Ermopoli

Ermopoli (https://ermopoli.it/portale/index.php)
-   Psicologia moderna e antica (https://ermopoli.it/portale/forumdisplay.php?f=20)
-   -   Mamma chioccia (https://ermopoli.it/portale/showthread.php?t=4272)

dafne 12-05-2008 20.16.29

Mamma chioccia
 
Spero che sia nella sezione giusta, volevo postarlo in esperienze ma poi avrebbe preso un tono troppo personale e, magari, mi auguro (lo spero proprio icon_mrgr: ) capita anche a qualcun'altro...
Dunque, partiamo dicendo che in generale le discussioni, i litigi, mi mettono molto a disagio, mi fanno stare male, forse anche per un tipo di reazione appreso da mia mamma cerco sempre di evitarle. Allo stesso tempo però mi capita di essere permalosa e lanciare delle sassate..ma questa è un'altra storia :@@
Quando mi ritrovo di fronte a due persone a cui sono legata che entrano in attrito, specie di quel tipo di attrito che facilmente porta alle rotture ecco che d'istinto mi devo mettere in mezzo. In qualche modo devo fare da paciere, devo adoperarmi per fare da intermediario in modo che le cose si appianino. Ho fatto per anni da cuscinetto, per esempio, tra il mio ex marito e il mondo intero, difendendo lui da una parte e il resto del mondo dall'altra.Una mediazione vera e propria a costo, delle volte, di rimetterci io personalmente pur di sistemare le cose.
Ho cercto di far mente locale su questa cosa, di capire perchè io senta quasi il bisogno fisico di intromettermi perchè se fosse solo una sorta di "allergia" alle discissioni come pensavo mi volterei dall'altra parte e sarebbe fatta. Nel caso del mio ex marito mi sono sempre giustificata dicendo che era un mio "dovere" aiutarlo e difenderlo..ma allora perchè perorare la causa di chi è dall'altra parte?
Ma la figura di un marito coinvolge anche altre sfere quindi ho guardato altrove e proprio ieri tra i miei compagni di corso è scoppiata una specie di lite, una delle ragazze ha fatto una battuta innocentiissima sull'abbigliamento molto estivo di un'altra, con cui io vado piuttosto d'accordo e quest'ultima se l'è presa in modo esagerato rispondendo anche un pò male e dando lo start a una possibile lunga e fastidiosa discussione che è stata interrotta solo perchè la nostra prof si è imposta dicendo di continuare la lezione.
Ora, poi la mia amica è andata via ed è capitato, ovviamente, di discutere sulla sua reazione esagerata. Anche secondo me era stata davvero inopportuna ma non ho potuto fare a meno di dire che è il suo modo di essere, di reagire a tutto. Poi sono stata aiutata anche da un'altra ragazza che ha visto anche lei la sua reazione esagerata come una forma di difesa. Insomma, ho detto a quella che aveva fatto la battuta che aveva ragione a prendersela un pò ma poi non tanto perchè se l'altra aveva reagito così probabilmente c'è un perchè.. (come se uno non potesse essere semplicemente stronzo....) Ho pensato per un pò di avere una specie di sindrome di superiorità, come se mi sentissi tanto brava da poter risolvere ogni discussione, ma non è così, fondamentalmente mi sento proprio male se non lo faccio, se non intervengo..
Uffa, sento che c'è qualcosa dietro a questo bisogno di metter pace tra tutti, a voler sistemare tutto, e non è solo una forma di buonismo.
Alle volte ancora oggi, nonostante tutto se non stò attenta tendo ancora ad andare in difesa del mio ex marito per esempio.
Perchè?
Perchè non riesco a non mettermi in mezzo se almeno uno dei soggetti che stà entrando in attrito è una persona a cui tengo? Perchè se ci penso lo percepisco quasi come una forma di dovere? nonso.gif
Capita mai a nessun altro?
fiori.gif

Ray 12-05-2008 20.29.49

Eppure nel titolo avevao visto la parola "mamma"... mentre qui si parla di amiche e marito icon_mrgr: ...

Beh, il voler proteggere, il dover proteggere, può anche essere una forma di controllo forse... no?

dafne 12-05-2008 20.43.47

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53203)
Eppure nel titolo avevao visto la parola "mamma"... mentre qui si parla di amiche e marito icon_mrgr: ...

Beh, il voler proteggere, il dover proteggere, può anche essere una forma di controllo forse... no?

Controllo mio sulla situazione critica? O sulle persone coinvolte? Un pò come dire "vedi che hai bisogno di me?"
Non lo so, in realtà la discussione mi genera piuttosto l'ansia del tipo "oddio si fanno male", non sò come spiegarlo, poi ci sono situazioni differenti, ci sono anche i casi in cui mi rendo conto io che ne sono estranea che due stanno magari dicendo la stessa cosa ma con parole diverse. Ma quello va bene, è quando non permetto, in un certo senso, che due "se le diano", anche se a parole,adoperandomi per sedare una situazione critica. Situazione che, nove volte su dieci proprio perchè coinvolge quelle persone torna a ripresentarsi sotto altre forma in altri momenti..
Non so se riesco a spiegarmi...

dafne 12-05-2008 21.06.07

sarcastic: e se fosse un mix di cose?
Voglio dire, in effetti il controllo ci starebbe, controllo che le cose attorno a me vadano bene..poi c'è forse anche il bisogno (solito, straufffffff) di essere riconosciuta, di essere importante e, forse il fatto che comunque il fatto che le persone attorno a me siano in armonia fa stare bene anche me.
Forse anche il bisogno di dire il mio parere, di essere una voce ascoltata e non come semprre silenziata
Devo sempre prendere le difese di qualcuno, forse perchè non so prenderle per me?
...fermatemiiii... icon_mrgr:

stella 12-05-2008 21.27.06

Penso che tu dentro di te sapevi che stavi difendendo una persona che, obiettivamente, con la sua reazione esagerata, si era messa dalla parte del torto.
Quindi non è che in questo modo difendevi la persona più debole, bensì le persone che si sanno difendere da sole...
Quindi una giustificazione che fa sembrare meno pesante il loro comportamento, rendondolo quasi accettabile...

Io mi ricordo che quando capitava che i miei genitori litigassero cercavo di intenerire quello che mi sembrava il più forte dicendo che faceva soffrire il più debole...
In pratica intercedevo con mio padre perchè non sopportavo veder piangere mia madre...
ma per fortuna accadeva di rado e finiva sempre con pace fatta...
Ma questa situazione è l'opposto mi sembra, visto che mi schieravo sempre col più debole...

:C:

Astral 12-05-2008 22.11.10

Non è che dietro ogni comportamento psicologico ci deve essere necessariamente un "ego" che agisce in base a blocchi o propositi egoistici... mi spiego meglio:

Il fatto di essere mediatori oppure mettere pace tra due persone, può essere anche una qualità che ti ritrovi e che fino adesso non hai mai valutato.


Sia chiaro, qualità che può diventare difetto, qualora in certi casi sarebbe meglio stare in disparte, o comunque se da parte tua vuoi avere il controllo della situazione.

Devi vedere tu quando è una potenziale qualità, oppure invece è frutto di un condizionamento.

Poi ti sei un po' risposta dicendo che non sopporti le liti, e quindi forse hai dispiacere a vedere le controparti litigare.

E ancora...

Cosa succede se le due parti litigano? Significa che essendo legate ad entrambi, poi devi fare una scelta, o di qui o di li. Questo sicuramente è doloroso.

Insomma qualche spunto ce l'hai:sornione:


P.S: cmq ha ragione Ray sul titolo, magari è più adatto L'intermediaria o un titolo simile per il topic, ma fa nulla :H abbraccio:

Ray 12-05-2008 22.31.51

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53207)
Non è che dietro ogni comportamento psicologico ci deve essere necessariamente un "ego" che agisce in base a blocchi o propositi egoistici...

Dietro ad ogni comportamento no, ma dietro ad ogni "bisogno fisiologico", in generale ad ogni non poter fare a meno, c'è un meccanismo. E questo meccanismo può dominare. D'altra parte la stessa Dafne ammette di avere questa come tendenza, non di sceglierla.

Il titolo invece va benissimo, la mia era un provocazione. Infatti credo si parli di iperprotezione... tendenza a cui pare siano particolarmente soggette le mamme italiane.

Iperprotezione potremmo forse definirla come il voler proteggere chi non ha bisogno di esser protetto.. o addirittura, come nel caso di figli grandi, chi ha bisogno di non esser più protetto. Ma certamente possiamo trovare definizioni migliori.

Se proteggo chi non ne ha bisogno, chi sto proteggendo in realtà? Quale è il reale motivo, o almeno il motivo principale del mio proteggere?

griselda 13-05-2008 09.28.44

C'è l'ho pure io Daf.
Da bambina quando i miei litigavano entravo sempre nella discussione per sedare la situazione. La prima volta lo feci spinta dall'ansia che mi provocava ciò, poi mia madre mi insegnò a farlo sempre, mi spingeva in qualche modo a intenerire mio padre in modo che smettesse di urlare, poi imparai a farlo anche imponendomi ma ero già più grande.
Io iniziai a farlo per me, perchè mi faceva stare male sentirli urlare e vedere quelle scene, non reggevo e poi visto che era stato approvato da mia madre continuai a farlo sempre.

Nella mia vita ho sempre preso le difese del più debole, ( che poi magari era debole solo in quella discussione, ma il mio affetto mi faceva muovere e mi identificavo) anche quando avrei potuto altamente fregarmene, invece lottavo a spada tratta per difenderlo. Mi sa tanto che mi sentivo parte della categoria. Forse difendendo lui riuscivo a difendere me, che invece sotto accusa tacevo e speravo che qualcuno prendesse incosciamente le mie difese.( cosa che non succedeva mai)

Alla fine difendo l'altro perchè non reggo la situazione, io difficilemente inizierei una discussione, tendo a lasciar correre perchè mi mette ansia discutere, (anche quando penso di essere dalla parte della ragione) quindi credo che anche quando vedo o sento gli altri mi salga l'ansia e quindi intervengo così quella tensione si allenta e se smettono sto bene.
Poi vabbeh quando do ragione ad uno o all'altro è chiaro che ciò che dico è ciò che penso e non accetto di fare o dire io quindi giudico l'altro e lo attacco con la scusa di difendere l'altro. icon_mrgr:

La mia è una forma di controllo degli altri, credo, perchè non controllo la mia ansia che guizza da tutte le parti e chiaro che poi quando reagisco spesso vedo dietro cosa è stato a farmelo fare, sempre dopo eh? martello.:
Bon sicuramente ci sarà anche altro ma non lo vedo ancora.
:C:

Uno 13-05-2008 09.56.51

Un punto fondamentale su cui bisognerebbe ragionare è il litigio.
Ci sono vari tipi di litigio, anzi che chiamiamo litigi, tant'è che discutere a volte in un certo contesto da l'idea del litigio. Comunque senza entrare nelle etimologie il senso di quello che volevo dire è che c'è il litigio e la discussione sterile e lo scontrarsi di punti di vista diversi che può portare qualcosa di buono.
In definitiva in qualsiasi discussione ci sono tre possibilità ed infinite sfumature tra esse, A convince B della bonta di quello che dice, B convince A, A e B trovano un punto di accordo, un compromesso, si accorgono di non avere avuto nessuno di due la verità prima.
Posto che nessuno ah la verità assoluta, ci sono diversi livelli di precisione ed imprecisione, la nostra speranza come umani è di arrivare a selezionare livelli di precisione sempre più alti.
Se una discussione (quindi anche un litigio, purchè non sia violento) direttamente o indirettamente aiuta a raggiungere un livello di precisione maggiore di verità non andrebbe fermato anche se fa star male, non da una terza persona almeno.
Diverso il discorso è sulla non civiltà di cui siamo ancora imbevuti, se due arrivano ad ammazzarsi per imporre la propria verità bisogna fermarli, almeno provarci.

Il dubbio ora si sposta se la terza persona è in grado di stabilire se il contenzioso è portatore di verità o solo un battibecco, quelli che io definisco mamma chioccia considerano tutti del secondo tipo più o meno... e da qui si potrebbe andare avanti nell'analisi....

Astral 13-05-2008 13.33.24

Infatti questo è un punto importante per la riflessione, a me invece capita che quando due discutono, ci godo proprio a vederli discutere( sarò sadico), poi magari intervengo e cerco di trovare una sfumatura tra il loro bianco e nero.

Il problema è anche come vivi sto battibecco. Ti disperi? ti viene l'ansia?

Certo il punto è il litigio: magari se discutono due persone violente, forse è il caso di agire in modo diverso.

Purtroppo quando si discute ognuno vuole avere ragione, perchè senno si soccombe, e si cerca di affermare se stessi ad ogni costo, spesso anche con molta ignoranza, che in certi casi bisogna fare contenta e cog....ta la persona.:C:

Era 13-05-2008 13.56.23

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53203)
Eppure nel titolo avevao visto la parola "mamma"... mentre qui si parla di amiche e marito icon_mrgr: ...

Beh, il voler proteggere, il dover proteggere, può anche essere una forma di controllo forse... no?

in effetti marito e amiche battono mamma 2 a 0

cara Daffi ti presento una chiocchiachioccia....che per un tot di tempo ha pensato di non esserlo più...vuoi che tentava di essere mamma di tutti e in fondo non sempre le piaceva...vuoi che si limitava perchè qualcuno le ha fatto capire che immaginare un mondo rosa non è essere buoni...ma è un essere ciechi...
quel "tentava" la dice alla grande...e la vedo come Ray...stringi stringi aiutare...proteggere...coccolare è una lama a doppio taglio...vuoi per chi ogni tanto s' inc..za per motivi suoi...e forse sta roba le è anche utile...vuoi per chi difende ...che consciamente o inconsciamente crea dei legami (per capirci: ma che brava che sono!!! ma quanto mi vogliono bene!!! e se non era per me...ecc..ecc..) e altrettanto consciamente o inconsciamente cerca di coprire/riempire vuoti o buchi del suo vissuto....

p.s. non sto giudicando sto solo portando un' esperienza

dafne 13-05-2008 15.11.43

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53208)

Se proteggo chi non ne ha bisogno, chi sto proteggendo in realtà? Quale è il reale motivo, o almeno il motivo principale del mio proteggere?

mmm
proteggo me? Ma non la me di adesso ma la me che in altre situazioni in passato coinvolta in un battibecco non ha saputo difendersi e invece di capire l'errore è stata mortificata e zittita? (mortificata da me stessa anche, perchè non ho saputo spiegarmi bene e ribattere nel modo giusto, non solo mortificata nel senso di umiliata dall'altro) dry.gif Per analogia potrebbe, dico potrebbe, la mia mente aver assunto come verità che i battibecchi servono solo a umiliare e ferire e magari, dico magari, difendo A o B non tanto per evitare a uno dei due la sconfitta (perchè inconsciamente non lego mai una discussione a un lieto fine..) ma per non rivivere la mia?

dafne 13-05-2008 15.41.30

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53214)
Il dubbio ora si sposta se la terza persona è in grado di stabilire se il contenzioso è portatore di verità o solo un battibecco, quelli che io definisco mamma chioccia considerano tutti del secondo tipo più o meno... e da qui si potrebbe andare avanti nell'analisi....

scritto e cancellato almeno 5 volte. Se un battibecco è solo un battibhecco non mi sento molto tirata in causa per la verità, lascio che com'è cominciato finisca, è quando percepisco la tempesta che vado in ansia. Quando c'è una possibilità di rottura, quando c'è A che stà per demolire B, anche solo a parole, insomma quando sento che un equilibrio si stà per rompere.
Mah..comunque vorrei si che tutti fossero sereni, ma temo non sia tanto uno slancio di bontà quanto un "se tutti stanno tranquilli nessuno può darmi fastidio"..non sò se riesco a spiegarmi.
Mamma di tutti Era? Forse si, magari è davvero "solo" questo..anche se non ho ancora smesso di fare la figlia figurati..martello.:

nonono.gif non so

RedWitch 13-05-2008 15.51.06

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53214)
Se una discussione (quindi anche un litigio, purchè non sia violento) direttamente o indirettamente aiuta a raggiungere un livello di precisione maggiore di verità non andrebbe fermato anche se fa star male, non da una terza persona almeno.
Diverso il discorso è sulla non civiltà di cui siamo ancora imbevuti, se due arrivano ad ammazzarsi per imporre la propria verità bisogna fermarli, almeno provarci.

Il dubbio ora si sposta se la terza persona è in grado di stabilire se il contenzioso è portatore di verità o solo un battibecco, quelli che io definisco mamma chioccia considerano tutti del secondo tipo più o meno... e da qui si potrebbe andare avanti nell'analisi....

Quel che mi viene da dire leggendo l'ultimo periodo è: "ma chi sono io per decidere cosa è bene o cosa è male per le due persone che stanno litigando?"... in fondo non posso essere sicura che si tratti di un battibecco e anche se lo fosse... in pratica è un catalogare a priori tutte le discussini come inutili e non produttive...
Il mio bisogno di non sentir discutere, impedisce agli altri di vivere qualcosa che probabilmente è loro necessario..

A questo punto, se io non sono in grado di stabilire se quell'esperienza puo' o meno essere utile ad altri, sarebbe bene tacere ..

Se mi identifico nella persona che cerco di "difendere" e vedo ogni discussione come un battibecco inutile, forse sono un po' rigida sulle mie posizioni? non ammetto che un altro possa aver ragione e che la mia posizione possa essere un po' più "scomoda" di quanto io non pensi?

Astral 13-05-2008 17.28.56

Se permetti Red però, davanti ad un battibecco fatto in presenza di altri, Chi sono ioicon_mrgr: ? Sono eccome, perchè le questioni a quattr'occhi dovrebbero essere risolte in altra sede, non davanti a terzi, che oltre a non essere educato, in qualche modo possono essere tirati in ballo ( dico possono, perchè poi possiamo sempre tacere).

Almeno io quando voglio discutere, prendo da parte la persona, ma non tutti hanno questo finezza, e anche chi non c'entra seppure rimane zitto, sicuramente un certo imbarazzo ce l'ha.

L'ideale magari sarebbe pregare queste persone di discutere altrove, o appunto fare da mediatori ( che non significa dare ragione ad uno, ma cercare di calmare le parti).

Ad ogni caso se certe discussioni ci succedono davanti gli occhi, ci sarà anche un motivo no? E Guarda guarda spesso il motivo della discussione ci riguarda anche un po'.

Per quanto riguarda invece il proteggere una persona, perchè non siamo stati protetti, non la vedo cosi negativa se è fatta con consapevolezza.

Poi ovviamente se con la nostra parola dobbiamo peggiorare le cose, oppure interveniamo per gratificazione personale, forse è meglio che ci stiamo zitti.:sornione:

Anzi se in qualche modo sto proteggendo, non ricapitolo parti di me?booh.gif

Alla fine non si dice Fai ciò che vuoi ricevere dall'altro?

griselda 13-05-2008 17.50.01

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 53230)
Quel che mi viene da dire leggendo l'ultimo periodo è: "ma chi sono io per decidere cosa è bene o cosa è male per le due persone che stanno litigando?"... in fondo non posso essere sicura che si tratti di un battibecco e anche se lo fosse... in pratica è un catalogare a priori tutte le discussini come inutili e non produttive...
Il mio bisogno di non sentir discutere, impedisce agli altri di vivere qualcosa che probabilmente è loro necessario..

A questo punto, se io non sono in grado di stabilire se quell'esperienza puo' o meno essere utile ad altri, sarebbe bene tacere ..

Se mi identifico nella persona che cerco di "difendere" e vedo ogni discussione come un battibecco inutile, forse sono un po' rigida sulle mie posizioni? non ammetto che un altro possa aver ragione e che la mia posizione possa essere un po' più "scomoda" di quanto io non pensi?

Caspita Red quanto è vero ciò che dici, inoltre posso impedire, con la mia identificazione, all'altro di vedere ciò che io non riesco a vedere.
Penso anche alle discussioni in famiglia tra padre e figlio o madre e figlio se uno dei due genitori inteviene a favore del figlio questa divergenza può creare solo squilibrio e inoltre può impedire un normale sviluppo di difesa autonoma.
Quindi solo in casi davvero gravi si deve intervenire quando ci sono violenze altrimenti ognuno deve avere in se la capacità di aprirsi per quello che riesce e di certo questo non avverà se un terzo si metterà di mezzo.fiori.gif

RedWitch 13-05-2008 17.58.01

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53232)
Se permetti Red però, davanti ad un battibecco fatto in presenza di altri, Chi sono ioicon_mrgr: ? Sono eccome, perchè le questioni a quattr'occhi dovrebbero essere risolte in altra sede, non davanti a terzi, che oltre a non essere educato, in qualche modo possono essere tirati in ballo ( dico possono, perchè poi possiamo sempre tacere).

Almeno io quando voglio discutere, prendo da parte la persona, ma non tutti hanno questo finezza, e anche chi non c'entra seppure rimane zitto, sicuramente un certo imbarazzo ce l'ha.

Quindi in sostanza, perchè secondo te dovrebbe intervenire il terzo? perchè si trova in mezzo e ha diritto di non trovarcisi? volendo puo' uscire dalla stanza.. o tacere se la cosa non lo riguarda direttamente.
Il discorso del modo è un'altra cosa a mio avviso, non dico che sia piacevole trovarsi in mezzo a due che discutono, ma mettiamo che lo stiano facendo civilmente, ovvio che se pensiamo ad una lite violenta le cose cambiano, il "chi sono io" per me significa, che non ho diritto di decidere per un altro.. e questo mai, non solo quando mi trovo in mezzo ad una discussione, ma anche solo se pensiamo a quando diamo un consiglio Astral, spesse volte esce qualcosa solo perchè non ci tocca direttamente, ma che comunque puo' andare ad incidere sull'altro.. possiamo comunque influenzare altri e non sempre in positivo anche se l'intenzione è buona.

Citazione:

L'ideale magari sarebbe pregare queste persone di discutere altrove, o appunto fare da mediatori ( che non significa dare ragione ad uno, ma cercare di calmare le parti).

Ad ogni caso se certe discussioni ci succedono davanti gli occhi, ci sarà anche un motivo no? E Guarda guarda spesso il motivo della discussione ci riguarda anche un po'.
E se non ci riguarda?

Citazione:

Per quanto riguarda invece il proteggere una persona, perchè non siamo stati protetti, non la vedo cosi negativa se è fatta con consapevolezza.

Poi ovviamente se con la nostra parola dobbiamo peggiorare le cose, oppure interveniamo per gratificazione personale, forse è meglio che ci stiamo zitti.:sornione:
Come si fa ad essere consapevoli di proteggere qualcuno perchè non siamo stati protetti noi? in realtà non stiamo proteggendo davvero l'altro in questo modo , ma noi stessi..
Utile ai fini dell'osservazione su noi stessi se ce ne accorgiamo, ma per l'altro? lo stiamo aiutando davvero?

Citazione:

Anzi se in qualche modo sto proteggendo, non ricapitolo parti di me?booh.gif

Alla fine non si dice Fai ciò che vuoi ricevere dall'altro?
Non ho capito cosa intendi con "Anzi se in qualche modo sto proteggendo, non ricapitolo parti di me?", come faccio a ricapitolare se credo di proteggere un altro?:U

Proteggi per essere protetto? e questo non significa volere un ritorno?

Astral 13-05-2008 20.12.01

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 53234)


Non ho capito cosa intendi con "Anzi se in qualche modo sto proteggendo, non ricapitolo parti di me?", come faccio a ricapitolare se credo di proteggere un altro?:U

Proteggi per essere protetto? e questo non significa volere un ritorno?

Intendo dire che certe esperienze che proiettiamo sugli altri possono risvegliare nostre consapevolezze.

Vedo se riesco a spiegarmi meglio.

Se ad esempio quando ero bambino mi è mancato un determinato alimento che i miei genitori non mi hanno dato, quando sarò padre farò di tutto per darlo a mio figlio.

Allo stesso modo se non sono stato protetto, forse da questo il naturale modo di proteggere un'altra persona quando ci sia bisogno, dovrebbe essermi dato dall'esperienza. Ovvio che se utilizzo sempre questo schema sto proiettando una mia mancanza, ma se lo utilizzo nei giusti contesti, da un lato aiuti una persona, e da un lato riscatti parti di te del passato.


Io penso che sarebbe peggio se per il fatto che non sono stato protetto io, desidero che anche gli altri non vengano protetti.

Per quanto riguarda le discussioni, invece dipende: andare in un altra stanza può essere la giusta soluzione, come un atto di omertà, secondo me è relativo, non si può intervenire sempre, ma non si può neanche stare sempre zitti, o cambiare aria perchè altri discutino ( piuttosto allora smettono loro di discutere).

Per quanto riguarda i consigli, non so se parlavi sul generico o ti riferivi a quello che ti ho dato nell'altro topic. Se si tratta del secondo caso mi scuso se c'è stata invadenza da parte mia, o ho detto qualcosa che forse non mi riguardava direttamente.fiori.gif

Astral 13-05-2008 20.17.01

Citazione:

Originalmente inviato da griselda (Messaggio 53233)
Caspita Red quanto è vero ciò che dici, inoltre posso impedire, con la mia identificazione, all'altro di vedere ciò che io non riesco a vedere.
Penso anche alle discussioni in famiglia tra padre e figlio o madre e figlio se uno dei due genitori inteviene a favore del figlio questa divergenza può creare solo squilibrio e inoltre può impedire un normale sviluppo di difesa autonoma.
Quindi solo in casi davvero gravi si deve intervenire quando ci sono violenze altrimenti ognuno deve avere in se la capacità di aprirsi per quello che riesce e di certo questo non avverà se un terzo si metterà di mezzo.fiori.gif

Bisogna capire però cosa si intende per intervenire.

E' ovvio che se per intervenire, si intende prendere le parti di uno, e andare contro l'altro, si crea si lo squilibrio. Magari siamo tentati a farlo perchè colui che difendiamo ha la nostra stessa mentalità e l'altro invece la pensa opposto, e quindi lo facciamo anche per autoaffermazione.

Se per intervenire però intendiamo, cercare di far riflettere con le domande qualcuno, o mettere fine ad un dibattito che andrebbe alla lunga peggio di due rette parallele senza punto di incontro... beh allora qui magari un piccolo intervento può servire.

Ray 13-05-2008 20.49.01

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53228)
mmm
proteggo me? Ma non la me di adesso ma la me che in altre situazioni in passato coinvolta in un battibecco non ha saputo difendersi e invece di capire l'errore è stata mortificata e zittita?

Beh può darsi. Ma per come la vedo io proteggi innanzitutto la te stessa di adesso che va in acido se si litiga (l'ansia eccetera)... poi è chiaro che la te stessa di adesso è prodotta dalle te stessa del passato e esperienze come quella che hai citato possono centrare eccome.

Sorge però la domanda: che succederebbe se non ti proteggi? A volte capita che rispondendosi a domande ipotetiche come questa, si trovino indizi utili...

griselda 14-05-2008 01.11.34

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53237)
Bisogna capire però cosa si intende per intervenire.

intervenire inteso come mettersi dalla parte di qualcuno per sedare qualcosa che non reggiamo noi.


Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53237)
E' ovvio che se per intervenire, si intende prendere le parti di uno, e andare contro l'altro, si crea si lo squilibrio. Magari siamo tentati a farlo perchè colui che difendiamo ha la nostra stessa mentalità e l'altro invece la pensa opposto, e quindi lo facciamo anche per autoaffermazione.

Se per intervenire però intendiamo, cercare di far riflettere con le domande qualcuno, o mettere fine ad un dibattito che andrebbe alla lunga peggio di due rette parallele senza punto di incontro... beh allora qui magari un piccolo intervento può servire.


Poi se è il caso di, come dicevo discussioni familiari, in entrambi i casi madre padre figli, intervenire come a sedare la discussione o prendendo le difese di qualcuno è un modo di togliere qualcosa a chi sta discutendo, secondo me, un modo di impedire anche che si comprendano, che riescano a trovare un accordo tra loro e da soli. Se intervengo mi metto sopra di loro ed ho già stabilito che non ci riescano da soli, oppure ho giudicato che l'altro stia sbagliando senza avergli lasciato il tempo di finire quello che aveva iniziato. (magari alla fine aiuta anche me a comprendere meglio) Certo se c'è uno squilibrio di violenza che può anche psicologica (ma in questo caso bisogna esser obiettivi che non è facile) ed insopportabile tipo aggressione si deve intervenire.
Tempo fa ho iniziato una discussione con un tizio che pareva non dovesse avere nessun esisto, c'erano toni molto accesi, dopo aver discusso a lungo ma molto a lungo siamo arrivati ad una conclusione in cui entrambi abbiamo rivisto alcune nostre posizioni. Abbiamo avuto il tempo di spiegarci, se qualcuno fosse entrato nella discussione come mi è accaduto in altro frangente, il terzo incomodo in quel caso ha fatto si che nessuno si muovesse più dalla propria posizione, uno perchè sentitosi attaccato da più parti e l'altro perchè sentitosi più forte dall'altra, alla fine nessun accordo è stato raggiunto. Mi da l'idea che il terzo porti squilibrio nel testa a testa o cuore a cuore. Poi per carità ognuno può rimanere della sua idea anche dopo aver discusso per ore. Ma entrare in una discussione di solito lo si fa per se stessi e mai per gli altri se non nei casi menzionati sopra. Se entro nella discussione dovrei poter essere oggettivo altrimenti parlerò per me stesso mai per l’altro, mi schiererò dalla parte di quello che la pensa come me, ma mica è oggettività, lo farò per affermare me stesso.
Se non reggo posso allontanarmi perchè so che è a me che da fastidio, perchè mi sento a disagio, perchè mi mette ansia…
:C:

Astral 14-05-2008 10.28.16

:C: hehe vedo che non riusciamo a raggiungere un punto di incontro, chissà se interviene un terzo nella discussione forse ci riusciamo.boccaccia:

Scherzi apparte, beh è ovvio che ci sono situazione in cui è relativo intervenire, infatti magari nel tuo caso vi è proprio servito.

Poi però ci sono altre situazioni che occorre mediare, ad esempio se due bambini litigano, la mamma dovrebbe mediare, e quante amicizie si sono restaurate, grazie ad uno amico che ha fatto intermediario tra gli altri due?

Tornando poi a quello che ha detto Ray sul meccanismo: se non posso fare a meno di intromettermi allora probabilmente li c'è qualcosa... ma io credo che se non posso fare a meno di intromettermi in una discussione, e ogni volta fuggo, anche qui potrebbe esserci un meccanismo.

Faccio un po' il bastinacontrario, ma soltanto perchè non sono sempre daccordo che il silenzio o la fuga sia la soluzione migliore.fiori.gif

griselda 14-05-2008 10.57.23

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53263)
:C: hehe vedo che non riusciamo a raggiungere un punto di incontro, chissà se interviene un terzo nella discussione forse ci riusciamo.boccaccia:

Tu intendi forse che uno dei due può arrivare a cambiare le sue convinzioni perchè si affiderebbe ad un terzo verso il quale ha più credibilità, io dico invece che questo può avvenire anche senza un intermediario, nel senso che uno dei due se non si stanca e cerca in tutti modi di farsi capire e di capire può raggiungere, non di avere ragione, ma di far comprendere il suo punto di vista. Alla fine quello che conta credo sia questo anche rendersi conto del perchè non si riesce a trovare un accordo. Il riuscire a comunicare.

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53263)
Poi però ci sono altre situazioni che occorre mediare, ad esempio se due bambini litigano, la mamma dovrebbe mediare, e quante amicizie si sono restaurate, grazie ad uno amico che ha fatto intermediario tra gli altri due?

La mamma interviene con la sua esperienza tentando di far ragionare il figlio trasmettendogli quello che ha imparato, ma per chi lo fa? Per se stessa perchè alla fine in bambini fanno pace dopo cinque minuti.
E l'amico perchè lo fa se non perchè non vuole vedere i suoi amici litigare e non sopporta che possano dividersi?

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53263)
Tornando poi a quello che ha detto Ray sul meccanismo: se non posso fare a meno di intromettermi allora probabilmente li c'è qualcosa... ma io credo che se non posso fare a meno di intromettermi in una discussione, e ogni volta fuggo, anche qui potrebbe esserci un meccanismo.

Esatto se fuggo non capirò mai perchè mi sta dando fastidio.

Citazione:

Originalmente inviato da Astral (Messaggio 53263)
Faccio un po' il bastinacontrario, ma soltanto perchè non sono sempre daccordo che il silenzio o la fuga sia la soluzione migliore.fiori.gif

Non lo sono infatti però se scappiamo e non reggiamo come detto prima ci sarà un motivo che se scopriamo credo sia già quacosa.
fiori.gif

dafne 14-05-2008 11.19.15

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53239)

Sorge però la domanda: che succederebbe se non ti proteggi? A volte capita che rispondendosi a domande ipotetiche come questa, si trovino indizi utili...

Sempre domandine facili facili tu, eh? ;)
Donc, che succede se non mi proteggo...
Non ho tolleranza al dolore, specie se non riguarda direttamente me (vabbè, dolore, diciamo sofferenza, fastidio...tutto ciò che è negativo insomma..) soprattutto se ho la sensazione che intervenendo potrei allentare la tensione mi sento in dovere di farlo, ma solo con "alcune persone"
Comunque, la rabbia, la frustrazione altrui in genere mi fanno stare male, come quel giorno al corso, la discussione appena nata aveva già generato sai quel clima di tensione, dove tutti si zittiscono aspettando che succeda chissà cosa...
strabuzza: si zittiscono.
Il silenzio che torna, ma cos'avrà mai di tanto terrifficante per me?
I miei discutevano e poi in casa restava quel clime tipo "non dire niente che se taci non succede altro", il mio ex marito discuteva e poi si chiudeva in un silenzio forzato, di ripicca,così i miei parenti non gli dicevano nulla per non scatenare la lite, così sono nei miei pensieri i ricordi degli attacchi di panico che ho avuto , un silenzio agghiacciante, non potevo neanche respirare troppo forte perchè avevo paura che sarei potuta morire ad un alito troppo forte (o lui tornare).
Non riesco a vedere bene questa cosa adesso ma sembra un cane che si morde la coda, non parlare per non scatenare la lite che scatenerebbe il silenzio in cui sono comunque perchè non ho parlato...non lo so.
Ma intervengo con gli altri, quando IO sono al sicuro...in un certo senso
Non litigate, non lasciatemi sola, non chiudetevi nel silenzio (come se non fosse possibile a nessuno riuscirci, ma che scema che sono)
piango.gif devo pensarci, grazie Ray fiori.gif

Uno 14-05-2008 12.08.23

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53229)
Se un battibecco è solo un battibhecco non mi sento molto tirata in causa per la verità, lascio che com'è cominciato finisca, è quando percepisco la tempesta che vado in ansia. Quando c'è una possibilità di rottura, quando c'è A che stà per demolire B, anche solo a parole, insomma quando sento che un equilibrio si stà per rompere.
Mah..comunque vorrei si che tutti fossero sereni, ma temo non sia tanto uno slancio di bontà quanto un "se tutti stanno tranquilli nessuno può darmi fastidio"..non sò se riesco a spiegarmi.

Allora giriamola in altro modo se battibecco non rende, c'è demolizione e demolizione, se demolisco una casa fatta di legno perchè e piena di termiti per ricostruirla con legno sano è un discorso, se demolisco una casa scavata nella roccia solo perchè a me piacerebbe di plastica è un altro discorso.
Quello che volevo dire con battibecchi e non, è la difficoltà che chi ha "il complesso di mamma chioccia" di distinguere le situazioni, parte l'ansia e si cerca di metterla a tacere, punto.
La tua ipotesi è corretta, "tutti buoni, io non ho l'ansia e sto bene"

Poi è uscito il silenzio, non si dovrebbe mai arrivare al silenzio.... finchè c'è qualcosa da dire, se due parti sono inconciliabili è meglio che stiano zitte piuttosto che ammazzarsi, tanto prima o poi qualcosa accadrà a chi ha lasciato qualcosa in sospeso.
Questo è un punto, ti manca la fiducia nella provvidenza che le cose devono andare in un certo modo, quindi anche una certa mania di controllo (sto parlando in generale anche se uso la seconda persona eh...).

dafne 14-05-2008 14.59.29

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53269)
Allora giriamola in altro modo se battibecco non rende, c'è demolizione e demolizione, se demolisco una casa fatta di legno perchè e piena di termiti per ricostruirla con legno sano è un discorso, se demolisco una casa scavata nella roccia solo perchè a me piacerebbe di plastica è un altro discorso.
Quello che volevo dire con battibecchi e non, è la difficoltà che chi ha "il complesso di mamma chioccia" di distinguere le situazioni, parte l'ansia e si cerca di metterla a tacere, punto.
La tua ipotesi è corretta, "tutti buoni, io non ho l'ansia e sto bene"

Poi è uscito il silenzio, non si dovrebbe mai arrivare al silenzio.... finchè c'è qualcosa da dire, se due parti sono inconciliabili è meglio che stiano zitte piuttosto che ammazzarsi, tanto prima o poi qualcosa accadrà a chi ha lasciato qualcosa in sospeso.
Questo è un punto, ti manca la fiducia nella provvidenza che le cose devono andare in un certo modo, quindi anche una certa mania di controllo (sto parlando in generale anche se uso la seconda persona eh...).

Decisamente più chiaro, grazie.
In effetti si l'ansia non mi parte dai contenuti ma dai toni, dalla tensione che si crea, che sia una discussione su un vestito che sul senso della vita...in genere è sufficiente che uno dei due dimostri aggressività e io parto...icon_mrgr: ..stile macina sassi, a costo anche di travolgere me stessa se, in qualche caso, mi piglio un doppio vaff diavolo.g:
Altro punto dolente hai toccato, ci pensavo proprio oggi, sulla fiducia che chi lascia in sospeso prima o poi paga, che la Provvidenza esista e sia equa ecc ecc questa fiducia io non c'è l'ho..al di là che sia riferito direttamente a me o meno mi sfugge leggermente il senso del controllo qui. Vuoi dire che non credendo che esista una Provvidenza che sistema le cose io abbia in qualche modo bisogno di guidarle?
fiori.gif grazie
ps
ehm...ora stiamo sviscerando il perchè e anche il dove..esiste anche una possibilità di tirar fuori il come? Nel senso del "come ne esco?" icon_mrgr: Mi devo consapevolmente pippare l'ansi quando arriva restando fuori dai giochi e lasciando che sia?
a ri-grazieabbraccio:

Ray 14-05-2008 15.51.36

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53273)
ehm...ora stiamo sviscerando il perchè e anche il dove..esiste anche una possibilità di tirar fuori il come? Nel senso del "come ne esco?" icon_mrgr: Mi devo consapevolmente pippare l'ansi quando arriva restando fuori dai giochi e lasciando che sia?
a ri-grazieabbraccio:

Poi rileggo tutto con più calma (adesso ho pochissimo tempo) ma questa cosa che hai detto mi ha colpito e volevo sottolinearla... pipparsi consapevolmente l'ansia (la sofferenza in genere)... beh si, è certamente un ottimo "come", soprattutto se si sono visti i perchè e i dove (e magari anche i quando), perchè questo esporsi, aprirsi volontariamente alla "sofferenza" modifica i meccanismi... solve...

Ray 14-05-2008 21.42.36

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53273)
Vuoi dire che non credendo che esista una Provvidenza che sistema le cose io abbia in qualche modo bisogno di guidarle?

Un'ipotesi potrebbe essere anche l'opposta: siccome hai bisogno di guidarle non puoi credere alla Provvidenza...

Sole 14-05-2008 22.42.07

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53273)
ehm...ora stiamo sviscerando il perchè e anche il dove..esiste anche una possibilità di tirar fuori il come? Nel senso del "come ne esco?" icon_mrgr: Mi devo consapevolmente pippare l'ansi quando arriva restando fuori dai giochi e lasciando che sia?
a ri-grazieabbraccio:

Mi vien da dire trattenendo il cavallo sciolto che ti parte. Tenendolo tu per le briglie. Certo che non sarà facile all'inizio però ci si allena vivendo.. trattenere non vuol dire reprimere e quindi ti troverai ad osservare tutto quello che accade fiuori e dentro di te sforzandoti tantissimo di non controllare nessuno se non il tuo bisogno che sia di credere o non credere di essere il centro dell'equilibrio altrui o meno..

:C:.

griselda 15-05-2008 01.15.58

Citazione:

Originalmente inviato da Uno (Messaggio 53269)
Questo è un punto, ti manca la fiducia nella provvidenza che le cose devono andare in un certo modo, quindi anche una certa mania di controllo (sto parlando in generale anche se uso la seconda persona eh...).

Anche a me manca la fiducia nella provvidenza, che vorrebbe dire fidarsi che ciò che arriva è ciò che mi serve e di cui devo fare esperienza e che dietro c'è sempre una motivazione.
Invece vedo che l'ansia mi porta proprio all'opposto tento di tenere tutto sotto controllo stressandomi a dismisura e così poi mi viene l'ansia.
Lo sbaglio forse deriva dal fatto di aver avuto tante esperienze negative e l'aver detto dopo con il senno di poi:"ah se fossi stata attenta!" è li che nasce sta mania di controllare tutto? Il non aver compreso che le cose dovevano andare così, che se non fosse successo in quella situzione sarebbe successo in un'altra perchè avevo bisogno di comprendere qualcosa?
La paura di riprovare quella paura, quei sensi di colpa, quelle ansie fa si che non mi fidi più, che mi chiuda e controlli tutto in modo da sentirmi illusoriamente al sicuro? Che poi se solo capissi che se devo fare una certa esperienza non ci sono santi che tengono vivrei meglio. Ma mica è facile anche se ci sto provando.... elloso ci vuole pazienza, ma qualche dotazione potevano anche fornirmela eh?diavolo.g:diavolo.g:diavolo.g: E bon "si può fareeeeeee!!!" come recitava Gene Wilder in Frankenstein junior.icon_mrgr:
fiori.gif

dafne 15-05-2008 07.55.08

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53289)
Un'ipotesi potrebbe essere anche l'opposta: siccome hai bisogno di guidarle non puoi credere alla Provvidenza...


:U sorry?
Non sono sicura di capire cosa vuoi dire ma mi da la sensazione di mania di onnipotenza, non che tu lo abbia detto quindi se me lo puoi spiegare un pochino meglio... abbraccio: grazie
Ma perchè si ha bisogno di giudare le cose? Solo perchè in passato non sono andate come volevamo? nonono.gif

RedWitch 15-05-2008 11.09.02

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53305)
.............
Ma perchè si ha bisogno di giudare le cose? Solo perchè in passato non sono andate come volevamo? nonono.gif

Il perche' in me non l'ho ancora individuato onestamente, se non il mio bisogno di stare sempre al sicuro.. se controllo tutto quello che ho intorno (mi illudo di farlo), non ci possono essere contrattempi, e io sto tranquilla (un po' quello che si diceva qualche post sopra..), il punto e' che siccome non tutto (e soprattutto tutti) e' controllabile, sono perennemente contratta , perche' mi accorgo che le cose sono come una bomba ad orologeria che possono "esplodere" senza che io ci possa fare nulla.. il termine "sotto".. l' avere tutto sotto controllo secondo me la dice lunga.. sotto, sotto di me, sotto il mio potere presunto.. quindi si in un certo senso la vedo come mania di onnipotenza (se tiri fuori il bazuka Daf avvertimi eh icon_mrgr:)

Il pretendere di pormi sopra a tutto il resto, anche fare la crocerossina di tutti (tu ti chiami mamma chioccia, la mia tendenza e' quella di proteggere tutti, ascoltare tutti , stare sempre a disposizione di tutti etcetc), anche questa e' una forma di controllo (se tutti si confidano con me, io so cose che nessun altro sa, che grande "potere")... Ma quel mettere da parte me stessa, non e' altruismo ..
inoltre se controllo tuttissimo fuori, quando mi rimane il tempo per guardare dentro? E cercare in me?

Le cose per me vanno meglio (anche se ci ricasco spesso in tutto quell'ambaradan che dicevo sopra icon_mrgr:), da quando mi sono accorta che non e' poi cosi' male non avere il controllo su tutto.. se le cose devono andare in un certo modo, va bene cosi'.. la cosa importante per me adesso e' sentirmi a posto con la mia Coscienza. Se faccio quello che posso e che devo, se le cose non vanno come previsto.. pazienza.

fiori.gif

Astral 15-05-2008 11.42.04

Secondo me non è sbagliato mantenere il controllo, anzi è sintimo di temperanza ed è stata la via di molti santi.
In alcuni casi la supervisione è fondamentale.

Forse nel discorso si intende l'eccessivo controllo sugli altri, ma diciamo che la parola più giusta è la manipolazione.

Io credo che dipenda sempre dai casi: se ho un conto intestato con mia madre, e lei spende oltre il dovuto, forse in questo caso, non è errato esercitare un controllo.

Il problema secondo me che il controllo si esercita in contesti sbagliati.

Probabilmente anche nell'esempio descritto da Red: è molto semplice vedere se sono veramente una persona che ispiro fiducia ( e tutti si confidano) oppure è una mia forma di controllo. Basta che viene qualcuno più bravo di me a dare consigli e allora mi sento spodestato dal mio ruolo.

Io comincio a pensare che l'ego non si serve solo dei punti deboli, ma si serve proprio delle nostre "predisposizioni", le nostre qualità che grazie alle quali, possiamo esercitare un potere.

E' proprio infatti la bellezza, la bontà, l'intelligenza che possono essere utilizzati come punti di forza per manipolare gli altri, e difficilmente i nostri difetti.

:C:

Ray 15-05-2008 15.19.42

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 53305)
:U sorry?
Non sono sicura di capire cosa vuoi dire ma mi da la sensazione di mania di onnipotenza, non che tu lo abbia detto quindi se me lo puoi spiegare un pochino meglio... abbraccio: grazie
Ma perchè si ha bisogno di giudare le cose? Solo perchè in passato non sono andate come volevamo? nonono.gif

Beh, ma la mia ipotesi era diretta conseguenza del discorso... quello che facevamo un po' tutti anche se da versi diversi... vogliamo avere il controllo per stare al sicuro dalle sensazioni negative (se nessuno litiga io non vado in ansia eccetera)... e questo bisogno di non avere ansia, disagio, quel che è, diventa bisogno di controllo fuori-di-noi... bisogno che mi impedisce di credere alla Provvidenza, perchè credere alla provvidenza significherebbe arrendersi ad un "controllo" più alto del nostro... che potrebbe anche prevedere la nostra ansia (e noi che impariamo ad averla, fino a non averne più bisogno).

Mi ricordo che da ragazzo odiavo i Promessi Sposi... ero un adolescente che voleva avere lui il controllo di tutto e il vero protagonista del Promessi Sposi è la Provvidenza... forse è uno dei motivi per cui mi strideva il romanzo, chissà.

Per rispondere anche ad Astral dico che il controllo sugli altri è sempre illusorio, anche e soprattutto quando ci sembra d'uopo. Certo tu puoi controllare, con un esercizio di potere (che rischia sempre l'abuso perchè esercitato arbitrariamente), che la nonna non spenda "troppo", ma non puoi controllare la sua tendenza a farlo... il bisogno di controllo sugli altri non è mai soddisfatto, anche se riusciamo a delimitare il loro campo di azione, il controllo non si estenderà mai a pensieri e sentimenti e impulsi, come ci piacerebbe (dato che non lo abbiamo su di noi).

Astral 15-05-2008 16.01.17

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53315)
Per rispondere anche ad Astral dico che il controllo sugli altri è sempre illusorio, anche e soprattutto quando ci sembra d'uopo. Certo tu puoi controllare, con un esercizio di potere (che rischia sempre l'abuso perchè esercitato arbitrariamente), che la nonna non spenda "troppo", ma non puoi controllare la sua tendenza a farlo... il bisogno di controllo sugli altri non è mai soddisfatto, anche se riusciamo a delimitare il loro campo di azione, il controllo non si estenderà mai a pensieri e sentimenti e impulsi, come ci piacerebbe (dato che non lo abbiamo su di noi).

Beh allora anche lo stato illusoriamente crede di controllarci, eppure qualcuno dovrà comunque farlo, altrimenti sarebbe l'anarchia più totale.

E' proprio per questo che il controllo ci vuole, ma ovviamente non posso come dici tu controllare tutto sentimenti, pensieri, desideri.

Eppure è strano che molte pratiche magiche si basano proprio sul controllo dell'altro.

In ogni caso è vero che se io devo sempre controllare l'altro è perchè magari non riesco a controllare io questa mania, ma è pur vero che al giorno d'oggi vuoi con l'imposizione, vuoi con la seduzione, le persone sono facilmente controllabili.

L'agire spontaneo e lasciare agli altri il libero arbitrio, può essere un ottimo modo per sfuggire a questa morsa.

dafne 15-05-2008 23.23.53

Quanti punti e spunti in questi ultimi messaggi..
(pssss tranquilla Red non ce l'ho più il bazuka, sono nella fase cerino bagnato laughing7: non mi accendo più così facilmente)
Dunque, dalla mamma chioccia alla mania di onnipotenza il passo mi sembrava più lungo della gamba ma a ben guardare non poi così tanto. Che la mancanza di controllo su ciò che ho attorno mi generi ansia e, a volte, rabbia, è sotto ai miei occhi tutti i giorni nelle mie reazioni esagerate sui miei figli, che siano di rabbia o di dolore sono sempre troppo rapide ed eccessive e partono sempre dal non riuscire a far capire o fare loro quello che per me è più giusto. Poco alla volta e più per sfinimento che per buonsenso, stò imparando a lasciare loro lo spazio per accapigliarsi e trovare un vincitore, sono però rarissime le volte che permetto loro di arrivare ad una soluzione perchè vorrei che nessuno dei due perdesse. Oggi cerco di intervenire solo quando arrivano alle mani, cosa che capita sempre più spesso (le zuffe) perchè, temo, non hanno avuto lo spazio per comprendere che non si può sempre essere alla pari, nè tantomeno vincitori. Qualche volta si perde, e io con la mia troppa equità (nel senso di mania ) non ho permesso loro che acquisissero la capacità di saper perdere restando in equilibrio.
Oppure anche peggio, se ci penso, la costante equità può avergli generato la necessità di trovare un vincitore :wow:
Che poi questo meccanismo di controllo parta da una profonda convinzione che al mondo non esista giustizia e che se c'è è simile a quella della giungla non so ancora dirlo con certezza ma, si, voglio che le cose vadano come dico io, magari non tanto perchè sono una super saputella ma piuttosto perchè nella mia visione delle cose tutto va bene e tutti si vogliono bene.
martello.: non so se riuscirò mai a superare questa "doppia visione" del mondo, da una parte il bello-ma-spesso-brutto che vivo e dall'altra il perdindirindina-che-paradiso-che-è che desidero.Teoricamente stò guardando la stessa cosa vero?
Sono sempre più confusa, non ho mai pensato, consciamente a questo punto, di potermi sostituire a una giustizia superiore...però è insindcabile che io mi sia messa a volte in mezzo a delle situazioni a mò di giudice...curiosamente noto poi che le situazioni di dominazione, in cui la sottomissione è mia invece mi attirano come la luce per la falena...
Un tentativo di riequilibrare?
Mah, qui gli interrogativi aumentano, l'unica cosa certa che ho è che non m'intrometto mai per seminare zizzania o alimentare i fuochi, quasto è già qualcosa.
Sulla mia capacità di giudizioo, beh, giro la ruota e mi compro una vocale icon_mrgr:

RedWitch 16-05-2008 22.21.17

Citazione:

Originalmente inviato da Ray (Messaggio 53315)
... il bisogno di controllo sugli altri non è mai soddisfatto, anche se riusciamo a delimitare il loro campo di azione, il controllo non si estenderà mai a pensieri e sentimenti e impulsi, come ci piacerebbe (dato che non lo abbiamo su di noi).

Vedere scritto nero su bianco che quel che in realtà si vorrebbe controllare sono i pensieri, gli impulsi, ma soprattutto i sentimenti degli altri, mi fa impressione.. ma ci ho pensato un po', è proprio così...

Anche quando si ha paura di perdere l'amore di qualcuno, e si fa di tutto per accontentarlo, in realtà è una sorta di scambio (che si crea del tutto nella mente, io ti accontento in tutto, mi "prostro", in modo che tu poi mi debba qualcosa, in modo che tu non possa non amarmi, o andartene..), si pensa che l'altro debba pensare o sentire le cose che vorremmo... Ne abbiamo parlato tante volte, ma riesco a vedere chiaramente sta cosa solo adesso.. quel controllare l'esterno , non significa il raggio di azione dell'altro, non significa qualcosa di esterno (si esterno a me ma interno agli altri dry.gif) significa proprio sentimenti, pensieri.. qualcosa su cui in realtà (e per fortuna) non si ha nessun potere.

Significa che si puo' passare un sacco di tempo a cercare di controllare qualcosa che non è umanamente controllabile, più spreco di energie di così...

Sto andando molto fuori tema (scusate ), ma a questo punto mi domando se è il bisogno di controllo che genera l'ansia o se è l'ansia che genera questo bisogno di controllo..

Se guardo indietro, a me è capitato diverse volte nella vita, che persone che mi erano molto vicine (amicizie strette), di punto in bianco si allontanassero. E ho sempre creduto che fosse colpa mia in qualche modo, ma non ho mai fatto niente per ricucire questi rapporti. Se vanno.. vanno. Credo pero' che questo abbia fatto sì che quando una persona mi si avvicini, scatti in me l'immediata paura della perdita.. ecco quindi che se non sto attenta scatta in me "l'amica di tutti", la disponibilona, quella che corre per tutti tranne che per sè stessa etcetc..

dafne 16-09-2010 20.15.39

Ritiro su questa discussione perchè mamma chioccia...è alla riscossa!! icon_mrgr: icon_mrgr: icon_mrgr:

Mio figlio maggiore ha iniziato le medie,il disastro era annunciato...
Premetto che abbiamo trascorso l'estate con una me che comprava eserciziari vari per ripassare e due figli che alzavano beatamente le spalle..:@@ ..ho giocato al "vedete poi siete voi che ci rimettete" ma la verità è che la cosa è stata oltremodo frustrante. E' finita, banalmente, che il grande ha fatto 3 mesi di pure ferie e il piccolo non ha fatto i compiti di scuola.
Cercando di arginare la chioccia mi sono resa conto che ho generato una tensione interna che è aumentata moltissimno e che è poi oscillata tra il "fatti tuoi" al "vedrai come la paghi a scuola poi".

Il dramma vero è andato in scena due giorni prima della scuola quando mi sono trovata tutte le scuse del mondo per fare i compiti al piccolo manata.gif
Ho resistito, ma m'è costato parecchio.

Adesso ho il grande in prima media che già i primi giorni s'è messo a fare i capricci per quei pochi compiti che ha. La straziante necessità di vederlo andare bene mi ha spinto a insistere ma la priorità è di fargli capire che a scuola ci deve andare lui, è il suo compito e il suo futuro e questo mi sta facendo indietreggiare di fronte a mettermi a sua disposizione.

Stò malissimo, per domani non ha fatto i compiti di lettere, mi sono messa con lui a leggerli più di una violta ma non posso dettarglieli.
Da domani via i giochi e la tv, quello lo posso fare, ma ingabbiare la chioccia è più arduo di quello che credevo. Mi sento una madre degenere e incapace, insensibile di fronte alle difficoltà del piccolo. Una stronza.

Poi del "piccolo" mi vengono in mente le rispostacce i vaff, i giri in bici e il puntare i piedi su quel che vuole, il chiamare per farsi portare le cose ecc ecc e mi rendo conto che stà chioccia, alla fine, ha fatto dei gran danni piango.gif

Di mio ho realizzato che la scuola mi ha lasciato una profonda insoddisfazione per non essere riuscita ad utilizzarla bene. Ma è la mia storia, non la loro per forza. martello.:

Si, mi sà che devo imparare a pipparmi l'ansia, pare che sia un problema comune in questa famiglia............

Ray 16-09-2010 22.01.00

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 53364)
ma a questo punto mi domando se è il bisogno di controllo che genera l'ansia o se è l'ansia che genera questo bisogno di controllo..

Di solito la seconda, almeno all'inizio, ma poi si genera un circolo.

Citazione:

Originalmente inviato da RedWitch (Messaggio 53364)
Credo pero' che questo abbia fatto sì che quando una persona mi si avvicini, scatti in me l'immediata paura della perdita.. ecco quindi che se non sto attenta scatta in me "l'amica di tutti", la disponibilona, quella che corre per tutti tranne che per sè stessa etcetc..

Che corre solo per se stessa alla fin fine, dato che è una sua paura/bisogno che la spinge.

Ray 16-09-2010 22.02.55

Citazione:

Originalmente inviato da dafne (Messaggio 89836)
Stò malissimo, per domani non ha fatto i compiti di lettere, mi sono messa con lui a leggerli più di una violta ma non posso dettarglieli.

Non ho capito... vi siete messi li a fare ma non ha fatto?


Tutti gli orari sono GMT +2. Adesso sono le 01.00.44.

Powered by vBulletin Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Questo sito non è, nè può ritenersi assimilabile ad una testata giornalistica, viene aggiornato senza alcuna periodicità, esclusivamente sulla base della disponibilità del materiale. Pertanto, non è un prodotto editoriale sottoposto alla disciplina della l. n. 62 del 2001. Il materiale pubblicato è sotto la responsabilità dei rispettivi autori, tutti i diritti sono di Ermopoli.it che incoraggia la diffusione dei contenuti, purchè siano rispettati i seguenti principi: sia citata la fonte, non sia alterato il contenuto e non siano usati a scopo di lucro. P.iva 02268700271