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Si penso che sia ancora una faccia della superbia che non molla e controlla la situazione, o meglio ( :H) sei tu (io, noi, voi essi) che non molli quell'aspetto per paura, comodità, mancanza di energia ecc ecc, ma non è accettazione. Secondo me l'accettazione di suo mette in moto un processo, di fatti è una azione, che poi chiaramente ha bisogno di essere alimentato e Lavorato. Ma se si accetta, in quanto responsabilità del se, non si ha più modo di dire: sono fatto così e vado bene sono gli altri tutti scemi. Quote:
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Un po tutto... :@@ ma serve, serve..... |
ps
Ho trascurato, con incredibile cura diavolo.g: , di soffermarmi su una cosa che mi è stata detta in modo diretto..e che ho glissato ammirevolemente. dry.gif Una delle mie scuse preferite è "stò zitta perchè sono nervosa, sono fumina, e se parlo faccio danno" Con l'incredibile presunzione che la felicità o l'infelicità dell'altro dipenda da me (ne avevamo già accennato vero Sole? icon_mrgr: capa tosta che ho..) e la presunzione di sapere, a priori, come andrà a finire...come se l'altro fosse un mio prolungamento e non un essere autonomo...appioppandogli i miei meccanismi, i miei modi di reagire... leggo.gif devo riflettere anche su questo... (Gibbi la voglio anch'io la faccina che sudaaa...) |
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Ci sta:) Mi trovo davanti una persona che sa e io non so come rispondere, devo mostrare di non sapere e quindi stare zitta è un modo per evitare di dovermi mostrarsi 'ignorante'...E' giusto? Questo allora non mi capita spesso nel senso che quando mi trovo davanti una persona che giudico sapiente spesso lo tempesto di domande in maniera spudorata :) Ma ora il mio dubbio è che posso aver giudicato qualcuno come uno che non 'sa' e che non può insegnarmi più di quello che so quando in realtà non è così. Cioè in base a cosa io ho giudicato chi mi sta davanti? In base alla mie aspettative mentali del momento probabilmente. Non è superbia anche questa?booh.gif |
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E' che spesso giudico gli argomenti di cui parlano i miei coetanei stupidaggini e quindi mi capita di annoiarmi ad ascoltarli.. Per intenderci parlare con voi della superbia è una cosa che mi stimola, mi invoglia a dialogare e confrontarmi, stare in un locale a parlare del più e del meno mi costa molto più sforzo. Questa fatica, questo sforzo implica che forse mentalmente ritengo di essere superiore?booh.gif |
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E che male c'è se l'io vuole essere riconosciuto? Se vogliamo dare un senso a questa vita dobbiamo avere un io ben formato e riconosciuto (in primis da noi stessi e poi solo come conseguenza dagli altri). Il problema nasce perchè l'io lavora (si da solo senza che nulla in noi intervenga) per essere riconosciuto, stimato, apprezzato etc.. dagli altri ma non si autoconosce e di conseguenza noi non ci conosciamo per poter andare oltre. Se per caso arriva ad essere riconosciuto per qualche effimero seppur tangibile motivo (per esempio una carriera) ci vuole una grossissima forza di volontà per lasciare ciò che non è importante ma sembra all'occhio dei più. Questo breve escursus si inquadra bene anche in come stavate affrontando il discorso superbia. Stando zitti si aspetta un riconoscimento altrui (riconoscimento che non va preso solo in senso positivo ma anche più semplicemente in familiarità) senza dover sforzo. "Ma perchè non mi capisce?" Non parlando, con mille scuse diverse, o all'opposto dicendo mille cose ma senza mai entrare nel profondo di se stessi. Due lati apparentemente opposti della superbia. |
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A volte bisogna sforzarsi anche di vedere cose che non ci stimolano Scusa se è sembrato un predicozzo, non è mia intenzione, parlo in generale anche se rispondo a te |
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Ammesso e non concesso che ciò sia vero un errore che spesso ho commesso è stato quello di prendere in considerazione come termine di paragone rispetto agli altri solo alcuni aspetti della personalità, "casualmente" quelli in cui mi sentivo più forte. Col tempo sto capendo che una persona a cui piace parlare solo di frivolezze o di cose banali, può essere meglio di noi in molte altre cose: può essere, ad esempio, più aperta, più socievole, più altruista o avere più coraggio nel mettersi in gioco e così via... Cercando di trovarsi a partecipare a situazioni per noi non molto stimolanti, può essere comunque utile per conoscere un pò meglio noi stessi , cosa che credo non si possa fare se ci si vuole trovare sempre e solo in posti ed in ambiti a noi congeniali. Se poi, come dice Uno, il problema è quello di prendersi troppo sul serio, una delle conseguenze, almeno per me, è che vivremo ogni emozione in maniera esagerata, ed il giudizio altrui potrà avere effetti enormi sulla nostra importanza personale. Credo che avrò sempre una parte consistente di me stesso che voglio tenere per me e che difficilmente riuscirò a condividere con qualcuno, sto cercando però di sforzarmi per aumentare gradatamente la parte che sono disposto a "mettere in gioco": quello che non sono riuscito ancora a fare è di creare una specie di firewall tra la parte che metto in gioco e quella che vorrei tenere mia. |
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Le emozioni e le reazioni spesso sono esagerate, dilatate e soprattutto sembra che il mio sentire sia frutto di verità incontrovertibili. Leggendo in giro ho trovato che questa caratteristica sembra diffusa tra tutti quelli nati sotto il raggio del mio stesso angelo. Ma sto andando pesantamente o.t. Spesso come dici tu personalità più 'leggere' in realtà hanno molti pregi che personalità più complesse faticano ad avere. Però devo riportare anche la mia esperienza personale, ho passato un bel pò di anni a sforzarmi di essere frivola, ho frequentato un sacco di locali, fatto vita mondana e aderito a vari clichè per essere inserita nel gruppo. Ho avuto successo apparentemente, un sacco di conoscenze ecc ecc..Insomma ho imparato bene la parte. Però alla fine ne ho pagato il prezzo e molto salato perchè col tempo mi sono trovata davanti a delle scelte importanti e ho dovuto fermarmi, bloccare tutto e iniziare a fare i conti con la parte di me 'pesante e seria' che avevo cercato in tutti i modi di mascherare e reprimere. Alla fine secondo me nessuno può fuggire a se stesso, ho sbagliato prima a reprimere la mia vera personalità (per essere inserita nel gruppo)e sbaglierei ora assecondando la tendenza a prendermi troppo sul serio e snobbando tutto ciò con cui ho mangiato fin'ora visto che molto di ciò che imparato lo devo anche quella parte della mia vita. Il lavoraccio è trovare l'equilibrio.. |
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C'è differenza tra essere profondi ed andare in profondità nelle cose, anche se generalmente queste due cose le accumuniamo. Quote:
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A parte gli scherzi, avendo pressapoco la tua età capisco cosa vuol dire adottare un comportamento a livello sociale con lo scopo di essere accettata ed integrarsi in un gruppo. Vedo molti ragazzi/e che si adeguano al comportamento degli altri o ai modelli proposti dai mass media per il terrore di non essere poi ben accolti dai coetanei. Penso che hai raggiunto già un bel risultato riuscendo a ritrovare, ad un certo punto, una parte chiamiamola spirituale, scusa il parolone. Credo sia importante continuare e non fermarsi ai primi risultati, anche se come dici tu c'è un lavoraccio da fare, ma questo non vuol dire vivere reclusa o diventare asociale. |
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Riflettendo sulla tua frase, pensavo che magari la differenza sul non poter comunicare questo qualcosa o il non volerlo fare può derivare dal non aver ancora decodificato e capito bene in che cosa consista questo qualcosa. Magari è dato dalle emozioni più intime che provo e che palesate all'esterno perderebbero il loro sapore, oppure dal nucleo più profondo delle mie convinzioni sugli aspetti basilari dell'esistenza, e che una volta portato fuori potrebbe essere soggetto a cambiamenti, facendomi perdere dei punti fermi che mi sono costruito fino ad ora. Potrebbe anche succedere che alla fine non posso o non voglio comunicarlo perchè questo qualcosa è in realtà niente, e sto facendo da anni la guardia ad una stanza vuota icon_mrgr: Sulla differenza tra essere profondi ed andare in profondità nelle cose ( scusa ma non sono stato capace ad inserire anche quella frase nella citazione) mi cogli impreparato... Forse l'essere profondi riguarda una serie piuttosto variegata di aspetti dell'esistenza e non si limita solo al fare bei discorsi filosofici invece che sul gossip ad esempio, ma si riverbera in qualunque cosa si faccia o si provi. Essere profondi potrebbe significare anche totale corrispondenza tra ciò che si pensa, ciò che si dice e ciò che si fa...in tal caso molte mie presunte profondità sarebbero senz'altro ridimensionate... |
leggendo il 3d mi è venuta spontanea una domanda, ma è così grave essere superbi?
Io penso di essere superba, mi ficco sempre in discorsi complicati, mi piace approfondire argomenti che non conosco, stimolo il cervello con ragionamenti sottili, mi espongo tranquillamente alle critiche di chi si considera più saggio, mi difendo sempre, faccio appello a tutte le mie risorse, spesso nello scontro contro qualcuno riconosco gli errori e ci medito sopra, e allora è tutta negativa la superbia? Non è più sbagliato, ipocrita l'atteggiamento di colui che vuole apparire umile e non lo è? e che cosa è l'umiltà? l'umiltà, forse, è la consapevolezza di essere persone imperfette che tentano di non annegare in un mare di disperazione. :U |
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Un conto è stimolare il cervello e un'altro è cercare lo scontro per partito preso e con la mente chiusa. In ogni situazione, da ogni esperienza si può trarre insegnamento, le critiche aiutano l'osservazione di noi stessi. E' sbagliato sopravvalutarsi come il sottovalutarsi, l'ottimale sarebbe quello di usare il cervello senza mettere in mezzo l'immagine personale che abbiamo di noi stessi. |
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Cercare di capire l'argomento è un'altra cosa, stimolare il cervello con argomenti nuovi che ti diano la possibilità di crescere non è cercare lo scontro per partito preso, scambiare le proprie idee potrebbe farci arrivare allo scontro ma come stimolo per migliorarsi! |
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A seconda di quello che vuoi fare potrebbe anche essere una forza, ma se credi nella possibilità evolutiva e/o la cerchi, la superbia è un impedimento, da questa equazione non si scappa. Al contrario l'umiltà, la vera umiltà che può anche non sembrare all'occhio poco attento, non quella di facciata, quella è un grosso aiuto. |
Superbia,umiltà.......ecc....e se fossero tutti "ingredienti" da saper usare in giusta misura?
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E' inutile e svantaggioso porsi nell'atteggiamento di falsa umiltà...dici bene(spero di non sbagliarmi nell'interpretare le tue parole icon_mrgr:) che l'umiltà deve essere reale, intima, qualcosa di prezioso da non sbandierare ai quattro venti, quell'umiltà che ci permette di riconoscere i nostri deficit, le capacità degli altri e , soprattutto, di non schiacciare nessuno in nome di un principio insano di superiorità..:@@ |
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Eh ma scusami Filo c'è una contraddizioni in termini non ti sembra? La superbia è elencata tra i 7 vizi capitali (c'è una bella discussione in forum va tirata sù..) come fà ad essere "buona"? Se è buona non è un vizio icon_mrgr: Poi la gincana di essere umili nei limiti e superbi nel giudiìcarsi me la spieghi che sarebbe una manna abbraccio: Detto questo non credere, ho ancora anch'io delle difficoltà a comprendere la superbia che stà dietro al non mettersi in gioco. Mi stride ancora moltissimo ma credo siano le mie difese, le mie abitudini ingrufagnite come un gatto dopo una lavatrice icon_mrgr: Ma se ci penso, se non mi metto in gioco, non rischio nulla. Come se quello che ho da perdere fosse troppo importante. Persino quando non dico qualcosa a qualcuno lo faccio a volte perchè dovrebbe arrivarci da solo (perchè IO ci arrivo perchè lui/lei non dovrebbero? manata.gif ) a volte perchè credo già di sapere come reagirà alle mie parole appioppandogli i miei pensieri..e questo è superbissimo piango.gif Senza contare poi il "non dico niente così mi cercano così mi confermano che sono importante :bleah: Più ci rifletto è più ho la sensazione che vivo in un mondo miosolomio, dove gli altri sono solo un qualcosa che è messo li o per nutrirmi o per accoltellarmi...IO al centro del mondo adesso inizio a vedere che diavolo significa. E forse è slegato ma mi pare che ci stia anche l'annoso mio problenma della fiducia..non so come prenderla ancora sta cosa, già l'avevo accennata parlando della figura autoritaria, ma non è solo una questione di non accettare le osservazioni perchè iosoloio mi conosco ma anche di non riuscire ad "uscire" dal mio piccolo mondo, non riuscire ad accettare che ci sia altro...l'abbandono che porta alla fiducia non è fattibile leggo.gif faticaaaaa |
Volevo dire una cosa..sul dire o non dire...in particolare sull'obbligare od obbligarsi a dire...può essere anche deleterio.
Capita che ci siano delle cose che non siamo pronti a dire o a sentirci dire (azz..mò che l'ho detto come faccio? :sornione: ritratto? ) e questo credo esuli dal concetto di superbia perchè per certi segreti, chiamiamoli così, ci vuole terreno e clima giusto per uscir fuori da sotto terra. Ecco, forse questo può essere un parametro per stabilire almeno un minino il confine tra superbia e difficoltà personale. Io sono stata obbligata a parlare anni e anni fà di una cosa estremamente brutta e difficile e non ho ottenuto l'ascolto che mi serviva per superarla, anzi, la cosa brutta è stata negata. Di qui il mio modo verso certe persone e certi argomenti di chiudermi a riccio, qui entriamo nel discorso fatto dillà però...difesa e aggressività repressa per un passato non risolto che lavora ancora. Superbia quindi, quando non ci si mette in gioco ma a volte anche difficoltà propria ad affrontare quello che, magari indirettamente, quel discorso in particolare stà toccando. Io ho preso per regola di non forzare gli altri quando vanno in difesa, la verità è che vado in automatica e insulsa difesa del mio steso meccanismo di difesa, quasi che avvalorare l'altrui reticenza possa giustificare la mia.... Se state per dire che sono una che si espone molto :H è vero..qui...clima e tereno adatto hanno accolto il semino che s'è schiuso ma fuori di qui sono ancora il brutto anatroccolo che si nasconde al mondo. Poverina eh? Un corno...l'anatroccolo s'è trasformato in cigno..Cenerentola ha sposato il principe.. e io a volte stò qui ad aspettare la muta..il bruco che diventa farfalla...invece di imparare ad amarmi perchè sono lunga e verde..hahahaha Si capisce poco lo so, ma sono ancora con i "lavori in corso" scusa.gif |
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Tento di spiegare la gincana tra l'umiltà e l'autostima...:o se riuscissi ad essere sinceramente umile constaterei senza difficoltà chi mi supera, chi è più bravo di me, accetterei tranquillamente di aver sbagliato, non subisserei il prossimo con la saccenteria, cosa che molti fanno senza rendersene conto (bha speriamo che sia chiaro...piango.gif!) La buona autostima mi permette di conoscere quanto di buono c'è in me, senza per questo vantarmene con gli altri, valutare le proprie capacità è necessario per vivere bene, non bisogna nascondersi o fare ipocrite autocritiche, il tentativo giusto per conoscersi veramente è trovare l'equilibrio tra l'umiltà e l'autostima ( superbia buona) :U |
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