Bisogni: reali e non
Quante volte crediamo di aver bisogno di qualcosa e poi ci rendiamo conto che non è così?
Per vivere si ha bisogno di mangiare, pero' capita che ci si siede a tavola a cena e non si ha fame davvero, si mangia perchè è ora di cena manata.gif, oppure si va a letto ad una certa ora perchè di notte "bisogna" dormire, pero' non è detto che in quel momento sia quello che serve. Ci sono molte cose che facciamo in questo modo, scandite da ritmi che vengono imposti, dalla società, dalle abitudini, senza mai ascoltare davvero ciò di cui avremmo bisogno. Come distinguere i bisogni reali, da quelli non reali? Per il momento, l'unica risposta che ho trovato, è quella di cercare di ascoltarmi davvero, più che posso, con risultati alterni, di distinguere i momenti in cui ho bisogno davvero di qualcosa (di aiuto, ascolto o quantaltro), pero' a volte mi sembra di aver davvero bisogno di qualcosa e poi scopro (dopo) che non era così... |
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In effetti avremmo bisogno di pochissimo, tutto il resto è in sovrappiù.
Basta ascoltarsi, il più delle volte pensiamo che una cosa o un'altra ci possa dare una certa gioia o un gusto particolare o un benessere. Tutte queste cose già ce l'abbiamo dentro, le stiamo cercando fuori ma non le troveremo facilmente, chi cerca è perchè non ha trovato. |
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Distinguere non è semplice, vero anche che effettivamente avremmo bisogno di pochissimo e forse lo capiremmo se non ci lasciassimo distrarre continuamente dai falsi bisogni: meno ne abbiamo e più siamo liberi da ciò che ci fa sentire costretti a soddisfarli. |
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Hai usato spesso la parola davvero... in verità si fà quello che si può... cercando di fare al meglio... ne più ne meno... lo credo davvero. fiori.gif |
(ma ciao! Indaffarata ma ci sono...:) )
Secondo me c'è da considerare anche quando un bisogno reale è reale veramente e non è solo una maschera. Il cibo per esempio. Spessissimo si sentono persone che mangiano per nervosismo, hanno fame, ma una "fame falsa" che serve a colmare non lo stomaco ma la psiche... La fame la sentono realmente, ma non è un bisogno fisico. Non è una mancanza di cibo-energia ma uno sfogo forse.. Credo che un'attenta riflessione può differenziare questi bisogni-reali da bisogni-maschere... :C: :C: :C: |
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Quando sei maturo ed arrivi a controllare quello che fai, non hai bisogno di rifletterci. |
ma si....il mangiare...in modo particolare è un "giochetto"
che serve (ma non è vero) a riempire vuoti.... vuoti affettivi....di relazione....insoddisfazioni....e poichè è più facile pararsi il c...lo....si riempie nel modo più facile cioè riempiendo la pancia....e continuare il sonnellino segue che non si risolve nulla ma si aggiunge vuoto su vuoto...... quello del cibo è solo un esempio...ce ne sono mille altri... ma davvero mi servono tutti quei libri che compero? e l' ennesima borsa firmata o meno? e il cellulare di ultima generazione che fa tuttotutto compreso il caffè? ecco....hai ragione Red.... ascoltarsi davvero....ma anche...nell' ascolto...essere sinceri con se stessi.....e cercave in quel vuoto/buio cosa realmente serve fiori.gif |
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Faltea (ciao:H) diceva che sentiamo anche la fame nervosa , come stimolo reale, ed è verissimo (la conosco quel tipo di fame..) ma che non è fame reale .. allora quando la sento, posso mangiare per capire se il vuoto che cerco di riempire è nello stomaco o da qualche altra parte.. Citazione:
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Sono di frettissima ma incasiniamo un pò..... (in maniera semplice icon_mrgr:) per allargare il discorso.
Se ascolto lo stomaco, mangio il giusto, ma come giustamente detto a volte l'emotività mi fa mangiare di più... beh... volendo sottilizzare non si può neanche dire che non sia un bisogno quel mangiare... in realtà saebbe un bisogno richiesto da una parte sbagliata.... come se, per esempio, mi attirassero giochi mentali per sentirmi dire che bravo che sono.... anche qui soddisfo la parte emozionale.... urca.... è sempre lei che ha bisogni non suoi? E il corpo? E la mente? |
La differenza è data dalla quantità, sempre.
Se riesco a stare nel mezzo è già un traguardo. Di bisogni ci sono quelli primari che vanno cmq soddisfatti e riguardano appunto il mangiare il dormire etc, ma anche dietro questi si cela la possibilità di abbondare. |
Come dice Ayn, il giusto sta nel mezzo... Aggiungo: già tanto riuscire a stare nel mezzo almeno per il 60/70% delle volte...
Pensavo... (Uno, muovi le mie rotelle come un giocoliere fa con i birilliicon_mrgr: ) Da chi parte questo imput? Sono in uno stato emozionale particolare che crea una carenza, la stessa crea un malessere non ben definito, l'imput-carenza-malessere arriva al cervello che cerca di compensare con i mezzi che possiede. Se sono una persona che trae immenso giovamento nello sperperare soldi, ritengo che il cervello per alleviare questo malessere generi una "voglia di spendere"... che dovrebbe compensare in automatico la carenza. Ma... come posso comprendere il malessere e direzionare la mia azione successiva verso una reale soluzione e non verso un pagliativo virtuale come spendere, abbuffarmi, ecc? Mi fermo perché non ho le idee chiare rischio di ingarbugliare tutto come il mio solitoicon_mrgr: ..... icon_mrgr: ma quanto mi siete mancatiabbraccio: |
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o meglio appagati?..... mi sa che davvero funzionerebbe il "conosci te stesso" se si fosse onesti con se stessi..... ma come mancati?....non ti sei ancora saziata?boccaccia: icon_mrgr: bacini.gif |
Non voglio essere scortese (poi ti risponderà Uno alla tua).
Cmq mi sembra che tutto dipenda da cosa io prenda per ideale o chiamiamolo fede o punto di riferimento. Insomma se sono interessato oltre che a tutti gli aspetti della vita (dove metterò il massimo della mia maestria) soprattutto al mondo spirituale, dovrei essere esente ovvero meno attaccabile dai concetti di spesa di denaro, cibo, surplus di vestiti, auto, e però dovrò stare invece attento a corsi e corsetti di falsa spiritualità, meditazione, abbondanza di libri ect. P.S.: ho postato insieme ad Era, ma fa lo stesso. |
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Il fatto è che se "non ne posso fare a meno"... che faccio allora?... vivo nella fantasia un bisogno e continuo a "vivere" senza "provare"/"sperimentare" il bisogno? Oppure vivo il bisogno di picchiare cercando di osservarmi? Per ricollegarmi al post "sensi di colpa"... se nel picchiare non sono "presente" (non metto attenzione) poi piango lacrime di coccodrillo e mi flagello per la "mostruosità" che ho fatto un momento prima e continuo a "sbagliare" ogni volta che capita l'occasione. In questo caso non è "se" ma quando "capiterà" perchè non ho ri-solto il mio bisogno verso il picchiare... ed ogni volta giustificherò... ogni volta mi dispiacerò verso questo mio lato oscuro... I bisogni sono reali nel momento che li sentiamo tali... l'osservazione è l'unica via percorribile... il non viverli è un rimandare l'osservazione... come il non osservarli quando questi bisogni li soddisfiamo. ahhh.. non ho mai picchiato nessuno in vita mia... non è un mio bisogno anche se fisicamente sarei predisposto...hahahaha :C: |
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Quindi va a finire che la parte emozionale cerca di nutrirsi attraverso il lavoro degli altri centri (corpo o mente), come dire che ci abbuffiamo di continuo ma siamo sempre affamati. Poi il discorso si complica (o si semplifica... mah) se prendiamo in considerazione le parti emozionali dei vari centri... Vero il fatto che da un certo punto di vista sono bisogni anche questi mal funzionamenti, ma è vero anche che sono bisogni non reali, dato che soddisfarlinel modo suggerito dall'impulso è sempre un palliativo, un'arginare momentaneo, mica risolvo, il bisogno tornerà sempre maggiore perchè la mancanza crederà di aver trovato un'altra strada dato che non può percorrere quella corretta (dell'alta vibrazione). Solo che l'altra strada in realtà non funziona. Risolvo solo se inizio a svegliarmi e a vibrare abbastanza da prendere di più dalle impressioni... |
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Se non sbaglio G. diceva che tutti i centri funzionano male, dunque teoricamente non dovrebbe essere solo la parte emozionale a scambiare per suoi bisogni di altre parti, ma fatico a trovare degli esempi. Se percepisco come un pericolo qualcosa che in realtà non lo è, il mio corpo sentirà il bisogno di scappare , di allontanarsi (mettiamo che ho la fobia degli insetti, anche se vedo un innocuo moscerino, per paura dovrò allontanarmi) La falsa paura (mente) fa in modo che il mio corpo percepisca il bisogno di scappare no? non ci sono per niente con sta cosadry.gif |
[quote='ayn soph;34288]Non voglio essere scortese (poi ti risponderà Uno alla tua).
Cmq mi sembra che tutto dipenda da cosa io prenda per ideale o chiamiamolo fede o punto di riferimento. Insomma se sono interessato oltre che a tutti gli aspetti della vita (dove metterò il massimo della mia maestria) soprattutto al mondo spirituale, dovrei essere esente ovvero meno attaccabile dai concetti di spesa di denaro, cibo, surplus di vestiti, auto, e però dovrò stare invece attento a corsi e corsetti di falsa spiritualità, meditazione, abbondanza di libri ect. [quote] Uh?booh.gif ?? Perché dovresti essere scortese? Mah... difficile riuscire a mettere il massimo della maestria se sono interessato a tutti gli aspetti della vita. Almeno di non possedere una super-mente o utilizzarla al di sopra della media.. Il massimo si riesce ad applicare su una cosa alla volta... altrimenti sarebbe un 100 diviso per tutte le cose che sto approfondendo.. Penso che una persona dedita anima e corpo alla spiritualità abbia effettivamente superato questi bisogni non reali. Ma (parlo per me) si è ancora molto lontani... |
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