evoluzion della spiritualità nell'uomo
Per evitare di finire OT nell'altra discussione, apro e riporto qui il tutto...
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Mi sembra una cosa completamente contro logica... contro la Logica dell'Evoluzione Collettiva.. Eppure nasciamo predisposti, e qui non ci piove.. |
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Logica dell'Evoluzione Collettiva: è proprio questo il punto della questione. Io non vedo nulla che si possa definire in questi termini. Vedo possibilità di evoluzione dei singoli individui e vedo un movimento di sviluppo, per così dire orizzontale (non verticale come quello evolutivo) del collettivo. Poi forse i singoli individui evoluti permettono piccoli salti anche al collettivo, ma questi sono molto lenti e dipendono direttamente dalla presenza e dall'azione dei singoli che si sono evoluti. Quindi in sostanza io vedo un'umanità pressochè uguale a quella di un milione di anni fa, forse appena appena più evoluta nel suo complesso e vedo invece possibilità enormi di evoluzione nel singolo individuo che però diventano manifeste, ossia si realizzano, solo in una minima percentuale, tanto più minima quanto più ci avviciniamo alla totalità delle possibilità (come dire che su un milione di umani vedo, chessò, mille geni, dieci santi e un illuminato... detta in modo molto grezzo e solo per rendere l'idea). |
Io invece penso che l'umanità sarà "costretta ad evolvere", guarda la tecnologia per esempio in 100 anni si è evoluta come si sarebbe evoluta in 1000 anni, e in 10 anni si è evoluta come si è evoluta in 100 anni.
Il tempo sta arrivando al punto 0 e ci si accorge perchè c'è sempre meno tempo per fare le cose, le generazioni crescono più velocemente, i disagi psicologici presenti in quest'anni lo fanno capire. In epoche remote c'erano problemi più gravi eppure la gente non aveva tutti sti problemi di attacchi di panico o ansia per esempio. Un secolo fa chi voleva fare un percorso spirituale doveva trovare un serio percorso esoterico, una scuola, ed era molto difficile. Oggi è l'esoterismo che ti cerca a casa tua, ed in qualche modo ti "costringe" a metterti in discussione. Il cambiamento è facilmente intuibile e non mi riferisco in senso geologico, ma cadranno vecchi sistemi politici, economici e religiosi e ne nascerà una società diversa. Se guardiamo il mondo del lavoro, nell'era primitiva non esisteva, prima si lavorava per campare, oggi si lavora per campare e permettersi anche delle cose in più, un domani con la tecnogia avanzata e i posti di lavoro inferiori, si lavorerà molto meno o sarà un lavoro di tipo societario. I singoli individui se si evolvono a discapito delle masse, hanno fallito il loro obbiettivo, che era quello di portare l'evoluzione globale, e non solo per se stessi. E' impossibile parlare di vera evoluzione e non irradiarla all'esterno. Basterebbe un politico per esempio evoluto a dovere, e la società sarebbe diversa per forze di cose (è un esempio). |
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Dicevo che ci possono essere movimenti su entrambi i fronti... fino ad un certo punto questo credo avvenga nell'umano. Il singolo si sviluppa certamente e si evolve, da solo, fino al livello raggiunto dall'umanità nel moento della manifestazione di quell'individuo. Il suo grado evolutivo è per così dire ereditato. Poi però l'evoluzione si arresta, diviene potenziale, mentre lo sviluppo continua. Ma evoluzione vuol dire miglioramento, sviluppo non necessariamente. Potremmo dire che la linea verticale dell'evoluzione è qualitativa, quella orizzontale dello sviluppo quantitativa. Ora, lo sviluppo tecnologico in che modo è frutto di un uomo migliore, più evoluto? E in che modo e per che verso produce ulteriore evoluzione? Io non vedo l'homo telefoninicus migliore dell'homo segnalidifumicus... se proprio proprio mi si tira a cimento direi che c'è stato un peggioramento. Ma in realtà vedo che sono uguali. L'individuo evoluto è pacifico. L'umanità non lo è. L'individuo evoluto domina i suoi impulsi, l'umanità non lo fa. L'individuo evoluto ha una connessione migliore con "l'universo", l'umanità a me pare ce l'abbia sempre maggiore. L'individuo evoluto vive in armonia con l'ambiente, l'umanità non pare proprio ci riesca nè pare voglia. Potrei continuare a lungo... I disagi psicologici, anche se non ho dati decisivi a riguardo, mi pare stiano aumentando... L'umano medio vi sembra oggi più felice di quello di ieri? |
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Arriviamo ad una certa consapevolezza verso i 30/35 anni e procediamo nel nostro personale percorso evolutivo, che non influenza (paradossalmente) nemmeno il marito/moglie/convivente. Per poi scoprire ciò che altri via via hanno già scoperto, sperimentato (i detti di cui sopra). Questo però non si lega affatto con il concetto che noi siamo fatti di energia, energia - pensiero, energia che smuove e influenza ciò che ci sta attorno.. Le due idee si prendono beatamente a schiaffi. Una contraddice l'altra... L'energia positiva-evoluta-spirituale di un essere evoluto dovrebbe influenzare l'ambiente circostante ma se così fosse si procederebbe come un'epidemia evolvendo quello vicino, e via così Ma ciò non accade.. Allora quale delle due teorie è quella sbagliata, oppure come possono non cozzare una contro l'altra? Siamo molto più infelici di un tempo.. PS: Astral per un'attimo mi sei sembrato Elhoimicon_mrgr: icon_mrgr: battuta, scusa, scherzoicon_mrgr: |
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Evidentemente, almeno questo è il mio piensiero, certi Individui possono essere dei fari nel buio, chi li vede e si avvicina può avere vantaggi, gli altri che non possono o non vogliono fare lo sforzo di vederli restano, insieme a tantissimi altri, a cuocere nel loro brodo, e questo avviene nelle varie epoche periodicamente. |
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Noi siamo fatti di materia, tutto è fatto di materia, anima compresa. Solo che il concetto di materia andrebbe esteso a vari gradi di "sottigliezza"... questo è un argomento che abbiamo trattato in varie discussioni a suo tempo. Ogni materia ha la sua sfera di influenza e noi abbiamo sempre a disposizione tutte queste influenze in avri oridini e gradi. Appare evidente che a farla da padrone è un'influenza "grossolana" che frena l'evoluzione individuale. Quindi si potenzialità ma difficili da realizzare. A me sembra che l'umano, nella sua storia, sia via via "impazzito" sempre più (questo è un tema che avevo in mente di riprendere altrove) e che, quindi, buona parte della prima fase del percorso evolutivo sia "guarire". D'altronde le varie Tradizioni questo dicono: siamo decaduti da uno stato più elevato che era nostro di nascita, come conseguenza possiamo fare determinate esperienze, ma dobbiamo "risalire", riportarle alla condizione originaria. E di li risalire ancora. Non pare che questo percorso sia quello intrapreso dall'umanità, se non ipotizzando tempi lunghissimi, per i quali finora molto poco è stato realizzato... molto meno di quello che sono riusciti a combinare svariati sigoli, che poi influenzano il resto dell'umanità nella misura che possono. |
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Va da se che poi è solo l'inizio e che questa cosa può essere per alcuni più forte, per altri più debole. Siamo molto più infelici di un tempo? Questo è soggettivo, sicuramente per quanto ami il medioevo, io non vorrei vivere in un periodo dove per una cavolata ti uccidevano senza processo, dove era pieno di ladri e prostitute e dove probabilmente avevi molte meno possibilità di scelta. Indubbiamente la vita moderna ha dei disagi molto forti, ma il peggioramento della qualità della vita, è soltanto responsabilità nostra, per non aver fatto nulla, e aver sempre delegato ad altri. Quando diciamo che si sta peggio o che ci siamo poco evoluti purtroppo si guarda troppo spesso noi, magari non il mondo nella totalità. Forse qui le cose vanno peggio, magari paesi arabi che si stanno ribellando a molte dittature per esempio è sintomo che prima avevano paura, e ora sono più svegli, e qui non si parla di illuminati ma SI PARLA DI MASSE. Qualcuno sarà stato più sveglio e avrà contaggiato anche gli altri. |
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Allo stesso modo non ho visto nessuno scossone, sinora, derivante dall apresunta crisi, lepersone mi semrano sempre uguali e molte continuano ad essere maestre nell'arte di "chiagne e fotte" Quote:
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Quello di cui parli Astral io lo vedo solo come sviluppo. Certe società hanno dato qualche scossone e di conseguenza cambiato forma di governo? Ma certo, la storia è piena di questi episodi. Ma non si tratta di evoluzione, allo stesso modo in cui non parli di evoluzione quando metti pomodori in un campo di patate... si tratta del continuo mutamento a cui tutto è soggetto, ma il vero movimento è altro, è quando qualcosa diventa migliore sotto ogni aspetto. |
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Forse mi sono incastrato coi termini. Per evoluzione io intendo miglioramento, che può essere in generale. Esempio se prima c'erano gli schiavi e oggi i lavoratori, cos'è evoluzione o sviluppo? Secondo te, invece quale sarebbe, un esempio di società più evoluta della nostra? (non è un intervista è per capire meglio questa differenza:C: ) |
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Attenzione, non sto negando che questi passaggi non siano parte di un processo evolutivo in corso e che magari, tra molto tempo, daranno significativi segni di un miglioramento globale, sto dicendo che per un'entità come l'umanità non possiamo sicuramente paralre di passaggi evolutuvi se misuriamo il tempo in decenni o secoli. Dobbiamo parlare di tempi molto più lunghi. Una cosa è evoluta quando è cambiata, non è più quella di prima ed è diventata migliore di quello che era. E, aggiungo, secondo me è in grado di trasferire, fosse solo per insegnamento, quel miglioramento. L'umanità evolve quando sviluppa un miglioramento e lo tramanda, geneticamente, agli individui che la compongono. Parlare di società in evoluzione mi pare esagerato... inoltre non sono per nulla certo che si stia davvero migliorando. Ad esempio il sistema delle caste che c'era in India, e che era basato su determinati principi, è andato storicamente via via degenerando, passando da uno stato ad un altro peggiore, almeno stando ai principi su cui era fondato. D'altronde tutte le possibilità devono essere esplorate. Ora, il concetto di legame a dei principi è importante se vogliamo valutare qualcosa, sopratutto una società. Se una società è basata su dei principi, chiamiamoli filosofici (ma mi riferisco ad un significato esteso ed antico del termine) e quindi le sue leggi, i suoi governi, tutto il suo funzionamento sono il derivato di quei principi essa ha un determinato valore. Se una società è basata su questioni di altro genere, più basse, come il soddisfacimento degli istinti e il dominio dell'egoismo, senza avere una direzione, un progetto, un qualcosa che la collettività condivide e vuole realizzare, essa ha un altro valore. Abbiamo visto, nella storia, società del primo tipo degenerare in quelle del secondo e poi morire, non abbiamo visto, perlomeno a quanto mi viene in mente, il processo inverso. E qui torniamo ai bambini... pare peggiorino crescendo. Solo che il singolo che se ne rende conto può intraprendere un percorso in tempi apprezzabili nel corso di una vita, una società che volesse fare altrettanto ci metterebbe molto di più... perlomeno non misureremmo il tempo in anni ma in generazioni. In ogni caso, se la percentuale di individui che riescono almeno un po' ad evolvere grazie al loro stesso sforzxo e lavoro è molto esigua, nulla mi fa pensare che dovrebbe essere maggiore per le società. Anzi, direi che è minore. Di individui ne abbiamo visti molti in un arco di tempo lungo relativamente alla vita di un individuo, di società, nello stesso arco di tempo, quindi molto più breve per la vita di una società, ne abbaimo viste ancora poche. Quindi non posso certo escludere che prima o poi ci sia qualche società in grado di fare un salto evolutivo di una qualche rilevanza, ma sarebbe certamente un'eccezione. E, in ogni caso, dato che il gruppo è comunque composto da singoli, non vedo come possa evolvere una società composta di individui che non evolvono. Quindi torniamo al singolo... prima una certa quantità di singoli evoluti, poi forse trasferimento del processo a tutto il gruppo. Ci vorrebbe una soceità in cui gli essere evoluti siano la maggioranza... o comunque una percentuale rilevante. Cosa che non solo non vedo, non vedo neanche possibilità che si realizzi in tempi apprezzabili. Quindi do poco credito all'idea di un'umanità che si evolve... vederemo tra un milione di anni o giù di li, salvo estinzione naturalmente. Un'altra questione che mi fa dare poco credito all'idea di un'umanità che si evolve viene dal fatto che il singolo col tubo che si evolve se non fa nulla, da solo, per opera di una qualche forza esterna o interna ma sconosciuta. L'individuo si evolve solo a prezzo di grossi sforzi personali. E perchè dovrebbe essere diverso per il gruppo? Tu vedi società o umanità che stanno facendo sforzi per raggiungere una maggiore evoluzione? |
Si in effetti vedo che non si fanno molti sforzi per evolvere a livello sociale, questo mi fa pensare che il problema è che non si fanno sforzi a livello individuale. C'è chi si lamenta dei ladri ed è lui stesso un ladro per esempio, molte persone che conosco seguono religioni, e sono rimaste purtroppo le stesse, con gli stessi schemi e le stesse abitudini. Poi non parliamo anche degli atei.
E se l'uomo avesse paura di andare oltre, avesse paura di evolversi. Principalmente la scarsa evoluzione può essere riassunta: 1) Paura del salto avanti, o attaccamento a quello che si è. 2) Non si sa come evolvere, o peggio non si sa che si può 3) poca volontà, o poca energia, o energia risucchiata da tante cose. Secondo me, per la moltitudine basterebbe evolvere poco, tipo già saper controllare i pensieri e avere consapevolezza delle proprie emozioni, già sarebbe tanto. Quando si cresce si peggiora, e bisogna dire che oggi fanno di tutto per strapparti l'infanzia prima del tempo. Da un punto di vista individuale se il mondo è una mia proiezione, se cambio io, dovrebbe cambiare in qualche modo anche il mondo. Forse bisognerebbe preoccuparci meno degli altri ,e pensare al proprio cammino, sapendo che evolvendo noi, è una conseguenza che si migliora l'ambiente circostante, e quindi anche gli altri? |
Non ho le capacità per poter avere un quadro obiettivo della cosa, anche perchè oltre all'accrescimento evolutivo va visto l'aumento di popolazione. Se al tempo di Cristo eravamo in duecento milioni, oggi mi pare abbiamo superato i sei miliardi, quindi c'è stata una diluizione di "risorse" pari a trenta volte. Ne consegue che se ad esempio il "fattore uomo" è evoluto di venti volte, ai nostri occhi appare comunque involuto di dieci a causa della diluizione di cui sopra..
Per la schiavitù.. un tempo esisteva è vero (ma esiste ancora oggi in alcune parti del mondo), ma noi uomini moderni siamo comunque schiavi di tante di quelle cose che se un uomo di duemila anni fa ci vedesse adesso probabilmente ci riderebbe in faccia... |
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Non dico che siamo tutti in egual misura ricettivi, questo è vero, però chi lo è di più dovrebbe ricevere di più. Ci sono dei posti dove questa ricezione può avvenire meglio. In chiesa c'è quest'energia particolare, la sento, chiaramente. Eppure non sono cattolica, un cattolico dovrebbe avere un quid in più per sentire di più. Vero che se invece ci vai come massa, come quotidiano non riceve nulla. L'infelicità di cui parlo è un malessere generale che posso confermare è in forte aumento. L'uso di antidepressivi e farmaci contro la depressione, contro l'iperattività, la violenza e la rabbia vengono prescritti anche per soli casi sporadici, curabili (forse) attraverso terapie alternative. Il Tavor è uno dei farmaci (se non il primo ora non ricordo) più venduto da noi. Un'occhiata in internet toglierebbe ogni dubbio, ma passo.. Spesso questi malesseri vengono smorzati dall'abuso di alcool o droghe... in forte aumento tra i giovani. Ancora Astral mi dici che non siamo infelici? Non parlo del singolo individio. |
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Dovremmo beneficiare dei frutti esoterici, come beneficiamo del pc, del cellulare e di tutta lo sviluppo materiale che abbiamo raggiunto.. Citazione:
Seconda parte cerchiamo di guarire da queste "grane" affrontando i malesseri dell'infanzia.. poi passiamo oltre cercando di passare ad uno stadio più evoluto.. Ma i nostri figli dovrebbero, a fronte del nostro percorso evolutivo, nascere e crescere in un ambiente non inquinato, partendo da un punto più avanzato del nostro. Ma visti i risultati non mi sembra sia affatto così... Perché??? |
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Poi è ovvio che l'unico ambiente non è quello familiare, ma ci si trova a contatto con altri ambienti piuttosto "deleteri", comunque la fatica per evolversi va fatta sempre, ci può essere l'aiuto di genitori "sani", ci può dare una mano l'universo a volte, magari altre volte non capita o non la vediamo questa mano e quindi a perdersi ci vuole poco, mentre a ritrovarsi ci vuole molto. |
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D'altronde di illusioni da togliere ne abbiamo moltissime... partendo dal singolo individuo: avere una continuità di coscienza, avere la capacità di pensare, avere delle emozioni, avere un "io" eccetera sono mere illusioni che l'uomo si è raccontato. Quelli sono tutti obiettivi da raggiungere e pure puttosto elevati, almeno nel senso che richiedono notevoli sforzi. La realtà è che siamo frammenati, che non abbiamo continuità di coscienza (e quindi neanche memoria), che non abbiamo vere emozioni, che non controlliamo il nostro pensiero ma lo subiamo eccetera. Chiunque abbia intrapreso un cammino evolutivo si rende conto di ciò ad un certo punto. Il punto di partenza di costui è grossomodo quello dell'umano medio che non fa nessun cammino. Poco più che bestie. Per altro c'è un'aggravante, connessa al discorso che facevo sulla "pazzia". Le potenzialità in più che abbiamo e che sono grosse, le paghiamo con abissi corrispondenti... che gli animali non mostrano di avere. Quando dicevo che siamoo via via impazziti non intendevo che nasciamo sani e nei primi anni subiamo angherie che ci rendono patologici... intendevo che nasciamo già tali e semmai quella angherie peggiorano la situazione. Anche se non semrpe, dato che a volte ci permettono di renderci conto che qualcosa non va e intraprendiamo un percorso. Insomma - e qui mi collego al discorso che avrei voluto fare in altri termini altrove (arriverà) - io sospetto che tutti quelli che hanno ottenuto qualche successo nell'evoluzione siano (stati) i più "pazzi" di tutti... non fosse altro perchè hanno dovuto esplorare gli abissi di cui sopra. |
Scusa Faltea dove ho scritto che non siamo infelici?
C'è indubbiamente un infelicità esistenziale oggi, ma non crederti che anticamente era meglio, sicuramente oggi tutto va più veloce, e se prima certi problemi uno li affrontava nell'arco di una vita, oggi ti trovi ad affrontarli relativamente presto, in più molto spesso l'aumento di depressione e ansia, sono spesse tappe fondamentali per alcuni risvegli spirituali, il fatto che molti ne soffrono, significa che sono chiamati a cambiare le loro vite, ma non tutti percepiscono questa chiamata al miglioramento. In genere notiamo l'infelicità dell'altro, perchè fa risonanza con la nostra. |
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Concordo con te completamente, c'è questa profonda infelicità che come dici c'era anche un tempo.. Ma perché siamo così bradipi e non abbiamo ancora superato questo mare se sappiamo come fare? Il mare sono tutte le azioni che consciamente facciamo sapendo perfettamente che sono controproducenti per noi e per chi ci sta vicino, lo sappiamo perché abbiamo letto, ci siamo documentati attraverso persone che hanno prima di noi calpestato questa strada e l'hanno superata, ci raccontano pure come! Passo, passo. Se un chimico lavora ad un progetto e per qualche motivo deve abbandonare, chi prosegue prende i suoi scritti e riparte da lì... Noi, no. Ogni vita si riparte da zero (o sottozero come dice Ray con questa pazzia che ci ha preso). Non parlo solo della nascita, ma dell'evoluzione che ci dovrebbe essere stata. Giusto ciò che dice Luke, non sono ancora guariti ... ma proprio qui sta il punto... Non siamo ancora guariti o stiamo peggiorando? |
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Semplicemente Faltea, perchè la maggiorparte dei meccanismi funzionano a livello non consapevole (non so se è corretto dire subconscio). Molte persone si credono perfette, brave, o non si pongono semplicemente problemi.
Io conosco persone da 20 anni, da quando ero bambino che vanno tutti i giorni in chiesa, pregano, eppure non si muovono di un dito: stessi pettegolezzi, stesse maldicenze, stessa chiusura appena entra qualcuno in chiesa, per la paura che gli fregano il posto (come se poi si potessero fregare i posti in chiesa). Forse se noto ancora queste cose, magari non sono cambiato manco io tanto, però mi fa capire che deve scattare qualche meccanismo in noi. Però in ogni caso c'è anche chi ha interesse a tenerci poco evoluti. Lavorare 10 ore al giorno, avere pochi soldi a fine mese, occuparsi dei figli, della casa e tutto il resto, alla fine quante energie rimangono? Energie che poi dobbiamo spendere anche col divertimento e con le uscite, per non essere degli esauriti. Energie che gli uomini sprecano con il calcio e le donne coi pettegolezzi, e i giovani d'oggi magari con maria de filippi e il grande fratello. Con questo non dico che uno deve fare il monaco, ma anche se tutti noi (su Ermopoli) proveniamo da diversi sentieri e percorsi spirituali, concordiamo sul fatto che un minimo di volontà ci vuole, non basta quell'ora di domenica a settimana in chiesa. Se si vogliono fare progressi occorre analizzarsi, e saperlo fare, occorre sapersi aprire al divino, ed i miglioramenti anche se lenti o con ricadute, devono esserci. Ma per miglioramento non intendo dire che mi devo sentire più bravo o superiore, intendo dire che qualcosa cambia, dalla qualità di vita (che non sono solo i soldi) al fatto che sono più consapevole e centrato su pensieri ed emozioni. Quello che ho notato poi se vogliamo tornare al peggioramento dell'evoluzione, è che i giovani d'oggi sono in balia di tante cose, ormai non credono ad insegnamenti superati per i tempi moderni e che vanno in contrasto spesso con i valori laici dello stato, allo stesso tempo però, abbracciando l'ateismo o la superficialità in una religione, invece di evolvere, devolvono, perchè non ci sono alternative e molto spesso perchè non si conosco. I più "fortunati" magari simpatizzano per la magia o il buddismo o dicono di amare Gesù, ma siamo lontanissimi anni luce dall'evoluzione. Questo non succede solo in campo spirituale, ma secondo la mia opinione (discutibile per carità) dagli anni '70 in poi è come se si forse perso qualcosa, o qualcuno non ha saputo tramandare, o qualcuno non ha saputo ricevere, o entrambe le cose. Ovviamente parlo a livello generale, a livello individuale c'è sempre chi ha la possibilità e i mezzi per farlo. E' che di certi argomenti se ne dovrebbe parlare meglio, invece magari se te ne esci con esoterismo, magari si pensa subito alle sette sataniche, e allora uno sta zitto, oppure pensa solo alla propria evoluzione e percorso non condividendolo, perchè come dice il Vangelo, non si danno le perle ai porci :) Scusate la lunghezza del post, ma non riuscivo a fermarmi a scrivere :) |
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Volevo citare il tuo post Astral, ma era troppo lungoboccaccia: icon_mrgr: L'evoluzione spirituale non è per tutti, e forse è proprio qui che sta il nocciolo del discorso. Ci sono persone che definiamo superficiali, che nascono, vivono e muoiono seguendo dei canoni prestabiliti e stanno benone così. Spettegolando in chiesa, guardando il grande fratello, amici, litigando con il vicino, leggendo Harmony.. Persone che il massimo della spiritualità che hanno è la conoscenza delle preghiere, dei salmi che snocciolano come le poesie che ci facevano studiare a scuola... solo memoria, niente sentimento. Si sposano, hanno figli, tutto con meccanicità, forse un giorno si risvegliano, forse no... proseguono nel loro sonno. Non si può far nulla. E qui ho appena capito cosa si intende per ricezione... in mezzo a persone come sopra ci può essere un super illuminato a mo' di palla di luce fluorescente che loro continueranno nel loro cammino, con la differenza che avranno qualcosa in più da raccontarsi in chiesa... Una cosa non ho capito, perché parli proprio del '70? |
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L'evoluzione spirituale è per tutti ma non tutti sono per l'evoluzione spirituale. |
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Si è vero noi non dobbiamo giudicare chi non segue un percorso spirituale, pensando solo al nostro. Tuttavia permettimi di direfiori.gif che oggi ci sono per esempio molti giovani che sono spinti dall'approfondimento spirituale, ma non avendo la conoscenza magari indirizzano questo desiderio entrando in circoli come sette satanici o gruppi di dubbia spiritualità. E' vero poi che chi cerca trova, ma ad un certo punto ci vuole un aiuto. E' come se uno dice ad un obeso che chi vuole dimagrire veramente lo fa. Dal mio punto di vista noto intorno un intorpidimento delle qualità culturali (che sono quelle che ti incuriosiscono, che stimolano la cultura e aumentano la civilità) spirituali (rapporto con Dio interiore o esteriore a seconda della tradizione) e morali. Nel migliore dei casi Dio e tutto ciò che riguarda lui, è un beneficio del dubbio, la quale presenza o assenza è indifferente, e nel peggiore dei casi si deride o si offende Dio (bestemmia), le religioni (tutti bigotti) e i percorsi esoterici (tutti ladri o peggio). Ne va che finchè ci sono questi ostacoli che spesso sono culturali, veramente pochi approfondiranno, il che di certo non va a vantaggio dell'evoluzione globale. Uno che raggiunge l'illuminazione deve tenerlo per se? |
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Ti aspetto dopo le ferie, mi interessa avere il tuo parere su questo 3d. Citazione:
Se arriva da me un'obeso, gli dico di andare da un medico.. Perché la soluzione è proprio nel volerlo! Evoluzione è saggezza. Ora lasciamo che i ragazzini che si avvicinano alla spiritualità facciano i loro passi falsi, ne abbiamo fatti tutti.. non si può salvare il mondo. Ma di sicuro uno che è spiritualmente progredito o basta un po' saggio sa chi può aiutare e prendere con se e chi no perché sprecherebbe il suo tempo. Il discorso dei ricettivi che non avevo compreso finché non mi sono chiarita qui. Non tutti possono ricevere anche se la luce emanata è tale da illuminarci tutti. Edit: ho corretto concetto con 3d |
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Anche Ray dice che ad un certo punto si è impazziti.. regrediti? Sarebbe interessante capire dove e perché.. |
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Certo gli ultimianni o decenni sembrano caratterizzati da un piattume impressionante :( Quote:
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Direi che la nostra "malattia" è iniziata nel momento che le varie tradizioni descrivono come un allontanamento dalla connessione col divino. Nella nostra cultura la cacciata dal paradiso terrestre in conseguenza dell'assunzione del frutto della conoscenza del bene e del male. Poi via via le cose sono peggiorate. Questa sconnessione da una parte permette la formazione di un'individualità cosciente, dall'altra si paga con la perdita di senso, di posto nel mondo... perchè non c'è la percezione diretta di far parte di qualcosa di ampio e sensato. L'idea, ma non certo mia, di tutte le tradizioni, è che c'è da fare esperienza personale e tornare nella connessione. Però c'è anche da dire che le stesse tradizioni parlano di passaggi evolutivi globali, seppur lenti e seppur connessi e dovuti all'azione diretta di qualche singolo evoluto. L'esempio forse più "vicino" a noi è proprio quello di Cristo, di cui abbiamo paralto in molti tread, che ha reso disponibile a tutti la possibilità dell'evoluzione spirituale. Chiaro che "possibilità" è ben lungi da "realizzazione" e anche solo da "intraprendenza". Ma se si va a vedere queste tradizioni i passaggi di cui sopra sono appena più di un paio. |
Faccio una premessa: quando parlavo di anni 70 ovviamente parlavo in senso più culturale che spirituale, è vero che l'uomo si è separato da Dio dal paradiso terrestre, e da li ci dovrebbe essere stata la separazione dall'Uno, alcuni dicono che risaliremo, altri non sono daccordo.
Sta di fatto che io parlavo sopratutto nel nostro paese che dopo il dopoguerra c'erano dei presupposti per formare meglio le nuove generazioni e avrebbe aiutato non poco, perchè in una società troppo materialistica, di certo certi fiori non possono fruttare. Anche il passaggio che diceva Ray sull'evoluzione globale con la venutà di Gesù fa riflettere, si passava da una concezione occhio per occhio dente per dente, al perdono, è stata una vecchia rivoluzione. Ma la mia domanda è se ci fosse un evoluzione del genere oggi, la sapremmo vedere? Oppure diremmo subito che è una truffa, o una finta tradizione? Riprendendo la frase di Uno in altri termini: Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti. |
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O forse ci speravo? Perché così affermando, ne consegue che stiamo peggiorando nonostante il nostro lavoro individuale e che questo non solo non serve alla massa che ci circonda in quanto non in grado di recepire ma nemmeno ad una coscienza collettiva, perché scopriamo cose che già sono state scoperte e probabilmente è da lì che le cogliamo. Insomma un lavoro inutile. Beati gli stolti. |
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Perchè lavoro inutile? Non capisco... |
Mi sto perdendo un attimo ma vi seguo e riprendo, appena riesco a rientrare nella discussione :)
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Riprendo qualche punto a cui volevo rispondere.
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Lo si diceva in un altro thread e lo riprendeva Ray più su, siamo fatti di materia, tutto è materia e il nostro stato attuale è molto vicino a certe influenze che impediscono un accesso immediato a certi piani alti e che addirittura ci impediscono di vederli a volte. Tocca faticà, tanto e non è detto che nonostatne la fatica si arrivi, è da mettere in conto prima ancora di partire e nonostatnte questo c'è chi parte lo stesso. Quote:
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Il fatto di nascere e dover appena iniziare a incamminarsi non vuol dire partire da zero, ma vuol dire partire dalla somma di tutto ciò che siamo. Si nasce con un pacchetto genetico che sia quello dei genitori e degli avi e di tutte le colpe dei padri per sette generazioni.. che sia il proprio Karma inteso come esperienze e circolo da cui uscire, nasciamo per compiere uno scopo. Se nasciamo con i meriti altrui, che senso avrebbe il solo nascere? Si rinasce con i propri meriti e demeriti. Su quelli si gioca tutto il passaggio tra nascita e morte. E poi chi ci aiuta e apre porte c'è. Il nascere in certe condizioni è la migliore possibilità che ci si possa presentare. Sfruttarla non è compito di altri ma del singolo. Anche trovare di farci influenzare da un influsso più elevato e scegliere di sentire quell'influenza dipende dal singolo e non da altri. E poi si nasce comunque con certe tendenze, doti, caratteristiche. Citazione:
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P.s. scusate è molto lungo. |
Si è vero ognuno parte in circostanze diverse: chi è molto ricco per esempio potrebbe non lavorare e avere più tempo di dedicarsi alla spiritualità, purtroppo spesso chi è troppo ricco invece si dedica ad altro. Chi è povero può cercare la forza interiore e magari avere tutto ciò che gli serve. Ognuno parte con una situazione di partenza.
Ma non la vedrei solo in termini economici, anche i nostri genitori ed il tipo di lavoro con cui ci hanno messo in discussione secondo me ci fa capire determinate cose. Chi è un artista ed un musicista è ovvio che dovrà frequentare persone simili e capirà per esempio che l'avere pochi amici che lo comprendono (ma potrebbe essere anche un esoterista o uno studioso) lo spingono ad andare in una direzione piuttosto che un altra. A volte ansie, depressioni, quando non sono squilibri dovuti ad un pensiero negativo possono indicarci dove non ci stiamo evolvendo. Sole dice che gli effetti intorno non si vedono, si è vero non ci deve interessare, però io lo vedo, quando mi pongo in una maniera diversa, cercando di non proiettare addosso alle persone parti di me, ottengo risposte e comportamenti molto diversi, rispetto a quanto lo faccio. Sarà che ho assistito a dei veri e propri miracoli, quando ho cambiato semplicemente me stesso. Trovo comunque che nonostante bisogna pensare alla propria evoluzione, sia un atto di amore condividere certi principi spirituali (a chi magari si ritiene pronto) perchè nulla è nostro, e tutto dovrebbe essere a disposizione di tutti, sempre se sono pronti ad accoglierlo. Il discorso che hai citato all'inizio forse è fraintendibile, intendevo che in una società come quella del 2010, occorre oltre a chi pensa alla propria evoluzione, lanciare anche uno spiraglio agli altri. Dopotutto Gesù non era venuto solo per lui o per evolversi (questo vale anche per altri) ma era venuto per i peccatori. Sicuramente fare del proselitismo è sbagliato, in genere è l'esempio che parla, ma a volte può servire anche un informazione, un input per far comprendere che si potrebbe andare oltre, e allo stesso modo dando questo imput, ce lo diamo pure noi. Io non vedo l'evoluzione come una grande fatica, semplicemente come un impegno costante, come d'altronde tutte le cose. Tra ammazzarsi di lavoro e poi lasciare, e fare il giusto, ma costantemente nel tempo, credo che la seconda aiuti molto. Questo vale anche sul piano fisico e mentale. Correre 20 minuti tutti i giorni è piu efficace di 2 ore un solo giorno. Dio dovrebbe essere una costante della vita. In generale invece è già molto che gli si dedica 5 minuti al giorno. E poi ci meravigliamo? Ci rendiamo conto di quanto tempo sprechiamo? Poi non so se per questa società, tolgono più energie orari e condizioni di lavoro e sopravvivenza pietose, o divertimenti inutili e poco profiqui. Ma nessuno si sente derubato del proprio spirito? Però ritorniamo a quello che dice Sole: siamo noi a non dover permettere certi meccanismi offerti dalla società, dall'esterno che ci influenzino. P.S: Staremo pure in vacanza, ma Ermopoli mi sembra che sia tutt'altro che in vacanza :) |
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