Sospensione e ammortizzatori
Oggi e' l'ultimo giorno di lavoro di un collega che ho avuto l'onore di conoscere... finisce la sua esperienza lavorativa... dopo oltre 40 anni di lavoro va' in pensione.
Per 20 anni di alti e bassi sempre insieme... oggi e' giunto il momento di salutarci... ci vedremo "fuori" certo... ma da lunedi' non lavoreremo piu' insieme. Una piccola morte per lui... una piccola morte per me... Parlando lo vedevo commosso... in un momento abbiamo ripercorso 20 anni insieme... poi la sospensione del pensiero... momento unico... bello. Mi osservavo in quel momento... rimane poco di 20 anni... poco sie e' costruito... in quel momento mi sono reso conto di quanto poco abbiamo lavorato. Di quanto poco rimane di "indelebile". Ritorno in ufficio e incontro una collega... 40 anni e single... oggi qui...domani la'... faccio cose...vedo gente... sempre alla moda... moderna e dinamica... sempre felice della novita'... impegnata in mille cose... viaggi... nuove conoscenze... cotillon... pajette... Ultimamente ha aumentato lo shopping... i viaggi... le beautyfarm... nel suo sguardo noto sempre un "resto" della divisione... sempre un "si... pero'". Li chiamo ammortizzatori emotivi... quando manca un "qualcosa" lo si riempie con un surrogato... un cuscino morbido e nuovo... si rimanda l'occasione di osservare quella mancanza... quella pecca... quel peccato... fa' meno "male" dormire... osservare le brutture fa' male... osservare quanto poco abbiamo fatto per noi fa' troppo male... eppure e' cosi'... poco rimane di noi se togliamo i surrogati... miseri nella sostanza... ricchi di surrogati che ci illudono di fare... ma che ci impediscono di compiere il passo verso l'osservazione di noi stessi. Se si potesse togliere strato dopo strato tutti i surrogati... le false certezze... le illusioni... le zavorre... che rimane? |
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abbraccio: |
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C'è chi pensa che fare shopping sia la sua vita e chi invece affronta un male-essere profondo, per cui cambia l'oggetto verso cui rivolgersi. Questo significa, anche, che chi ha impiegato la sua vita a fare un lavoro o anche solo la spesa alla fine ha la possibilità di attribuire un senso anche a quello. Ed è proprio il " senso " che muta, non perchè questo sia passibile di mutazione, di modifica, quanto invece la comprensione che si ha di questo nella sua interezza o anche solo una peercezione parziale. Di 20 anni di lavoro potrebbe non essere rimasto nulla è vero ma a tutto, al di la di intellettualismi, va attribuito un senso altrimenti saremmo si nudi ma della profondità che ognuno contiene. Saremmo come macchine! Le zavorre assieme alla false certezze sono tali per chi attribuisce, al contrario, un senso profondo alle cose; quando probabilmente si è il Senso di se stessi. Beh...se le togliessimo... queste false certezze? Il toglierle a mio avviso è possibile perchè si è raggiunta la consapevolezza nonchè sconfitta la paura che le sorregge. Non credo che possa essere un lavoro per la collettività ma solo per chi invece Sente che c'è qualcosa di diverso; basta forse anche solo una percezione. Chi probabilmente aumenta " i suoi ammortizzatori emotivi" lo fa perchè a quel punto ha una percezione relativa e personale di se in quel momento che dipende da molti fattori e non credo che sia disposto ad abbandonare quello sul quale, il suo senso trova appoggio. |
che rimane?...
rimane un vissuto...una serie di esperienze più o meno zavorrate..... se hai passato una parte della vita a fare shopping.. rimane un armadio pieno di roba passata di moda.... se al contrario coltivi amicizie...stima....e voglia di apprendere...rimane l' esperienza..... si vive passando attraverso piccole morti....qualsiasi cambiamento è una piccola morte....e come nella vita di sempre...tutta la terra...la zavorra...si dovrebbe abbandonare...non serve....appesantisce....ma è così consolante tenersi un poco di terriccio sulle spalle.....eppure sto pugno di terriccio ti tiene inchiodato.. allora davvero ti chiedi se serve...e a cosa serve accumulare....che siano abiti o libri...o altro.... quando l' abito non ti sta più e il libro e letto e riletto... meglio fare piazza pulita...sempre se si è capito..che tutto sto riempire armadi (metaforico ok?) serve solo a riempire un vuoto che non si ha il coraggio di riconoscere....perchè è troppo difficile cambiare... modificarsi...muoversi con le proprie gambe...accettando anche il fatto che ci si può inciampare...e se si pretende che qualcuno inciampi per noi...siamo davvero fritti.... possiamo tornare a riempire armadi..... |
Non è tanto il tempo ma il come si è trascorso e impiegato questo tempo.
Una distinzione è d'obbligo, chi è preso dal fare e dall'avere è totalmente immerso in questo processo che divora chi lo possiede. Il distaccato vede ma non guarda, sente ma non ode, fa come se non facesse, ma in tutto quello che vive ci mette l'anima e trasforma il vissuto in progetto di vita. E' l'immedesimarsi nel mondo altrui che rende l'uomo fattibile di perfezione o quasi. Allora si capisce anche se ti prendono per prepotente e invece il prepotente è colui che non vede la realtà. Soltanto vestendo i panni dell'altro forse è possibile fargli lasciare le varie zavorre che custodiva come giocattoli per il tempo e per la vita. |
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Se invece parli di creare occasioni, allora ci vuole qualcuno che abbia quello sprito creativo... che lo faccia per divertimento... il giocoso divertimento del bambino quando con un pupazzetto di legno crea storie... la differenza è che gli esseri umani non sono pupazzetti... anche se finchè stanno nella massa sono pinocchietti di legno |
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Intendevo che una immedesimazione nella realtà altrui per capire meglio l'altro e magari aiutarlo la dove è possibile. Oppure dare dei suggerimenti che potrebbero cambiare una situazione, resta inteso che se l'altro non recepisce mica succede niente. Dimenticavo chi si vuole immedesimare nell'altro per capire lui una situazione difficilmente ci riesce, in quanto se no già l'avrebbe capita ovvero è difficile per uno che non ha provato situazioni, immedesimarsi. |
Ho scritto "che abbiamo già dentro ma...."
A volte è possibile non dover ripetere esperienze non comprese "vivendo" quelle altrui... questo fa da catalizzatore (quindi acceleratore, senza altri rimescolamenti etc etc) per farci riscoprire, ricordare, rivalutare, scegli quello che ti suona meglio.... l'esperienza che non abbiamo metabolizzato. Per il resto non ho altro da aggiungere... se non che non ho affermato che non ci debbano essere intenti di aiutare gli altri... ci mancherebbe... e magari ce ne fossero... ma che vedersi lavorare in tal senso impedisce il risultato.... |
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