Conflitti
Se vi va vorrei riprendere il discorso sui conflitti di cui abbiamo già parlato in giro.
I conflitti avvengono tra due opposti mi pare di aver capito. Uno dice in questo post: Citazione:
Però Uno dice anche che se sono legati tra loro come il maschile e il femminile ( sto parlando sempre all'interno di una persona) ecco che non si faranno più la guerra non si annichiliranno più a vicenda. Mi pare di intravedere nel discorso di dover passare per l'accettazione etc Ma non mi è così chiaro, o magari mi è del tutto oscuro, non lo so, quindi avrei piacere di poterne discutere insieme. fiori.gif |
In termini psicologici i conflitti sono generati da due (o più) forze interne che spingono/tirano in direzioni diverse. Spesso opposte, ma non necessariamente.
Un esempio classico e forse banale è il mangio la torta / faccio la dieta. In questo caso esistono in me due forze (o due piccoli io, se preferisci) che mi spingono in due direzioni diverse... detta in altro modo ho sia desiderio di mangiare la torta sia di fare la dieta, i due non sono realizzabili entrambi e quindi vado in conflitto. Conflitto è intimamente legato a scelta... a sua volta legato a doppio filo con rinuncia. |
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Allora vi dico cosa mi pare di vedere.
Mangio la cioccolata <---0---> non mangio la cioccolata Faccio la dieta <---0---> non faccio la dieta In entrambi i casi se si rimane sullo zero si è dentro al conflitto, se si sceglie se ne esce. Se ne esce quando si ha una direzione da prendere a seconda del fine che si vuole perseguire. ( per via della direzione che prendono mi danno l'idea più che di opposti che si parli di contrari, ma non ho ancora compreso) La lotta è tra un "io" obbediente e un "io" trasgressivo. (si possono definire così?) Nel momento in cui ho deciso di non mangiare la cioccolata l'altro torna a cuccia, perchè ho scelto cosa fare. Se mango la cioccolata so a cosa vado incontro e questo mi crea il conflitto, vorrei mangiare la cioccolata senza prendermi la responsabilità di ciò che ne deriva. Se non la mangio non ho responsabilità derivanti ma soffro per non averla mangiata. Il tutto sta nel fine che ci interessa perseguire. Posso anche decidere che oggi gli do da mangiare un microscopico pezzo di cioccolata facendolo so già a cosa vado incontro e mi prendo la responsabilità del mio gesto. Ma se mai scelgo rimango in conflitto. Quello che non capisco è perchè per alcuni "io" pur essendocene due, non vivo il conflitto. Esempio: se ho rubato, ho l'"io" trasgressivo, ma non mi passa per la testa di rubare, invece per altri si? Perchè questo non crea conflitto? So anche che volendo siccome lui esiste se dovessi scegliere per non morire di fame, potrei usarlo. La differenza sta nell'avere accettato che esiste? Ma perchè non rompe a differenza di altri che invece vorrebbero essere alimentati? Perchè a forza di non dargli retta è diminuito sino al punto di non far sentire la sua voce? nonso.gif Non riesco a fare luce su sta cosa forse è colpa mia che sto complicando qualcosa di semplice. nonso.gif Grazie ad entrambe. abbraccio: |
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E' possibile trovare un compromesso tra le due parti in alcuni casi? Mi ha colpito particolarmente quando hai scritto ( se ho capito bene) che a volte i conflitti non vengono generate da due forze opposte, ma da due uguali, che significa? si può fare un esempio? |
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E alla rinuncia in quanto se non lo mangio per la dieta rinuncio al cioccolato se lo mangio rinuncio alla dieta.... Ma poi Gri mi sono persa.. da dove ho evidenziato in poi..... piango.gif |
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Spesso mi definiscono "complicazione affari semplici" mi sa che hanno ragione. piango.gif Di solito quando mi succede è perchè qualcosa non mi si vuole mostrare, direi che ho una resistenza che non mi permette di fare chiarezza, quindi complico ulteriormente. Ma è una mia sensazione. piango.gif nonso.gif |
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Non possiamo usarli, siamo usati da loro perche' siamo frammentati. Cosa diversa per un'Individuo che e' riuscito nell'opera di identificazione. Non si crea conflitto perche' tra un'io e l'altro ce' una parete, una porta stagna che non permette di farli entrare in contatto diretto. Se accadesse la mente andrebbe ko, non potrebbe sopportare la presenza di due io, si annichilirebbero. Al posto di comando ce' sempre un piccolo io che cerca di mantenere il posto ma poi un'evento esterno lo scalza dal ponte di comando e subentra un'altro piccolo io che non ha memoria del precedente. Se al posto di comando ci fosseri due piccoli io che sono in contrapposizione la persona rischierebbe la pazzia o il suicidio. Esistono forme di schizofrenia gravi in cui le due personalita' sono opposte e non compaiono mai assieme. Ad esempio la parete (la porta stagna) potrebbe essere la giustificazione. L'io ladro usa la giustificazione per avvalorare la sua idea di furto, magari nobilita il furto raccontandosi che quella persona non ne ha bisogno oppure ruba per necessita', per fame. |
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Magari accade che vadano in direzioni altre... che comunque mi impediscono di prenderle entrambe. In realtà la soluzioone di unn conflitto è quasi sempre un compromesso, raramente scegliamo una o l'altra delle due possibilità che si presentano alla nostra coscienza... posto che quello che si presenta alla coscienza sia davvero il conflitto reale. Se qualcuno si ricorda della discussione sui vettori... li c'erano degli esempi interessanti e un'idea a mio avviso simpatica per inquadrare la questione con immagini abbastanza semplici. Magari poi la riprendiamo. |
Per esempio nel caso di Griselda, mi metto a dieta, non mi ci metto, il compromesso potrebbe essere magari evitare gli alimenti più scorretti e calorici, ma mangiare normali senza restrizioni.
Però ad esempio se bisogna scegliere tra due donne, forse è il caso che la decisione sia più netta. |
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Bon sciocchezze a parte mi rendo conto che non è solo solo due parti ad essere in conflitto, ma diverse è come se dentro di me ci fossero delle parti che si schierano chi da una parte chi dall'altra. La mia energia viene così divisa ed io non riesco a muovermi sono impedita dal farlo. Bon si lo so che basterebbe scegliere. Ma chi sceglie? Bisognerebbe che un "chi" ci fosse. La rinuncia? Per rinunciare bisogna essere capaci presume la capacità di saper scegliere che consiste nel prendere una parte e scordarsi dell'altra. Facile eh? Come no! Se non lo so fare starò da una parte quella che ha avuto meno attriti rispetto all'altra ma continuerò a pensare a rimuginare su ciò che ho lasciato indietro e questo non va bene perchè sto vedendo che disperdo ancora energia verso l'altra parte. Tu Red parli del compromesso... hai preso energia per poter fare quella scelta da un'altra entità gruppo (infatti non so dove ho letto che nelle diete se le fai in compagnia è come se le energie aumentassero e quindi la possibilità di riuscita è maggiore bon certo che ognuno deve metterci l'energia di cui dispone logicamente) Ma quando non puoi risolvere un conflitto in compagnia e ancora non sai scegliere che fare? Ho pensato che bisogna trovare il modo di dare energia ad una parte o toglierla all'altra. Dietro al mio conflitto c'è la paura di qualcosa che poi mi pare che sia sempre quella che entra in diversi conflitti. Quindi più che risolvere il conflitto dovrei lavorare su quella paura e i/il conflitti/o si scioglierebbe da solo. Che ne dici? |
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Siccome la mia volontà di farla seriamente sarebbe cascata alle prime tentazioni, mi sono rivolta a quel centro, non tanto per il gruppo , quanto per il fatto che ogni settimana c'era la temibile pesata, e se non ero dimagrita la disapprovazione della dietista. Questo mi ha dato la forza (sta cosa mi metteva in tensione, perchè mi seccava fare brutta figura), unito a quanto riuscivo a fare da sola di andare avanti per un bel pezzo. Il motivo della scelta dovrebbe possibilimente essere interrno ossia: voglio dimagrire ci metto tutto l'impegno possibile senza bisogno della pesata settimanale, ma finchè questa volontà non è abbastanza forte, secondo me va bene anche usare questi "trucchetti", pero' c'è da ricordrarsi che la scelta, davanti ad un conflitto è sempre e solo tua .. Citazione:
Da qualche parte Ray aveva scritto che c'è una parte di noi che sa sempre qual'è la cosa giusta da fare... giusta per noi, in tal momento (non in assoluto), un buon esercizietto potrebbe essere guardare onestamente se vediamo quella parte.. è che vederla comporta delle responsabilità :D Dai piccoli conflitti quotidiani credo che si possa iniziare a prendere delle posizioni un po' più nette... Infine credo che più ci mettiamo in una situazione di stallo davanti ad una scelta da prendere, più siamo meccanici.. ovvero è giusto valutare le possibilità che si vedono, i pro e i contro, ma ad un certo punto bisogna muoversi, altrimenti la vita sceglie per noi... |
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Accorgersi del conflitto permette di iniziare ad alimentare questa parte, la sola che possa effettuare una scelta obiettiva, in quanto non coinvolta. Il solito discorso per cui un occhio non vede se stesso, perciò se posso osservare me stesso, significa che io non sono quel me stesso... Ti ho risposto anche se la fatica di chiedere l'hai fatta tu e non Griselda :D |
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boccaccia: Inoltre siccome mi scoccia assai non sto zitta, la fatica l'ho fatta eccome ho scritto un post nel farla ed espormi, tu invece hai dato la rispostina da "sotuttoiomaaspettochemelochiediperpiaceresenonont elodico" per cui a ben vedere hai avuto bisogno della pappa per fare la fatica di rispondere.nonono.gif |
Non è una questione di pappa Griselda, semplicemente Dafne ha chiesto e tu no, potevi non rispondere invece di fare quella battutina. Battutina che se fai devi poi essere disposta ad accettarne anche la risposta.
A parte questo chiarimento, per me è finita qua, non ho "visto" la seconda battutina :D |
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Ma anche vorrei imparare ma non so da che parte inziare mi sforzerò ancora di più Tu sei la prima persona a cui ho dato piena fiducia quando sono arrivata qui del tipo "apertura totale" ora invece ti percepisco molto lontano e vedermi chiusa con te o irritata mi dispiace ps chiedo scusa anche a Daf di averla citata |
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Non è questione che la scelta è solo mia è che dentro di me siamo in tanti e quei tanti se sono pari da una parte e dall'altra non scegli deve succedere qualcos'altro perchè tu possa riuscire a scegliere secondo me, altrimenti sei fermo o finisci per fare la cosa meno difficile ma non è che la scegli va per inerzia Quote:
Ti spiego cosa intendo per lavorare sulla paura che consiste prima nel trovarla perchè non è facile si nasconde poi capire di averla, accettarla abbracciandola (anche a volte ridendo di questa cosa) e poi andargli un pochino contro almeno quanto si riesce sempre osservandosi questo è logico ma lo metto Quote:
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Oppure energia come è successo a te presa da un'altro gruppo, un tuo complesso di io, che l'ha ceduta per fare, mi riferisco alla dieta. |
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Tutte le Red: La faccio perchè voglio dimagrire, perchè voglio stare bene , perchè voglio rientrare nella 44 icon_mrgr: etcetc . No! Non la faccio perchè il dolce è troppo buono.. ma in fondo chi se ne frega, comincio lunedì. Mi rimetto in forma prima dell'estate etcetc. Ok si la faccio, ma appena vedo un dolce ... sgarro, poi mi sento in colpa perchè ho sgarrato e via cosi... Le volontà che combattono sono tante , che raccontano scuse più o meno credibili.. ma la verità è una sola in questo caso: la scelta migliore per me sarebbe stata quella di fare la dieta, perchè sono oggettivamente sovrappeso e ne va di mezzo anche la salute. Ecco, alla fine se siamo onesti, o cerchiamo di osservare in maniera il più oggettiva possibile, io credo che in fondo in fondo sappiamo sempre quale sarebbe la scelta migliore. Solo che fare la dieta costa fatica. L'io neutro, quello che osserva, lo abbiamo tutti. |
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Allora com'è non gli diamo mai potere, perchè è in minoranza? Comunque ancora io non riesco a vedere la scelta migliore prima, del tipo quello che andrò a fare stasera poi ti/vi racconto se era o no la scelta migliore. laughing7: |
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--------------------------- Grii... ci ho pensato un po', non è mica facile risponderti... E siccome è troppo difficile ho deciso di non risponderti affatto :D Sto scherzando... |
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Però potrei in effetti anche adottare questa tua frase icon_mrgr: mi servirebbe solo un po' più di buona memoria manata.gif |
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Ho invece pensato che siccome con l'osservazione c'è una mutazione, osservando quindi si genera un nuovo io a se stante e quindi neutro un nuovo io che può decidere di parteggiare per una parte o per l'altra cambiando la staticità che si il conflitto crea. p.s. se ho un piccolo appiglio io ci provo se non l'ho scivola tutto e non sta in piedi niente, e quindi desisto dal chiedere perchè è come se dalla lavagnetta magnetica si staccasse il magnetismo e non stessero più su le letterine che compongono le parole :) |
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Ma davanti ad un conflitto, invece che rimanere immobili e disperdere allora che fare inizialmente? La parte osservante ha comunque una qualche forza da subito? Insomma volendo si puo' discernere anche se un minimo? A me pare di sì, cioè credo che per risolvere un conflitto non ci sia altro modo che la scelta e il lasciare andare l'altra opzione, non vedo nessunaltra via d'uscita. La cosa che diceva Gris sul far prevalere una parte sull'altra si puo' ottenere in qualche altro modo? |
Forse è OT ma mi capita ogni tanto di provare per fugaci secondi la sensazione di non riconoscermi.
Prima era una cosa più morbida, soprattutto quando mi arrabbiavo mi è capitato di essere nel mezzo della discussione e di chiedermi cosa diavolo stessi facendo...nonono.gif Pochi momenti, fuggevoli e rari ma ultimamente mi è capitato di vivere un vero e proprio stato di forte disagio. L'ho già accennato altrove ma stavo facendo una cosa e pur sapendo che la stavo facendo, pur volendo farla e sapendo che era sbagliata non è che volevo farne a meno ma non ho avuto il controllo su di me. Mi sono sentita per un attimo estranea a me stessa e forse, dico forse perchè la cosa è stata troppo breve, per non vedere che non mi riconoscevo in quella persona che voleva fare quella cosa ho alzato le spalle e l'ho fatta lo stesso. Ma non ero io, cioè, ero io ma se ci penso adesso avverto il disagio di non riconoscermi in quella persona, anche fisicamente e mi lascia perplessa stà cosa che ho addosso perchè avrei potuto non fare quella cosa, ma una parte di me avrebbe comunque continuato a volerla, così come la vuole adesso ogni volta che si presenta una situazione simile. Io (ma che io? sigh) ho dovuto aumentare il controllo ma quella cosa che si muove e veste e parla come me non sono io.(cioè si ma non voglio) Di sicuro è un conflitto. Una parte che vuole prendere una cosa e un'altra parte no. Dialetticamente potrei giocare sul fatto che potrebbe essere un voglio prendere con l'inganno e un voglio prendere senza inganno. Trasformando il secondo in non voglo prendere gli ho tolto energia...ma è un pararsi il popò icon_mrgr: In quel momento però la mia sensazione forte è che non ci sia stata una volontà mia, in nessuna direzione, e che quindi qualcosa che non conosco (per questo probabilmente non riconosco come me) ha preso il sopravvento....uhm...l'osservatore neutro avrebbe visto entrambe le persone (lasciatemele definire così o dò di matto diavolo.g: ) e avrebbe deciso quale azione prediligere facendo cessare il conflitto? Perchè il conflitto cessa vero quando la decisione è super partes, mentre si alimenta dei rimorsi o rimpianti se è scelta del momento, casuale diciamo o perchè "si fà"? Perfetto..dry.gif ho incasinato |
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Comunque si, osservando alimenti l'osservatore (non lo generi, altrimenti all'inizio con cosa osservi?) che "magneticamente" acquista sempre più forza attirando a sè i complessi (piccoli io) più deboli, e alla lunga da un io frammentato porta all'Individuazione, un Io stabile e permanente. Per restare sul pratico, in caso di conflitto, bisognerebbe sempre tentare di scegliere il male minore, e questo può avvenire solo quanto più neutrali e disidentificati siamo rispetto alle parti in causa. |
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E' qui la parte di fregatura? Che vedo qualcosa di diverso da me ma invece di osservarlo lo rifiuto? Questo è conflitto? Se accetto di essere verbalmente offensiva non smetto di esserlo ma riesco a vedere meglio quando capita e pian piano a prevenirlo. (si la tentazione è a volte ancora fortissimamanata.gif) Finchè rifiuto quel "me" invece genero il conflitto..e lo nutro della mia opposizione...uhm leggo.gif |
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Trovo anche io spesso difficile scindermi tra l'osservatore neutrale e i vari piccoli io rimanenti...
Una volta ho di proposito quasi provocato una persona la quale ha reagito con vari"improperi" a mio indirizzo ed in quel caso forse l'osservatore ha fatto capolino più del solito.(ne ho già parlato nel 3d che ho aperto sulla vanagloria) C'era un aparte di me furente, quindi non tantio piccoli io, ma un io moolto nervoso che mi scuoteva, succchiava energia a tutto il resto con scosse che partivano dallo stomaco, le sentivo nel collo , si irrigidiva la mascella nel punto in cui si attacca alla mandibola. In mezzo a questo marasma però ho notato anche una parte di me calma che osservava che era altro rispetto al resto. Quando tutto era finito mi sono sentito strano, quasi esausto e indolenzito dalla lotta, da allora non ho più ripetutto questa terapia d'urto, però è stata istruttiva come esperienza. |
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L'osservatore è come se fosse uno specchio (è una metafora, non vi fissate sulla parola specchio, potrei dire una telecamera o altro, ma specchio è il sistema più semplice) che permette di vedere il tutto da un punto più oggettivo. Di solito all'inizio accediamo a questa visione solo da determinati io, quelli più equilibrati. Lavorando dovremmo riuscire a poter accedere a questa visione da sempre più io fino arrivare a tutti. Senza entrare troppo nei particolari dobbiamo pensare che ogni piccolo io ha una sua memoria, una sua visione delle cose etc... e poi abbiamo il deposito centrale. Ci sono cose che vediamo e poi ricordiamo in qualsiasi io siamo, ci sono cose che vediamo e ricordiamo solo in determinati io e ci sono cose, non tantissime in percentuale che ricordiamo e vediamo in qualsiasi io siamo. Lavorando su noi stessi, quando siamo in uno di quegli io che non sono coscienti dell'osservatore possiamo piano diventarlo quando riusciamo a ricordarci dell'esistenza dello stesso. In sostanza, la grande potenza dell'osservatore, è che ciò che vediamo attraverso esso va sicuramente nel deposito centrale della memoria, quello che invece viviamo dal punto di vista soggettivo di un io molto probabilmente rimane confinato in esso a meno che sia qualcosa di molto forte che con il tempo riesce a superare le barriere tra io. Sia chiaro, le vicende in generale tra un io e l'altro passano, non è che pranzo con un io e dopo 10 minuti con un'altro io non ricordo più nulla, anche come capita a volte veramente si fa fatica a ricordare cosa si è mangiato, ma quasi sicuramente sarà difficile ricordare a pieno le sensazioni (odori, sapori etc..) di quel pasto. Poi ovviamente dipende da quanto i vari io sono affini, io più vicini si passano più cose etc... Sono andato un pò fuori, ma era necessario, anche per capire i conflitti interni o perchè quando ci troviamo di fronte una persona possiamo reagire in maniera diversa ma di solito a determinati incontri prendono il sopravvento determinati nostri io. |
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conflitto tra mente e cuore
Secondo voi il conflitto tra mente e cuore si risolve come gli altri?
Analizzavo: Mente= divisione si e no male bene Cuore=unione Mente=ragione Cuore=sentimento La mente divide un'azione tra bene e male Il cuore passa sopra e vuole solo emozioni Alla mente interessano le conseguenze al cuore non gliene frega niente Mi domandavo anche in questo caso si parla di piccoli "io"? |
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Dice in sintesi che il cocchiere può perdere quanto tempo vuole a cercare di convincere a parole il cavallo a fare una determinata cosa o a prendere una certa strada, anche 100 anni ma sarà smepre tutto inutile... Il cavallo non capisce le parole, bisogna guidarlo con le redini, cioè con un "Linguaggio" appropriato, visto che oltre tutto il cavallo capisce solo si e no. |
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