Genitori e aspettative verso i figli
Come detto in questa discussione:
Spesso si usano i figli come riempitivo di ciò che non siamo stati in grado di fare noi.( Ciò che non abbiamo fatto per mancanza di coraggio, forza e determinazione) Facciamo in modo che riempiano, senza che ce ne accorgiamo, quei vuoti che abbiamo dentro e siamo soddisfattoni se riescono a farlo e neppure ci chiediamo se era quello che invece avrebbero voluto per loro stessi. Siamo soddisfatti se hanno fatto ciò che noi abbiamo ritenuto che dovessero fare. Come possiamo riuscire a comprendere invece quale la loro strada e non la nostra da percorrere?Come fare per non interferire? |
me lo sono posto anche io il problema che per ora non è imminente, ma cmq si pone anche se a piccole dosi.
nel momento in cui i figli si trovano difronte ad una scelta "importante" della vita, difronte a un bivio sarebbe opportuno fare attenzione prima di tutto alle loro aspirazioni, se ce l'hanno, e quindi procedere con l'analizzare effettivamente quello in cui sono "portati" ma non dimenticare anche quello in cui non sono portati, perchè entrame le ipotesi sono valide, intendendo nella prima ipotesi delle capacità un qualcosa che si è "in grado di svolgere" in maniera soddisfacente, come se l'individuo già aversse incontrato quel tipo di attività, e nella seconda ipotesi invece si potrebbe mettere difronte a un qualcosa che deve "iniziare" ad imparare da zero. e cmq al dilà di tutto c'è la passione che si metterebbe nella attività, che rimane il motore principale la quale spinge e informa qualunque campo di azione |
Citazione:
Se si hanno le frustrazioni di cui parli, inevitabilmente sarà difficile. Questo non significa impossibile però, anzi è proprio grazie a questa intenzione di base (di distinguere perlomeno) che grazie a loro lavori anche tu... Non si crescono i figli si cresce coi figli. (a meno di conoscersi già e, in questo caso, come dice Uno dall'altra parte, forse non si fanno figli...) |
Mica è così facile come dirlo, quando si ha un figlio che sia stato concepito consapevolmente o no si sente su di se tutta la responsabilità della sua crescita. E se non si conoscono le dinamiche personali non ci si conosce nulla di noi stessi si fanno danni a non finire. Ci si sente anche a disagio si cerca ci si sforza di capire ma si dice spesso che non ci hanno fornito il libretto di istruzioni alla nascita del figlio. All’inizio tutto bello tutto facile anche se magari faticoso, poi il figlio inizia ad avere una personalità sua e allora iniziano i guai se non si è a posto con se stessi.
Ogni cosa che non accettiamo negli altri non la accetteremo ancor meno in nostro figlio e via a far prediche a cercare di modificare tutto quello che non ci va bene, che non ci piace. Ha detto bene Ray si cresce insieme si impara a fare i genitori ma non basta ancora…. Perché se io non mi conosco e non so vedere bene intendo le mie paure, le debolezze, le mie mancanze, come abbiamo già detto altrove le trasferisco e faccio danni. Ecco perché dicevo che prima di poter fare un figlio bisognerebbe conoscere se stessi e li in quel momento forse non ne faremmo. E qui si ritorna sempre a capo ovvero tutto parte da se stessi altrimenti come in tutte le cose diamo sempre la colpa agli altri e facciamo guerre contro i mulini a vento perché la pace la dobbiamo fare con noi stessi non con gli altri. Ma tornado ai figli come dice Ayn a volte vediamo una dote naturale in lui e vorremmo che la sfruttasse ma se il figlio non la vede e non prova passione per essa cosa dobbiamo fare è giusto insistere? |
Citazione:
Se fossimo in una società di persone sveglie (utopico forse.. ma poniamo il caso) ... e nessuno facesse più figli ci estingueremmo.. quindi non sarebbe poi così semplice... Anche se credo di capire che significa il "non ne faremmo" .. è una domanda che mi sto ponendo (anche se non conosco me stessa fino in fondo)... mettere al mondo un figlio è una grossa responsabilità... bisognerebbe essere per lui una guida.. e finchè non riesco a guidare me stessa, come posso pensare di mettere al mondo una creatura che almeno nei primi anni di vita dipende da me e dalle mie scelte? Pero'.. potremmo crescere insieme.. e anche questa è vita.. :C: |
Citazione:
Per strumenti e possibilità intendo, oltre alla possibilità pratica che spesso è il minore dei problemi, un "ambiente" relazionale idoneo o perlomeno non inficiante... un equilibrio tra stimolo e spazio suo, che non senta di dover fare perchè lo vogliamo noi ma neanche che non ce ne frega nulla e che i suoi interessi e capacità non siano importanti. Bon, detta così puoi ripetermi quel che hai detto sopra Gris, che è facile a dirsi ma difficile a farsi. Concordo. Ma quel che è importante è il tentativo non la perfezione, più faccio attenzione meno "danni" farò... virgoletto apposta danni perchè non sono questi i veri danni che un genitore può fare secondo me. |
I danni che si possono fare sono infiniti, anche perchè inoltre si è in due a farli se non si è svegli. Difatti secondo me si parte da se stessi poi dalla coppia e si finisce al figlio.
E senza entrare nel personale a me a volte sembra di brancolare nel buio a volte mio e a volte non mio. Per quanto riguarda i figli ci sono varie età in cui è più facile interagire e altre sono il frutto delle prime che se non so state ben "gestite" poi ti ritrovi a fare un lavoro doppio e ti ritrovi come a correrre in salita. No non è per niente facile credo che l'intento l'abbiano un po' tutti ma non basta per dare il meglio che possiamo se non prima non avanziamo noi stessi nella crescita prima risolviamo noi e il poi è una conseguenza. ( per rimediare?) |
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