Se fossimo immortali...
Se fossimo immortali (poniamo da oggi) con la menta-lità che abbiamo oggi come andrebbero le cose?
Prima di tutto le due opzioni: immortali solo noi/alcuni o tutti? Se fossero immortali solo pochi vedrebbero tutti quelli intorno invecchiare e morire. Dovrebbero comunque tenere segreta la cosa perchè per invidia sarebbero perseguitati e quindi dovrebbero comunque cambiare società, luogo e mantenere sempre un profilo basso o comunque esclusivo di certi circoli sociali. Se invece fossero tutti immortali come minimo la natura dovrebbe bloccare le nascite perchè l'umano da solo non rinuncerebbe se non dopo qualche generazione. In ogni caso, per qualche centinaio di anni uno potrebbe farsi una posizione, sistemarsi etc.... ma poi? Provate ad immaginare la vostra vita così com'è ripetuta per 2000 anni. Avrebbe un senso? O vi sparereste prima? Pensateci, lo so che a prima vista tutti risponderebbero, si saprei cosa fare. Nella realtà penso che pochi resisterebbero più di 200 anni, ma anche ad arrivarci. Infine, la domanda filosofica. E' la vita una conseguenza della mortalità o è la mortalità una conseguenza della vita? |
Ahh, io saprei cosa fare, sisi. Me la prenderei comoda, ma talmente tanto comoda che ci metterei un'eternità a fare quel che sto cercando di fare in una vita e che probabilmente non basterà. E' che comunque, anche se immortale, il tempo prima o poi verrebbe a mancare.
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Ci penso dai... |
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Vivi tutti non sarebbe possibile, la terra non ci potrebbe contenere in continua espansione. Limitare le nascite? Io forse non sarei mai nata. Tutti utili e nessuno indispensabili, sembra banale eppure ognuno di noi porta un contributo che a qualcuno servirà. Stancarsi di vivere? Dipende da molti fattori. Per me se ho giovinezza, salute e il minimo per vivere non so se mi stancherei di osservare il continuo divenire. Però non sono ancora vecchia e malata. Fin ora ho visto solo la mia nonna dire che era stanca di vivere e andarsene serena. Citazione:
E' vero che tutto ciò che muore si trasforma e ritorna a vivere ma la mia esperienza è che dalla vita si arriva alla morte. La morte è l'unica certezza della vita. Così come la vita è l'unica certezza della morte. Quello che per me ora è vita poi muore, se risorge o rinasce in altra vita non ne ho ancora consapevolezza. |
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icon_mrgr: Pensaci, pensaci, non è come l'uovo e la gallina. Mortalità Tea, non morte, piccolo appuntino importante :) |
Potrei accettare si essere immortale solo se avessi uno scopo che dia un senso alla vita fisica immortale. Ma una vita "comune" esaurisce il suo scopo nei giusti anni che ci sono, forse sono anche troppi, per cui se non avessi uno scopo sarebbe troppo tempo rubato a chi invece non ne ha.
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Se la vita è cosenguenza della mortalità vuol dire che il vivere stesso causa la morte. Se è il fatto stesso che moriamo che spinge alla vita vuol dire che vivere respinge la morte. In questi due casi il fattore in gioco è la vitalità che consumandosi vivendo diventa mortalità. Ma avvertire una certa mortalità può portare ad una spinta verso la vitalità. Quindi io direi che sono entrambe vere per fattori opposti. Vivere consumando vitalità senza rigenerarla è causa di mortalità ma avvertire mortalità può essere causa di vita. |
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Credo che il desiderio di immortalità per me sia dato soprattutto dal fatto che non so cosa accade dal momento della morte in poi, e la mia paura più grande è quella del dissolvimento, del nulla eterno, ma che di fatto, vivere qui per sempre non sarebbe proprio possibile (avete presente quel film in cui il protagonista si sveglia ogni mattina ed è sempre lo stesso giorno? Temo che più o meno sarebbe qualcosa del genere, una ripetitività infinita). Citazione:
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Immortali invecchiando o immortali e basta?
Perchè se devo invecchiare no grazie, al di là che Uno ha detto "con la mentalità di OGGI" naaaaaanonono.gif non posso reggere. Penso. Penso perchè in realtà sono passati oltre 30 anni da quando sono nata e mi pare ieri. Quindi molto probabilmente con la metalità di oggi 200 potrebbero essermi giusto utili per iniziare ad aprir appena un occhio. Hai voglia, con 10.000 anni a disposizione magari riuscirei a leggere Gurdjeff icon_mrgr: icon_mrgr: quindi invecchiando no, restando così magari si, ma con l'opzione soddisfatti o rimborsati boccaccia: La mortalità è una consegueza della vitalità secondo me perchè se partiamo da un piano di non manifestazione la vitalità ci fà emergere e la mortalità ci fà scomparire. In un balletto continuo naturalmente. |
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Con queste premesse rispondo anche alla tua domanda dicendo che secondo me è la vita una conseguenza della mortalità. Senza la mortalità, ossia senza la possibilità di morire, la vita si esaurirebbe e non avrebbe più gli input per andare avanti, mancherebbe di quel rinnovamento di cui ha costantemente bisogno. |
Immagino l'immortalità in questo mondo come qualcosa di terribile, affezionarsi a qualcuno di volta in volta e perderli deve essere una punizione tremenda ed un tormento che o ti distrugge il cuore oppure ti fa impazzire. Per cui niente immortalità.
Del morire l'unica cosa che mi spaventa è la paura della punizione Divina e il momento del trapasso. Citazione:
Perchè iniziamo a morire appena nasciamo come allo stesso tempo ogni morte ci da vita. |
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Perchè la vita che viviamo è già una morte in embrione... In altre parole per vivere questa vita siamo morti dal punto di vista dell'immortalità, che d'altra parte è impossibile in questa dimensione fisica e per fortuna che Dio ha dato un termine ai nostri giorni sulla terra... Quindi la vita come la viviamo è una conseguenza della mortalità in tutti i sensi, anche per la vita futura. Non so se sono riuscita a spiegarmi. |
Scusate la scopiazzatura da wiki, ma sembrerebbe che un uomo sia vissuto almeno 197 anni.
Li Ching-yun o Li Ching-yuen (cinese tradizionale: 李清雲; pinyin: Lǐ Qīngyún; Qi Jiang Xian, asseritamente 1677 o 1736 – Kai Xian, 5 maggio 1933) è stato un artista marziale, tattico ed erborista cinese. L'uomo è noto per aver dato vita a uno dei più clamorosi miti di longevità umana. Secondo il mito taoista sarebbe infatti vissuto 256 anni, ed egli stesso affermava la data di nascita pure remota del 1736, che gli avrebbe attribuito in ogni caso un'età di quasi due secoli (197 anni) alla morte. « Conserva quieto il cuore, siedi come la tartaruga, cammina vispo come il piccione e dormi come il cane. » (Il segreto della longevità secondo Li Ching-yun) |
Cosa è la morte ?
cosa è essere immortali ? La vita e la morte non esistono come cose a sè stanti, fanno parte di un unico movimento che noi non possiamo afferrare. Il corpo nei suoi elementi costitutivi è immortale, non muore mai, semplicemente si trasforma in qualcos'altro, in qualche altra forma di vita. Un cadavere non si potrebbe decomporre in qualcos'altro se in esso non ci fosse il fluire della vita. E' il nostro pensiero che è terrorizzato dalla morte. Il pensiero è un processo continuo di nascita e morte, ogni pensiero nasce e muore a un nuovo pensiero. E' la nsotra memoria che ci da un'illusione di continuità come individui... In realtà non esiste alcun individuo pensante, esiste un corpo costituito da elementi immortali e pensieri che vanno e vengono a cui noi diamo un senso di continuità... Per questo temiamo la morte, abbiamo paura di perdere la nostra continuità e così ci siamo inventati l'anima e l'aldilà per dare un senso al nostro desiderio di permanenza. In realtà esiste solo la vita, da cui noi ci crediamo separati come individui...la nostra grande illusione |
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La vita come conseguenza della mortalità perchè è morendo che la vita si rinnova costantemente, non avrebbe senso vivere senza morire in fin dei conti le persone inconsciamente si muovono perchè sanno che non hanno tempo infinito davanti a loro. Se qualcuno donasse alla personalità edera l'immortalità mi vorrebbe molto male perchè non potrei accedere alla vera vita quello dello Spirito, non tornerei più a casa. Ho pensato che per lo Spirito la vita è una specie di morte, qualcosa che lo limita, lo costringe, lo toglie dall'infinitezza dove abita per esperire.. E' un pensiero assurdo? |
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Così vita e morte sarebbero due facce della stessa porta viste da differenti angolazioni... IL problema secondo me è che questo pensiero ci abbia danneggiati. Pensando ad una vita oltre questa vita, siamo sempre proiettati su ciò che sarà, nel domani... Così non viviamo mai abbastanza bene il presente e questa vita, l'unica vita che possiamo veramente sperimentare non riusciamo mai a godercela veramente... viviamo sempre nella speranza e nel conforto di un qualcosa che forse non esiste, ma non abbiamo l'onestà di ammetterlo ...crediamo che un giorno ci troveremo ad essere solo spirito e che vivremo eternamente nella gioia.... |
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Personalmente credo che sapere di essere immortale potrebbe aiutare a vivere in modo diverso, senza la paura dello scorrere del tempo o dell amorte sempre incombente.
Una vita più "piena" potrebbe essere reggibile più a lungo di una normale e mortale, forse 200 anni forse qualcosa di più. Poi in ogni caso penso subentrerebbe la noia, o comunque qualcosa che ci farebbe esaurire la voglia di andare avanti. Quindi al limite mi interesserebbe un'immortalità "revocabile" a mia discrezione. Forse se passassimo ad altri piani di esistenza totalmente diversi,potremmo aver enuovi impulsi per andare avanti ancora per parecchio, però ragionando da comune mortale quale sono oggi credo che alla fine arriverebbe unpunto in cui non si vuolepiù andare avanti, in cui invece di esserci l'istinto di sopravvivenza ci sia l'impulso a sparire a non voler esserci più, a voler essere nulla. Sulla questione filosofica non ho ancora idee precise, la sensazione è che la base sia la vita e la mortalità sia un fattore ad essa collegato, una variabile dipendente che serve per plasmare meglio la vita o permetterne un pieno svolgimento. Alcune sere fa in Tv ho sentito una frase , forse collegata, che diceva " non è che si muore perchè ci si ammala, ci si ammala perchè si deve morire" |
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Faccio solo una considerazione... Non riusciamo neppure a comprendere questa vita, la nostra vita, non sappiamo risolvere in nostri problemi eistenziali da generazioni..... Eppure ci spingiamo fino a preoccuparci dell'aldilà, dello spirito, dell'anima e ciò che verrà.... Sempre speranze, immaginazione... sempre ciò che sarà domani... Questo è il vero problema, non riusciamo proprio a pensare all'adesso e vivere pieneamente in esso... A volte invidio la spensieratezza e gioia di vivere degli animali...loro l'immortalità non se la filano nemmeno....così come d'altronde non se ne preoccupa il nostro straordinario organismo fisico.... |
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QUesto però, a mio avviso, è dovuto anche ad una convinzione errata o comunque parziale che considera certe cose tipo lo spirito o l'anima e l'aldilà come totalmente slegate all'oggi ed a noi stessi, come se fossimo su questa terra solo in stand by in attesa di altro. Se siamo qui un motivo ci sarà pure, non è solo attesa, evidentemente è uno dei modi per comprendere meglio certe cose, se uno vuole o almeno ci prova. |
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Non capisco la separazione.. |
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Ma volevo dire rispetto alla frase che ho quotato che se per il corpo vale questo dovrebbe valere anche per tutto ciò di cui siamo composti e solo perchè non siamo capaci di vederlo oggi non possiamo sostenere che non esiste. Ok non se abbiamo bisogno di toccare con mano allora questo credo sia impossibile senza lavorare in tal senso. Ma esistono persone che nascono con dei ricordi di vite precedenti confermate da fatti...ricostruiti...poi ci sono i veggenti...insomma voglio dire che la piccola mente che viene attraversata dai pensieri come il traforo del monte bianco è un qualcosa di nuovo tant'è che come dice T. gli animali non l'hanno e di conseguenza vivono alla giornata, anzi quasi momento per momento. La mente crea il paradiso e l'inferno lo crea qui ed è vero quando dice che la paura di morire l'ha lei, perchè il corpo è composto da sostanze ceh non muoiono ma si trsformano e noi siamo fatti di quella sostanza come il pongo veniamo strutturati fisicamente e poi ritorniamo nello stesso pongo e via dicendo. Ma la mente che fine fa? Cosa è la mente? Non il cervello, ma la mente che fine fa? E quel qualcosa che ci muove dall'interno che non so come chiamare che ci fa desiderare ed ogni desiderio non uguale per tutti ma è diverso e per questo ognuno di noi è diverso dall'altro che fine fa? :) |
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Sono io che non credo nella separazione. Per me non esiste lo spirito e i suoi diversi problemi di evoluzione, non esiste il dilemma se la morte è la conseguenza della vita o viceversa. Dico che esiste solo il movimento della vita e che vita e morte non sono entità separate per cui si possa chiedersi se viene prima l'una o l'altra. Ma dal momento che tutti parlate dello spirito o del rinascere, della vita umana come esperienza per capire qualcos'altro, dello spirito come "vera vita" o di diversi piani di esistenza (sono tutte vostre definizioni) è evidente che voi considerate questa vita come un qualcosa di transitorio per arrivare a qualcos'altro. Io dico che questa vita, per quel che ne sappiamo potrebbe essere tutto quello che c'è e non deve avere per forza un fine ultimo. L'idea dell'eterno, da cui deriva la domanda se esiste l'immortalità è ciò che non ci fa vivere con pienezza e la causa dei nostri problemi esistenziali, ci allontana dal nostro essere nel presente. |
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Quando non ti limiti a leggere libri o ad ascoltare storielle di terza mano, quando cerchi risposte dalla vita, ti rendi conto che sono solo miti e nella maggior parte dei casi ciarlatani. Ma ognuno può credere a ciò che desidera, non sta a me convincere nessuno, solo che non fanno parte di ciò che credo attendibile. Riguardo alla distinzione tra materia e spirito, questo credo sia un'altra illusione, togliendo questa distinzione non hai più bisogno di molte domande, è solo una questione di percezione. La mente non esiste, non è un'entità a sè stante autonoma. Definiamo mente l'insieme dei nostri pensieri,ma i pensieri sono semplici reazioni , vanno e vengono e ad ogni pensiero che muore ne nasce uno nuovo. E' la memoria, il ricordo, che ci da l'idea di continuità e noi possiamo crearci un'identità sulla base dei pensieri con cui ci identifichiamo. Se perdessimo la memoria cosa sarebbe della nostra identità ? Non ricordare è come non essere mai esistiti. L'unico momento reale ed eterno è quello presente. I pensieri fluiscono come un tutt'uno con la vita, è la nostra sensazione di separazione, di identità separata che ci fa sentire come ci sentiamo, ma se ci riflettiamo siamo un'unica cosa col tutto. Dove va la mente ? Chi se lo chiede? la mente ! Non possiamo accettare l'impermanenza, la mente è un sistema che si autoprotegge. Il corpo rimane nel tutto, la mente, l'insieme dei pensieri,rimane nel flusso della vita. Ciò che si perde è la propria identità, il ricordo di sè stessi. Ma non esistendo un vero "sè stessi", rimane solo quello splendido, inafferrabile movimento unico che è la vita. Ma il discorso è troppo complicato per poche righe.... |
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In questo mondo duale però se esistono i ciarlatani non può non esistere il suo contrario. Quote:
I pensieri li calamitiamo per via di cò che siamo nel momento in cui ci arrivano la mente poi può o no soffermarci sopra e perdersi in essi concorso che se li osservi e basta come sono arrivati se ne vanno perchè senza alimentazione non rimangono. Quote:
Anche su questo siamo d'accordo perchè esiste solo il qui e ora e il senso di separazione è dato dalla mente. Quote:
Beh certo altrimenti non saremmo qui a scrivere :) Quote:
Anni fa lessi in rete una storia bellissima in cui si raccontava proprio di un essere umano che aveva speso tutta la sua vita per la ricerca e nel momento della morte era arrivato finalmente a vedere con coscienza ciò che aveva sempre desiderato e trovandosi davanti ad una porta l'aprì: dietro vi trovò il nulla. :) |
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TU definisci la mente come l'insieme dei tuoi pensieri. Io ad esempio no. Dai per scontate una miriade di cose che non lo sono... per carità fai pure, secondo me in questo modo ti mantieni fermo sulle stesse posizioni che girano e rigirano, ma è una cosa che riguarda te e io non devo certo convincerti a fare diversamente. In ogni caso, visto che mi sono dissociato sulla tua definizione di mente, dico la mia. E' vero che è un'entità non autonoma, o meglio è un'entità che ha una scarsissima autonomia (ma d'altra parte questo vale, per gradi diversi, per tutte le entità... anzi un argomento interessante potrebbe proprio essere il diverso livello di autonomia degli enti esistenti), però esiste eccome. Così come il mio naso, pur non essendo un'entità autonoma, esiste. La mente non è i pensieri o un'idea, è un apparato grazie al quale percepiamo/esperiamo i pensieri e in una certa misura li lavoriamo, ma è altro da essi. Questa la mia idea, che qui ha il solo scopo di mostrarsi diversa dalla tua... qui infatti non credo sia il posto per approfondire questo discorso. |
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La tua idea di mente sta in piedi solo in relazione al significato comune che gli si da , è solo una definizione letteraria, ma non spiega niente. Sei tu che sei fermo su posizioni tradizionali. Per quanto possiamo "verificare" io do tante cose per scontate quante ne dai tu. La mia opinione di mente vale tanto quanto la tua , quindi è inutile che spendi più parole per smontare la mia che per affermare la tua. Anzi sono pronto a scommettere che se dovessimo fare una dimostrazione delle nostre diverse ipotesi, sarebbe molto più facile dimostrare la mia.... Che la mente sia un apparato non dice nulla.... Riguardo ad andare fuori tema non sono d'accordo se comprendere come funziona la mente mi porta a capire il significato di immortalità. |
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Quando dicevo che dai molte cose per scontate mi riferivo al fatto che non parli al singolare, ma dai per scontato che ciò che vale per te deve valere anche per gli altri. Per la definizione di mente che ho dato ho specificato che aveva il solo scopo di diversificarsi dalla tua... altre specificazioni ed eventuali tentativi di dimostrazione le collocherei altrove. In ogni caso ci sono già molti tread che parlano di mente, forse sarebbe opportuno cercarli e riprenderli... o se risulta troppo complicato possiamo ripartire da zero. |
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Riguardo al fatto di non parlare al singolare è solo una scelta stilistica, cerco di essere il più impersonale possibile. Comunque nella sostanza non cambia nulla, quello che io penso essere il modo di pensare generale, rimane lo stesso che parli al singolare o no. Dico quello che penso sia... ... arriva dalla mia osservazione, o da quello che sento, vero o falso che sia .... Tutto ciò che diciamo è solo un punto di vista, un' opinione...e la mia ovviamente vale quanto quella altrui e viceversa. Se non fosse così non ci sarebbe nulla da comunicare. |
Io farei ripartire il discorso da ciò che conosciamo meglio o almeno così dovrebbe essere.
Ci sono cose che sono accertate ed accettate da tutti, per esempio che normalmente il corpo cresce e si rigenera fino ad una certa età, poi alcune parti iniziano a decadere, cioè la rigenerazione inizia ad essere meno perfetta fino alla morte. Questo detto in sintesi senza tanto approfondire dal punto di vista biologico che ora non ci interessa ai fini del discorso. Ai fini del discorso quello che ci potrebbe interessare esplorare è perchè le cellule ad un certo punto decidono di cambiare strategia e di non riprodursi più bene. Dal punto di vista biologico ci sarà chi ci racconta dei marcatori temporali, una sorta di orologio cellulare etc... il che è pure vero. Da questo punto di vista nasciamo con un certo potenziale, come la molla di un orologio, e quando questo si esaurisce pouf... quindi seguendo questo filo possiamo pure dire che la vita è conseguenza di quella mortalità già determinata, ma ci sono altri punti di vista da valutare... Qui si potrebbe aprire un interessante discorso (rimanendo nell'ambito filosofico, altri ambiti dovrebbero essere esplorati altrove) sul fatto che se un orologio può essere caricato e riparato perchè non si dovrebbe poter fare la stessa cosa con un corpo umano. Si potrebbe discutere sul fatto che l'orologio non si autoripara ma occorre un ente superiore (l'uomo) e che l'uomo è diverso da un orologio quindi valutare se comunque potrebbe autoripararsi da solo etc... Però ritengo che sia più utile prima provare ad osservare altre cose. Il periodo in cui le cellule di un corpo iniziano a decadere coincide grosso modo con il periodo di fine dell'adolescenza, cioè quando una persona dovrebbe iniziare ad essere matura, ad avere delle esperienze, a prendere delle posizioni (la società per esempio concede il voto, la patente etc..). E torniamo al discorso causa-conseguenza. Che siano il "blocco" delle cellule a condizionare il "blocco" dell'individuo o viceversa poco conta, anzi io direi che le due cose vanno avanti di pari passo in una mutua relazione, soltanto che mentre sulle cellule, teoricamente, non abbiamo potere diretto, sulla nostra vita, sui comportamenti, sulla voglia di imparare nuove cose etc... si che abbiamo un certo margine di potere. E' possibile sforzarsi di fare una cosa indipendentemente dal fatto che poi lo sforzo dia risultati. Ok mi fermo perchè ho messo parecchio materiale in gioco. |
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Nel senso che tu ritieni buono quello che stavano facendo prima e non buono quello che vanno a fare dopo. In realtà la vita è molto più varia e non va a senso unico, solamente decide di trasformarsi in qualcos'altro e per farlo si riproduce in altro modo. Io direi che decide di riprodursi in modo diverso... Siccome che a noi interessa solo "noi stesso" la reputiamo una degenerazione, ma la vita se ne frega perchè evidentemente persegue altri fini.... |
No Tele anche la vita considera bene che le cellule di un corpo umano (o meno) fino ad un certo punto di riproducano in un certo modo. Se così non fosse la razza umana (ed altre), parliamo almeno da un punto di vista fisico e con questi corpi, sarebbe estinta da un pezzo.
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Io presumo di avere un fisico che dimostra, sotto divrsi punti di vista, svariati anni di meno rispetto a quelli che ha, e la stessa cosa l'ho riscontrata in altri casi simili al mio, come se mi "stesse aspettando"...certo questa attesa non potrà, credo , essere eterna, però ho sempre avuto la sensazione che ci siano diversi tipi di percorso che ognuno è più portato a fare rispetto ad altri, poi non è detto che li faccia in concreto, e la frase "gli ultimi saranno i primi", letta in un certo modo, mi ha spesso fatto riflettere... |
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Ok ne prendiamo atto, ma ci perdonerai se continuiamo questo, per te inutile, discorso. |
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Certo da un po' di anni mi tratto abbastanza bene perché mi serve tutta l'energia che coi miei limiti sono in grado di raccogliere quindi non fumo, non bevo, mangio in maniera abbastanza sana ecc.. Ma più di qualche volta mi sono trovata a pensare che la mia carne in qualche maniera sta collaborando col mio percorso, come se avesse rallentato rispetto ai miei coetanei. .. Oddio è un discorso un po' assurdo ma sembra così. blink.gif Ho anche pensato che il giorno in cui per qualche motivo dovessi fermarmi o arrendermi invecchierò un sacco nel giro di breve |
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In ogni caso, venendo a quello che dici, da una parte sembra che sia il blocco della crescita ad innescare le possibilità ulteriori dell'individuo che da quel momento da lui dipendono, dall'altra sembra (intendo a me sembra) che è come se la natura ci porta fin dove è arrivata, fin dove il collettivo è arrivato e quindi ci arrivano tutti (salvo qualche eccezione che qui non credo conti) e poi chi può/vuole prosegue, gli altri iniziano a morire. Intendevi questo? |
Stavo pensando che proprio durante l'adolescenza si inizia ad avere anzi a volere essere qualcosa (eliminando tutto il resto) anche se a tentativi e poi per tutta la vita può essere che quello che volevamo essere magari siamo convinti di esserlo oppure convinti di non poterlo mai diventare in ogni caso fossilizziamo lì.
Credo sia il fossilizzarsi il problema come quando ci succede qualcosa di brutto nella vita e si fa fatica poi ad uscire dal buco in cui si è caduti o ci si rifugia. La differenza con i bambini è illuminante secondo me almeno loro non si tirano mai indietro loro giocano ad essere tutto non si pongono limiti per loro tutto è possibile come diventare un grande campione o giocare pensando di esserlo questa è la forza traente verso l'alto credo e verso la vita pensare di poterlo essere o fare. Quando invece si smette, i motivi possono essere molteplici, (blocchi vari) allora si inizia ad invecchiare. Il pensiero fossilizzato di non poter essere inverte la rotta o per lo meno la limita fino al fermo macchine secondo me. Se io penso alla morte vedo in essa rigidità e chiusura alla vita. Se penso alla vita vedo movimento e apertura. Poi ci sono vari squilibri che portano ad avere per troppa chiusura rigidità e verso la vita mollezza. Quindi se io smetto di credere di poter essere qualunque cosa di poter fare qualunque cosa io inizio a cristallizzare su una posizione e come ho detto sopra questa a via andare allontana dalla vita. Non importa arrivare al traguardo ma l'importante penso sia non mettersi limiti o cercare di limare quelli che abbiamo per uscire dalla prigione dove ci siamo per svariati motivi rinchiusi. :) |
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Gli altri possono fare quello che vogliono, ho già detto che la mia opinione vale quanto quella altrui... Tu spieghi il tuo punto di vista , io il mio... Tu hai le tue convinzioni , io le mie... Ma quando parliamo di immortalità, qual'è la nostra fonte d'ispirazione? 1. Crediamo in qualcosa che abbiamo letto sui libri 2. Crediamo a quello che ci ha raccontato qualcun altro 3. Arriva dalla nostra esperienza diretta 4. Abbiamo avuto un 'intuizione "divina" che però non è possibile spiegare o trasmettere a parole 5. E' quello che ci arriva dalla nostra cultura Come dice un bell' aforisma di Emil Cioran che ho trovato su questo forum: "Non si scrive perché si ha qualcosa da dire ma perché si ha voglia di dire qualcosa." |
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In vero conosco persone (anche in famiglia) che non gliene è mai fregato nulla di cercare e hanno la stessa fortuna.... E anche guru e filosofi che alla mia età sembravano mio nonno... Per quanto posso osservare il motivo dell'invecchiamento è semplicemente genetico... La mente cerca sempre spiegazioni misteriose anche per le cose più semplici e ovvie... Ma questa ovviamente è solo la mia opinione.... |
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Invece nella mia esperienza le persone dotate davvero di una seria presenza spirituale sembrano più forti e più giovani ma non in termini estetici, non è una questione di rughe come la vuoi far passare. E' una freschezza diversa, che non ha molto a che fare con l'età, è forza e resistenza che comunque si traduce anche a livello fisico ed è percepibile, volendo. |
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