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Manca la forza, manca l'energia, è vero lo sento, lo avverto. Non si ha la forza per mettere in pratica tutto quello che si è imparato, per non dipendere dal Maestro. Arrenderci a Noi stessi. Cosa vuol dire? Sembra l'indicazione del metodo che suggerisci per uscire. Noi abbiamo un toto di energia a disposizione ogni giorno che consumiamo o disperdiamo od utilizziamo. La maggior parte della dispersione è ovviamente nel quotidiano, con i vari confllitti, le varie dinamiche ecc ecc. Tutto quello non siamo Noi. Ma ci fa consumare energia che invece ci serve per uscire dal buco. L'immagine l'ho ma non riesco a razionalizzarla. Se sono in un buco per poter salire o salto caricaricando la molla con compressione, ma poi arrivata in cima non avrò energia per restarci, rischio di ricadere. Oppure come una mongolfiera mollo zavorra, allegerisco il carico e salgo. Una mongolfiera poi controllerà il fuoco per mantenere la quota. Ma questo cosa c'entra con l'arrendersi? E' vero che arrendersi è alleggerirsi della pesantezza della battaglia. Però è anceh vero che se serve energia quella è anceh data dall'attrito della nostra volontà con le varie meccanicità o nero. Si può risalire per compressione, ma si ricade. Voi che dite? |
Secondo me è per i "primi buchi", soprattutto quelli profondi è pressochè indispensabile un 'aiuto.
Difficilmente si può essere in grado di riuscire a risparmiare così tanta energia per fare tutto da soli, si può arrivare a risalire fino ad un certo punto ma poi uno che ci tende una mano bisogna pur trovarlo. Non parlo solo di un Maestro ma anche al limite di qualche evento , poi per ognuno può essere diverso, che sia la scintilla giusta che dia fuoco alle polveri da sparo che abbiamo accumulato, per la seconda cosa dobbiamo provvedere noi per la prima, come detto, all'inizio serve un input molto forte. Poi se sappiano sfruttare questa prima uscita dal buco, posto in cui avremo soggiornato per un periodo cospicuo, allora le cose potrebbero cambiare, cioè noi potremmo essere cambiati ed allora anche da soli saremo in grado di uscire dal buco, avremo muscoli più forti, mani più salde ecc presumo sarà diverso l'approccio all'uscita, avremo l'esperienza ecc, tutte cose che la prima volta mancano. |
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Si, o trucchetti inconsci che poi scopriamo mettere in pratica come ad esempio il forum stesso In una discussione ci si potrebbe creare delle tensioni con qualcuno pur di accendere il fuoco, solo che il più delle volte la vampata finisce con una bella e deleteria arrabbiatura. In fondo i pugili, almeno nei film, si fanno prendere a schiaffi per caricarsi. Alla fin fine è una questione di allenamento e buona volontà. Uff |
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A volte sembra di fare qualche passo avanti ma poi ne faccio dieci indietro manata.gif Sull'arrendersi a se stessi, penso sia una strada molto proficua, serve umiltà e credo anche molta energia, se non ho capito male permetterebbe di far spazio a qualcosa/qualcuno che la sa molto più lunga di noi. A tal proposito c'è una scena della serie Romanzo Criminale che mi ha inspirato in tal senso, (il delirio mistico fa di questi effetti icon_mrgr:) si trova scrivendo sul motore di ricerca di youtube "brutto scoprì chi sei eh", dura un minuto scarso. In sostanza c'è quello che guida la macchina che è appena scappato per paura da una sparatoria lasciando soli gli amici, e nello specchietto retrovisore gli appare il fantasma di un suo amico, morto ammazzato qualche tempo prima, che gli dice quella frase guardandolo con uno sguardo fisso abbastanza espressivo, almeno per me. Io ho rapportato (non credo fosse nelle intenzioni degli autori, è un pensiero mio) il guidatore alla persona, con le sue paure, incertezze, conflitti ecc e il fantasma dietro, al Sè, che ti sta alle spalle, ti vede, ti può far capire chi sei, ti fa capire che , se gli lasci spazio, vivi le cose per fargliele "conoscere", per rendergliene conto, anche se magari lui le sa già, è molto meglio per te... |
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Poi hai scritto che dobbiamo riappropriarci anche delle memorie precedenti , dunque non solo quello della vita che stiamo vivendo ma anche delle eredità ricevute? fine OT Citazione:
L'unico "trucco" che finora ho trovato, è quello di fare uno sforzo di volontà per superare l'empasse, e concentrarmi su qualcosa di specifico, in questo modo rimetto in circolo l'energia.. e funziona, pero' il più delle volte è una cosa temporanea, il che mi fa pensare di non essere realmente uscita dal buco... Citazione:
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Mi chiedo, ma forse è un'idiozia, la funzione di questi buchi. Voglio dire, sono solo trappole esistenziali o possono anche avere una loro funzione di crescita?
Perchè se dentro nel buco prima di voler a tutti i costi uscire facessimo un pò come nella grotta cercando di esplorare nel buio più buio quello che normalmente alla luce ci sfugge? Se ci fosse in quel buco uno dei nodi succhiosi (ahahah, scusate, non mi veniva un altro aggettivo) del passato e esplorandolo e scigliendolo potessimo recuperare l'energia per fare il salto fuori? E' una folle fantasia? leggo.gif |
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Poi non so se si parla invece di ottave perchè anche li è come se cadessi in buchi nei quali perdo ad esempio la concentrazione su un obiettivo che mi ero proposta...nonso.gif |
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Tu dici che quando si è nel buco è possibile ricapitolare e sciogliere il nodo? e con l'energia recuperata fare il salto per uscire? Non lo so, io quando sono nel buco mi sento inerme, senza forze ... e prima di poter ricominciare a lavorare devo "raccogliere" le energie uscirne, non ho altre a disposizione.. |
Boh (linguaggio proattivo icon_mrgr: ) forse parliamo di buchi diversi. Io ci stò in questo da così tanto tempo che le energie le ho impiegate per farci un divano e intessere una coperta diavolo.g:
Vabbeh no dai, scherzi a parte, ho la sensazione di aver trovato nel tempo buchi simili, come diceva il capo, ma sempre uguali di fondo anche se sempre più profondi. Adesso sò con più chiarezza qual'è il problema, problema che scava la buca,ma ho anche la percezione di una forza che scava, che mi toglie, letteralmente, la terra sotto i piedi, grammo a grammo :U e che l'erosione sia comunque opera mia :U quindi la forza origina da me...Saprei anche cosa fare, seppur in linea teorica, ma non sò come, mi manca la forza è vero ma ho idea che la forza ci sia solo che è dispersa in fuori ad incavolarmi con la situazione, il tempo, Tizio X, Tizia Y e via dicendo. Non riesco a trattenere a sufficienza per incazzolarmi con me stessa,perchè è in me il come. Mentalmente ho l'immagine del gatto (o della rana o canguro o cavalletta...alla fine il concetto è sempre quello) che per saltare avvicina tantissimo l'arto al petto, un assurdità a guardare, ci si abbassa moltissimo per ottenere uno slancio in alto maggiore. Anche se ho notato, sperimentando icon_mrgr:, che esiste un punto in basso oltre al quale non ci si prepara più al salto ma si cade giù, e la stessa forza per scendere non dev'essere scendere e basta ma ... slanciarsi...al contrario :U Oltre ai vaneggi sui salti comunque ragionavo anche sull'energia. Un pò ovunque ho letto che di nostro, di serbatoio, di energia ne abbiamo pochetta e che in realtà attingiamo altrove. In quest'ottica sentirsi senza forze potrebbe non essere averne meno ma essere "solo" più consapevoli di come stiamo di solito davvero, scarichi, e che se riuscissimo ad attingere in quel momento probabilmente riusciremmo anche a capire un pò meglio come trovare la Fonte... Infine,per uscire da un buco ci si può anche arrampicare, con mani e piedi ma il rischio di far franare ulteriore terreno è altissimo. stosvegli: |
Bello questo 3d, ringrazio Sole per averlo riportato all'attenzione. Nei 10000 e passa post Uno sembra abbia parlato proprio di tutto, qui dovrei trovare qualche risposta a quanto mi sta accadendo ultimamente, cioè dolori traumi e dire si. Ma visto che la mia mente è particolarmente fervida di immagini voglio andare coi piedi di piombo magari facendo qualche domanda di verifica.
Sto osservando i miei cicli e ricicli continui, si tratta forse di ricadere nello stesso buco di cui si parla qui? Se si dovrei trovare la forza dal trauma per non ricaderci più. Magari rendere più chiaro il concetto di saturazione prima del trauma, non è ancora entrato dentro. Non ne ho avuto ancora abbastanza vuol dire non sono satura? il trauma che segue potrebbe non essere risolutivo quindi non è un vero trauma? E dell'arrendersi a se stessi potrei affermare che il mio dire si corrisponda all'arrendermi a me stessa, ovvevo a non opporre grande resistenza? Il mio dire si mi sta apportando dei benefici in diversi ambiti, ma non vorrei confondere le due cose. |
Per me nel buco va impiegato quello che si è messo da parte durante il periodo di veglia.
Mi spiego. Se durante la veglia riesco a recuperare energia e forza con i vari metodi che conosciamo, nel momento inevitabile (per crescere e diventare adulti) della caduta nel buco dovrei avere la forza di non disperdere e automotivarmi per l'uscita. Come se ci dovessimo lasciare delle ancore di salvezza. |
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Fin'ora la risposta che mi sono data è che si arriva a un certo punto in cui finalmente riusciamo ad abbandonare ogni resistenza della mente che cerca effetti speciali, in quel momento riusciamo a riconoscere l'utilità e il bisogno di certe pratiche come potrebbero essere il t.a. o i 5 tibetani o qualsiasi altra cosa SEMPLICE che ci è stata indicata. Fino a quando non avviene questa resa, ci sembra di lavorare, magari facciamo anche qualcosa ma in realtà ci stiamo ingannando perchè siamo impegolati nella ricerca di qualcosa. La resa a se stessi forse consente di lavorare con costanza spontanea (non con incaponimento) inziando da cose apparentemente banalissime come tenere la concentrazione su un piede o sull'ombelico senza che la mente ci porti via dal nostro obiettivo, come se fossero naturali e senza cercare altro.. |
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