conoscenza & ignoranza
"La conscenza è una raffinata dichiarazione di ignoranza"
(Karl Popper) Conoscere qualcosa in toto non è possibile (o si?) e quindi, la misura in cui conosciamo qualcosa è anche, e soprattutto, la misura in cui non la conosciamo... ovvero la conoscenza è il limite della nostra ignoranza. Come dire, vista più semplicemente ma perdendo qualcosa a mio avviso, che la conoscenza va a gradi e il confine tra conoscenza e ignoranza è arbitrario. Vero è però che, alla fin fine, parliamo sempre di ciò che non conosciamo, proprio dichiarando il conoscere. Se poi lo riferiamo a noi stessi... |
Citazione:
Man mano che acquisisco delle conoscenze mi rendo conto di quanto fossi vuota prima, quanto fossi ignorante, più il processo si ripete, più acquisisco informazioni diverse, più mi rendo conto che la mia ignoranza è altrettanto sconfinata rispetto al Sapere. Se ho raccolto solo qualche informazione sparsa la superbia e l'orgoglio mi faranno chiudere gli occhi, se avrò raccolto un pò di vera conoscenza almeno in un campo allora non potrò che ammettere, elegantemente perchè la superbia a quel punto cade, che non sò quasi nulla, quindi sono ignorante... Un pò come il "so di non sapere" di Socrate... ma è solo la mia sensazione... :C: |
A me invece mi ricorda tanto quei scienziati, teologi e uomini di cultura che in realtà credono di dissipare l'ignoranza con delle nozioni, ma non si avvicinano mai alla vera conoscienza.
In effetti si passa più tempo ad ipotizzare, a fare teorie che ad avvicinarsi alla reale saggezza. |
Citazione:
Il parlare di ciò che non conosciamo mi ricorda un po' il discorso che faceva Uno qui : Citazione:
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Citazione:
Però quando uno aumenta la sua conoscenza si accorge di quanto è ignorante va di pari passo la cosa, non so se poi ad un certo punto può diminuire. nonso.gif Posso fare l'esempio di qua in Ermo appena imparo qualcosa e la metto dentro mi rendo conto di come ho vissuto nell'ignoranza e di quanta in me ne esiste perchè non conoscendo non ho potuto indagare. Più luce faccio e più mi rendo conto del buio. Parlare sempre e solo di ciò che conosciamo mi pare limitativo come lo è anche parlare solo di quello che non conosciamo. Una cosa però può aiutarmi se conosco bene una cosa probabilmente mi posso aiutare per conoscere anche il resto, quello che non conosco, ma non è detto che sia perfettamente uguale dovrò lavorarci attentamente e provare e osservare se regge. fiori.gif |
Conoscere, per come la stiamo intendendo, equilvale a limitare, a porre dei confini. Già dire conosco una cosa è definire un ambito, dei confini alla cosa e quidni anche alla nostra conoscenza. Come dire conosco da qui a qui... fosse anche massima questa conoscenza, il fatto stesso che dichiaro di conoscere da qui a qui fa si che fuori dei due qui non conosco... ovvero sto dichiarando, seppure elegantemente, la mia ignoranza.
In realtà tutto è collegato, anzi tutto è un tutt'uno e i confini, le divisioni tra le cose o gli ambiti sono creati da noi, dalla nostra mente, dal fatto stesso che ci apprestiamo a conoscere. Come prima cosa dividiamo noi dall'oggetto della nostra conoscenza e già qui stabiliamo la nostra ignoranza. Poi stabiliamo dei limiti, dividendo uletriormente l'altro-da-noi in modo da poterlo conoscere un po' alla volta, prima quest'ambito poi quest'altro. Ma il limite è tutto nostro, non della cosa che vogliamo conoscere... è la nostrta mente che non può cogliere tutto l'insieme e quindi spezzetta e conosce un po' alla volta... che è dire che ignora molto alla volta. Quando ci apprestiamo a conoscere noi stessi... |
Citazione:
Mi sono chiesta spesso perchè accade questo. Più dichiaramo di conoscerci, più sono le cose che dovremmo esplorare dentro di noi. Ma approfondendo si esclude l'insieme di noi stessi, quindi, essendo tutto collegato, in un certo senso più si raffina la conoscenza, più si perde di vista l'insieme.... |
Citazione:
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