Citazione:
E' la quiete, paradossalmente, che permette un flusso maggiore (senza resistenze)... il discorso è espandibile ovviamente ma, restando in metafora, divento un sempre migliore conduttore dell'energia che mi atttraversa (emotiva, mentale ecc.) quando non vi oppongo resistenza... non mi identifico col suo flusso e con le sue conseguenze... |
Citazione:
Citazione:
Citazione:
Meglio essere travolti ogni tanto dallo strazio della sofferenza per poter ancora assaporare i momenti che hanno reso quella perdita dolorosa piuttosto che soffire di meno ma anche gioire di meno.... |
Citazione:
|
Citazione:
Mettiamo che tu sia un bel giardino, un giardino di tot metri quadri confinato da un bel recinto, la terra che tu "possiedi" ha un certo potenziale di nutrimento che è il risultato degli elementi chimici e minerali distribuiti in questo terreno, ed altro che arriva tramite la pioggia ed il vento etc. Sopra ci piantiamo delle belle piante, fiori, anche alberi se la superficie è sufficiente, "ci" perchè tu terreno/giardino dai l'imput alle tue risorse ma poi è l'interazione con il resto del mondo che da frutti. In mezzo ci sono anche le erbacce, erbacce viste dal punto di vista estetico, di quello che ci piace, queste tolgono nutrimento finchè sono vive ma allo stesso tempo poi decomponendosi diverrano nuovo concime e doneranno spesso (non con i secondi, ma con i milleni) nuove varietà alla flora possibile. Quindi le erbacce servono per rafforzare alla lunga il giardino, però alla breve rompono perchè tolgono bellezza alla vista di questo giardino. Facciamo qualche ovvia sostituzione, le erbacce sono le sofferenze, il giardino fiorito sono le gioie, il terreno/giardino è la vita. Come facciamo allora tornando alla tua domanda? Un pò estirpiamo le erbacce, sapendo che una gramigna è tenace... si insinuerà costantemente, quindi la dobbiamo tenere sotto controllo, un pò rafforziamo i fiori dando loro un buon concime, concime che in parte si formerà anche con la decomposizione delle erbacce, ed in parte alimenterà anche nuove erbacce.... poi possiamo seminare molti bei fiori... più spazio occuperanno questi meno spazio rimarrà alle erbacce, e comunque lavoro costante... pulizia... pulizia... pulizia.... Dopo potremmo allargare i confini (o toglierli completamente) di questo nostro giardino, arrivare a toccare altri giardini (ma questo solo dopo aver un certo controllo del lavoro), potremmo scambiarci consigli con altri, capire perchè certe zone sono più fertili al bello e certe la brutto. Uscendo da tutte le metafore, il dolore è necessario per poter sperimentare la vita, senza dolore non ci potrebbe essere la gioia... non va "annullato" alienandosi perchè sotto sotto coverebbe per quanto potremmo lavarci il cervello, il famoso pensiero positivo così lavora manata.gif, ci si autoconvince senza sapere cosa si fa, aprendo una serie di altri interminabili problemi, d'altro canto non ci si può e non si deve crogiularsi nel dolore, quell'autocompiacimento (non mi sto riferendo a nessuno in particolare, ma lo vedo spesso in giro) e desiderio di attirare l'attenzione perchè "ne abbiamo diritto in quanto sofferenti" ci impedisce di rafforzarci. Dobbiamo comprendere cosa ci porta il dolore, non ho scritto capire, non serve a nulla analizzare razionalmente: "mi succede questa cosa perchè....." quel razionalmente potrà folgorarci dopo... ma prima non lo troveremo mai... l'importante è far nostra l'esperienza viverla senza chiudere gli occhi, vedendo lati brutti e belli che in tutto ci sono, sapendo che un domani saremo in qualche modo a causa o grazie (e questo dipende solo da noi) a quella esperienza. Vabbeh il tempo stringe, inoltre sono stato troppo lungo, LB torno sul discorso elettrico.... intanto prepara una risposta su come fai a far diventare un cavo di rame superconduttore senza sostituire il filo boccaccia: e sulla convenienza di raffreddare l'intero impianto elettrico di una casa per far passare 6 kw dove ne potrebbero passare 3 icon_mrgr: poi ripasso per bene, prometto. |
P.s. con il riferimento al pensiero positivo non volevo togliere il valore che hanno certe possibilità che in questi tempi moderni sono sfociati appunto nel pensiero positivo, una distorta, errata ed incompleta parte di antichi insegnamenti che vanno utilizzati solo con la dovuta comprensione.
:C: |
come condivido l'immagine del giardino..bravo Uno..
se posso consigliare...strumenti indispensabili:- un paio di affilare cesoie per tagliare, con determinazione, i rami secchi, perchè viene naturale, in un contesto fiorito e gradevo.e, lasciar cadere l'occhio su quel dettaglio stonato..se non intende più fiorire..ZAC... -sguardo vigile e costante a tutto ciò che cresce.. - onestà verso se stessi, selezione e sano egoismo, un giardino in fiore è colore, allegria, pace per l'anima, il grigio stona.. |
Citazione:
Abbiamo due situazioni diverse con cui possiamo ottenere dei risultati la prima è con la corrente continua od alternata a bassa frequenza. Posso rendere il nostro filo da tondo a piatto aumentando la superfice raffreddata dallla convenzione (passagio dell'aria) naturale, posso poi aumentare la velocità di quest'aria. Posso infine ancorare questa piattina ad un corpo conduttore di calore ma non di elettricità ed utilizzare la massa termica inerziale di questo per ottenere valori interessanti. Diciamo da 9 a 90 ampere senza problemi. é la stessa sezione solo ottimizzata. Se la frequenza di oscillazione aumenta, l'avvicinare il nostro cavo a dei corpi estranei porterebbe a grandi problemi dovuti alle capacità parassite, quindi l'ancoraggio si esclude. Inoltre abbiamo un'altro picolo problema dovuto all'effetto pelle; il flusso di elettroni man mano che la frequenza aumenta si sposta verso la superficie diminuendo di fatto la sezione utile. Anche in questo caso la superficie può (deve) essere aumentata con una allargamento. Visto che però le alte frequenze non amano gli spigoli la forma migliore è quella dl tubo in cui fare scorrere un liquido refrigerante. Anche in questo caso a seconda del liquido si raggiungono correnti interessanti..... Ora, in un appartamento non ha senso un discorso del genere, ma in un'aereo? Sinceramente anche azioni poco convenienti possono essere interessanti se il fine è il risultato al di là del costo, e nel caso della crescita personale il risultato conta parecchio! cosa è in fondo l'allenamento, la dieta se non porre energie in quella particolare cosa che ci interessa? ne può valere la pena? io mi considero più aereo che appartamento quindi.... |
Citazione:
Grazie ora è chiaro sicuramente non sarà facile ma ci proveròfiori.gif abbraccio:fiori.gif |
Citazione:
Posso dirvi che questo dolore non genera rabbia, la rezione è silenziosa. Non si tratta di accoglierla ma di viverla per quello che è, tanto non può essere altrimenti. La cosa straordinaria è che all'apice di questa sofferenza, ad un certo punto... il nulla. Il cambiamento è stato istantaneo e non provavo più alcun dolore, nessuna sofferenza e nessuna emozione in generale. C'era il vuoto ed era piacevole.. (forse condiderando la sofferenza che lo ha preceduto). |
Citazione:
:C: |
Chiaro, sono qui per esprimere il mio parere.
|
Citazione:
per queste persone pignoleggiavo anche se ho quotato te. :C: |
Citazione:
la reazione è soggettiva in ogni essere diversa......... comunque invidio il tuo "vuoto".... abbraccio: |
...dipende da cosa intendete x vuoto...il non provare e mozioni...cosa significa? che vi sentite in pace e dunque una sensazione piacevole nasce...o che per proteggervi dal dolore eliminate ogni sentimento?
|
Citazione:
abbraccio: |
Nella mia esperienza la sofferenza è stata come un tornado che ha sconvolto la mia vita, un'esplosione atomica che ha modificato tutte le mie cellule. Da quando ho perduto mio figlio... non sono più la stessa di prima nè mai più lo sarò. Non c'è rimpianto in questo: è solo una constatazione di un dato di fatto che, non so come, sono riuscita ad accettare. Non sono ancora riuscita ad accettare l'....evento e dubito che ci riuscirò. Comunque il tempo qualcosa fa, qualcosa cambia. Uscita dall'occhio del ciclone, dopo sei anni, posso dire ora che attraverso la sofferenza conosco di più me stessa e ho la presunzione(una ben magra presunzione!) di poter affermare che "conosco" di più la vita. Vita che percepisco come qualcosa di matematico e neutrale, dove non sono previsti sconti, nè alcunchè di dovuto. Vita dove il calore e l'amore esistono solo in quanto noi li facciamo esistere, ma non di per sè. Vita senza Dio. Vita nonostante Dio. Vita senza dignità: siamo fuscelli al vento.
La sofferenza è sicuramente un fatto soggettivo che coinvolge ogni livello del tuo essere e in genere attraversa delle fasi: io sono passata da una disperazione e solitudine intergalattica, tanto che credo di poter intuire cosa sia un buco nero, ad una rabbia indefinita, senza oggetto, ad un dolore sommesso..... che persiste. Sicuramente la rabbia aiuta. Aiuta ad evitare la depressione che ritengo vada temuta più della morte stessa. Per questo, dato che dimenticare è solo illusorio, si convive con questa sofferenza a cui cmq non posso attribuire un senso (se non le succitate conseguenze). E non parlatemi di Karma. Prima dell' ...evento, queste teorie erano per me delle ipotesi che tenevo in considerazione. Ora, mi perdoni chi ci crede, mi danno solo un senso di profonda nausea. Come cambiano le cose quando si è toccati (meglio, trafitti) sul vivo!! Dalla sofferenza si può uscire? Credo di no.Ognuno deve trovare il proprio modo di conviverci per sopravvivere, io ho trovato, in questa fase della mia vita il mio: mi dedico a chi c'è, evito di alimentare il mio corpo di dolore (come suggerisce E. Tolle)e quindi non vado a cercare i ricordi, cerco di amarmi. |
Citazione:
ci sono momenti in cui il dolore ti esplode dentro..vorresti solo lasciarti andare ma sopravvivi per chi c'è :mia figlia,mio marito.... allora mi aggrappo ai ricordi cerco di sentire la sua voce....il suo profumo,cerco di immaginare un suo abbraccio,una sua carezza,ma è solo illusione....la realtà mi riporta davanti ad una tomba..... abbraccio: |
Citazione:
Non voglio sembrarvi troppo leggero nelle mie disquisizioni, ma proviamo a pensarci un pò, nella gioia volendo si può volare e scivolare nell'atmosfera senza mai sentire il contatto con la terra, nella sofferenza siamo costretti a mettere i piedi a terra, a scontrarci con la nuda e cruda realtà, ad abbassare la testa e vedere anche il basso. Qualcuno pensa ancora che sia addirittura necessario cercare la sofferenza, questo lo trovo assurdo, abbiamo l'imbarazzo della scelta, basta vedere e sfruttare quella che abbiamo già. So care (e il caro al contrario di quello che a volte viene usato con persone che si conosco da poco è sincero e affettuoso) amiche che anche queste sono parole vuote, voi avete davanti agli occhi solo il figlio che non c'è più.... il resto sono solo parole... poi dette da uno che non ha fatto la stessa esperienza... "che ne capirà mai?".... Signore (anche se parlo più con Lupa) trovate il vostro scopo nella vita, essere mamma era uno dei punti della vostra vita, non l'unico... se non potete tornare indietro, se ciò che è stato è stato, trovate la forza per andare avanti e vedere cosa altro c'è da fare, questo non sminuisce l'amore che provate per i vostri figli, anzi li rende un punto fisso importante anche se passato della vostra vita, adesso guardatevi intorno e per essere crudo (come sono sempre a dispetto del buonismo) lasciate quell'egoismo che vorrebbe farvi ancora avere qui un figlio, non è amore questo, se fosse vivo e volesse andare negli Stati Uniti per lavoro o per amore sarebbe diverso? Si solo per l'illusione che volendo può tornare o andare la voi, ma il resto non cambia... sempre lo vorreste vicino, attaccato, posseduto. Perdonatemi, ma i lutti questi sono, accorgersi che ciò che crediamo di possedere non è nostro, al limite ne siamo custodi (caso figli e fino ad una certa età), l'amore è all'interno del nostro cuore e ci permette di amare anche chi fosse in un'altra galassia e/o in chissà quale forma. Comunque nella mia crudità e freddezza apparente a tutte e due un abbraccio: caloroso. |
Non posso che unirmi ad Uno e alle sue parole...
Sebbene nemmeno io abbia vissuto "questa esperienza", ho conosciuto un'altra anima che ha dovuto affrontarla, una donna che alla perdita del figlio è stata meno forte di voi ed è quasi impazzita... Si è data all'alcool per tornare a "volare", come dice Uno, poichè non aveva la forza per affrontare la "nuda terra"... Solo da vecchia, pochi anni prima di morire, è riuscita ad uscirne... E ne è uscita come una luminosa farfalla, leggera e delicata, che si libera in volo dopo essere stata avvolta e rinchiusa per lungo tempo in quel bozzolo buio e soffocante, che sembrava non le avrebbe mai lasciato via di scampo... Ma tutto ciò era necessario affinchè il bruco diventasse sempre più forte e potesse "trasformarsi" da un animale di terra in un animale del cielo... Le tombe stanno in terra... non in cielo. E se amare significa "lasciar andare", sapendo che finchè quelle anime avevano bisogno di noi abbiamo fatto tutto quanto era in nostro potere per aiutarle e accompagnarle per mano lungo un breve tratto sul Sentiero della Vita, perchè soffrirne? Se abbiamo fatto meno di quello che potevamo, l'abbiamo fatto perchè era il massimo che potevamo fare in quel momento... gli "errori" si scoprono solo in seguito, altrimenti non li avremmo certo commessi... Nessun rimorso quindi per ciò che è stato, ma un grande Dovere per ciò che deve ancora essere... Sapete perchè il veder andarsene qualcuno che non abbiamo conosciuto è meno doloroso? Perchè non gli abbiamo dato niente di noi stessi... e lui non ci porta via niente di nostro... Ciò che prova una madre verso il figlio invece è tutto... e "tutto" è anche ciò che lui si porta via, facendola sentire "tradita" e abbandonata.... Lo so che è tremendamente doloroso prendere coscienza di quanto misero ed egoistico sia ciò che noi crediamo il grande Amore di possedere... in realtà è un piccolo e relativo amore umano, molto spesso più simile ad un bisogno che ad un vero Volere... diamo ma abbiamo sempre bisogno di qualcosa in cambio.... Diamo ma solo a chi consideriamo "nostro", dando così in realtà soltanto a noi stessi.... Rendersene conto è l'unico modo per voler cambiare davvero... e iniziare così ad usare la sofferenza anzichè farsi usare... usarla come "forno di trasformazione" anzichè come tomba... finchè il bozzolo che ci tiene prigionieri non si romperà.... e potremo iniziare a Volare davvero... trasformati in farfalle... non soltanto più come un'illusione... Allora ci guarderemo indietro e ringrazieremo quel bozzolo che ci soffocava... senza il quale saremmo rimasti bruchi per sempre.... Un abbraccio: caloroso e sincero. |
anch'io parlo da colei che non ha vissuto una tale terribile esperienza..che vorrei MAI dover affrontare, quindi le mie parole sono rivolte a voi, mamme e a me stessa...Sono anch'io d'accordo con Uno.
Lasciamo perdere ciò che i libri o i sapientoni spirituali ci dicono, prendiamo solo quello che ci serve e usiamolo x trovare dentro di noi...lo scopo x il quale siamo quì! E vi siete mai chieste qual'era lo scopo dei vs. figli? vi sembrerà assurdo ed io non sono nessuno, ma vorrei dirvi con il cuore, che ogni evento ha un perchè e ognuno di noi sceglie la propria esperienza...già..anche la morte. Il punto è...che tendiamo a dimenticare tutto uno volta piombati nell'energia pesante, nella materia. Ricordate voi..di quando eravate bambini? vi siete accordi che allora eravate + intuitivi, spontanei...la Legge è già dentro di noi, xchè noi siamo la Legge, dovremmo sforzarci di ricordare...di entrare dentro di noi nel vero senso della parola. Porci damande anche dolorose...perchè sono quì? qual'è il mio scopo? xchè tutto ciò è accaduto? cosa devo imparare da tutto questo? Vi sembreranno domande sciocche e direte forse "vabbè..sono le solite grandi domande" eh no! non sono le SOLITE DOMANDE, sono le domande fondamentali alle quali dobbiamo dare risposta e la risposta c'è, c'è sempre stata, è dentro di noi e voi questo lo sapete, xchè lo sentite! ognuno di noi lo sente! |
Per buona parte della mia vita ho fatto si che la sofferenza subita non mi toccasse, volevo essere forte non mi avrebbe tagliato le ali, ho cercato io di trasformarla ma era sempre lei a gestire le cose ma forse era così solo superficialmente, perché ad un certo punto mi ha portato a fare un gesto che ha mostrato nei suoi risvolti quanto effettivamente io soffrissi dentro nel profondo. L’ha portata a galla.
Successivamente quella sofferenza è diventata una costante compagna di viaggio ma anche come compagna di viaggio ha portato sofferenza ancora maggiore e tutta intorno a me. Quindi se fai finta che non esista, lei continua a cercarti, se fissi gli occhi su di lei continui a trovarla? Forse e dico forse dovremmo accettarla come qualcosa che ci cambia dentro per farci diventare qualcosa di diverso, per farci vedere qualcosa di noi che non conoscevamo se non ci fosse stata lei a mostrarcelo. La sofferenza è un fuoco che brucia qualcosa che deve sparire? La sofferenza è quella che ci trasforma e che continua a bruciare sino a che non lasciamo che faccia il suo lavoro? martello.: martello.: martello.: :C: |
non aggiungo nulla al gia scritto....
solo un abbraccio ad entrambe... da mamma a mamme...abbraccio: |
Credo sia impossibile entrare, almeno per me nella sofferenza degli altri, ma posso abbracciare stretto chi soffre sperando che il mio abbraccio veicoli il mio affetto! abbraccio: abbraccio:
|
ho letto solo ora..forse mandarvi un silenzioso abbraccio è tutto quello che mi viene da.. scrivere, perchè dare consigli mi sarebbe facile solo perchè non ho vissuto quel dolore.
Però lasciatemi raccontare un'esperienza, che ho davanti agli occhi ogni giorno, perchè sia una speranza ed un tentativo di provare che il tempo può incalanare quella sofferenza ed impedirle di corrodere la vostra vita, quella vita che Dio vi ha dato. La mia "tata" (passatemi il termine..) perse un bimbo quindici anni fa..forse il fatto di averne avuti altri l'ha spronata a vivere per sè e per loro, però, vi assicuro, la sua sofferenza si è trasformata in una moltiplicata capacità di offrire amore; non solo si dedica alla mia bimba come se fosse sua, ma il figlio, che ha perso, è sempre presente, in una forma diversa, e le sue foto, nella loro casa, non comunicano senso di mancanza..anzi..offrono conforto..inducono a ritenere che esista un'altra via.Come se anche lui volesse questo, rivedere una famiglia capace di sorridere. |
Non so se la sofferenza mi trasformerà da bruco a farfalla. Il punto è che spesso e volentieri sento che ciò non è più importante per me. Anzi niente è più così importante. Io credo, rispondendo a Kael, che il lasciar andare possa avvenire, ma non senza sofferenza, alla cui base, riferendomi alla perdita di un figlio, c'è sicuramente un attaccamento che è nella naturalità delle cose, che è, non so come dire, di tipo genetico-fisico(avete letto "Il gene egoista?") che nella madre poi è sicuramente diverso (e sicuramente centuplicato)da ciò che può essere per il padre. Non è che al figlio la madre ha dato tutto, è che il figlio è della stessa sostanza (..non vi ricorda qualcosa?) ...della madre e la sua morte diventa, proprio dal punto di vista fisico, anche la morte della madre. Io conosco la morte perchè mi è entrata dentro, per questo ho la presunzione di aver capito la vita.
Sono diventata cinica, ma una cinica, non so come, ancora in grado di amare, tuttavia senza aspettarmi alcunchè, e senza dare alcuna importanza al mio amore, al vivere o al morire, al diventare questo o quello. La vita per me ora è una sfida che però, allo stesso tempo, non mi interessa di vincere o perdere. In questo sono molto in sintonia con Don Juan, e UG che guarda caso, pure avevano perso un figlio. Un tenerissimo e solidale abbraccio abbraccio: a Lupa, Ellebi, e tutti coloro che hanno vissuto e vivono questo indicibile dolore. A chi ha conservato o trovato la fede in Dio, posso solo dire coltivatela come un fiore prezioso, perchè sicuramente da essa potete trarre un'enorme forza. A chi come me, non l'ha mai avuta o l'ha perduta, la strada che rimane da affrontare si apre davanti a noi con un bivio: vuoi vivere o vuoi definitivamente morire?Devi scegliere. Io ho scelto di far vivere quella parte bambina di me stessa, che ne ha il sacrosanto diritto e che(rispondendo a Uno) non è nè madre, nè figlia, nè moglie, nè amica: è il mio sè primordiale, che fondamentalmente è un essere naturalmente FELICE e per il quale ora, mi autorizzo a vivere con tutta me stessa, osservandomi nel dolore sempre presente, ma da cui intendo(anche se sempre non ci riesco) fargli prendere le distanze. Coraggio! |
Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 20.07.27. |
Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271