La Colpa
Ho notato che non c'e' un 3d sulla colpa.
Colpa : azione contro la morale o le leggi per la quale e' prevista una sanzione quale essa sia. Non puo' esserci colpa senza sanzione . Vorrei introdurre l'argomento di enorme portata senza fare riferimenti a teorie o credi particolari anche se sara' forse necessario arrivarci per confrontare quello che avremo pensato. Due domande : perche' nasce e da dove nasce la colpa? Comincerei a distiguerei una colpa che serve a fini di convivenza sociale come selezione di azioni che vanno contro le norme che garantiscono la convivenza , da una colpa che riguarda esclusivamente la sfera personale come la selezione di azioni che non hanno influenza nel sociale . Mi sono accorto ad esempio che nei 10 comandamenti questa distinzione non esiste . L'azione che lede la sfera altrui e' sanzionata tanto quanto l'azione che non la lede tipo non rubare , non uccidere e non avrai altro Dio all'infuori di me o non desiderare la donna d'altri o non commettere atti impuri ecc. Sono due tipi di colpe diverse o hanno lo stesso fondamento . E' possibile pensare che la colpa che sanziona l'azione che agisce esclusivamente sulla sfera personale sia invece del tutto inutile alla crescita dell'individuo cioe' all'integrazione e superamento del comportamento contro la morale . La colpa non causa forse una repressione dannosa che non favorisce l'integrazione? Alla fine la morale e quindi la colpa che sanziona i comportamenti che operano nella sfera esclusivamente personale a che servono? Al momento non riesco ad introdurre meglio . Spero siano chiare le domande che mi pongo. |
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se agisco contro la società agisco anche contro di me e se ledo la mia persona facendomi del male o impedendomi di crescere indirettamente danneggio anche la società in cui sono immerso. Sempre a mio avviso si può essere o meno d'accordo sulle colpe, sulle sanzioni, sul tipo di morale imperante in un dato momento e contesto storico/geografico, ecc, però il concetto di colpa e di sanzione in astratto credo siano necessari prima di tutto all'individuo e poi di riflesso alla società: certo è necessario che non vi sia la creazione di un senso di colpa paralizzante o inibente, ma che porti alla reale comprensione e al reale superamento del proprio errore. |
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La colpa verso gli altri la vedo come una conseguenza di una mancanza in se stessi, difficilmente se stò bene con me, se non mi manca nulla (e torniamo sui sempiterni bisogni) cercherò di ledere gli altri, anzi, Se consideriamo una colpa, come dici tu, come una violazione contro la legge e la morale comprendiamo per forza le due sfere, privato e sociale, perchè le leggi sono per la comunioà e la morale nasce da un bisogno di regolamentare una sorta di pudore, di costituzione interiore. Se giro nuda in mezzo a degli aborigeni non violerò nè leggi nè morale ma se mi ostinassi a farlo a Milano violerò entrambe. Magari non quelle di Piddu che non vede l'ora che capiti ( sotto effetto degli allucinogeni icon_mrgr: ) ma per quelle della maggior parte della gente si Colpa e senso di colpa poi sono due espressioni da esplorare..leggo.gif |
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Le leggi iniziali quindi nascono per indicare come non ledere a se stessi o l'altro senza fare differenza perchè la differenza, dal punto di vista essenziale, non c'è. Poi le leggi degli uomini, costruite su queste, ma perdendo via via il senso iniziale, trasportano nella società i principi e si sviluppano. A causa della perdita di senso esiste il rischio che si conformino delle leggi, usanze e morali inutili, anche se il nucleo, quelle leggi che grossomodo tutti riconoscono (non uccidere ecc.) conservano il loro valore. Questo per dire, trasportando il discorso nello psicologico, che le leggi e la morale, almeno la parte centrale che non contiene degenerazioni, sono l'applicazione sociale di istanze presenti in noi. Da qui la colpa. Agire contro queste istanze è agire contro la parte centrale di noi (chiamalo Se se vuoi). Le sanzioni sono dei tentativi di redimersi, di inziare ad aggiustare/guarire. Il senso di colpa è altro, ma c'è il tread apposito. Anche se il succo di quel discorso, la faccenda del digerire l'impressione, da l'idea della colpa come la difficoltà di prendere completa consapevolezza della portata dell'azione e delle conseguenze. Consapevolezza che cresce l'individuo e lo porta ad unificarsi. Quindi la colpa allo scopo del suo superamento. |
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Ma anche il concetto induista Brama/ atma cioe' Spirito compresente in noi o i vari gradi dell'essere che la Natura contempla: luce satva , passione rayas , ignoranza tamas non implicano il concetto di colpa : anche a partire da tamas/ignoranza si arriva alla luce con l'insegnamento che proviene dalla sofferenza . Per non parlare poi della religione greca classica che poi ne e' una derivazione in cui dalla devozione verso la Natura proviene una divinizzazione dell'umano in tutte le sue forme anche quelle per la nostra concezione ritenute amorali. Come gia' s'e' detto Ermes era il Dio protettore dei ladri !!! Lo stesso vale per l'Alchimia in cui senza materia grossolana non si va da nessuna parte . Purtroppo siamo gia' alle citazioni dei sistemi perche' gia' noi , contaminati da un sistema, non riusciamo a ragionare senza avere riferimenti . Voglio dire il concetto di colpa non era sempre esistente o almeno non come lo conosciamo noi e questo ci costringe a contemplare altre possibilita' e un altro rapporto tra noi ed il comportamento amorale a cui siamo abituati. |
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No daiabbraccio: non mi ci vedo !! |
Anche il caso Marrazzo ci aiuta a ragionare sulla colpa .
Quale colpa ? Sai le risate , sbagliate ,che si fa l'amico della D'addario !!! |
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Mi limiterei ad un "freddo e cinico" equilibrio secondo le leggi fisiche (le quali agiscono appunto fuori dalla moralità umana) e che, per mantenersi tale, ha bisogno di un corrispettivo bilanciamento su entrambe le braccia della bilancia. Ossia per ogni avere deve corrispondere un proporzionato dare. Per ogni più deve corrispondere il rispettivo meno, etc.. Tutto l'Universo si basa su questo equilibrio, e per chi si muove conformemente ad Esso sa che ogni conquista od ottenimento necessita il suo dovuto pagamento. Nulla è gratis, se ad esempio voglio crescere interiormente dovrò pagare con degli "sforzi coscienti" per dirla alla Gurdjieff, etc.. In quest'ottica, chi ignora le leggi universali e ottiene indebitamente un certo avere, senza il rispettivo dare, ecco che incappa nella colpa. Colpa che è proprio un "fardello" che ci infligge l'Universo e che dobbiamo portarci dietro a mo' di bilanciamento per sopperire al nostro mancato pagamento, il cui unico modo per sbarazzarsene è saldare finalmente quel debito, tenendo però anche conto degli interessi che possono essere maturati nel frattempo... Se il peccato è una pecca, mancanza, la colpa è l'altra faccia della medaglia che comprende un peso corrispondente a quella mancanza. |
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Da dove nasce la colpa ? Da chi incolpa qualcuno, quindi per avere una colpa ci deve anche essere chi giudica. La prima colpa che abbiamo nella storia umana è quella dei nostri progenitori, che si trasmette di generazione in generazione, qui l'azione è stata quella di fare una cosa proibita, sapendo già prima cosa sarebbe avvenuto come conseguenza dell'azione. Citazione:
Nella sfera esclusivamente personale penso che se se delinea una colpa vuol dire che nel comportamento ci sia qualcosa lesivo della sfera altrui, al di là della morale. Parto dal fatto che se un comportamento viene definito colpevole vuol dire che in qualche modo lede il diritto e il rispetto dell'altra persona. Se invece un individuo nella sfera personale danneggia solamente se stesso, penso che più di colpa e di un giudice, abbia bisogno di un medico o di uno psicologo, anche se penso che il termine colpa si rifersica di un'azione verso altro da sè. |
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Ma nel rapporto dell'uomo con se' stesso? In effetti tutti i sistemi non religiosi fanno riferimento alla conoscenza meglio sapienza o all'ignoranza per giustificare il bene o il male . Se conosci fai il bene se non conosci inevitabilmente fai il male e pertanto non sei colpevole . Questo modo di procedere e' chiamato Gnosi ed e' avversato dalla Chiesa che basa la salvezza sulla fede e le opere . Dunque nella sfera esclusivamente personale l'ignoranza scusa secondo gli gnostici? Credo di si perche' la punizione e' un fatto personale ed e' costituita dalle conseguenze di quell'ignoranza ma non dalla colpa . Va detto pero' che dall'antico testamento al nuovo si passa dai comandamenti cioe' dalle leggi da osservare a quell'unico comandamento che e' ama il prossimo come te stesso che mi pare richiami la conoscenza necessaria ad amare se' e quindi gli altri. Ritorno percio' alla domanda perche' la colpa e da dove viene la colpa ? |
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se conosci , meglio se comprendi non puoi fare il male e' evidente: la conoscenza ti da' uno stato dell'essere che non te lo consente . Se fai il male perche' non comprendi sei colpevole nel senso che il male e' attribuibile a te ma sei in colpa per essere in stato di ignoranza? Devo correggere la definizione di colpa : non e' un'azione contraria alla morale o a leggi ma e' un giudizio sul comportamento amorale . Parliamo dell'inosservanza di regole che non ledono la sfera altrui ma solo la propria per quelle ci sono le leggi. |
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Ogni azione atta al bene ha come controparte un male proporzionato. Un esempio ne è Padre Pio che, sebbene Santo, si confessava ogni giorno o quasi... Lo so che non è di immediata comprensione però, essendo la vita come un grande acquario, ci troviamo tutti immersi e in comunicazione uno con l'altro. Qualsiasi bene che faccio a uno corrisponde al male per un altro. Se un pesce tropicale ha bisogno di acqua calda e io aumento la temperatura, farò del male a quei pesci che vivono meglio invece in acqua fredda, etc... |
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La colpa come fa ad essere un giudizio? Di chi poi? Se io sento colpa giudico il comportamento, non viceversa. La sento se entro in risonanza, se paragono l'azione a me. La conoscenza non basta ad impedirmi di fare il male, anzi proprio la conoscenza, come dice Kael, mi dice che non posso non fare il male, ma solo il male minore... e in ogni caso potrei agire male, malissimo, pur sapendo che non dovrei. Il mondo è pieno di azioni maligne compiute consapevolmente. Banalmente se non so che col rosso non si passa e passo sono colpevole, se lo so, posso passare lo stesso e sono ancora più colpevole. |
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A Ray rispondo che la conoscenza a cui faccio riferimento e' la Sapienza non la semplice conoscenza del precetto morale . Conoscere il precetto non significa Conoscere o Comprendere che e' invece concetto legato a cose ben piu' estese. Sul comportamento che lede anche gli altri dico che forse e' vero ma che allora dovrebbe esser anche il contrario la qual cosa non e' mi pare : cioe' che il bene che si fa e' bene che influenza anche gli altri. Che la colpa sia un giudizio mi pare evidente , e' un sostantivo che definisce il giudizio su un comportamento , non e' un comportamento altrimenti sarebbe ''colposo '' aggettivo che significa tutt'altra cosa. Sin dal primo post ho distinto la colpa per azioni che agiscono nella propria sfera e quella altrui disciplinate da regole diverse. Vedi anche il post n 5. |
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Basta pensare, come esempio, al bene che fai a chi ti circonda quando cresci, anche solo psicologicamente. Metti di risolverti un conflitto o una nevrosi o quel che è. Non fa indirettamente del bene a tutti quelli che ti circondano e hanno a che fare con te? E questo poi si dirama a tutti quelli che hanno a che fare con loro, anche se in misura minore e così via, all'infinito. |
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Per farla corta senno' chissa dove andiamo a finire , detta in soldoni la colpa e' una grande balla inventata come strumento per veicolare dei messaggi a tutti e/o per conservare un potere . Nessun giudizio di colpa e' in realta' possibile nei confronti di nessuno cosi' come nessuno puo' chiedere ad alcuno piu' di quello che questi e' in grado di fare . |
Perdonatemi se salto a piedi pari tutti i post (prometto che li riprenderò quando potrò) ma...
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Il fatta che la usino a volte per cose losche non vuol dire nulla |
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Credo che sia un vero ostacolo alla comprensione da parte del singolo . Come faccio a capire se mi impediscono di vivere pienamente la mia parte contraria alla morale corrente . Allora torniamo a: perche' e quando e' nata la colpa ? |
La colpa è nata con il peccato, quando l'uomo ha iniziato a conoscere e a poter(poter non è detto che lo faccia) agire non solo per sopravvivere ma anche per vivere.
Se non faceva spazio (pecca, mancanza) nella coscienza non poteva... Come lo fai lo spazio? O butti via qualcosa o dai dei colpi per accatastare meglio le cose. |
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Cioè se vuoi possiamo anche parlare di tutte le volte che la colpa viene usata male, viene degenerata, e tutto il resto, ma io speravo di poter parlare della vera colpa... |
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Qual'e' la vera colpa? il vero giudizio?, perche' esiste e da dove viene questa condanna . L'esistenza di leggi umìniversali non implicano ancora un giudizio e quindi una colpa . La colpa e' una costruzione successiva. A meno che tu non dica che nasciamo con la colpa. Uno dice che la colpa nasce col peccato ma siamo gia' oltre abbiamo gia' legato l'uomo in questo modo, legato alla religione . |
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Ti ho detto che per agire che non sia solo istinto e sopravvivenza devi per forza affrontare il concetto di colpa e peccato. Un koala che mangia, gira per gli alberi fa le sue cosine dal koala, è molto probabile che viva la sua vita interamente senza mai incontrare la colpa. Un cane che vive con un uomo e mostra di capire che certe cose hanno una conseguenza se esplora (giocando o altro) alcuni territori può imbattersi nella colpa. Se associ il concetto colpa solo a: "ho fatto qualcosa di sbagliato" e non vedi il contorno non ne puoi afferrare la profondità come non puoi farlo del peccato da dove deriva la colpa. Papale, papale... senza peccato e colpe saremmo poco più che delle amebe. Quando iniziamo a muoverci è inevitabile che ci poniamo in condizione di peccato, dobbiamo fare spazio per accogliere altro rispetto a ciò che c'è già. La colpa ed in particolare il senso di colpa, quando è sano, ci aiuta a mettere in ordine il nuovo che peschiamo in giro. La colpa a differenza del peccato non è indispensabile, se agisci rettamente, cioè (tra l'altro) segui delle logiche e non infili in coscienza esperienze a casaccio, non hai per forza bisogno di avere delle colpe, sentirti in colpa. Vedi la colpa come una paletta usata in un ripostiglio dove metti bottiglie. Finchè metti le bottiglie dentro con calma, in ordine, ben disposte, quella paletta non ti serve. Se fai cadere le bottiglie perchè entri di corsa, perchè hai fatto delle pile traballanti etc... le bottiglie cadono si rompono e con la paletta tiri su i cocci. Poi potrei ricominciare a portare nuove bottiglie. Se lasci i cocci in mezzo non lavori più, ti fai male ogni volta che ci passi sopra etc... Ma non dirmi che la colpa è un invenzione strumentale della morale dell'uomo, è qualcosa che ha radici interiori più profonde. Se fai una ca@@ e non ti senti in colpa mi dici come potresti rimettere in ordine le cose? Se non ti senti in colpa (e può succedere) rischi di ignorare ciò che hai fatto, di lasciarlo ad ammorbare la coscienza e comunque non esserne consapevole. A qualcuno può piacere, ma è una sorta di vegetare parziale. D'altro canto, e qui convengo, ci si può affezionare al senso di colpa e metterla/tenerla in funzione anche quando non è necessario, ma non è colpa, appunto, di qualcosa esterno a noi. Lo è se qualcuno vuole instillarci il senso di colpa per manipolarci, ma questo è solo un aspetto della faccenda non è tutta la faccenda. |
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Se invece le sistemi con attenzione, con giudizio, potrai fare a meno della paletta. Colpa non come giudizio quindi, ma come assenza di giudizio, come allontanamento dalla retta via, etc.. |
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