difficile da riconoscere sia che ciò che reputiamo "noi stessi" in realtà non lo è...

Svegliarsi un giorno e domandarsi: ma chi sono stato fino ad oggi?
Sono stato Me stesso, o il suo specchio?

Iside@ 16-01-2006 17.15.38

Giusta osservazione Kael, e tu sotto quell'aspetto ... come ti senti?

Kael 16-01-2006 18.11.02

Sotto quest'aspetto cara Iside, non concordo con le frasi della poesia "sono fatto cosi, niente può cambiarmi etc.." ... Eccome se c'è da cambiare... siamo qui per questo no?

Iside@ 16-01-2006 18.27.27

MMM si certamente.
Forse la poesia parla di un riflesso che gli altri hanno di noi ... di quello che gli altri vogliono cambiare di noi ...per vederci come vogliono.
Per plasmarci.
...ma!
Io credo che cambiare sia una parola bellissima legata all'evoluzione, ad un percorso che ti riempie di gioia.
Scoprirsi ogni giorno bellissimi e simili a Dio.

Cat 16-01-2006 22.36.22

Nel Peer Gynt*, un racconto di Ibsen (che io non ho letto...lo conosco perché ho un libro che ne parla e lo stavo sfogliando giusto questo pomeriggio), ci sono diversi spunti sull'argomento.

Dialogo tra Peer Gynt e il re dei troll:

Re dei troll: "qual è la differenza tra troll e uomini?"

Peer Gynt: "io non ci vedo nessuna differenza. I troll grandi vogliono arrostire e i piccoli graffiare. Proprio come gli uomini, per poco che possano."

Re dei troll: "E' vero, su questo e altri punti ci assomigliamo. Ma il mattino è mattino, e la sera è sera, e tuttavia una differenza c'è. Ora ti dico in che cosa consiste: là fuori, sotto i raggi del sole, gli uomini si dicono l'un l'altro "sii te stesso". Invece qua tra i troll, il motto è:"sii te stesso e solo te stesso!"

Secondo il re dei troll essere solo se stessi significa "non occuparsi di ciò che è fuori dei monti di Ronde; fuggire il giorno e l'azione e ogni luogo chiaro"

.......essere soltanto se stessi, in definitiva, porta a non relazionarsi con gli altri, a vivere staccati dal resto badando solo ai propri interessi...individualismo portato alle estreme conseguenze.

Nel corso della storia Peer Gynt finisce in un manicomio, dove viene presentato come "profeta dell'io", un uomo che è se stesso in tutto e per tutto, dovrebbe sostituire il direttore del manicomio.
Peer, guardando i ricoverati, fa quest'osservazione:

"Qui, se ben comprendo, si tratta di esser fuori di se stesso",

ma il direttore, assicurandogli che si inganna, descrive i ricoverati in questo modo:

"Qui ciascuno è assolutamente se stesso; se stesso e non un briciolo d'altro; si naviga, in quanto se stessi, a vele spiegate. Ciascuno si chiude nella botte dell'io, sta immerso completamente nel fermento dell'io, si rinchiude ben bene nel cocchiume dell'io, e nel fonte dell'io fa gonfiare le doghe. Nessuno ha lacrime per i dolori altrui, nessuno ha comprensione per le idee del prossimo"

A un certo punto (c'è un pazzo che porta una mummia sulla schiena, si lamenta con Peer perché non sa come far capire alla gente che è lui il re Api...ovvero la mummia, Peer gli consiglia di impiccarsi e quello lo fa) Peer impazzisce perché si rende conto che per essere solo se stessi si diventa vittima dei capricci altrui finendo per avere l'identità che gli altri vogliono, afferma infatti :

"sono tutto ciò che vuoi"


Alla fine c'è un dialogo tra un fonditore di bottoni e il protagonista, Peer chiede:

"cosa significa essere se stessi"

il fonditore risponde:

"Esser se stessi è: uccidere se stessi"

Quest'ultima frase mi ha colpito parecchio.....sarà forse che per essere veramente se stessi bisogna abbandonare quello che si è ?
Ovvero lasciare da parte costruzioni sociali, schemi mentali e tutto quello che ci imprigiona?

Che ne pensate?

(spero di non essere stata troppo lunga....le frasi del Peer Gynt mi sembravano azzeccate per questo post...):C:


* Potete trovare un riassunto della trama a questo link ---> http://www.amb-norvegia.it/ibsen/pla...characters.htm

Ray 16-01-2006 23.12.20

Citazione:

Originalmente inviato da Cat
"Esser se stessi è: uccidere se stessi"

Quest'ultima frase mi ha colpito parecchio.....sarà forse che per essere veramente se stessi bisogna abbandonare quello che si è ?
Ovvero lasciare da parte costruzioni sociali, schemi mentali e tutto quello che ci imprigiona?

Che ne pensate?



bella sta cosa... penso che sempre più si dovrebbe trovare collegamenti nelle discussioni... tipo cose che iniziano da una parte, continuano dall'altra, tornano di qua... ecc. ecc.

Alla fin fine, ogni discorso è lo stesso discorso no?


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